Sunu anni, seculi ca si nni parra.
‘U ponti volunu fari
fra Calabria e Sicilia.
‘U pinsati? ‘N ponti na’
l’aria, no’ cielu, nuddu
ci criri. Troppu beddu
pi èssiri veru. I soliti
chiacchiri. I treni,
i machini ca passunu
supra. E si cascunu?
Non putissuru diri
“bau” di dda supra.
Cascari significa
mòriri e basta.
Ma picchì s’à fari
stu ponti? Ca picchì
è riddiculu aspittari
uri e uri pi travissari
‘n pizzuddu di mari.
Aspetti u vapuri, ci’acchiani,
navighi e scinni.
Quannu c’è genti
è ‘a dispirazioni.
E ‘a genti c’è tanta na’ stati,
quannu tutti si movunu
e venunu ccà. Si dici:
ma costa stu ponti.
Non fussi cchiù megghiu,
inveci di spènniri tantu,
aggiustari i strati e i binari
di Sicilia e Calabria?
E poi chi sapemu si,
comu succeri, i soddi
si mangiunu e ‘u ponti
no’ arriva? Tutti ni parrunu,
tutti discutunu. Sì, no,
dopu. Cu ‘sta storia avemu
sempri l’occhi chini e i manu
vacanti. Comu tutti i cosi da’
Sicilia (e da’ Calabria, v’a
riurdati l’autostrata Salernu-
Reggiu Calabria?). Stavota
ci vogghiu cridiri, ci vogghiu
passari dda supra no’ ponti,
macari si cascu, macari si c’è
quaccunu ca dici ca è bruttu
dda supra, ‘no cielu. Bruttu
o non bruttu, nenti vi pari
ca lisciu passamu senza
acchianari, navigari e scìnniri.
Senza aspittari urati ‘nteri
co’ suli ca coci e i nevvi distrutti.
Ma vaia, caminamu, faciti stu ponti,
ca poi, cu stu ponti damu ‘na scossa
all’isolamentu. Capiti chi dicu?
Spiramu, spiramu ca arriva ‘stu ponti.
Traduzione
Il ponte sullo stretto.
Sono anni, secoli che se ne parla. Vogliono fare il ponte fra la Calabria e la Sicilia. Lo pensate? Un ponte nell’aria, nel cielo. Nessuno ci crede ancora. Troppo bello per essere vero. Le solite chiacchiere. I treni, le macchine che passano sopra? E se cadono? Non potrebbero dire “bau”, cadere da lassù significherebbe morire e basta. Ma perché si deve fare questo ponte? Perché è ridicolo aspettare ore ed ore per traversare un pezzetto di mare. Aspetti, sali, navighi e scendi. Quando c’è (molta) gente è la disperazione. E la gente è tanta d’estate quando tutti si muovono e vengono qua(là). Si dice: ma costa questo ponte, non sarebbe meglio, invece di spendere tanto, mettere a posto le strade e i binari di Sicilia e Calabria? E poi, che sappiamo se, come succede, i soldi se li “mangiano” e il ponte non arriva? Tutti ne parlano, tutti discutono. Sì, no, dopo. Con questa storia avremo (sempre) gli occhi pieni e le mani vuote (modo di dire siciliano, per indicare che non avremo niente) come tutte le cose della Sicilia (e della Calabria- vi ricordate l’autostrada Salerno-Reggio Calabria?). Stavolta ci voglio credere, ci voglio passare lassù sul ponte, anche se cado, anche se c’è qualcuno che dice che è brutto lassù, nel cielo. Brutto o non brutto, vi pare niente passare senza intoppi, senza salire, navigare e scendere, senza aspettare ore intere con il sole che ti cucina e i nervi distrutti. Ma va’, camminiamo, fate questo ponte. Perché poi, con il ponte, diamo una scossa all’isolamento. Capite che dico? Speriamo, speriamo che arrivi questo ponte.
....E per finire.... sorridendo..... due vignette, trovate ed inserite da me (Rosaria).
Sia ben chiaro, però, che le ho messe solo allo scopo di sorridere un po' insieme,
senza alcun riferimento e senza mancare di rispetto a nessuno, men che meno ai siciliani!!!!!! Grazieeeeeeeeeeee
Giovanna, non ho detto che nella poesia parlo del ponte in chiave intima, o intimista? Se da siciliano si giunge a Villa S. Giovanni o a Reggio Calabria e si devono aspettare talvolta ore per passare dall’altra parte viene lo struggimento al cuore. E la stessa cosa avviene quando dalla Sicilia si deve andare in Continente. Penso che con le tecniche avanzate non ci sarebbe alcuna difficoltà a creare l’unione fra due lembi di terra così vicini. Certo, ci sono gli aerei e meno male. E non costano poi tanto, almeno quelli low cost. Ma se ci ripenso, nella veste di poeta, continua a farmi male il cuore.
Lorenzo, è stata proprio un’ottima idea di parlare del ponte. Da quanto lo si aspetta? Ricordi che se ne parlava già alla “Programmazione” dal 1964! Quanta acqua è passata sotto di esso da allora?
Lento e leggero come te Lieve. La lentezza, infatti, è una caratteristica di questi luoghi. Ed è forse in reazione a questo che sono diventato così veloce io, a volta domandandomi perché e chi me lo fa fare. Forse è stata la mia naturale inclinazione. Ma quando torno nella mia isola spesso mi innervosisco, discuto e scappo.
lore’, la trovo tristissima questa poesia, la immagino cantata, con una melodia ritmata, molto lenta…come i passi di chi vorrebbe attraversare quel ponte, il ponte che nn c’è…come la speranza di un paese assolato e lento… lento…lento…
Florio si vede che tu non hai mai aspettato per ore di poter traghettare, specie con bambini e animali appresso, e con la necessità impellente di dovere comunque andare.
Allora la tentazione di mandare tutto all’aria e sinteticamente di mettere le bombe viene. Ma sono problemi degli altri e tutto va bene.
Ormai sul ponte s’è intrecciata una numerosa congerie di interessi, economici, politici e altri.
Io non so se si farà mai. Mi auguro sdi sì ma con ragionamenti tipo i tuoi credi che sia facile?
Non te ne voglio però, credimi, e amici come prima.
Non so chi sia il vanaglorioso e a questo punto non mi interessa.
speriamo si arrivi al ponte dopo alcune domande: a chi serve, non alla sicilia, non ai siciliani ma alla gloria del vanaglorioso!
Sì Titina, ma continuo a dire che l’argomento mi interessa dal punto di vista del microcosmo. Se parliamo del problema in generale, hai vojia come dicono a Roma. Problemi economici, impatti ambientali e varie. Il punte, nell’immaginazione delle persone, continua ad essere un sogno proibito.
Ponte sì, ponte no, pareri discordanti che dividono l’opinione pubblica, certo un’opera mastodontica che richiede grande dispendio di denaro pubblico, ma di una cosa sono convinta che se il ponte fosse servito al nord, da mooooo che sarebbe stato realizzato! Ciao Lorenzo
Io non so perché non si sia mai fatta un’opera così importante e, nel ristretto ambito della poesia, non mi interessa saperlo. Sono misteri della Sicilia, della Calabria e dell’Italia. Rimanendo su un piano strettamente personale, l’idea che continui a non esserci il ponte mi è insopportabile. E come tale la racconto nella poesia. Gradevolissime le vignette di Rosaria, che possono dare una parziale spiegazione. E grazie a Nadia e Luciano dei commenti.
Lorenzo sono convinto che il ponte, i siciliani lo vogliano. Sarà un orgoglio Italiano, non per la sola Sicilia. La cosa che fa più rabbia è che si costruiscono ponti in tutto il mondo perché evidentemente sono opere infrastrutturali strategiche, ma nel caso del Ponte sullo stretto bisogna vincere le resistenze di un fronte del no variegato che spazia dagli ambientalisti e da chi dice no a ogni costo, sino ai poteri del Nord che non gradiscono tale investimento e che umiliano in tutti i modi, il Ponte. Un saluto.
Lorenzo, scusa se rido ma nn c’è altro da fare…..Hai voglia!
E’ come dici tu, chissà quanti se ne mangiano e non parlo della Sicilia o della Calabria in particolare ma dell’Italia politica tutta e dico TUTTA.
Aspetta e spera Lorenzo!
Ciao ciao.