Sul Corriere della Sera del 20 ottobre 2009, pag. 6 della cronaca di Roma, rilevo una notizia che farà molto piacere ai tanti gattari della capitale.
La colonia felina dell’Università della Sapienza continuerà a vivere. Promessa del Magnifico Rettore, Prof. Luigi Frati.
L’articolo è a firma di Clarida Salvatori. Ne riproduco alcuni brani.
Scrive la Salvatori:
“Roma è la città dei gatti. Il muso del notissimo Romeo, il classico tigrato grigio, che guarda sornione verso l’obiettivo, in primo piano rispetto al Colosseo, troneggia sulle cartoline che da sempre fanno il giro del mondo….
Eppure la Sapienza, città nella città,…rischia di trovarsi senza i suoi felini. La colonia dell’ateneo, nata da un’idea del professore di Statistica Alighiero Erba, che l’ha sempre curata con l’aiuto di un’altra professoressa, Francesca Balboni, esiste infatti da più di dieci anni, da quando era rettore Giuseppe D’Ascenzo. E da allora tanti mici abbandonati sono stati censiti, curati, sterilizzati e castrati.
E non solo: molti hanno trovato casa, affidati a qualche amante degli animali che poteva prendersi cura di loro o adottati dai professori e dalle migliaia di studenti che ogni giorno vanno in facoltà. “Qualcuno, purtroppo non ce l’ha fatta –ricorda il professor Erba- o perché è stato abbandonato lì da noi troppo piccolo o perché qualche persona, priva di scrupoli, lo ha maltrattato”. …adesso il rischio serio è un altro. Anche se una voce specifica nel bilancio dell’università assicura che annualmente vengano stanziati dei fondi per comprare scatolette e croccantini, chi si occuperà degli oltre sessanta gatti della Sapienza che si radunano sempre nei giardinetti di fisica, di medicina e di geologia?
- Prof. A. Erba
Sì, perché sia la professoressa liceale Balboni che il docente universitario Erba sono andati in pensione quest’estate. E nessuno li ha sostituiti. “Temo che così i nostri felini siano condannati a morire di fame e temo che prima o poi, se nessuno si prenderà cura di loro, se ne vadano dalla colonia…., queste le paure del prof Erba. Vorrei mandare un appello al rettore Luigi Frati- conclude Erba- perché continui ad occuparsi della colonia felina…” E Frati prontamente risponde : “Troverò dei degni successori che continueranno il …fantastico lavoro (dei pensionandi). Oltre a rinnovare la disponibilità economica per l’acquisto del cibo, ho infatti intenzione di indire un concorso tra gli studenti, per assegnare delle borse di studio per la manutenzione e l’assistenza della colonia felina. Una soluzione già concordata con l’ufficio diritti animali del comune di Roma”.
Ci sarebbe da dire soltanto, grazie Prof. Frati, per la disponibilità dimostrata. Infatti, la sopravvivenza di una colonia di animali è affidata all’esclusivo impegno delle persone che volontariamente si prestano a questo tipo di attività. Senza volontari finirebbe tutto in poco tempo. E la cura degli animali, a mio avviso, rappresenta una delle poche porte del paradiso per gli umani.
Ne parliamo?
Premetto che non ho molta dimestichezza con gli animali in genere e tanto meno con i gatti (forse xche’ mai avuti in casa),ma mi sento di dire solo che quella dei due proff., Balboni ed Erba, è una nobile iniziativa. Senza di loro, molto probabilmente la colonia di gatti avrebbe fatto una brutta fine. Quindi un grande plauso al rettore Prof. Frati, che si è assunto il compito di proseguire questa strada e ai due volontari che finora hanno sfamato i gatti “UNIVERSITARI”.
A proposito di colonie, vorrei aggiungere qualche nota informativa.
1. Le colonie sono soggette, a Roma, alla normativa e alla vigilanza del Comune attraverso l’Ufficio Diritti Animali. Uno dei motivi di polemica fra le “gattare” e l’ambiente esterno, in particolare i condomini, è la pulizia del luogo dopo i pasti. Il Comune stabilisce che i gattari devono assicurare la pulizia e la rimozione dei piattini di plastica.
2. Il problema più grosso è quello della sterilizzazione, che è sempre consigliabile per evitare una abnorme crescita dei membri delle colonie. Ad esso soccorrono le Asl veterinarie di zona, sempre solerti ad intervenire su richiesta dei curatori delle colonie, che spesso fanno capo ad associazioni animaliste.
3. Buonissimi sono i rapporti con i negozi di alimentari per animali, che applicano sconti. Alla fine il problema economico è il più grave. Senza soldi non si canta messa.
In definitiva, gli attori delle colonie sono tanti. Ma i protagonisti sono sempre loro, i gatti. Ricordate Romeo, er mejo der Colosseo?
M’ero dimenticato di ringraziare Rosaria, per le foto e la sapiente composizione. Sì, i gatti laureati, come dice Lieve. Questa colonia sembrava fra le più sicure e “ricche”, eppure ha avuto e sta avendo le sue traversie. Ma verosimilmente troverà delle soluzioni stabili, per fortuna. Sappiamo tutti che l’assistenza di questo tipo è legata essenzialmente all’attività difficile, disinteressata e dura dei volontari, ed in particolare delle volontarie. A questo proposito devo dire che vi sono tantissime realtà di colonie che non sono sotto i riflettori e che tuttavia vivono, e il più delle volte sopravvivono, grazie a queste persone.
Ringraziamo il prof.erba, x la sua sensibilita’, ma anche il prof Frati x la sua disponibilita’, E’ bello sapere che ci saranno dei gatti “laureati”…e sopratutto,che i ragazzi se ne occuperanno,grazie anche all’ufficio diritti degli animali del comune di roma…..
Sapete che sono impegnato da tempo in questo campo. Le colonie rappresentano un grande fatto di libertà per gli animali e di grande impegno e sacrificio per i volontari. La colonia dell’Università è anche l’orgoglio degli studenti e, ovviamente, deve continuare a vivere.