Come tutti, leggo distrattamente le notizie sui trasferimenti di calciatori e allenatori in questo infuocato periodo di post- campionato. E come tutti sono stato attratto dagli acquisti pazzi del Real Madrid, la grande squadra spagnola che chiamano “galactica”, dei due gioielli Cristiano Ronaldo e Kakà. Si badi che sono quasi dei ragazzini e che per loro la “galactica” ha sborsato quasi 160 milioni di euro.
Uno non ci bada. Ma la cifra versata per i trasferimenti riguarda le società che acquistano e vendono. Si mettono a posto i bilanci. Si acquistano altri giocatori. Si hanno redditizi rapporti con gli sponsor. Eccetera.
Ma stamattina ho letto sul giornale una cosa sbalorditiva che colpisce immediatamente, che fa quasi stramazzare. Secondo l’articolista il suddetto Cristiano Ronaldo guadagnerà, soldo più soldo meno, la miseria di 100.000 euro al giorno. Capite? Al giorno. E sembra poi che non sia il calciatore che guadagna di più.
E allora viene un moto di ribellione. Non è possibile, in un momento in cui tutti piangono, i posti di lavoro perduti, la povertà antica e recente di persone che non arrivano alla fine del mese, le impennate di prezzi e tariffe, che possa verificarsi una cosa del genere. Qualcuno direbbe: ma riguarda la Spagna e non noi! Non è così. Infatti anche da noi il fenomeno è simile e ci sono club milionari che strapagano i loro calciatori.
Vincenzo Cerami, sul Messaggero di oggi, scrive una nota davvero amara. Ne riporto un brano: “E’ molto difficile da mandar giù sapere che nel mondo globalizzato del calcio, in questi tempi di estrema preoccupazione a causa della crisi economica, il danaro circola a palate e viene speso a piene mani, allegramente”.
Questa cosa è insopportabile. E bene farebbero gli organi di direzione del calcio, al livello internazionale, a porre un freno, impedendo lo sconcio e riportando la normalità.
Lorenzo.rm
Scritto da rosaria3.na
Sport
Mamma mia edis, che bestialità….”disinteressarci del calcio?”……Naturalmente sono d’accordo con te. Il problema sta nel fatto che l’italiano, mai rinuncerà al calcio!
Come ho scritto ancora varie volte, qual’è il motivo che porta TUTTI e dico TUTTI gli italiani sulle strade nello stesso momento?….IL CALCIO….naturalmente!…Mai per altri problemi o festeggiamenti vedi così tanta gente riunita.
Concordo con i pareri espressi in precedenza, ma chi è che fa sì che le cose siano giunte a questi livelli?Tutti criticano o si lamentano,ma TUTTI seguono il calcio con ardore e interesse.Certo quando c’è un’attenzione così elevata,”girano” denari in grande quantità .Possiamo provare a sponsorizzare altri sport e disinteressarci del calcio?
Popof,che ti devo dire? Che è scandaloso? Insopportabile? Incredibile? Occorre intervenire ai livelli adeguati e responsabili. Ti ricordi come era di moda qualche anno fa la necessità di una politica dei redditi? E come, tutto sommato, essa si applica in tutti i sistemi, ad esempio con la progressività delle imposte? Rimane il fatto che un ragazzino in mutande, come giustamente dici tu, non può guadagnare tanto.
Quando il calcio è fermo il calcio mercato tiene viva l’attenzione.
Certo uscire di casa oer andare a lavorare e sentire cifre astronomiche fa anche star male.
Mi son fatto un po di calcoli e per guadagnare un milione di € servono circa 40 anni di lavoro (a 25.000 l’anno).
Però che bello vedere ventidue milionari in mutande che si menano a calci e spinte per un pallone.
Peccato solo una cosa che non sono un buon esempio per le giovani generazioni, dove in nome del guadagno tutto è consentito.
Non volermene Lorenzo se partirò da questo tuo articolo per uno dei miei prossimi (è interscambiabilità culturale anche questa).
Ciao (Popof)
NOPN SONO DACCORDO CON IL CALCIO PERCHE PRIMA ERA UNA PASSIONE E CHE PRIMA GIOCAVANO PER IL PAESE E ANDAVANO ANCHE A LAVORARE
ADESSO NO SONO MERCENARI BADANO SOLO I SOLDI E COME MAI I GIOCATORI COME SEGNANO QUALCHE GOL IN PIU CHIEDONO SUBITO L AUMENTO
IO SONO OPERAIO LAVORO DA PIU VENTANNI HO CHIESO L AUMENTO MI HA RISPOSTO CHE NON ERA POSSIBILE SE VUOI LA PORTA E APERTA PER ANDARE VIA E QUESTA E LA DIFFERENZA