Antonino8.pa ci esprime una sua idea su un argomento molto attuale.
Leggiamo ed esprimiamo i nostri pareri.
Essere o apparire: il dilemma che tormenta molti esseri.
Meglio l'etica o l'estetica?
La voglia di apparire diversi da come effettivamente si è, allo scopo di essere accettati da una parte della società che si ritiene abbia una certa rilevanza, per riuscire ad affermarsi, raggiungere un obiettivo non per le qualità davvero possedute, ma per un'effimera rappresentazione di se stessi.
Un modo di pensare che si può definire anche consumistico, perchè si pensa di essere "ciò che si ha".
L'estetica principale fine.
La vita passa in ragione di valori falsi, nel tentativo di raggiungere il non plus ultra della propria immagine, creare una vera e propria opera d'arte.
Se fosse possibile, un nuovo ritratto di Dorian Grey, ricorrendo alla chirurgia estetica o ad altre alchimie.
In questo anche i mezzi di comunicazione hanno la loro responsabilità, mostrando modelli di esseri sempre vincenti, che trascorrono la loro esistenza nel più assoluto vuoto etico-morale.
Credo che questo modo di volere apparire ad ogni costo, di volere rinunciare alla propria identità, finisca col portare solo un grande senso di vuoto, il completo fallimento esistenziale, la morte dell'"io".
L’essere è profondamente diverso da tutto ciò.
E' come siamo veramente nel profondo, cosa pensiamo, è la parte di noi stessi con la quale ci rapportiamo continuamente. Il nostro modo di affrontare la vita, di relazionarci con gli altri, senza complessi di inferiorità, consapevoli della ricchezza che abbiamo dentro.
In fondo la bellezza stà proprio nella diversità.
Meglio essere se stessi, anche con qualche difetto oppure un clone vuoto senz'anima?
Dici bene Antonino,siamo nella societa’ dell’apparire,l’essere noi stessi nn conta piu’,cosa molto triste,sembra che tutti i valori nn contano nulla,siamo diventati degli zomby,il dialogo sembra sparito anche nella famiglia,con i vicini nn ci si saluta appena,sui posti di lavoro a momenti si ringhia,x strada nn guardano nemmeno quando attraversano la strada,hanno gli occhi solo sul cellulare,in macchina poi e meglio nn parlarne.Quindi chi siamo?Che cosa vogliamo dimostrare,vogliamo solo apparire chi nn siamo ma xk,forse la falsita’ e l’ipocrisia sono dilagati a tal punto che noi stessi facciamo fatica a riconoscerci,brutta roba.Stiamo facendo passare solo messaggi negativi.Mi dispiace di aver visto solo adesso questo articolo vero,carico di vita vera passata.No io mi rifiuto di apparire ,voglio solo essere me stessa.Grazie antonino,articolo molto centrato,,,,
Una volta camminavi, viaggiavi e parlavi con i vicini o le persone che incontravi, oggi milioni di persone s’incrociano e si isolano nel loro”maledetto” telefonino che li rende zombi di se stessi, incuranti degli altri e spaventati di chi li incrocia.
Andate in una stazione ferroviaria o alla fermata di autobus e vedrete tanti automi indifferenti a ciò che li circonda.
Abbiamo paura di scoprire che la persona vicina ci può inondare dei suoi problemi e preferiamo fingere che tutti siano troppo indaffarati per aprire un dialogo. Tutti cercano di esibire qualcosa che li renda unici: smartphone, iphone, ipad ecc. il pigiare per ore sui tasti con lo sguardo perso in un mondo solo a loro riservato nell’illusione di essere parte di una elite che domina il mondo ma che di fatto ne è schiava.
Quanto rimpiango le chiacchiere che nascevano dal cuore e dal desiderio di sentirsi uomini e donne che negli anni 70 erano humus di una società viva e propositiva.
Antonino, giusto per precisare, non ho proposto soluzioni ma ho solo fatto un ragionamento.
“La vita mi ha fatto sempre pensare a una pianta che vive nel suo rizoma: la sua vita è invisibile, nascosta nel rizoma.Ciò che appare alla superficie della terra dura solo un’estate, e poi appassisce..” Marie-Louise von Franz,La morte e i sogni.
“To be or not do by ,thist is the question ….” …la domanda che si pone Amleto ,certamente più esistenziale, ci porta a problemi moderni.E’ meglio essere “liberi”, come dice Silvana, fregandosene dell’apparire ,o cercare di omologarsi in una lotta costante con una giovinezza che sfugge ,con stimoli che ci circondano e con una competitività crudele? La sua analisi è lucida e condivisibile ,la purezza d’intenti incomiabile,ma molto difficile da realizzare in pieno. Forse sono più d’accordo con Edis, che parla delle nostre “piccole apparenze”….in fondo è molto difficile essere “duri e puri” …un pò di sano compromesso non fa male.
Qualcuno avrebbe il coraggio di dire che è meglio apparire che essere? Nessuno lo farebbe , perchè attirerebbe su di sé una quantità di critiche, eppure , più o meno inconsapevolmente , quasi tutti lo facciamo : in piccole dosi naturalmente. Vero, oggi molti vivono sull’apparenza, ma che fatica mantenerla! Prima o poi tutto scompare e rimane solo un misero “ essere” deluso e sconfitto. Gli esempi non mancano : presunti attori scomparsi, politici mancati, scrittori dimenticati, manager licenziati, ecc. ecc.. L’apparenza sfacciata è la loro condanna! Noi teniamoci le nostre piccole “ apparenze”, trucchiamoci per apparire più belle, gli uomini vadano in palestra per essere più attraenti, facciamo un discorso preparato per essere ritenuti colti ….: sono apparenze veniali che non ledono il nostro essere, ma lo modificano un poco.
Porsi certi interrogativi su “essere o apparire” ormai è troppi tardi, perchè le nuove generazioni si sono formate solamente su un solo concetto”apparire”. Oggi la cosa che più attrae è l’imitare quella star della tv, o i protagonisti del gossip, seguire certe mode e certi esempi .Tutto questo non porta altro all’impoverimento della propria esistenza e non si guarda più dentro se stessi. Dove sono finiti i valori dell’essere, non li vedo da nessuna parte.
Silvana ge, mi ha anticipato su tutto quello che avrei voluto dire, quandi ondivido il Suo inrevento. Da noi c’ un detto che penso sia universale e cioè :- Che la tacca ne rivà dal legno- E’ una defiizione dialettale versiliese ma che vuol dire tanto. Se uno , ogni tanto, si guarda indietro e si ricorda delle sue origini, radici etc., vedrete che sarà sempre schietto.La trasparenza sarà il suo biglietto da visita ;che senso ha recitare?Quelli che affondano le radici nel le vene del marmo, non hanno motivo di -APPARIRE- , anche se si firmano:-maledetto toscano
Antonino, è decisamente meglio essere che apparire.
Si tratta in fondo di essere autentici. Essere cioè liberi, ed essere liberi innanzittutto da se stessi, che significa non farsi contaminare da tutto ciò che, intorno a noi, impone modi di essere e di apparire che non ci rappresentano.Essere magri e belli a tutti i costi, ad esempio,come pure non farsi mai bastare ciò che si ha, o esibire il superfluo.Essere liberi di evolvere secondo un nostro orientamento interiore che può non coincidere con ciò che ci viene richiesto dai mass media.
Essere, significa anche l’autenticità di un individuo che vive per la giustizia, per la verità, per il bene e pratica tali valori quotidianamente attraverso comportamenti coerenti.
Vuol dire quindi,secondo me, disciplinare consapevolmente attraverso costante autocritica il proprio modo di porsi nei confronti degli altri. Occorre seguire il proprio orientamento interiore che è il faro che illumina il nostro cammino, più di tante “luminarie”, magari più accattivanti, ma che si spengono in fretta, senza lasciare traccia, nè storia.
Antonino, hai fatto bene a segnalarmi questo tuo articolo.Esso mi ha dato modo di attuare una attenta riflessione. grazie.
In questa n ostra società in cui siamo ingannati dall’apparire in quanto sopratutto noi donne vorremmo vedere in noi la personificazione della bellezza, non c’è spazio per l’essere.Ogni giorno i media pubblicizzano sistemi e metodi per apparire sempre più belle e ci lasciamo trascinare in questo vortice dal quale non ne usciamo più.A questo punto mi chiedo :E’ vero la donna è vanitosa ,cura molto l’aspetto esteriore e fin qui tutto va bene.Ma a che serve apparire quello che poi non si è nei sentimenti, nei valori, nell’umanità,nella bontà,nella solidarietà e quant’altro……
Nella società attuale sembra prevalere l’apparire più che l’essere. Oggi i cambiamenti sociali, tecnologici hanno dato una grande importanza all’immagine, la cura dell’aspetto esteriore è spesso la cosa più importante, tutti vogliono essere perfetti a qualsiasi costo. I mezzi di comunicazione ci propongono modelli perfetti, verso i quali i giovani tendono ad arrivare. Si trascura così la parte più importante dell’essere umano, i veri valori a cui tutti dobbiamo tendere.
Lorenzo sei proprio sicuro che sia meglio apparire quando l’essere se stessi potrebbe forse creare qualche problema? Non so dire con certezza se la giusta soluzione sia quella da te prospettata, forse dovremmo ricordare se ci sono “realtà” che possono spaventare, la colpa è anche un pò della società.
Antonino, hai perfettamente ragione nella sostanza. Ma molti, malgrado ciò che dovrebbe essere, si votano all’apparenza. Ti ricordi: l’abito che fa il monaco? Dovremmo fare tutti del nostro meglio ad essere più che apparire. Ma soprattutto essere buoni, seri, solidali, ecc. A volte l’essere, come si è fatti, spaventa. Meglio apparire in quei casi.
essere sè stessi, etica nell’uguaglianza pur differenti e dare e chiede rispetto dagli zombi maleducati ke di certo traggon da sè il peggio per apparì ciao