A firma di Maurizio Giannattasio ho trovato sul Corriere della Sera di martedì 20 ottobre 2009, pag.14, un articolo con titolo quasi analogo che, a mio avviso, potrebbe provocare fra noi un opportuno confronto di idee. Io non parteggio ma mi piacerebbe fungere da arbitro.
Dunque, scrive Giannattasio:
“Vuoi manifestare? Paghi. Non a pié di lista, e magari con una fattura a 90 giorni. Meglio una fideiussione di 30.000 euro. Versati anticipatamente sul conto bancario intestato al Comune.
La richiesta avanzata dal sindaco del Pdl di Alessandria, Piercarlo Fabbio, alla Cgil, che vuole usare la piazza principale della città per una manifestazione, è un ritornello che nel centrodestra si ripete da anni.
Il primo a provarci fu l’ex sindaco di Milano, Gabriele Albertini nel 1997. Chiese a Cgil, Cisl e Uil di pagare di tasca propria gli straordinari dei vigili impegnati al seguito della manifestazione. Si scatenò il putiferio. E qualche ironia. Con commentatori che si chiedevano se il provvedimento in nuce avrebbe riguardato anche le processioni religiose o i mega-raduni degli alpini, con le penne nere intente a marciare ogni tot metri a pagamento.
Ci furono anche riflessioni più serie. A partire dal fatto che non è pensabile una tassa sulla democrazia, in cui il diritto di riunione e la libertà di manifestazione del pensiero sono diritti inviolabili garantiti dalla Costituzione. Con conseguenze radicali: come, per esempio, quella di creare discriminazioni tra chi si può permettere di manifestare (pagando) e chi non è nelle condizioni di farlo. La Consulta sarebbe intervenuta con la mannaia. Infatti, la proposta Albertini si sgonfiò nel giro di poche settimane. Ma il nucleo originario non venne abbandonato dal centrodestra e venne declinato secondo diverse modalità: si passò dagli straordinari ai vigili, alla tassa di occupazione di suolo pubblico, per arrivare alla caparra e finalmente alla fideiussione. Con un cambiamento radicale.
Non si mette una tassa sul corteo o sulla manifestazione tout court. Ma si tutela il bene pubblico da possibili vandalismi. Se danneggi, paghi. Ma resta una controindicazione. O almeno una domanda.
Che cos’è il bene pubblico? Sicuramente i monumenti.
Agorà greca
Anche le piazze. Non solo come luoghi fisici, ma come agorà, la piazza degli antichi greci, dove viveva il cuore pulsante della città e dove si discuteva animatamente di tutto. Senza pagare caparre o fideiussioni per manifestare il proprio pensiero”.
L’autore mi sembra schierato per il no, ma penso che una piccola discussione fra noi potrebbe essere utile.
ok! manifestino pure, ma chi rompe paghi …. anche se il disagio dei cittadini, nn lo paga mai nessuno….
Assurdo, secondo, me, far pagare una sorta di tassa simile a quella di occupazione del suolo pubblico (tassa che invece andrebbe fatta pagare a tutti quegli esercizi pubblici che vìolano volutamente le disposizioni ed espongono la loro merce al di fuori del proprio negozio) a coloro che manifestano in cortei; sarebbero soggetti al pagamento di una cifra abbastanza elevata, se venisse considerata come occupazione del suolo pubblico, in quanto ne occupano parecchio durante il percorso. E, poi, esiste il diritto di manifestare purchè il tutto non arrechi danni alla “cosa pubblica”. In tal caso vigerebbe il “CHI ROMPE PAGA”.
Lorenzo, Io Sono per la libertà di manifestare gratuitamente ci mancherebbe altro che per chiedere diritti si debba pagare, sono severo anzi severissimo per chi usa la manifestazione per danneggiare i vandali devono pagare per il danno che fanno ai monumenti ai negozi della città. Un saluto.
Io non so se e come questa cosa avrà uno sviluppo. Ma se fosse un modo per difendere le nostre città dai vandali di tutte le bandiere sarei d’accordo. Grazie Rosaria.