12I non più giovani, ma sempre attivi nel campo amatoriale, fotografico e/o cinematografico, ricorderanno con piacere i vecchi filmati in 8 mm, 16 mm, poi proiettore35mmpassati al super 8. Le cineprese dell'epoca, dopo l'immediato dopoguerra (anni 50 e 60), si stavano evolvendo rapidamente e la tecnologia del tempo offriva prodotti che sviluppavano la concezione del film amatoriale, avvicinandosi, sempre più, al concetto tecnologico di paragone con il 35 mm.

Apparivano nel commercio le prime macchine con lo zoom, ottica alquanto complessa, che raggruppava gli obiettivi singoli della cinepresa, costituiti da un grand'angolo, un normale e un tele, montati su una torretta che ruotava nel quadro ed inseriti al momento della ripresa. Anche i proiettori, modificarono l'aspetto sempre più tecnologico, arrivando al sonoro. Il muto era in definitiva sconfitto, i primi filmati amatoriali nascono e si divulgano immediatamente.

bandes-02I soggetti, gli attori, i costumi, le scene, ruotavano attorno a noi, e tutto diventava un motivo di ripresa cinematografica in seno alla famiglia,  con la partecipazione degli amici  che, per l'occasione diventavano attori, registi, fonici, tecnici di luci, redattori, sceneggiatori. Nasce il  film a soggetto a passo ridotto.

cameras-03Non manca occasione, durante le scampagnate fuori città, compleanni, matrimoni, battesimi, cresime,  il primo giorno di scuola, insomma tutti gli avvenimenti che ci circondano, diventino motivo di filmare, documentare, ma soprattutto cercare di riprendere i soggetti, con unaLogo_FedicORO2009 dovizia di inquadrature, seguendo schemi ben precisi . Nascono i cineclub, diversi appassionati si iscrivono, imparano la tecnica cinematografica, le prime lezioni, le prime riprese fatte in gruppo, le informazioni sono fornite da esperti e tutto viene costituito dall'associazione cineamatori FEDIC, riunendo diversi club in campo nazionale che si confronteranno in una rassegna premi. Importanti registi  ha dato il club amatoriale, passione per il cinema e volontà artistica. Questo mondo di cineasti a passo ridotto, fu presto notato dalla Rai, che per la specificità e per la natura anche intellettuale di queste persone, manda in onda una serie di film a soggetto, scelti e premiati a Montecatini. Il mio Cineclub di Venezia negli anni '60, portò a casa parecchi premi , con una menzione che allora dette una svolta alla produzione futura dei film. Nasce il cinema verità, un modo nuovo di raccontare, filmare, lasciando il tradizionale per il nuovo.

Mi era stata affidato dal mio cineclub Venezia, la tecnica di sonorizzazione dei film, per cui mi sentivo responsabile se, la pista sonora non fosse  stata eseguita con fedeltà di registrazione. Anche per quell'epoca eravamo attrezzati con sala di proiezione e di doppiaggio e avevamo, amplificatori, microfoni, registratori, equalizzatori, piatti di registrazione  ed altro materiale che ci rendeva competitivi con la mostra cinematografica. Avevo anche una macchina che stampava, sulla pellicola, la traccia magnetica.Si parla degli anni 60 pensate!! Oggi la mia moviola meccanica è un ricordo, le ore passate per montare i film, i tagli per rendere scorrevole il filmato, togliendo gli errori di ripresa e seguendone il corretto schema. La cinepresa e lì, sopra un ripiano del mio studio, la stessa moviola, il proiettore,  le pellicole, tutto richiama a quei tempi che mi hanno dato soddisfazione ma anche la capacità di creare film  a soggetto imparando e studiando la tecnica cinematografica. Siamo arrivati ai nostri tempi un breve excursus è stato preparato, per portare a conoscenza le tappe di questa meravigliosa avventura che si chiama:

LA STORIA DEL PASSO RIDOTTO.

Alle origini della Fedic e del Concorso nazionale del Cinema d'Amatore c'è la voglia di un confronto tra gli autori che realizzano film "a formato ridotto" (cioè su pellicola 8 mm, poi Super 8, in casi più rari 16 mm), producendo opere in totale autonomia, senza i condizionamenti indotti dal mercato e dall'industria. Sono dei "cineamatori", non solo cineasti della domenica, ma anche innamorati del cinema, con la voglia di farlo a modo proprio da indipendenti.

In tempi più recenti sono stati ribattezzati film makers o filmakers, sempre con opere normalmente escluse dalle sale cinematografiche, viste quasi in esclusiva all'interno dei cineclub associati o nelle rassegne che, con l'avvento delle telecamere e del digitale, si moltiplicarono seguendo l'esempio di Montecatini FilmVideo.

filmvideo

 

 Il cinema alternativo - (1971 - 1985)

Negli anni Settanta irrompe la contestazione anche nel mondo ovattato dei "cineamatori". L'assenza di un mercato e di un'industria convince il movimento della Fedic e molti critici e studiosi indipendenti che il "cineamatorismo" ed i "filmaker" non sono altro che gli antesignani della vera libertà di espressione. Il pauperismo dell'opera "a passo ridotto" viene concepita come valore fondante e come parametro per misurare le capacità alternative di invenzione e di sperimentazione. Il movimento assorbe varie influenze culturali, la pop-art, il minimalismo, l'astrattismo e il post-cubismo per ribadire l'assoluta necessità per l'autore di sperimentare nuove tecniche, nuovi linguaggi e codici di accesso all'arte espressiva.

 Dalla pellicola all'elettronica - (1986 - 2000)

La rivoluzione tecnologica è alle porte e il supporto chimico, dato dalla pellicola, sta per subire un attacco decisivo. Nasce il "video", cioè la possibilità di girare e montare non più con pellicola ad emulsione chimica ma su un supporto magnetico che registra direttamente le immagini e le riproduce senza il passaggio in laboratorio. Per il movimento della Fedic è un cambiamento epocale, perché gli autori sono ora in grado di abbattere i costi di produzione e dare risalto al loro impegno di documentazione della realtà.

 Il terzo millennio - (2001 - 2009)

Le tracce del "cineamatorismo" delle origini sono oramai sparse nella memoria e nella storia. L'affermazione della Rete (Internet) consente una diffusione delle immagini mai fino ad ora sperimentata. L'autore Fedic, però, sembra rimanere ancorato ad un'idea "autoriale" del proprio lavoro e, per molti versi, emarginante. L'idea anticipatrice di Walter Benjamin, di un'opera espressiva oramai priva della sua unicità, stenta ad affermarsi proprio nel momento in cui la Rete dimostra l'esattezza dell'intuizione originaria: quella di diventare l'avamposto di una nuova libertà individuale, che poi diviene patrimonio collettivo, che non deve necessariamente passare attraverso il mercato capitalistico.

 
 ALCUNE FOTO

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Questi proiettori 16 mm  erano considerati, nella categoria, cineamatoriale , detta anche a passo ridotto.
I Film girati in 35 mm, venivano poi passati in 16 mm. Questi proiettori, a passo ridotto, erano usati nelle sale parrocchiali, nei circoli, nelle sale cinematografiche di seconda visione  e dal cineamatore più esperto che produceva documentari o filmati a soggetto  per aziende commerciali o industriali.

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La foto si riferisce al telecinema, apparecchio per riversare le pellicole in digitale. Brevemente come si usa: dalla parte dell'obiettivo si colloca il proiettore o videoproiettore. dalla parte dello schermo (vetro smerigliato) si dispone la telecamera montata su un solido cavalletto. Il rimanente è stato descritto in un articolo precedente : RIVERSAGGIO DEI FILM. 

 giampy

9 Commenti a ““GALLERIA DEL FILM A PASSO RIDOTTO” (1^ PARTE) scritto da Giampietro.ve (inserito da Rosaria)”

  1. Gampaolo Gabbrielli ha detto:

    Giampietro, grazie poer la interessante panoramica che hai descritto sulla storia del passo ridotto. I ho iniziato a filmare nel 1955 con l’8 mm, i filmati in b/n (Ferrania) che ho sviluppato da me sono ancora visibili, gli altri si sono esauriti e non si vede più nulla.
    Buon lavoro!

  2. Giulio Salvatori ha detto:

    Giampietro.Vorrei dirti tante cose…ma siccome non conosco la materia di cui tratti, non mi resta che inchinarmi al tuo sapere

  3. giampietro ha detto:

    Lorenzo Luciano Marc Lieve, vi ringrazio dei vostri commenti! noto che Marc ha vissuto, come altri, la storia del passo ridotto da me raccontata.Il montaggio,le giunte che si scollavano,le riprese con pellicola 8mm,il sonoro , la registarzione ecc ecc, lascia il ricordo della celluloide.L’acetato e l’odore della pellicola, ci porta al passato,per questo non rinnegabile, ma assimilabile ad un pezzo di storia,che diventa la storia di ieri e di oggi.Certamente la tecnologia ha fatto passi enormi, ha favorito e facilitato la creatività del cineamatore,ma penso che,i mezzi allora in nostro possess siano, stati e saranno, la fucina di ideatori e creatori di opere d’arte, ancor oggi applaudite.Grazie per avermi letto e un saluto cordiale

  4. lieve ha detto:

    che faticaccia… marc!!! nn è meglio oggi???

  5. marc52 ha detto:

    scusa il refuso sul tuo nome GIANPIETRO

  6. marc52 ha detto:

    Caro Gianpitro, ne sai una più del diavolo sei un tecnico cinematofrafico con la C maiuscola! Quanti ricordi mi fai rivivere. avevo 16 anni facevo il tirapiedi per un fotogafo di grido, a Villa D’este, Cernobbio (como) si facevano i film in 8 mm dei matrimoni( allora era un lusso) L’8 mm ci permetteva le bobine di 60/120 mt con una bolex paiard,(il super 8 c’era già ma era troppo corto 15 mt) con carica a molla, con obbiattivi a toretta, si montavano i film, con una giuntatrice con il collante all’acetone, le giunte seccate saltavano sempre,(in seguito con la scotch) si gardava il montaggio con una moviola a manovella, mandavamo a pistare il film nei laboratori specializzati a Milano,(un sottile nastro di registrazione tra le perforazioni).Si sonorizzava il film, con un proiettore sonoro, usando un giradisci con dischi in vinile. Che tempi indimenticabili!!! oggi e preistoria! grazie Giampitro, per il tuo articolo “storico”

  7. lieve ha detto:

    Quanti ricordi, Giampi…Da ex fotografa(quando fotografare era ancora un arte), rimpiango ancora la camera oscura e le tecniche di sviluppo e stampa di allora…Ma sono convinta, che le nuove tecnologie, diano modo ai nuovi amatori del genere, di esprimersi; e questo è bene, perche’ molti di piu’ lo fanno e sempre di piu’. Basta guardarsi intorno per vedere quanti filmakers ci sono e quanta partecipazione ci sia ai festival di cortometraggi.Al genova film festival, ogni anno vengono selezionati, fra circa 500 corti, 26 opere finaliste, e la scelta non è facile…. I festival sono veri vivai di talenti, e ce ne sono tanti…Certamente, molte delle loro opere , nn avranno l’autenticita’,l’originalita’e l’unicita’di un opera d’arte, xro’ continuo a pensare che non sia male. a mio modesto parere, l’aurea di cui parla Benjamin Walter,puo’ essere sacrificata, se questo puo’ servire ad avvicinare all’arte molti giovani con un forte impulso artistico.

  8. lUCIANO.3 RM ha detto:

    Giampiero. Trovo sempre istruttivi e interessanti i tuoi servizi, sono la cornice di questo simpatico blog. Un saluto

  9. lorenzo.rm ha detto:

    Giampy, sei un fenomeno. E Rosaria…pure.

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