Dopo una levataccia molto prima che l’alba sorgesse, una corsa in auto fino all’aeroporto di Malpensa, un’inesauribile coda al check-in per la quale rischiavo di perdere l’aereo, un frettoloso imbarco in extremis come ultima ritardataria passeggera, finalmente lascio l’umido, freddoloso e bagnato nord ed atterro in suolo di Trinacria.
Era la mia prima volta in Sicilia: mi aveva sempre affascinato quest’isola e il desiderio di visitarla ammirandone soprattutto la grande ricchezza artistica l’avevo coltivato al punto tale che quest’estate l’ho fatto diventare una realtà.
A Catania salgo sull’autobus che mi porterà alla destinazione finale, cioè nel marinaro paese del ragusano, a sud-est dell’isola, dove mi aspetta la mia amica Annamaria con tutta la sua bella famiglia.
Durante questo tragitto ho il primo impatto con i tre stili architettonici siciliani: il Barocco, il Neoclassico e il Liberty. Ammiro splendidi palazzi storici che si commentano da soli per la loro imponenza, il tutto sulla collina di Avola antica che fa da cornice alla spiaggia sabbiosa e alle isolate insenature e scogliere a picco.
Proseguendo arriviamo a Noto, gioiello barocco di una bellezza quasi finta, arroccato su un altipiano che appare quasi come un proscenio di un teatro.
Non vi parlerò del meraviglioso barocco di Noto perché è un‘altra la città che, facente sempre parte del Val di Noto, voglio descrivervi, ma lo farò più ampiamente in seguito.
Attraversiamo Ispica, cittadina dell’epoca tardo romana che, al pari di Avola, coniuga architetture in stili rococo’, barocco e neoclassico.
Finalmente giungiamo a Pozzallo. E’ cittadina d’insediamento abbastanza recente se confrontato con le datazioni di quelle che ho indicato sopra. La sua storia comincia intorno al XIV secolo come scalo per l’imbarco delle merci sui velieri i quali attingevano acqua dolce dai numerosi pozzi esistenti in quel luogo da qui il nome di “Puteus-alòs” cioè “Pozzo a mare”.
Ma siccome, oltre ad estrema amante d’arte adoro anche sole, spiaggia e soprattutto mare, mi crogiolo per alcuni giorni sulla meravigliosa, e quasi deserta (???..mi sembra impossibile..), spiaggia di Raganzino situata proprio di fronte al mio albergo.
Dopo aver oziato e riposato abbastanza, essermi rimpinzata per giorni con tutte le possibili specialità gastronomiche del posto rischiando di veder svanire la mia ambita linea da “prova costume” e aver raggiunto un grado di abbronzatura invidiabile sponsorizzata da una fresca e continua brezza marina sempre presente sull’isola, mi “scoppia” la voglia di arte. E qui si parte con gli amici, tutti insieme in carovana (due auto).
Meta prescelta: SCICLI. Patrimonio dell’Unesco dal 2002 insieme ai comuni del Val di Noto. E’ città dalle origini antichissime. Possiamo addirittura trovare testimonianze del III millennio a.C. in incisioni rupestri all’interno di numerose grotte sparse nel territorio. Dominata dal colle di S. Matteo sul quale sorgono le rovine del castello e della torre, Scicli è uno spettacolare capolavoro del barocco, adottato nella ricostruzione a seguito dell’infausto terremoto del 1693, princìpi basati sulla sapiente disposizione delle chiese e degli edifici ricercando spazi anche ad effetti illusionistici.
Come la maggior parte dei siti dell’isola anche Scicli ha subìto il dominio di arabi a cui ha fatto seguito quello normanno. Dopo Svevi e Angioini e a seguito della rivolta dei Vespri Siciliani, quindi cacciata dei francesi, Scicli divenne dominio degli Aragonesi e vide espandersi il suo territorio fino al tragico evento del 1693, il terribile terremoto, appunto.
Il nostro tour inizia da Palazzo Comunale per una visita, molto profana e poco artistica (dico io..) ai siti dove attualmente vengono girate le scene della serie televisiva “Il Commissario Montalbano”. Facciamo le foto di rito e finalmente proseguiamo verso quella che è la meta dell’arte.
Tra i bei palazzi settecenteschi sorge la CHIESA DI SAN GIOVANNI EVANGELISTA fondata prima del 1300. La facciata ha una disposizione alternata concava-convessa con delle doppie semi-colonne che, sviluppandosi verticalmente ne sottolineano lo stacco tra la parte centrale, appunto, convessa e le due laterali, concave. Precede il portale d’ingresso una semicircolare scalinata. Alzando lo sguardo noto il particolare di due nicchie situate sui frontali laterali e colonne in stile corinzio chiuse da una balconata in ferro battuto. L’interno coperto da una cupola e a pianta ovale ha collocati quattro altari laterali e un’abside alla quale si accede attraverso un arco trionfale. Noto una certa discordanza tra stile architettonico ed impianto decorativo ma non dimentico che il completamento di affreschi, stucchi e dorature è avvenuto intorno al XIX secolo mentre la struttura della chiesa si è conclusa ai primi dell’800.
La visita successiva è la CHIESA DI SAN MICHELE ARCANGELO “chiusa” all’interno di un ridotto spazio condizionato da edifici già esistenti.
Anche qui, nelle tre sezioni esterne, troviamo una conformazione convessa e le classiche colonne corinzie, un finestrone contornato da ghirlande floreali e chiuso dalla solita gelosia in ferro battuto.
L’interno è un ellittico concluso da un’abside semi-cilindrica. Ammiro stucchi, affreschi, pitture e sculture che nella loro policromia ne fanno una basilica unica nel suo genere, e mi meravigliano alcune riproduzioni di strumenti musicali, della metà dell’800 appesi ai lati dell’organo collocato su un balcone interno in ferro battuto sorretto da quattro colonne. Ma il pezzo artisticamente più valido, secondo me, è un crocifisso ligneo del XV secolo scampato al terremoto.
Proseguiamo per la CHIESA DI SAN BARTOLOMEO, inserita in uno scenario di rara naturale bellezza, definita “una perla dentro le valve di una conchiglia”.
Miracolosamente scampata, quasi nella sua totalità al terremoto del 1693, ha come anno di inizio il 1752 (non documentato pero’..).
La facciata è un passaggio tra architettura tardo-barocca e neo-classica, con colonne e lesene in diversi stili, dal dorico, allo ionico, al corinzio.
La grande cella campanaria è incastonata in una cupola sulla quale sovrasta una statua della Madonna con Gesù Bambino. Ai lati vi sono quattro sculture raffiguranti San Pietro, San Paolo, San Bartolomeo e San Guglielmo.
Purtroppo questa bella chiesa, con mio sommo dispiacere era chiusa per cui non posso descrivervi il suo interno che sicuramente avrebbe meritato una visita.
Tra i Palazzi storici mi è d’obbligo accennare a PALAZZO FAVA del tardo 700, il cui elemento di singolare bellezza e importanza è caratterizzato dalle mensole che sorreggono il balcone rappresentate da due grifi e due cavalli alati con code pisciformi sostenute da teste barbute (anche questo particolare è tra le mie foto con le quali Nadia ha assemblato il bel video).
Ma purtroppo, come si dice, quando si sta bene il tempo è tiranno e i pochi giorni a mia disposizione sono trascorsi in fretta. E mentre l’aereo decollava sopra questo splendido mare di Sicilia e l’Etna mi salutava con un “fil di fumo”, sentivo che un frammento del mio cuore rimaneva là, in quella magnifica terra dove il sole scotta ma non brucia, la sabbia fine e delicata accoglie impronte che subito il vento cancella, la brezza marina è un rinfrescante lento sussurro e la notte un ardore della luna senza nubi.
Grazie a tutti gli amici siciliani che mi hanno accompagnata in questo splendido viaggio.
Francesca
Cara Franci, un grazie di cuore per questa meravigliosa cartolina della mia terra che hai saputo fare, non soltanto
con le foto, ma soprattutto col cuore.
Un abbraccio.
Nino
Bellissimo resoconto di viaggio e splendida descrizione delle opere visitate completate da un video impeccabile. Conosco solo una piccola parte della Sicilia dove ho trascorso brevi periodi per motivi di lavoro. Con questo servizio ho scoperto tante altre magnifiche cose che stimolano un viaggio in un’isola ricca di tesori e che, in binomio con la Sardegna, possono considerarsi le due isole regine del Mediterraneo. Un complimento sincero a Franci e Nadia per l’ottimo servizio: brave.
Franci che brava! Ancora una volta, con maestria, ci accompagni alla scoperta di luoghi bellissimi. Non sono mai stata in Sicilia, ma questo tuo servizio fotografico mi ha illustrato chiese, archi edifici barocchi di un colore bellissimo, quello della pietra calcarea e del grigio del basalto. Complimenti a Neve che ha montato un video perfetto.
Cara Franci,ho seguito il tuo incantevole viaggio, la Sicilia è piena di splendide opere, tu hai saputo descriverle molto bene, le foto sono splendide come il video che ha chiuso il tuo magico cammino. Grazie per per averceli fatti apprezzare ancora di più.
Franci a nome mio e degli amici siciliani un caloroso abbraccio e complimenti a Nadia per il montaggio del video …a presto!
CARA FRANCI AMICA MIA, SEI SEMPRE IL MIO ESEMPIO DA IMITARE SEI SORPENDENTE FANTASTICA
TI AMMIRO TANTISSIMO MA SEI INIITABILE.
CON AMMIRAZIONE E AMICIZIA CIAOOOOOOOOO
Ciao Nadia, grazie del bel video che hai saputo “confezionare” con le mie foto. Un abbraccio.
Che peccato non aver partecipato a questo viaggio!
La Sicilia è una delle poche regioni d’Italia che non ho visto…..eh, ma mi rifarò….oh, se mi rifarò!
Ciao Franci.
Io sono un emigrato siculo, Francesca. Vengo da Catania ed, essendomi subito innamorato di Roma, che adoro, la città dove vivo e che non lascerei mai, ho lottato relativamente poco per uscire dalla “melanconia”. Ma che la Sicilia ammalia è fuor di dubbio. Conosco persone che, avendola visitata, non sono più andate via, come un mio cugino barese (marito di mia cugina). Il tuo resoconto, Franci, mi ha reso molto felice: la magia dei posti, gli stili, e anche la gente, sono indimenticabili. E va a finire che mi commuovo. Va’, un abbraccio stritoloso.
poesti incantevoli,da sogno,bellissimo lo scritto e stupendo il video.ci ritornerei anch’io,brava franci complimenti per il video ciao