In seguito alla pubblicazione dell’articolo ripreso dal quotidiano L’Avvenire, titolato “L’EPOPEA DI ENIO, SOPRAVVISSUTO A SANT’ ANNA DI STAZZEMA - Quando un gesto di pietà ‘racconta’ la follia di una strage”, a firma di Nicoletta Martinelli, postato qui alcuni giorni or sono, Giulio ha da aggiungere ulteriori ragguagli sull’accaduto in quanto conoscitore dei fatti e della persona di cui si parla. Egli trae informazioni dettagliate sia da un suo libro pubblicato qualche anno fa e sia da internet, come lui stesso spiega nella premessa.
Ecco i fatti.
Nota di Giulio
Mi sento in dovere di dare ulteriori notizie sul'Eccidio di Sant'Anna di Stazzema , anche perchè, nel luglio del 1988 fu pubblicato un libro dal titolo “Sant'Anna, guida per un pellegrinaggio di pace” con i caratteri della casa editrice ETS di Pisa , a cura di Costantino Paolicchi e Giulio Salvatori. E per molti anni è stata la pubblicazione ufficiale dei tristi fatti. Considerato inoltre che il sig. Enio Mancini, di cui si parla nell'articolo proposto dalla signora Lieta, mi conosce da tanti anni, non posso nascondermi dietro il famoso dito, ma contribuire doverosamente a far conoscere un fatto tanto grave a tutti coloro i quali vorranno leggere. Vi accompagnerò dall'inizio con un capitolo : ”Come si raggiunge Sant'Anna”, tratto dal libro di cui trattasi, e la parte dei fatti dal sito del Comune di Stazzema, evitando così, possibili contestazioni. E' ovvio che si tratta di una sintesi.
Come si raggiunge Sant'Anna di Stazzema.
- Sant'Anna_di_Stazzema
Partendo dalla città di Pietrasanta, ci si immette sulla strada che conduce a Lucca; dopo circa due km, la segnaletica ci indica una via panoramica che si snoda tra colline ricoperte di ulivi(...) fino a raggiungere Sant'Anna a 660 mlm. Il Villaggio è posto a semicerchio, le case si rincorrono a gruppetti (...) fanno da cornice i monti Lieto e Gabberi. Le case, oggi, sono quasi tutte ristrutturate, vi è anche un campetto di calcio. (...) Tanta gente di Sant'Anna da tempo vive altrove, in paesi della piana della Versilia e in altri luoghi lontani. Ma spesso ritornano alle loro radici, per portare un fiore all'Ossario che accoglie le spoglie di 560 martiri dell'Eccidio. L'opera s'innalza sul Col di Cava, chiamato quassù “A ciel Furato”, è stat realizzato nel 1947 e completata nel 1948, su disegno dell'Architetto Tito Salvatori. (...) Con il valido aiuto della gente del posto.
Partendo dalla città di Pietrasanta, ci si immette sulla strada che conduce a Lucca; dopo circa due km, la segnaletica ci indica una via panoramica che si snoda tra colline ricoperte di ulivi(...) fino a raggiungere Sant'Anna a 660 mlm. Il Villaggio è posto a semicerchio, le case si rincorrono a gruppetti (...) fanno da cornice i monti Lieto e Gabberi. Le case, oggi, sono quasi tutte ristrutturate, vi è anche un campetto di calcio. (...) Tanta gente di Sant'Anna da tempo vive altrove, in paesi della piana della Versilia e in altri luoghi lontani. Ma spesso ritornano alle loro radici, per portare un fiore all'Ossario che accoglie le spoglie di 560 martiri dell'Eccidio. L'opera s'innalza sul Col di Cava, chiamato quassù “A ciel Furato”, è stat realizzato nel 1947 e completata nel 1948, su disegno dell'Architetto Tito Salvatori. (...) Con il valido aiuto della gente del posto.
Eccidio di Sant'Anna di Stazzema
Da Wikipedia
Luogo: Sant'Anna, frazione di Stazzema
Obiettivo: Cittadini che avevano appoggiato la resistenza partigiana
Data: 12 agosto 1944
Tipologia: Fucilazione di massa
Morti: 560
Esecutori: Tedeschi della 16. SS-Panzergrenadier-Division "Reichsführer SS"
Motivazione: Atto terroristico premeditato
Ossario Sant'Anna di Stazzema
L'eccidio di Sant'Anna fu un crimine contro l'umanità commesso dai soldati tedeschi della 16. SS-Panzergrenadier-Division "Reichsführer SS", comandata dal generale (Gruppenführer) Max Simon, il 12 agosto 1944 e continuato in altre località fino alla fine del mese.
Breve cronaca
Ai primi di agosto 1944 Sant’Anna di Stazzema era stata qualificata dal comando tedesco “zona bianca”, ossia una località adatta ad accogliere sfollati: per questo la popolazione in quell’estate aveva superato le mille unità. Inoltre, sempre in quei giorni, i partigiani avevano abbandonato la zona senza aver svolto operazioni militari di particolare entità contro i tedeschi. Nonostante ciò, all’alba del 12 agosto ’44, tre reparti di SS salirono a Sant’Anna, mentre un quarto chiudeva ogni via di fuga a valle, sopra il paese di Valdicastello. Alle sette il paese era circondato. Quando le SS giunsero a Sant’Anna, accompagnati da fascisti collaborazionisti che fecero da guide, gli uomini del paese si rifugiarono nei boschi per non essere deportati, mentre donne vecchi e bambini, sicuri che nulla sarebbe capitato loro, in quanto civili inermi, restarono nelle loro case.
In poco più di tre ore vennero massacrati 560 innocenti, in gran parte bambini, donne e anziani. I nazisti li rastrellarono, li chiusero nelle stalle o nelle cucine delle case, li uccisero con colpi di mitra e bombe a mano, compiendo atti di efferata barbarie. La vittima più giovane, Anna Pardini, aveva solo 20 giorni. Fu trovata, ancora viva ma gravemente ferita, da una sorella miracolosamente superstite tra le braccia della madre ormai morta. Morì pochi giorni dopo nell'ospedale di Valdicastello. Infine il fuoco, a distruggere e cancellare tutto. Non si trattò di rappresaglia. Come è emerso dalle indagini della Procura Militare della Spezia, si trattò di un atto terroristico, di una azione premeditata e curata in ogni minimo dettaglio. L'obiettivo era quello di distruggere il paese e sterminare la popolazione per rompere ogni collegamento fra le popolazioni civili e le formazioni partigiane presenti nella zona.
- Lista delle vittime
Il 19 agosto, varcate le Apuane, le SS si spingevano in comune di Fivizzano (Massa Carrara), seminando la morte fra le popolazioni inermi dei villaggi di Valla, Bardine e Vinca, nella zona di San Terenzo. Nel giro di cinque giorni uccidevano oltre 340 persone mitragliate, impiccate, addirittura bruciate con i lanciafiamme.
Nella prima metà di settembre, con il massacro di 33 civili a Pioppetti di Montemagno, in comune di Camaiore (Lucca), i reparti delle SS portavano avanti la loro opera nella provincia di Massa Carrara. Sul fiume Frigido venivano fucilati 108 detenuti del campo di concentramento di Mezzano (Lucca), e per finire a Bergiola e a Forno i nazisti facevano circa 200 vittime. Avrebbero continuato la strage con il massacro di Marzabotto.
La famiglia Tucci
Un episodio rilevante dell'eccidio fu il massacro della famiglia di Antonio Tucci, un ufficiale di marina che lavorava a Livorno, ma originario di Foligno, che aveva condotto la sua famiglia a Sant'Anna di Stazzema. In questa strage morirono 8 dei suoi figli (la cui età andava dai pochi mesi ai 15 anni) e la moglie. Soltanto lui si salvò perché in servizio a Livorno.
Il 25 aprile 2004 il Comune di Foligno, durante la festa della Liberazione, rendendo omaggio alle vittime della Resistenza e degli eccidi, ha intitolato una piazza del centro cittadino a Don Minzoni; in mezzo alla piazza è stato realizzato un monumento che comprende una fontana a forma di clessidra, nel cui fascione centrale sono scolpiti in bronzo alcuni episodi a ricordo delle vittime, tra i quali la Croce della famiglia Tucci.
Milena Bernabò (conferimento 12 ottobre 2004)
Il processo
Nell'estate del 1994, Antonino Intelisano (il procuratore militare di Roma), mentre cerca documentazione su Erich Priebke e Karl Hass, avvia un procedimento che porterà alla scoperta, in uno scantinato della procura militare, di un armadio contenente 695 fascicoli «archiviati provvisoriamente», riguardanti crimini di guerra commessi da tedeschi e repubblichini. Tra questi viene trovata anche della documentazione relativa al massacro di Sant'Anna, per il quale verrà riaperta l'inchiesta che porterà ad individuare alcuni dei responsabili.
A distanza di quasi sessant'anni, il 20 aprile 2004, davanti ai giudici del Tribunale Militare della Spezia è stato celebrato un processo per questo crimine. Poiché tra soldati ed ufficiali gli imputati sarebbero stati centinaia, fu deciso di rinunciare a processare i soldati - esecutori materiali dell'eccidio - per processare solo gli ufficiali che di quel eccidio erano stati i veri responsabili, essendo stati loro a dare l'ordine del massacro. Il giudice delle udienze preliminari ha accolto la richiesta di rinvio a giudizio per i tre ufficiali SS accusati di essere gli esecutori dell'eccidio. Tra i militari tedeschi accusati: Gerhard Sommer, 83 anni, comandante la 7. compagnia / II battaglione del 35. reggimento Grenadieren della Divisione Panzergrenadier Reichsführer SS e gli ufficiali Alfred Schonber, 83 anni, e Ludwig Sonntag, 80 anni. Per altre due SS, Werner Bruss, 84 anni, e Georg Rauch, 83 anni, richiesto il non luogo a procedere, mentre per Heinrich Schendel, 82 anni, il Gup ha rinviato gli atti al pubblico ministero fissando il termine massimo di 5 mesi per ulteriori indagini. Il 22 giugno 2005, dieci ex ufficiali e sottufficiali tedeschi vengono condannati all'ergastolo per il massacro, dal tribunale militare della Spezia. Al momento della sentenza i dieci erano tutti ultraottantenni.
L'8 novembre 2007 vennero confermati dalla Corte di Cassazione gli ergastoli all'ufficiale Gerhard Sommer e ai sottufficiali nazisti Georg Rauch e Karl Gropler. La Cassazione si è espressa contro la richiesta di rifare il processo in quanto i soldati delle SS sentiti come testimoni dovevano essere considerati coimputati e quindi le loro testimonianze non valide. La sentenza rigetta questa tesi e conferma che l'eccidio è stato un atto terroristico premeditato.
La ricostruzione degli avvenimenti, l’attribuzione delle responsabilità e le motivazioni che hanno originato l’Eccidio sono state possibili grazie al processo svoltosi al Tribunale militare della Spezia e conclusosi nel 2005 con la condanna all’ergastolo per dieci ex SS colpevoli del massacro; sentenza confermata in Appello nel 2006 e ratificata in Cassazione nel 2007. Nella prima fase processuale si è svolto, grazie al Pm Marco de Paolis, un imponente lavoro investigativo, cui sono seguite le testimonianze in aula di superstiti, di periti storici e persino di due SS appartenute al battaglione che massacrò centinaia di persone a Sant’Anna. Fondamentale, nel 1994, anche la scoperta avvenuta a Roma, negli scantinati di Palazzo Cesi, di un armadio chiuso e girato con le ante verso il muro, ribattezzato poi “Armadio della vergogna”, poiché nascondeva da oltre 40 anni documenti che sarebbero risultati fondamentali ai fini di una ricerca della verità storica e giudiziaria sulle stragi nazifasciste in Italia nel secondo dopoguerra.
Bassorilievo dell'eccidio
Bassorilievo dell'eccidio
Il monumento ricordo dell'eccidio di Sant'Anna di Stazzema, simbolo di pace e fratellanza
Nota di Rosaria
Per un ulteriore approfondimento dei tragici fatti di quei giorni aggiungo due video
leggo con molto interesse il commento di tino del 2011
ma il mio pensiero va alle vittime della ferocia nazifascista
persone che hanno sacrificato la loro vita per un futuro
di libertà e di democrazia
onore al merito!!!
mi domamndo il perchè e il per come della nostra amata patria abbia dato la possibilità a questi personaggi di farla franca così facilmente,almeno per quanto riguarda i collaborazionisti,e di arrivare ad avere una parvenza di giustizia dopo tutto questo tempo…Qualcuno disse di creare prima il popolo e poi la Patria…ti saluto Giulio con grosso rammarico e grosso dispiacere per tutto ciò con la speranza che non accadi mai più…
Assistindo ao filme “Milagre de Santa Ana” (tradução no Brasil), dirigido por Spike Lee fiquei profundamente comovido , busquei saber sobre a veracidade do acontecimento em questão …dai pude ver que tratava-se de um dos acontecimentos que maculam a condição humana na terra, de seres que somos “Criados a semelhança do criadsor…
Muito comovido ….e mesmo após tantos anos desde o fim da segunda grande guerra , percebo como a itália foi iludida e uma das comunidades na europa que mais sofreu com a aliança e depois com o rompimento a essa coisa estupida e belicosa que foi o III Reich alemâo (foi ? mesmo ou ainda …) criado por uma besta fera sexualmente frustrado que fez um povo todo segui-lo numa rota doentia ….
Ieri ho trovato una corta menzione su sant’Anna in un libro che leggevo e oggi ho voluto sapere di più. Grazie di tutto cuore a tutti quelli che hanno contribuito a mettere insieme questo insieme di informazioni (parole e video ). Abbiamo tutti bisogno di sapere e di ricordare .Quello che le forze armate tedesche hanno fatto in Italia in quel periodo é terribile . Ma non solo in Italia . Dall’inizio della guerra una follia omicida li ha guidati e li ha portati alla loro rovina . Ma la guerra scatena i peggiori istinti . A costo di scandalizzare i benpensanti mi domando se anche noi non abbiamo fatto cose simili per esempio nelle nostre imprese coloniali in Africa .
SANT’ANNA DI STAZZEMA 68 ANNI DOPO, SOLO PER NON DIMENTICARE.
NON TANTI CONOSCONO PERFETTAMENTE LA STORIA D’ITALIA,
LE VICENDE E SPESSO LE TRAGEDIE CHE DURANTE GLI ANNI DEL SECONDO CONFLITTO
MONDIALE HANNO DISTRUTTO MIGLIAIA DI FAMIGLIE ITALIANE E NON.
OGGI,PERO’VORREI FARVI RIFLETTERE,NON SUL MONDO MA SULLA NOSTRA PATRIA,LA NOSTRA STORIA.
CIO’ CHE E’ ACCADUTO IN QUELL’AGOSTO DEL 1944 E’RISPECCHIATO NEGLI OCCHI DI OGNI SUPERSTITE CHE,
“FORTUNATO”, QUEL GIORNO HA PERSO MAGARI SOLO CINQUE FRATELLI,UNA MADRE E UN PADRE PER MANO NAZIFASCISTA.
LA STORIA MI VIENE RACCONTATA DA UN VECCHIO UOMO TOSCANO, CONTADINO RIMASTO SOLO CHE PASSA
QUASI TUTTI I GIORNI A TROVARE, IN QUELLA VECCHIA CHIESA IN CIMA A UNA MONTAGNA I SUOI 5 PICCOLI FRATELLI,
BAMBINI CHE POTREBBERO ESSERE MIEI FIGLI, MIEI FRATELLI, MA ANCHE I VOSTRI,BAMBINI CHE AVREBBERO
VISSUTO UNA VITA NORMALE GIOENDO DELLE SODDISFAZIONI DI TUTTI I GIORNI, BAMBINI CHE IN QUEL TEMPO,
NON AVEVANO SOGNI, DESIDERI E FORSE NEMMENO SPERANZE.
CRESCEVANO IN LUOGHI INCONTAMINATI DAL MALE, DOVE NON ESISTEVANO I RUMORI DI UNA GUERRA CHE STAVA DISTRUGGENDO
L’ITALIA.
IN MEZZO A QUEI BOSCHI LORO CREDEVANO, COME L’ANZIANO MI RACCONTA CHE AVREBBERO TROVATO PACE, SERENITA E LA SICUREZZA
CHE LI, I TEDESCHI NON SAREBBERO ANDATI.
DOPOTUTTO PERCHE’ SCOMODARSI FARE TANTA STRADA PER POCHE CENTINAIA DI DONNE E BAMBINI.
OGNI MATTINA GLI UOMINI SI NASCONDEVANO NEI BOSCHI, NASCOSTI NEI BOSCHI…ITALIANI NASCOSTI NELLA LORO STESSA TERRA.
UOMINI…
GUARDO IL VECCHIO NEGLI OCCHI, MI ACCORGO CHE I SUOI OCCHI TRISTI VORREBBERO DIRMI DI PIU’, BASTEREBBE
FARGLI QUALCHE DOMANDA, MA NON RIESCO E MI ACCORGO CHE ANCHE I MIEI OCCHI SI FANNO LUCIDI E TRISTI,
IL MIO CORPO E’ LI DAVANTI A LUI DRITTO,MA QUANDO INCROCIO IL SUO SGUARDO,LA MIA ANIMA VA’ VIA, SI METTE IN GINOCCHIO
VORREI REGGERMI A LUI, ABBRACCIARLO,CONSOLARLO, DARGLI PACE.
MA QUALE PACE SI PUO’ DARE A CHI E’ RIMASTO SOLO? LA PACE, IL PERDONO PER ME NON ESISTE, SONO SOLO FRASI FATTE
DA BOCCHE POLITICHE, DIPLOMATICHE.
IN REALTA’ LA SUA ANIMA, QUELLA VERA, NON PERDONA, NON FA’FRASI FATTE, NE SE NE VUOL SENTIR DIRE, QUINDI RESTO ZITTO
E IMMAGINO,IMMAGINO UNA MATTINA DI SOLE CALDO, UNA MATTINA TOSCANA,IMMAGINO BAMBINI CHE GIOCANO TRA LORO CHE CORRONO
CHE SI SDRAIANO IN TERRA ALL’OMBRA DI UN GROSSO ALBERO, IMMAGINO LE DONNE, MADRI CHE HANNO PARTORITO FIGLI D’ITALIA
IN TERRA D’ITALIA, POVERE DONNE, VANNO AVANTI SENZA CIO’ CHE REALMENTE MERITEREBBERO, DONNE CHE BADANO AI FIGLI
SPERANDO DI VEDERLI CRESCERE E IN UNA MATTINA D’INVERNO POTERLI SCALDARE CON UN’ABBRACCIO PER POI LA SERA RIMBOCCARGLI LE
COPERTE.
QUANDO SMETTO DI IMMAGINARE E’ PERCHE’ VEDO, VEDO CIRCA SETTANTA UOMINI,SOLDATI IN DIVISA,QUALCUNO E’ITALIANO,
LI VEDO SALIRE DIVISI PER NUCLEI, LI SENTO URLARE FRASI IN TEDESCO, GRUGNISCONO PAROLE IN LINGUA TEDESCA SU UN
SUOLO CHE NON E’LORO PATRIA, SU UN SUOLO CHE LI VEDE OSPITI, OSPITI COME AI GIORNI NOSTRI,
QUANDO PRENDONO UN CAFFE’ IN PIAZZA DI SPAGNA, QUANDO SORRIDONO E FANNO GIOCARE I LORO FIGLI SU UNA SPIAGGIA IN SARDEGNA.
MA CHIARO, QUEI TEDESCHI NON ERANO LI PER LE VACANZE ESTIVE, LORO DOVEVANO,VOLEVANO…FARE PULIZIA E HANNO SCELTO
UN GIORNO DI SOLE PER SCRIVERE UNA PAGINA BUIA NELL’ ANIMA DI OGNI UOMO.
HANNO SCELTO, VIGLIACCHI, ANIME SENZA DIFESA E QUANDO HANNO SPARATO IL PRIMO COLPO, LANCIATO LA PRIMA GRANATA,
STRATTONATO LA PRIMA DONNA, VECCHIO, BAMBINO, PRETE…SI SONO DIVERTITI, SI SONO DIVERTITI NEL VEDERLI PIANGERE,
VEDERE LE LACRIME CHE SCENDEVANO MENTRE SPERAVANO CHE QUALCUNO POTESSE VENIRE A SALVARLI, MENTRE ANCORA PREGAVANO
CHE TUTTO FINISSE VELOCE, VORREI FARVI RIFLETTERE PADRI D’ITALIA.
SU COSA VUOL DIRE VEDERE VOSTRO FIGLIO PIEGATO DAL DOLORE E VOI SENZA POTER FAR NIENTE, IL FIGLIO CHE FINO
A IERI AVETE ACCUDITO E ABBRACCIATO, ADESSO PIANGE E CHIEDE PIETA’
A UN UOMO CHE NON HA DIRITTO, CHE NEMMENO GLI HA MAI FATTO UNA CAREZZA MA CHE ORA GLI STA BUTTANDO BENZINA SUL CORPO
PER POTER FARE FINALMENTE PULIZIA,PER POTER LAVARE LE SUE “COLPE”,RIFLETTETE…E SIATE MENO ARRIVISTI, SOFFERMATEVI
PIU’ A CERCARE DI RUBARE UN SORRISO A VOSTRO FIGLIO, CAPIRE OGNI SUA ESIGENZA PRIMA DI CHIUDERE LA PORTA E CORRERE
A LAVORO. UN PADRE E’ STATO FIGLIO E ORA CRESCIUTO NON PUO’ SOLO PARLARE DEI MONDIALI VINTI NEL 2006, DEVE SAPER RACCONTARE,
INSEGNARE A SUO FIGLIO CIO’ CHE SIAMO STATI, TRAMANDARE L’ UMANITA’ E IL RISPETTO CHE NON SEMPRE LE NUOVE GENERAZIONI
APPRENDONO,RIFLETTETE MADRI D’ITALIA, CHE TROPPO SPESSO AI GIORNI
NOSTRI IN PREDA ALLA FOLLIA METTETE FINE ALLA VITA DEI VOSTRI FIGLI, RIFLETTETE SU QUALE SOFFERENZA QUELLE MADRI HANNO
PROVATO NEL SAPER DI NON POTER SALVARE I PROPRI DI FIGLI, RIFLETTETE…SIATE MENO TRISTI COSI’ NEL PENSARE ALLE
COSE DI TUTTI I GIORNI, SIATE PIU’ FELICI NELL’ASCOLTARE LE VOSTRE NONNE, NEL DICHIARARVI ORGOGLIOSAMENTE ITALIANE,
NON SOLO BELLE E INTELLIGENTI MA ANCHE ATTACCATE ALLA PATRIA, NON SOLO VELINE E TRONISTE, MA DONNE ITALIANE, FIGLIE
DI QUELLE STESSE CHE HANNO RESO GRANDE QUESTO PAESE, SENZA NOBEL O MEDAGLIE MA CON CAREZZE CHE TROPPO SPESSO SI DIMENTICANO
COL CRESCERE.
RIFLETTERE HAI NOSTRI TEMPI E’ DIFFICILE MA NON IMPOSSIBILE.
SONO PASSATI 68 ANNI, E’ AGOSTO, IL RACCONTO NON E’ DETTAGLIATO, LO FACCIO COSI’ PER RISPETTO NEI CONFRONTI DI UN
ALTRO PAESE, NON SI PUO’ FARE DI TUTTA L’ERBA UN FASCIO, MA E’ POCO TEMPO E NON SI POSSONO ESPLETARE LE PROPRIE COLPE
CHIAMANDOSI EUROPA, TROPPI MIEI “FRATELLI D’ITALIA” NON HANNO AVUTO GIUSTIZIA IN NOME DEL BUONSENSO,”L’ITALIA NON E’ DESTA”
E C’E’ RIMASTA SOLO LA MOZZARELLA DI BUFALA,LA PIZZA EI CONTI CHE NON TORNANO MAI.
A.M.
Mi chiedo come mai i partigiani non siano rimasti a difendere la popolazione.
sono stata oggi a s.anna – non ho potuto trattenere la commozzione davanti al ricordo di tanta sofferenza inutile.
dobbiamo continuare a ricordare e raccontare ai nostri figli quanto la guerra sia crudele.
abbraccio tutti quelli che in qualsiasi modo hanno perso qualcuno in quel tragico giorno.
Grazie a te, Giulio, x averci portato a conoscenza di questi fatti così tragici (sconosciuti almeno x me) e ricambia l’abbraccio del Signo Enio.
giulio grazie tanto dell’abbraccio bellissimo di enio che sento un uomo della verità ricambialo per favore grazie ciaooooo da lieta
Capisco che commentare quanto pubblicato non è facile.Capisco che di fronte a questi fatti atroci, il silenzio venga spontaneo perchè non si riesce a trovare le parle.E la domanda ricorrente in ognuno di noi grida:- Perchè ?!E non sono qui a chiedere complimenti, applausi o elogi,no amiche e amici di Eldy,niente applausi per me, non è proprio il caso. Però, il silenzio di molte persone mi amareggia.Credetemi, per me non è stato facile scoprirmi, uscire allo scoperto, comunicarVi che io, assieme ad amici, avevamo raccolto testimonianze, interviste, contestazioni di frange opposte , ma nonostante tutto, riuscimmo a dare alle stampe un libro. E l’ho fatto volentieri per essere di sostegno alla causa prima di tutto, e in particolare a Enio Mancini.Mi gratifica il fatto che, sono sicuro che molti l’anno letto e, ora, conoscono anche Sant’Anna di Stazzema. Ringrazio la Direzione nella persona di Enrico, che mi ha comunicato la sua disponibilità per eventuali future iniziative.Ringrazio Rosaria per la preziosa collaborazione e per la ricerca di interessanti filmati.Grazie ancora a Lieta per aver proposto l’articolo .Ringrazio tutti coloro che hanno dato il loro contributo nei commenti. Vi ringrazio ancora sentitamente a nome e per conto di Enio Mancini, il quale mi comunica, commosso, di abbracciarvi.
Nell’eccellente ricostruzione di Guilio, riviviamo intensamente una storia tristissima, una delle più brutte pagine della seconda Guerra Mondiale, una tragedia nella tragedia.
I peggiori animali non sono in grado di tanta efferatezza e diabolica lucida follia.
Difficile non essere sdegnati e esser riempiti di rabbia per questa ingiustizia.
un caro saluto a chi ci ha lasciato la vita, e la speranza che non si ripeta mai più nulla di simile!
cara rosaria ulteriormente informativi e chiarificanti i video che hai trovato co l’esperienza terrificante di mancini in diretta bravissima rosaria e anche giulio e so contenta di aver dato la stura a questa marea di informazioni antiguerra e forieri di pace a memoria x le future generazioni ciao
Grazie, Titta, sempre molto gentile!!! Faccio quel che posso e poi, ormai, sapete tutti che mi piace fare ricerche x il blog!!!!
Un elogio particolare a Rosaria che con ricerche attente, precise e originali, arricchisce le pubblicazioni di questo blog con immagini e video davvero interessanti. Bravissima Rosaria!
Giulio, davvero terribile quello che è successo nell’agosto del 1944 a sant’Anna di Stazzema. Non conoscevo queste pagine di storia e con il tuo scritto e i due video mi sono “erudita” come, spesso, capita quando pubblico qualcosa, sia x le ricerche che faccio sia x quello che leggo. Bravo, Giulio, x aver voluto ampliare le nostre conoscenze partendo da un articolo pubblicato sul quotidiano “L’Avvenire”. Per questo ringrazio anche Lieta che ce lo ha segnalato.
Ottimo lavoro, Giulio, come sempre!!!
ciao giulio ho visto tempo fa su famiglia cristiana articolo su s’anna con appunto la foto del monumento che c’è anche qua, la mamma morta con in braccio la piccolina, giulio che avvenimenti veramente brutti e bisogna rispolverarli per ricordare che schifo sono le guerre e complimenti che hai scritto il libro sono momenti tragici di morte proprio come la passione di Gesù che a breve rivivremo riciao giulio