JACQUES-LOUIS DAVID nacque a Parigi il 30 agosto 1748 da una famiglia benestante, suo padre commerciante di ferro all’ingrosso fu ucciso in duello quando egli aveva solo 9 anni.
Ebbe due interessi nella sua vita: l’arte e la politica
All’inizio della sua produzione artistica si era orientato verso lo stile rococò seguendo la tradizione francese. In seguito, consigliato e spinto dal suo maestro Joseph-Marie Vien verso l’arte classica italiana, si dedicò al neoclassicismo.
Trascorse un periodo a Roma dove ebbe modo di ammirare le opere dei grandi maestri del Rinascimento, dai Carracci a Michelangelo, e Caravaggio, Domenichino e, soprattutto, Raffaello.
Ma la sua scelta fu soprattutto condizionata dallo studio della scultura degli antichi greci dove ritrovava i personaggi e le storie che più sentiva proprie.
Vedeva negli eroi greci e romani altrettanti esempi di virtù civili e forse fu proprio questo il motivo che lo spinse ad apprezzare sempre di più l’arte dei classici.
Tornato a Parigi nel 1785 espone al Salon di Parigi "II giuramento degli Orazi" (Parigi, Louvre).
E’ il più famoso tra i dipinti di David. In esso ritroviamo tutti i caratteri fondamentali del suo neoclassicismo, e, con spudorata supponenza, dico non solo come tenterò di spiegare più avanti.
Il dipinto tratta di un episodio della guerra tra Roma e Alba Longa, quando le due città rivali decisero che la guerra stessa si sarebbe risolta con un duello fra tre fratelli romani (gli Orazi) e tre fratelli di Alba (i Curiazi).
Colpevolmente i capi delle due città ignorarono che fra i loro concittadini esistevano vincoli di sangue e di affinità per i molti matrimoni celebrati fra le famiglie di Roma ed Alba.
I tre fratelli quasi abbracciati come le spade che porge loro il proprio genitore stanno a significare l’unione, il vincolo fraterno. Nonostante l’atteggiamento deciso e fiero, non ignorano che andranno a scontrarsi con persone loro legate da stretta parentela.
Nel dipinto due donne appartenenti per nascita o per matrimonio alle due famiglie opposte piangono insieme il loro prossimo lutto. Di lì a poco avrebbero perso un fratello o un marito.
Nel mezzo, fra le donne che piangono e il padre che porge le spade ai figli, un’altra donna accarezza e protegge un bambino, cerca di tenerlo lontano da quell’evento che lo priverà del genitore o di un altro congiunto.
Il dipinto, pur conservando tutti i caratteri della pittura neoclassica, esposto in un periodo in cui si viveva una situazione molto turbolenta nella Francia del 1787 a causa del generale malcontento politico e sociale che portò alla famosa “rivoluzione”, fu interpretato come il simbolo dei tempi maturi per la ribellione a una monarchia assoluta che non concedeva nessuna libertà.
In quella situazione di grande scontento popolare il dipinto fu interpretato come una esaltazione dei valori morali e civili e quindi lo stimolo alla ribellione verso uno stato che chiedeva molto ma non concedeva niente.
Forse David non voleva dare un segnale del genere ma quando apprese il significato che acquistò il suo dipinto fra la gente che combatteva il sistema politico dovette esserne fiero e felice perché realizzò altre opere destinate ad alimentare quei sentimenti (La morte di Socrate (1787) e I littori portano a Bruto le salme dei figli (1789).
Si schierò apertamente con i rivoluzionari repubblicani. Diventò amico di Robespierre e Marat e di quest’ultimo realizzò nel 1793 Il Marat assassinato o La morte di Marat.
La tela rappresenta la figura di Marat appena proditoriamente ucciso; ha nella mano sinistra la lettera di Carlotta Corday mentre il braccio destro con la penna nella mano cade sul pavimento. La luce, viene dall’esterno come nei quadri di Caravaggio, illumina il corpo del tribuno che era intento a scrivere su una umile cassa di legno che fungeva da scrittoio.
Non hanno certamente torto coloro che vedono in David i primi sintomi e segnali di quello spirito romantico che avrà un rilievo importante nella storia dell’ottocento. I quadri appena citati ne sono la prova e se è vero che David fu il padre del neoclassicismo è certamente anche vero che la sua esigenza di libertà e di giustizia sociale sono evidenti segnali prodromici, autentici indizi di un sentimento che esploderà pochi decenni successivi.
Archiviata la rivoluzione e i suoi fatti cruenti David si schierò con Napoleone del quale realizzò molti dipinti celebrativi. E con Napoleone cadde in disgrazia anch’egli. Condannato a morte, per salvarsi con l’aiuto della moglie dovette riparare in esilio prima in Svizzera e poi a Bruxelles dove rimase fino alla morte.
Ma di questo si potrà parlare in altra occasione.
Morì il 29 dicembre del 1825 e fu sepolto nella chiesa di Sainte Gudule a Bruxelles.
Altre opere di Jacques Louis David sono contenute nel video sottostante
Le opere di Jacques Luis David, appaiono all’occhio di chi le guarda di un realismo stupefacente, i suoi ritratti danno una forza e una luminosità ineguagliabile, il suo stile apparve immediatamente neoclassico. Dopo essere stato il pittore ufficiale di Napoleone fino alla sua caduta, fu esiliato e negli ultimi anni della sua vita si dedicò a ritrarre soggetti mitologici ispirandosi al passato greco e latino. Flavio ha saputo ben esporre le esperienze e l’importanza del pittore. Dal video possiamo ammirare piacevolmente tutte le sue opere.
Ottimo lavoro, grazie
Un altro stupefacente viaggio fatto insieme a te!
Che dirti?
Bravissimo per la competenza e grazie di cuore!!
Le opere di Jacques Luis David, appaiono all’occhio di chi le guarda di un realismo stupefacente, i suoi ritratti danno una forza e una luminosità ineguagliabile, il suo stile apparve immediatamente neoclassico. Dopo essere stato il pittore ufficiale di Napoleone fino alla sua caduta, fu esiliato e negli ultimi anni della sua vita si dedicò a ritrarre soggetti mitologici ispirandosi al passato greco e latino. Flavio ha saputo ben esporre le esperienze e l’importanza del pittore. Dal video possiamo ammirare piacevolmente tutte le sue opere.
Un’altra bella pagina d’arte, Flavio. Incastonata nella storia e impreziosita di critica ed immagini.