Ecco altri due articoli trovati da Lieta sull’Avvenire dei giorni scorsi. Due fatti che, pur nella loro diversità, hanno un denominatore comune: i bambini.
Il primo annuncia una manifestazione per un delitto ancora irrisolto dopo 5 anni, anzi sembrava questa volta che avessere preso i colpevoli, ma proprio di recente sono stati giudicati innocenti. Quindi si ricomincia nella speranza che si individuino i veri assassini. Ma nel frattempo ci si chiede, come mai molti omicidi rimangono irrisolti e la giustizia in diversi casi si mostra piuttosto lenta????? Non dovrebbero esserci manifestazioni allo scopo di sollecitare la soluzione di alcuni omicidi e punire così finalmente i colpevoli!!!!
Il secondo è un "atto d'amore" da parte di una persona che dedica la sua vita ai bambini della Tanzania.
Padre Fulgenzio Cortesi, missionario Passionista originario di Castel Rozzone (BG), giornalista e scrittore che da oltre quarant’anni si occupa di "africanità", è il Fondatore e Presidente del Villaggio della Gioia che sorge a Dar es Salaam in Tanzania. È un uomo umile che non ama parlare di sé quanto piuttosto della "sua Africa", come ama chiamarla, e dei suoi bambini, che salva dalla disperazione di una vita terribile che li rende "già vecchi e stanchi di soffrire" addirittura prima dell’adolescenza. La fede e una volontà incrollabile sostengono Padre Fulgenzio nella realizzazione del suo grande progetto.
Ecco il primo dei due articoli
Enna, domani marcia per Francesco il 13enne violentato e ucciso nel 2005
ENNA. Giustizia per Francesco Ferreri, il ragazzino di 13 anni violentato e ucciso a Barrafranca (En) il 16 dicembre 2005 e di cui, ancora oggi, non si conoscono i colpevoli. A invocarla è il vescovo di Piazza Armerina, mons. Michele Pennisi, che invita la sua diocesi a partecipare domani a una marcia intitolata “Giustizia per Francesco”. Lo scorso maggio sono stati assolti dalla Corte di Appello di Caltanissetta i quattro imputati per l’omicidio di Francesco, condannati in primo grado. La manifestazione, organizzata con l’associazione Meter di don Fortunato Di Noto, prevede una marcia e poi una messa in suffragio di Francesco, celebrata da mons. Pennisi, di fronte al comune di Barrafranca. «Dai bambini e dai ragazzi– scrive il presule – deve innalzarsi la richiesta di giustizia per Francesco per contrastare la vergognosa omertà che spesso attanaglia la nostra isola e permette ad assassini di tanti innocenti di camminare liberamente per le strade». Struggente il messaggio della mamma di Francesco: «Francesco, ora che i tuoi compagni hanno compiuto 18 anni spero che parlino per farti giustizia e per dare risposta alle domande assillanti ed inquietanti che si pongono i cittadini barresi».
M.G.L.
Ed ecco, ora, il secondo.
La piccola Imma torna in Tanzania
martedì 7 luglio
Padre Fulgenzio l’aveva portata a Bergamo nel 2008 malata di leucemia Ora la bambina è finalmente guarita
DA BERGAMO
AMANZIO POSSENTI
Guarita. La piccola Imma, dopo intense cure, è ripartita ieri in aereo per Dar El Salaam. Era stata portata a Bergamo due anni e mezzo fa da padre Fulgenzio Cortesi. Il missionario passionista l’aveva trovata in Tanzania in pessima salute, colpita da una forma grave di leucemia. Oggi torna a casa, riaccompagnata dal religioso di Castel Rozzone, ancora bisognosa di controlli da eseguirsi ogni due mesi, ma in buone condizioni. All’arrivo in Italia, il 10 marzo 2008, pesava 21 chili. È ripartita – dopo le terapie nei reparti di ematologia e pediatria degli Ospedali Riuniti di Bergamo – arrivata a pesare 35 chili.
Imma è una dei 104 bambini presenti sul passaporto di Padre Fulgenzio e dei quali il passionista è giuridicamente «papà» agli effetti della legge tanzaniana: vive anche lei nel Villaggio della gioia che “baba Fulgenzio” ha costruito alla periferia della capitale tanzaniana, riservato a bambini abbandonati e a mamme in difficoltà. Nel marzo 2008, accortosi delle gravi condizioni di Imma, l’aveva accompagnata subito all’Ospedale di Treviglio, dove padre Fulgenzio conosce bene il personale medico (per tre volte ha subìto interventi chirurgici per altrettanti tumori). Dopo gli esami clinici, la bimba – che allora aveva otto anni – era stata trasportata agli Ospedali Riuniti di Bergamo. «Padre, faremo quello che è possibile » gli avevano detto i medici davanti alle condizioni disperate della piccola. Cominciarono cure. Imma è rimasta in ospedale tre mesi, vi è tornata ogni settimana per i controlli.
Ora, finalmente guarita, può tornare a casa, accolta con entusiasmo al Villaggio della gioia. Padre Fulgenzio è il più felice. Il lieto fine gli ha dato nuova carica. Anche per questo, dopo un breve periodo di cure e di riposo in patria, il missionario è ripartito per la “sua” Tanzania, dove, ha detto, «batte il mio cuore di missionario e di papà di tantissimi bambini».
Suggeriti da
TRADUZIONE DEL COMMENTO PRECEDENTE:
“Grazie. Tu scrivi spesso articoli molto interessanti. Hai migliorato il mio stile.”
Thank you! You often write very interesting articles. You improved my mood.
Due storie a confronto, due storie di bambini entrambi nati per avere dalla vita il meglio possibile o quanto meno un’esistenza nella normalità, come auspicano tutte le persone del mondo; una malattia gravissima e un assassinio, quale dei due sarebbe stato più difficile combattere? Sicuramente la malattia perchè è qualcosa di imponderabile che sfugge ad una precisa determinazione, eppure non è stato cosi! Ha prevalso la ferocia degli uomini che, con premeditazione e consapevolezza hanno privato della vita un bambino di 13 anni!!!Tutto ciò ci dà la certezza di quanto velocemente il mondo stia andando alla deriva. Grazie lieta per averci proposto questo argomento che sprona alla riflessione
sì carlotta e mi fa piace il tuo commento grazie
Brava Liè per queste due storie.
– come madre, non oso pensare allo strazio della mamma di Francesco… non mi pronuncio perchè rischierei di essere veramente feroce! Le auguro solo di riuscire a sapere la verità…
– baba Fulgenzio… un uomo di straordinaria umanità !
La contrapposizione del “bene” e del “male”….
storie di bimbi peggio in talia che in tanzania alcuni si dovrebbero molto vergogna penso allla distruzione e al dolore della mamma di francesco ciao