Nella precedente edizione, ho fatto il cappello introduttivo, del cinema passo ridotto, con una breve storia, volutamente fatta di nozioni e, come è sempre nel mio stile, non esagerando su particolari tecnici che, non appesantiscono la lettura: deve avere per risultanza, una piacevole informazione. Spero di non deludervi.
Ritorniamo alla descrizione del tempo. Mi ricordo che negli anni 50 incomincio da giovanissimo, ad armeggiare con la cinepresa.
Avevo una BOLEX PAILLARD 8 MM, con velocità variabile da 8 ft a 64 ft con torretta montante obiettivi: un normale Yvar da 13 mm/f 1.9 e un tele Yvar 36 mm f 2.8; aveva il contatore di avanzamento pellicola e la carica manuale. Queste erano le caratteristica principali di questa cinepresa.
Per quell’epoca era una macchina importante, solida e si impugnava bene. Guardando i primi filmati, oggi fanno sorridere: riprese affrettate, panoramiche eseguite come avessi un pennello in mano, P piani e campi medi che, sembravano tante benedizioni (mi scuso per l’esempio) e la ripresa, sebbene benedicente, solo a guardarla, faceva venire il mal di mare. Questo errore di ripresa lo noto ancor oggi, con telecamere che hanno il vantaggio,di essere adoperate con tranquillità e mano ferma. Noi avevamo un grosso problema, il costo delle pellicole. Duravano circa 5 minuti, e la paghetta dell’epoca non bastava per l’acquisto di una pellicola. Quindi risolvevo il problema con una velocità di ripresa che, le comiche di Ridolini (Charlot) diventavano complemento ai film che giravo. La passione, la volontà di riprendere era tanta che imparai a conoscere la cinepresa, e migliorare le riprese studiandone la tecnica cinematografica. Ho visto parecchi film, divoravo i fumetti, leggevo storie di personaggi avventurosi. Mettevo in pratica quello che vedevo, quello che leggevo, i consigli dei vecchi fotografi. La storia mia è anche la vostra, per quelli della mia età: queste esperienze sono state fatte .più o meno, con la stessa metodologia. La televisione, i primi programmi, fecero capolino negli anni 55/56 e da quel momento, mi assalì un grosso problema. Il sonoro. I miei film erano muti, la proiezione, ritmata dal rumore del proiettore, i partecipanti commentavano ad alta voce le sequenze cinematografiche, non prestavano attenzione, era un continuo brusio di voci e di commenti che lasciavano molto intendere. Io giovane ,con i miei 16 anni, mi sentivo sconfitto dalle mie stesse riprese. Dovevo cambiare presentazione alle proiezioni dei film. Acquistai uno schermo, il muro bianco è stato severamente abolito, dietro allo schermo misi un altoparlante che era collegato alla radio di casa. All’epoca trasmettevano “Ballate con noi”, un programma radiofonico di canzoni, che regolarmente andava in onda durante la settimana, dando motivo, a noi ragazzi e ragazze, di riunirci per far quattro salti, ed imparare i nuovi passi di danza, all’americana. La musica dava voce ai miei film. Non vi dico l’effetto! Cominciarono a interessarsi di più alle inquadrature e con la musica divennero più accettabili. Avevo vinto il mio primo Round cinematografico! I film muti divennero sonorizzati. Bocche cucite, davanti allo schermo, gambe in movimento al ritmo di danza, sorrisi e qualche ovazione, perché la fortuna di quel momento, sincronizzava il ritmo musicale con le cadenze cinematografiche.
La cinepresa diventa strumento narrativo, le immagini hanno una loro logica, si susseguono con sapiente logicità, diventano sequenze comprensibili, seguono una logica sequenziale , diventano fluidi all’occhio e l’interpretazione dello spettatore segue la proiezione e legge le immagini come fosse un libro. I film a soggetto sono accettati, anche dagli amici, che ne condividono lo sforzo, sapiente e intellettuale del regista cineasta. Come già detto, anche la tecnologia si evolve rapidamente , conquistiamo così lo Zoom e la prima cinepresa dotata di questo importante obiettivo, ci porta notevolmente a migliorare le nostre riprese. Siamo negli anni’60 i primi proiettori sonori 8 mm, cominciano ad essere commercializzati. Prima ancora c’erano dei dispositivi (bracci meccanici che si aggiungevo al proiettore muto ma che non hanno dato molto affidamento in quanto le testine di registrazione e di riproduzione non osservavano la stand di sincronizzazione del labiale).
Un proiettore Sonoro 8 mm che andava per la maggiore era il famoso SILMA SAUND. Nascono i primi film a soggetto, tecnologicamente avanzati e con una sonorizzazione che nulla aveva da invidiare il film commerciale. Rumori di fondo, parlato, musiche che si fondevano agli effetti sonori, erano apprezzati e visti con molto interesse. Il festival del passo ridotto a Montecatini, proietta usando il Proiettore Silma, modificato nella lampada con quello ad arco, che si usa nella proiezione del 35 mm.
I proiettori divennero sempre più modernizzati nelle loro funzioni, le lampade aumentarono di intensità fino ad arrivare al 150 watt survoltati (l’intensità di luce bianca sono pari ai 1000 watt di una lampada a incandescenza). La modifica molto importante che è stata fatta è l’aggiunta della pista di compensazione: cioè aggiungendo la seconda pista, sul lato opposto della pellicola. Si ha uno scorrimento equilibrato dell’immagine, rendendola, più fissa e stabile. La seconda pista non ebbe solo questa funzione, ma venne utilizzata per la stereofonia, cambiando totalmente l’effetto sonoro.
Vennero introdotte nuove funzioni più particolareggiate, come ad esempio inseriti dei microprocessori in funzione del suono, ottimizzandone la qualità.
La risultante era però ……pesante, in quanto il peso di questi proiettori aumentarono (arrivavano a oltre 18 kg) la tecnologia era arrivata a quella del 16 mm. Tale intermedio veniva usato nelle sale parrocchiali, nei patronati oppure nei cinema di terza o quarta visione.
Però l’8 mm ebbe anche la gloria di avere la pista ottica ,e tanti film commerciali furono passati in questo formato. Ricordo un film 8 mm, a pista magnetica, in versione integrale (è 2001:”Odissea nello spazio”) e tanti altri che io posseggo nella mia cineteca. Ovvio è chiedersi: che differenza passa tra la pista ottica e magnetica? La prima rimane nel tempo e la riproduzione riproduce un tono più caldo; la seconda (magnetica) si può smagnetizzare. Ha il vantaggio che è più brillante riproducendo specialmente i toni alti.
Infine , ci sarebbe tutta la parte tecnologica, molto interessante, che mi riserverò di trattare in seguito, sempre se i lettori di questo mio articolo, avranno gradito e perché no, aver fatto un viaggio nel tempo passato di ben 55 anni!
Ma oramai questa è storia passata. Mi accorgo di essere vetusto. Ahi ahi ! mi sono svelato.
Eh si Matusalemme ha scritto. Ritorno tra i pezzi del mio museo cinematografico.
Questi sono i formati del passo ridotto . Il passo ridotto nacque nel 1932 e poi, alcuni i formati qui sopra riportati ,nacquero successivamente.
Questa idea della Kodak venne attuata per dare movimento alle foto: perché, se prendete ogni singolo fotogramma,può essere paragonato ad una piccola diapositiva. Il procedimento di sviluppo è analogo a quello delle diapositive.
Confronto fra i formati a passo ridotto
Il Super 8, introdotto nel 1965, non era ovviamente presente sul disegno originale.
Schema di principio della pellicola "doppio 8"
La pellicola 16 mm viene impressionata in sequenza sulle sue due metà, ovviamente sulla stessa faccia - quella sensibile - ma con immagini "capovolte" tra una metà e l'altra. Dopo lo sviluppo, viene tagliata e giuntata ottenendo il film 8 mm di lunghezza doppia, pronto per la proiezione.
SPIGOLATURE
Questo filmato è stato fatto in brevissimo tempo, con il montaggio in macchina. Vuol significare che ogni ripresa è stata eseguita con la scaletta delle sequenze. Consiglio di rileggere “L’Uso della telecamera”, troverete ogni descrizione delle immagini.
E’ stato usato un cavalletto per le panoramiche per avere stabilità di immagine. La direzione seguita è da destra verso sinistra. L’occhio accetta più gradevolmente la panoramica in questo verso.
Mentre tutte le altre riprese sono state fatte con la telecamera in mano.
La colonna sonora è stata eseguita tenendo i rumori registrati dalla telecamera e aggiungendo i brani di tre compositori diversi, sfumando il brano alla fine, per passare al successivo.
Noterete che musica e rumori si fondono abbastanza bene, evitando di mettere il commento parlato.(con un successivo filmato verrà messo il commento, usando tecniche diverse).
Il programma usato è WINDOWS MOVIE MAKER, abbastanza semplice, nella sua funzione .
Prendete la vostra telecamera e eseguite questa prova di ripresa, usando queste semplici tecniche sia di ripresa che di registrazione. La produzione di un film amatoriale è sempre apprezzabile, ma, soprattutto, la vostra esecuzione vi porterà a realizzare filmati che saranno visti e applauditi dagli amici. Ricordarsi che una rappresentazione filmata è come leggere un libro, se corretto nella scrittura e avvincente per il contenuto,sarà sempre applaudito.
Giampietro, ha ragione lorenzo: sei un Maestro.
Ho letto tutto con molta curiosità, all’inizio, poi con molto interesse.
Avrai un allievo in più e seguirò i tuoi scritti sull’argomento.
Ti posso dire solo: grazie!!
Miei cari amici Lorenzo e Luciano.ancora e ancora il mio grazie!Penso di essermi gettato su un fiume in piena! l’argomento è interessante, ma particolare.Sono, però ,contento che lo abbiate letto, ed apprezzato! un caro saluto e un abbraccio sentito! giampietro
Giampiero. Bravo, sei sorprendente oltre avere abilità e capacità nello spiegare argomenti interessanti su l’uso della cinepresa, fai delle riprese ottime con quel tocco da vero artista. Ti saluto.
Giampietro, ha ragione lorenzo: sei un Maestro.
Ho letto tutto con molta curiosità, all’inizio, poi con molto interesse.
Avrai un allievo in più e seguirò i tuoi scritti sull’argomento.
Ti posso dire solo: grazie!!
Miei cari amici Lorenzo e Luciano.ancora e ancora il mio grazie!Penso di essermi gettato su un fiume in piena! l’argomento è interessante, ma particolare.Sono, però ,contento che lo abbiate letto, ed apprezzato! un caro saluto e un abbraccio sentito! giampietro
Giampiero. Bravo, sei sorprendente oltre avere abilità e capacità nello spiegare argomenti interessanti su l’uso della cinepresa, fai delle riprese ottime con quel tocco da vero artista. Ti saluto.
Giampietro. Da oggi in poi ti chiamerò Maestro. Un abbraccio.