caduta del muro9 novembre 1989: dopo 28 anni cade il Muro di Berlino, l’emblema del mondo diviso in due tra Occidente e blocco sovietico, costato la vita a moltissimi cittadini mentre tentavano di passare da Berlino Est a Berlino Ovest. La  prima vittima uccisa nel 1962 mentre cercava di scavalcare il Muro fu un ragazzo: Peter Fechter.

Per 28 anni, dal 1961 al 1989, il muro di Berlino ha tagliato in due non solo una città, ma un intero paese. Fu il simbolo della divisione del mondo in una sfera d'influenza americana e una sovietica, fu il simbolo più crudele della Guerra Fredda.

 Un po’ la sua storia (anche se è ben conosciuta da tutti).

Come diretta conseguenza della seconda guerra mondiale e della guerra fredda, la Germania, nel 1949, fu divisa. Sul piano economico la Germania occidentale visse negli anni 50 un fortissimo boom, erano gli anni del cosiddetto "Wirtschaftswunder" (miracolo economico). Aiutata all'inizio dai soldi americani, la Germania Federale riuscì in breve tempo a diventare nuovamente una nazione rispettata per la sua forza economica.

La parte orientale faceva molto più fatica a riprendersi: era svantaggiata all'inizio per le pesanti richieste economiche fatte dall'Unione Sovietica per riparare i danni subiti nella guerra e per la mancanza di aiuti paragonabili a quelli che riceveva la parte occidentale. Inoltre la rigida struttura di pianificazione nazionale dell'economia non favorì lo stesso sviluppo come nella parte occidentale del paese. Più i due paesi si stabilivano al livello politico, più si facevano sentire le differenze per quanto riguarda lo standard di vita.

In quegli anni il confine tra est ed ovest non era ancora insuperabile e per tutti gli anni '50 centinaia di migliaia di persone fuggivano ogni anno dall'est all'ovest, per la maggior parte erano giovani con meno di 30 anni e spesso persone con una buona formazione professionale, laureati, operai specializzati e artigiani, che all'ovest si aspettavano un futuro più redditizio e più libero. Questo continuo dissanguamento stava diventando un pericolo serio per la Germania dell'est ed era un'ulteriore causa delle difficoltà economiche di questo stato.

 L'erezione del muro

muro3Nelle prime ore del 13 agosto del 1961 le unità armate della Germania dell'est interruppero tutti i collegamenti tra Berlino est e ovest e iniziavano a costruire, davanti agli occhi esterrefatti degli abitanti di tutte e due le parti, un muro insuperabile che avrebbe attraversato tutta la città, che avrebbe diviso le famiglie in due e tagliato la strada tra casa e posto di lavoro, scuola e università. Non solo a Berlino. ma in tutta la Germania, il confine tra est ed ovest diventò una trappola mortale. I soldati ricevettero l'ordine di sparare su tutti quelli che cercano di attraversare la zona di confine che con gli anni fu attrezzata con dei macchinari sempre più terrificanti, con mine anti-uomo, filo spinato alimentato con corrente ad alta tensione, e addirittura con degli impianti che sparavano automaticamente su tutto quello che si muoveva nella cosiddetta "striscia della morte".

 13 agosto 1961: viene eretto il muro di Berlino

Bloccato quasi completamente il dissanguamento economico dello stato, negli anni ‘60 e ‘70 la DDR (in tedesco Deutsche Demokratische Republik), nota anche come Germania Est, visse anch'essa un boom economico. Tra gli stati dell'est diventò la nazione economicamente più forte e i tedeschi cominciarono a rassegnarsi alla divisione. Di riunificazione si parlava sempre meno e solo durante le commemorazioni e le feste nazionali.

La caduta del muro

muro2Quello che infine, per la grande sorpresa di tutti e nel giro di pochissimo tempogorby2 portò alla riunificazione furono due fattori: l'arrivo di Gorbaciov come leader dell'Unione Sovietica e le crescenti difficoltà politiche ed economiche dei paesi dell'est e specialmente della DDR. Con la "Perestroika", cioè la radicale trasformazione della politica e della economia, che doveva portare alla trasparenza politica, Gorbaciov cominciò a cambiare strada all'Unione Sovietica.

I dirigenti della DDR videro questo processo prima con un certo imbarazzo e poi con crescente resistenza. Nel corso del 1989, i cambiamenti democratici, le piccole rivoluzioni nell'economia e nella politica in Polonia, in Ungheria e nell'Unione Sovietica riempivano ogni giorno i giornali in tutta l'Europa, solo nella DDR il tempo sembrava essersi fermato, ma molta gente adesso era impaziente e cominciò a protestare e manifestare apertamente.

Ogni tentativo di lasciare la DDR in direzione ovest equivaleva ancora a un suicidio, ma nell'estate del '89 la gente della DDR trovò un'altra via di fuga: erano le ambasciate della Germania Federale a Praga, Varsavia e Budapest (il territorio occidentale dove si poteva arrivare molto più facilmente!) Cominciò un assalto in massa a queste tre ambasciate che dovevano ospitare migliaia di persone stanche di vivere nella DDR. Ma il colpo decisivo arrivò quando l'Ungheria, il 10 settembre, aprì i suoi confini con l'Austria. Ora, la strada dalla Germania dell'est all'ovest (attraverso l'Ungheria e l'Austria) era libera! La valanga di fuga stava diventando inarrestabile.

Anche l'ultimo tentativo da parte del governo della DDR di salvare il salvabile, cioè il cambiamento dei vertici del partito comunista e del governo non servì a nulla. Quando la sera del 9 novembre un portavoce del governo della DDR annunciò una riforma molto ampia della legge sui viaggi all'estero, la gente di Berlino est lo interpretò a modo suo: il muro doveva sparire. Migliaia di persone si riunivano all'est davanti al muro, ancora sorvegliato dai soldati, ma migliaia di persone stavano anche aspettando dall'altra parte del muro, all'ovest, con ansia e preoccupazione. Nell'incredibile confusione di quella notte, qualcuno, e ancora oggi non si sa esattamente chi sia stato, dette l'ordine ai soldati di ritirarsi e, tra lacrime ed abbracci, migliaia di persone dall'est e dall'ovest, scavalcando il muro, si incontravano per la prima volta dopo 28 anni.

Tante le  iniziative in Tv   in occasione del ventennale di questo avvenimento per restituire soprattutto ai giovani le emozioni e la percezione di quello che avvenne quel giorno. 

domino-actionMa la celebrazione più importante è quella che ci sarà a Berlino, davanti alla Porta di Brandeburgo, dove verranno fatti cadere, ad effetto domino, tanti blocchi di muri; ciò avverrà alla presenza di Angela Merkel (Cancelliere della Germania), Ilary Clinton (Segretario di Stato degli Stati Uniti), Silvio Berlusconi (il nostro Presidente del Consiglio) e tante altre autorità. 

Tante iniziative, ma un unico messaggio: “Mai più MURI, il mondo nuovo e il modo di pensare senza contrapposizioni nati 20 anni fa sono un grande tesoro, non buttiamolo via!” (Mario Giordano, direttore di Studio Aperto, Italia1).

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8 Commenti a ““BERLINO 1989-2009: VENT’ANNI SONO PASSATI….” Scritto da Rosaria”

  1. lorenzo.rm ha detto:

    Certo fa un po’ pena vedere che tanti di quelli che celebrano la caduta del muro sono in fondo parenti stretti di quelli che lo avevano eretto. E che non hanno mai abiurato in termini convincenti le ideologie di quel passato non tanto lontano. Così vanno le cose del mondo.

  2. rosaria3.na ha detto:

    Giusto, Luciano, quello che dici, ma io mi riferivo, scusa se mi ripeto, al “cosa celebriamo?”. Qualcosa ci sarà da celebrare se alla cerimonia del “ventennale” sono intervenuti molti Capi di Stato. NOOOOO????? E’ stato comunque un evento storico (la caduta del muro) e comunque un modo per liberare quelle persone dagli stenti, dai soprusi e dalle uccisioni che molti di loro hanno dovuto subire e, come tale, secondo me va celebrato. Quanto poi alle aspettative relative alla fine del Comunismo è altro discorso, lì ti dò in parte ragione. Allora, non si celebra un avvenimento importante solo xche’ con esso non sono state soddisfatte le aspettative di tutti? Io scindo le due cose, anche se poi la seconda è una conseguenza. Questo è il mio pensiero, se volete, anche discutibile. Ciao e un saluto.

  3. lUCIANO.3 RM ha detto:

    Rosaria, Con la costruzione del Muro di Berlino, L’obiettivo era di evitare che il popolo della Germania socialista potesse scappare nel mondo normale, Il simbolo più vergognoso della Guerra Fredda. Con il suo abbattimento si è verificata la fine di un’epoca, sviluppata con marce e velocità diverse, ex Germania dell’’ovest, liberale dalla straordinaria potenza economica, e l’ex Germania dell’’est, simbolo della tirannia comunista, sfiancata da anni in nome dell’ideologia socialista. E’ vero, la caduta del muro di Berlino è un fatto storico perché segna la fine di un’epoca, ma quanto e, soprattutto, cosa è cambiato da allora? Il comunismo non è morto col muro di Berlino, ma molto prima. Gli Stati Uniti hanno fornito ampia prova di non avere la stoffa per esercitare il ruolo di potenza egemone a livello mondiale, La Russia continua a essere quella che era, La gente a parte una ristretta minoranza che può concedersi lussi sibaritici, è condannato a un destino di stenti, di disoccupazione, spesso di vera e propria fame. La mia speranza è che per costruire un mondo migliore ci sia bisogno di un’Europa unita. Un saluto.

  4. rosaria3.na ha detto:

    Sì, Lorenzo, le cose non sono andate come forse si sperava con la fine del Comunismo ma dire “cosa celebriamo” non mi sembra giusto…..celebriamo innanzitutto la liberta’ di tutte quelle persone cha hanno dovuto subire x ben 28 anni separazioni ingiuste e soprusi. Poi non credo che con la caduta del comunismo le cose non siano cambiate: la fine della guerra fredda non significa nulla? Sono passati vent’anni ed è cambiata l’Europa, è cambiato il mondo ed è cambiata anche l’Italia. Forse è proprio l’Italia ad essersene giovata di +, checché se ne dica. Spesso sentiamo dire che, i problemi che affliggono il nostro paese sono sempre gli stessi. Ed è vero, ma è altrettanto vero che la società del nostro paese è profondamente diversa da quella del 1989 e da allora “tanta acqua è scorsa sotto i ponti”…., cose negative,ma anche progresso. Non siamo sempre pessimisti, pero’, guardiamo anche al positivo che c’è.

  5. nadia ha detto:

    Ovvio che la fine del comunismo non ha migliorato in fondo, le sorti del pianeta. Perchè, per avere la pace e migliorare il pianeta, dovrebbe prima di tutto cambiare l’essere umano, dovrebbe esserci meno, ma tanto meno, CATTIVERIE. Insomma, credo che si dovrebbe sviluppare di + l’intelligenza dell’essere umano che purtroppo è sempre mancata. L’essere umano, non ha mai imparato dalla storia e dai propri errori.
    Comunque, l’abbattimento del muro di Berlino è stato sicuramente un passo importante per l’umanità e come tale, è giusto ricordarlo!

  6. lorenzo.rm ha detto:

    L’angoscia era soprattutto quella di vedere un paese diviso dal muro, con due mondi diversi. La caduta del muro rappresentò una grande gioia e una grande speranza. Che era finita per sempre l’epoca del comunismo reale. E che la Germania aveva riconquistato la sua unità e la sua dignità di grande paese dell’Europa occidentale. Ora, che dire? Le cose sono andate come sono andate. E il mondo non è certo migliorato di molto. Quindi, che cosa celebriamo? Mah. Forse una grande speranza più o meno perduta. L’Europa c’è, e uno dei capifila è proprio la Germania unita. Ma l’Europa è tutta da costruire, anche perché s’è giustamente allargata a dismisura. E il mondo non va bene. No, non va bene. La fine del comunismo reale non ha migliorato in fondo le sorti del pianeta.

  7. rosaria3.na ha detto:

    Non sono mai stata a Berlino (solo Monaco e Foresta Nera), Galante, ma credo che veramente questo muro divisorio, che ha diviso x 20 anni gli abitanti di una stessa citta’ e così all’improvviso, abbia costituito davvero un fatto shoccante x tutti e tutti ci auguravamo quello che poi, finalmente è successo: la caduta. Ho visto, però, vari film e documentari sull’argomento, e già il solo vedere mi angosciava.

  8. galante ha detto:

    Circa 30 anni andai a Berlino ovest e davanti al muro,mi commossi e piansi.Riuscii ad andare a Berlino est, e mi commossi ancora di più nel vedere la differenza di vita esistente. Il muro ti dava una sensazione (vera) di soffocazione di mancanza di libertà di oppressione.Lasciai Berlino certamente molto cambiato e speranzoso nel cambiamento.Venti anni fa’ è accaduto quello che tantissimi si auguravano.Davanti alla TV vedere quella marea di persone che in fondo volevano o ricongiungersi con i propri cari o la libertà, fu per me una giornata memorabile e ancor oggi solo a rivedere quanto accadde quel giorno mi sento i brividi,

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