A volte un gesto semplice diventa la linea di confine di una situazione che precipita o che riparte da zero.
Dipende solo da noi e, spesso dal nostro orgoglio.
Una coppia, anche di lungo corso e collaudata, può andare in crisi per mille motivi. Ma la rottura non è sempre scontata, bisognerebbe avere l’umiltà e la lucidità di cogliere l’occasione per rimettersi ancora in gioco.
Ho immaginato una scenetta e provo a disegnarla qui.
“Lui aveva un’espressione tesa, mentre la moglie scartava il pacchetto con la faccia a forma di punto interrogativo.
Era tornato puntuale a pranzo e aveva messo quel pacchetto vicino al piatto della moglie. Non era Natale e nessuna festa o anniversario da celebrare. E comunque, i regali non erano consuetudine nel loro stile famigliare. La donna liberò finalmente l’oggetto dall’involucro e apparve una scatolina trasparente che lasciava intravedere due perle luccicanti.
Lei avvampò in viso e cominciò, col solito tono stridulo, a sparare parole sotto forma di domanda ..(..ma che è stà roba?… ma è per me?..ma ti sei ammattito?..). Poi senza ragione, si alzò e andò in camera. Con la porta chiusa, appoggiata con le spalle al muro, palpitante come una bambina che si nasconde, si asciugò le lacrime che avevano finalmente trovato la via d’uscita”.
Dal proseguimento di questa scena dipende la vita di due persone e, in qualche modo, più o meno certo, quella delle persone che gli stanno attorno.
Possiamo immaginare i due protagonisti come coppia con qualche decennio, o anche meno, di vita insieme ma con molti nodi irrisolti che ostacolano la comunicazione tra loro.
Lui comunica a gesti (il regalo), lei ha innalzato un muro di silenzio non facile allo sbrecciamento.
Un fatto nuovo, però li chiama ad instaurare un diverso modo di stare insieme. Lui ha fatto il primo, benché minimo, passo; lei deve riuscire a vincere l’orgoglio stratificato come una crosta e avere il coraggio di mostrarsi a lui mentre piange dalla gioia. E questo piccolo fatto, che richiede non più di qualche minuto, può avere l’effetto di cancellare mesi o addirittura anni, di durezza e ostilità.
Nelle relazioni umane si presentano, con maggiore frequenza di quel che pensiamo, momenti significativi che possono costituire autentiche svolte, capaci di rinnovare un rapporto e con questo, la qualità della vita. Gesti che aumentano la consapevolezza di chi li compie e la ricchezza del “grado di essere” di una persona. Una ricchezza che non sta chiusa in cassaforte ma si espande raggiungendo chi ci sta intorno, seminando vita.
Capita assai di rado nei salotti, o nei corridoi, o in tv, insomma dove di solito si fanno chiacchiere, di sentire circolare una buona notizia con lo stesso gusto con cui si fanno circolare quelle cattive. Per ragioni misteriose quelle buone passano spesso inosservate.
“Hai saputo? La Tale ha perdonato il marito…se l’è ripreso in casa…ha passato un anno d’inferno a rimettere insieme i pezzetti…poveretta ha cambiato aspetto: magra fino all’osso, ma adesso è completamente cambiata, ha un aspetto più curato, ti dirò, meglio di prima..insomma, ora partono per una crociera…”.
E i figli stanno sullo sfondo, a guardare, come le stelle di Cronin che ci affascinavano tanto. Testimoni di una storia non loro ma che li riguarda molto da vicino, rimangono col fiato sospeso, spettatori silenziosi di una realtà non voluta ma obbligatoriamente condivisa.
Ma i figli, nella loro libertà che li rende completamente autori della loro vita imparano che ci sono storie degne di essere tramandate, non perché siano facili e sempre felici, ma perché in esse accade sempre qualcosa. E tra eventi e scelte si impara ad andare avanti, a non fermarsi, a cercare una buona fine.
MA QUANTO PAGA L’ORGOGLIO?
Ogni tanto facciamo vincere il cuore anzichè il cervello.
Che bello sarebbe poter piangere insieme, dare un calcio agli orgogli, sotterrare i rancori, perche’…….LA VITA E’ ADESSO e nulla tornerà più. Perché piangere fa bene, scioglie i nodi delle paure, cancella i dubbi delle incomprensioni. E poi , ogni tanto, impariamo a dire “..SCUSA, HO SBAGLIATO..”.
E come diceva il mio amico Dante, L’AMOR CHE MOVE IL SOLE E L’ALTRE STELLE…il segreto è tutto qui!
E non dirò…VIVRANNO PER SEMPRE FELICI E CONTENTI…, ma le difficoltà si superano in due e pesano la metà se spartite mentre le gioie, le emozioni, le passioni, i momenti importanti della vita, raddoppiano se condivisi.
…. Ecco penso che il “superego ” sia il male dei nostri giorni, come dice giustamente Lucia.
Infatti noi stiamo parlando tra persone adulte se non anziane con esperienze matrimoniali lunghe ed idee antiche.
Ora si stà da soli in una continua caccia “all’amore” o all’avventura nell’illusione di prolungare una giovinezza che sfuma nell’alienazione, nelle labbra gonfiate, nei seni rifatti e nelle palestrature odssessive.
Donne e uomini uguali, troppo uguali nei comportamenti sessuali (sempre più confusi), nelle pulsioni, nei tradimenti che non sono neppur più tali perchè diventati routine.
Si è perso il senso del vivere insieme perchè lavoro, spostamenti, figli nostri, figli dei partner ,ricerca costante di un piacere ci hanno portato verso una confusione che rende quella scatolina con perle luccicanti, narrata da Framcesca, un oggetto di antiquariato
Ho paura che chi è più giovane di noi debba ritrovare soprattutto “l’altro” ,per sopravvivere ed abituarsi non più al soliloquio, ma sempre come dice Lucia, all’ascolto.
Ascoltare gli altri è un ottimo atteggiamento. E’ predisposizione per un arricchimento interiore. E’ interesse sincero alla condivisione dell’altro, degli altri. E’ partecipazione a gioie, spensieratezze, malumori, momentaneo disagio esistenziale di amici o, comunque persone care. Ma quanto è difficile ottenere ascolto, attenzione e quindi “aiuto” o “condivisione”. Siamo troppo presi dai “me”, “mio”, “io” , “mi”…Tutto in prima persona. Con i propri problemi (piccoli o grandi che siano) si passa come con un carro armato su chi in quel determinato momento ha da dire e gli si nega ascolto.
Io so che tu sai che io so………
Non sempre è vero: spesso crediamo di conoscere bene le persone che abbiamo accanto ma non sappiamo “quanto” le conosciamo davvero a fondo.
Guardiamo obbiettivamente dentro noi stessi: siamo davvero sempre le stesse persone con tutti?
Siamo sinceri, affettuosi, onesti, attivi con tutti allo stesso modo? In casa come al lavoro? Con gli amici come in ufficio?
Il vostro partner sa che vi infilate le dita nel naso quando siete fermi al semaforo?
La vostra partner sa che vi piace fare il galante con le colleghe dell’ufficio?
Il vostro partner sa che vi piace fare la gattina al mercato col fruttivendolo?
Avete mai detto che avete fatto un dispetto a qualcuno sul posto di lavoro? Vostra moglie/marito sa che i colleghi di lavoro vi conderano un “ruffiano”?
Avete mai confessato di aver rubacchiato qualcosa al supermercato?
Avete mai detto di qualcuno: ahhh! questo da lui/lei non me lo sarei mai aspettato!!!
Ecco: spesso non è tanto quello che gli altri ci fanno ma quello che noi ci aspettiamo dagli altri.
Spesso abbiamo delle certezze sul conto degli altri: certezze che ci siamo creati noi. Quando queste certezze si infrangono, ecco allora scoprirsi un mondo nuovo che non conoscevamo ancora e ci disorienta. Ci sconvolge.
>Ma io credevo che tu….>
Se sappiamo mettere in conto che non possiamo sapere tutto degli altri, che gli altri spesso non sanno mettere a nudo se stessi come non ne siamo capaci noi con gli altri, capiremo che sarà sempre possibile che accada l’imprevisto ed allora saremo pronti ad accettarlo, capirlo e cercare di chiarirlo.
In una coppia se non c’è rispetto, sensibilità, amore, non potrà mai andare avanti, se per cose banali come descritte nel racconto, si provoca una rottura significa che il rapporto non è sano. Ogni volta che ci dovesse essere un litigio, si dovrebbe trovare sempre un punto d’incontro, e prendere la cosa con più calma e senso di responsabilità, ma questo purtroppo oggi non avviene perchè siamo più irrequieti e intolleranti, anche verso gli altri,e questo è male. Ve lo dice una persona che da 47 anni è felicemente sposato e guarda caso ancora ci amiamo.
Io non credo proprio che il marito volesse farsi perdonare un tradimento, ci sono cose molto ma molto più gravi: per esempio l’indifferenza o l’incomprensione radicate e solidificate da anni.
Un episodio del passato di cui si è addirittura persa memoria, poi piano piano cose non dette o che non si osa più dire e spiegazioni rimandate e mai fatte.Ed ecco l’indifferenza.
Irrigidimento, è un peccato di orgoglio che rischia davvero di far naufragare un rapporto, solo per testardaggine.
La situazione è diventata pesante ed ecco che un piccolo gesto, una mano tesa, potrebbe riallacciare un dialogo interrotto da tempo. E’ un tentativo, timido, ma va apprezzato.
Bando all’orgoglio
Condivido tutto quello che Hai scritto Franci, solo una piccola osservazione. Il gallismo ! A volte si tradisce per la senzazione di avere altre emozioni , per sentirsi giovani , per arricchire le nostre pulsioni !
Questo è il mio pensiero !! ciaooooooo
Giuliano, quando scriverò un articolo sul tradimento risponderò alla tua domanda “tradiscono più le donne o gli uomini?”. Questo non lo è (…patate a parte..).
Ciao.
penso ke in maturità, adultità, ki si può permettere di tradire non ha prblm per campa’ perkè la società famiglia è basata sulla solidarietà, e solo scervellati posson permettersi di non dà pienamente se stessi alla riuscita di questa cellula primaria, onestà gente non è modernità tradire è pura e bieka disonestà………………..altro ke slip de raion
Non credo che il tuo personaggio, Franci, si volesse far perdonare l’aver dimenticato di comprare le patate!
Ma il tradimento.
E in rapporto al contenuto della scatolina, questo era anche piuttosto grave.
E allora…? Cambia tutto: il cuore non vince, l’orgoglio rimane, il pianto si c’è ma di rabbia …
Non sei la sola a conoscere uno “strizzacervelli”senti quello che conosco io cosa dice:
Generalmente ci sono delle differenze tra uomini e donne nello svolgersi della relazione extraconiugale. Le donne legano il tradimento a un coinvolgimento emotivo e amoroso, a un’insoddisfazione nel matrimonio e hanno più difficoltà a viverlo clandestinamente, anche se tendono a “nasconderlo” meglio. Gli uomini al contrario, lo legano di più al piacere sessuale e non iniziano una relazione extraconiugale per motivi d’insoddisfazione rispetto al coniuge, non hanno grandi difficoltà a viverla clandestinamente, anzi ciò aumenta il piacere della relazione, anche se sono meno “accorti” nel nascondere.
Altro passo importante è la rivelazione, che rappresenta il momento più drammatico, perché rappresenta uno spartiacque fra un prima e dopo nella storia della coppia e del matrimonio.
La rivelazione porta alla crisi del matrimonio, il coniuge è ossessionato dal problema, a questo punto critico è presa la decisione della rottura o di tentare attraverso il perdono, una riconciliazione.
Se un tradimento è perdonato, spesso si tratta di un perdono incompiuto, vale a dire si crede di aver perdonato ma la ferita è ancora ben viva. In questi casi si perdona soprattutto per la paura della perdita dell’altro, anche se ha tradito. Ma il tradimento finisce per rappresentare uno spartiacque fra un prima e un dopo della coppia. Ci si accorge che l’eventuale crisi è peggiorata, che non c’è più la stessa intimità, che non si può ritornare al “prima” col colpo di spugna del perdono. Anche il perdono di un tradimento richiede una sua elaborazione, come un lutto.
Una mia domanda apparentemente ingenua: tradiscono più le donne o gli uomini?
E una provocatoria:
A volte tradire serve, serve per ritornare sulla terra, per capire che si è soltanto degli esseri umani che possono sbagliare?
La provocazione è sicuramente azzeccata, ma fine a sè stessa. Ora però non dobbiamo perdere di vista l’argomentazione principale che è: QUANTO PAGA L’ORGOGLIO? Se riteniamo di aver subito un torto e ci arrocchiamo in cima alla montagna dei nostri risentimenti addossando all’altro/a tutta la responsabilità, non stiamo forse perdendo parte di quel tempo che mai più tornerà e che invece potremmo impiegare per chiarire, dialogare e, forse riprendere in mano i fili di quel rapporto che, altrimenti andrebbe ad esaurimento sicuro?
Ovviamente devono coesistere due ingredienti essenziali, e sono quelli citati da Franco: “amour passion” e “sincerità” che ridanno vita alla fiducia e alla voglia di credere che valga la pena rimettersi in gioco.
Tradimento?
Troppo poco per disquisirne, Troppo aleatorio.
Perchè si tradisce? Perchè si è traditi?
Quando si sente la necessità di tradire?
Il tradimento è un caso?
ll tradimento è la ricerca di ciò che crediamo di non avere? E’ la ricerca di ciò che crediamo sia un nostro diritto avere? Oppure la scoperta di un qualcosa che ancora non conoscevamo e del quale non ci vogliamo privare?
Emozioni, sensazioni, scoperte, se fanno parte della nostra intimità personale fino a che punto è giusto che ci siano negate?
Chi e perchè ha diritto di privarci di una parte della nostra vita? Di quella parte di vita che sappiamo non avrà mai una rivincita? un appello?
Perchè permettere di esserene privati?
Perchè privare altri?
In nome di che cosa?
francesca ai ragione bisogna essere in due a far funzionare un matrimonio,, purtroppo capita sovente che è solo la moglie a volerlo disperatamte….e alla fine se vuoi soppravvivere..con pianto nel cuore devi dire basta……per la tua dignità e anche per salvaguardare la serenità dei figlio…..sarebbe bello un lieto fine come nelle favole,ma la vita purtroppo non lo è
ma il tradimento è di vari generi anke mancata collaborazione per ignavia gratuita assoluta facciata di comodo per mascherare a volte lazzaronismo akuto ke poi ozio padre dei vizi, cmq colpo duro allo stomaco lo è sempre quando ti imbatti in esseri farisei 1000 per cento………..e certo ci si risolleva non vale la pena di stare a tappeto per sempre pe sti demoni di sto mondo, sono demoni di famiglia anke se alcuni portano vesti rosso sgargianti curiali………………impregnati ancora dico di fariseismo totale
Franci, presumo che sia come un colpo duro allo stomaco, che ci fa piegare e ci lascia senza respiro. O si reagisce, pur barcollanti, o si cade al tappeto. Ma ci si rialza.
Giuliano, lo sto aspettando con ansia lo “strizzacervelli” ma ho il sospetto che questo argomento lo interessi poco.
Premesso che la scenetta è pura invenzione mia, mi aspettavo che qualcuno prendesse in considerazione l’ipotesi del tradimento, ed ecco che è arrivata. E allora..? Cambia tutto o ci accontentiamo in cambio di…??? A voi l’ardua sentenza.
L’orgoglio si può mettere da parte… in amore. E’bello perdonare chi ti chiede scusa e ammette di avere sbagliato.
L’umiltà è una virtù stupenda. (Ma non quando si esercita nella dichiarazione dei redditi.)
Citazione di Giulio Andreotti.
Ma se la scenetta descritta si riferisce a un tradimento?
Restano valide le cose scritte sopra?…In cambio di due perle?
Si può dare una seconda chance?
C’è molto da riflettere su questo, interessante, argomento, e non dimentichiamoci che dare una risposta da “esterni”è molto semplice, diversa se data come protagonista.
E’ anche vero che in tanti casi per il bene dei figli si è disposti a perdonare ma non credo ritorni tutto come se nulla fosse accaduto…orgoglio compreso.
(Franci qui potrebbe dare una bella risposta quel tuo conoscente…”strizzacervelli!!)
sandra e sii lieta del ricordo dell’intesa trovata, non ave rimpianti, godi ancora dell’amore vero ke ti senti aver vissuto, tutto è possibile fattibile basta la volontà di definire dove sta la realtà, verità, concretezza, si è da essere esempi per i figli, le generazioni future e occorron persone vere di buona volontà ke sappian decifrà certi egoismi mi permetto defini’ maschili, perkè se è la donna ave necessita aiuto concreto materiale salute personale, accudimento anziani ke han collaborato da’ vita alla famiglia, ricambio di lavori manuali alternanze….. da quel ke ho visto l’impalcratura finta amorevole crolla……
Io posso dire di un perfetto rapporto durato solo 17 anni ,troppi pochi anni per poter dire che sarebbe stato sempre cosi.? No perche’ tra noi si era creato quell’intesa che niente poteva rompere ,uno sguardo bastava .Dopo tanti anni il rimpianto e’ ancora tantissimo……..
Franci, ti sei occupata di un argomento cruciale a cui non può essere data una risposta univoca. Siamo un originale impasto di difetti e virtù, che emergono in momenti topici senza possibilità di programmarli. Si ha un bel dire che abbiamo le nostre idee consolidate e che non ci sposteremo da lì. Non è vero, ve lo garantisco. Alla fine prevarranno il sentimento ed il comportamento che saremo in grado di offrire alle nostre concrete vicende. Sopporteremo? Non sopporteremo? Perdoneremo? Litigheremo per sempre? Chissà. Io sarei sempre per una composizione pacifica, anche perché ad essa non c’è rimedio se si vuole proseguire un rapporto. Ma il rapporto potrebbe andare al diavolo, mi si potrebbe dire. Eh no, quando un sentimento ed un rapporto sono validi non si possono mai mandare al diavolo.
…….E vissero felici e contenti…..è una bella gara!
Quest’anno festeggio 50 anni di matrimonio e forse qualche piccolo consiglio “ai naviganti” lo posso dare.
Credo che per far durare tanto un rapporto sia indispensabile uno straccio di attrazione fisica, anche solo il ricordo di una emozione “di pelle”.
Deve poi esserci la “sincerità”, che è la base di quello che poi chiamiamo “affetto” , ti devi fidare della persona che hai accanto ,ci sono poi le caratterialità che possono far scoppiare conflitti ed incomprensioni , ma se alla base c’è sempre un pò di “amour passion ” e di fiducia tutto si appiana, tutto scorre ,tutto rientra nelle abitudini e nei ritmi che aiutano a proseguire il cammino e come dice Alfred ….” la vita in comune è fatta di piccoli gesti “…..e con questi piccoli gesti , ve lo assicuro …si arriva anche a festeggiare i 50 anni assieme.
Nell’ultima frase sta la vera verità: le difficoltà si superano in due e pesano la metà se spartite mentre le gioie, le emozioni, le passioni, i momenti importanti della vita, raddoppiani se condivisi.
Verissimo , ma c’è un “ma” grosso e pesante come un macigno:
Perchè in una coppia si scopre solo dopo anni ( quando ci si riesce) che sarebbe necessario rivedere ciascuno le proprie posizioni nei confronti del partner?
Perchè all’improvviso si avverte la necessità di cambiare? di chiarire? Perchè si scopre l’incomunicabilità come fosse piovuta dal cielo il giorno precedente?
Rita Pavone cantava: perchè mi lasci sempre sola per andare alla partita: non si è mai chiesta perchè lui andava solo? Pensava a Lei!! Non pensava a Lui che avrebbe desiderato che andasse anche Lei.
La vita in comune è fatta di continui piccoli gesti come di grandi decisioni prese assieme e dovremmo essere capaci di saper cogliere queste sottigliezze per evitare che tutte queste insignificanti, continue delusioni col passare degli anni si accumulino portandoci all’indifferenza, alle incomprensioni, all’ignavia della vita famigliare. A volte a vere e proprie esplosionidi rabbia e insofferenza. Nessuno è esente: tutti siamo chi più chi meno egoisti, ma proprio prendendo atto e consapevolezza di questo che diventa possibile rimediare. Meglio se fatto da subito.
…. Ecco penso che il “superego ” sia il male dei nostri giorni, come dice giustamente Lucia.
Infatti noi stiamo parlando tra persone adulte se non anziane con esperienze matrimoniali lunghe ed idee antiche.
Ora si stà da soli in una continua caccia “all’amore” o all’avventura nell’illusione di prolungare una giovinezza che sfuma nell’alienazione, nelle labbra gonfiate, nei seni rifatti e nelle palestrature odssessive.
Donne e uomini uguali, troppo uguali nei comportamenti sessuali (sempre più confusi), nelle pulsioni, nei tradimenti che non sono neppur più tali perchè diventati routine.
Si è perso il senso del vivere insieme perchè lavoro, spostamenti, figli nostri, figli dei partner ,ricerca costante di un piacere ci hanno portato verso una confusione che rende quella scatolina con perle luccicanti, narrata da Framcesca, un oggetto di antiquariato
Ho paura che chi è più giovane di noi debba ritrovare soprattutto “l’altro” ,per sopravvivere ed abituarsi non più al soliloquio, ma sempre come dice Lucia, all’ascolto.
Ascoltare gli altri è un ottimo atteggiamento. E’ predisposizione per un arricchimento interiore. E’ interesse sincero alla condivisione dell’altro, degli altri. E’ partecipazione a gioie, spensieratezze, malumori, momentaneo disagio esistenziale di amici o, comunque persone care. Ma quanto è difficile ottenere ascolto, attenzione e quindi “aiuto” o “condivisione”. Siamo troppo presi dai “me”, “mio”, “io” , “mi”…Tutto in prima persona. Con i propri problemi (piccoli o grandi che siano) si passa come con un carro armato su chi in quel determinato momento ha da dire e gli si nega ascolto.
Io so che tu sai che io so………
Non sempre è vero: spesso crediamo di conoscere bene le persone che abbiamo accanto ma non sappiamo “quanto” le conosciamo davvero a fondo.
Guardiamo obbiettivamente dentro noi stessi: siamo davvero sempre le stesse persone con tutti?
Siamo sinceri, affettuosi, onesti, attivi con tutti allo stesso modo? In casa come al lavoro? Con gli amici come in ufficio?
Il vostro partner sa che vi infilate le dita nel naso quando siete fermi al semaforo?
La vostra partner sa che vi piace fare il galante con le colleghe dell’ufficio?
Il vostro partner sa che vi piace fare la gattina al mercato col fruttivendolo?
Avete mai detto che avete fatto un dispetto a qualcuno sul posto di lavoro? Vostra moglie/marito sa che i colleghi di lavoro vi conderano un “ruffiano”?
Avete mai confessato di aver rubacchiato qualcosa al supermercato?
Avete mai detto di qualcuno: ahhh! questo da lui/lei non me lo sarei mai aspettato!!!
Ecco: spesso non è tanto quello che gli altri ci fanno ma quello che noi ci aspettiamo dagli altri.
Spesso abbiamo delle certezze sul conto degli altri: certezze che ci siamo creati noi. Quando queste certezze si infrangono, ecco allora scoprirsi un mondo nuovo che non conoscevamo ancora e ci disorienta. Ci sconvolge.
>Ma io credevo che tu….>
Se sappiamo mettere in conto che non possiamo sapere tutto degli altri, che gli altri spesso non sanno mettere a nudo se stessi come non ne siamo capaci noi con gli altri, capiremo che sarà sempre possibile che accada l’imprevisto ed allora saremo pronti ad accettarlo, capirlo e cercare di chiarirlo.
In una coppia se non c’è rispetto, sensibilità, amore, non potrà mai andare avanti, se per cose banali come descritte nel racconto, si provoca una rottura significa che il rapporto non è sano. Ogni volta che ci dovesse essere un litigio, si dovrebbe trovare sempre un punto d’incontro, e prendere la cosa con più calma e senso di responsabilità, ma questo purtroppo oggi non avviene perchè siamo più irrequieti e intolleranti, anche verso gli altri,e questo è male. Ve lo dice una persona che da 47 anni è felicemente sposato e guarda caso ancora ci amiamo.
Io non credo proprio che il marito volesse farsi perdonare un tradimento, ci sono cose molto ma molto più gravi: per esempio l’indifferenza o l’incomprensione radicate e solidificate da anni.
Un episodio del passato di cui si è addirittura persa memoria, poi piano piano cose non dette o che non si osa più dire e spiegazioni rimandate e mai fatte.Ed ecco l’indifferenza.
Irrigidimento, è un peccato di orgoglio che rischia davvero di far naufragare un rapporto, solo per testardaggine.
La situazione è diventata pesante ed ecco che un piccolo gesto, una mano tesa, potrebbe riallacciare un dialogo interrotto da tempo. E’ un tentativo, timido, ma va apprezzato.
Bando all’orgoglio
Condivido tutto quello che Hai scritto Franci, solo una piccola osservazione. Il gallismo ! A volte si tradisce per la senzazione di avere altre emozioni , per sentirsi giovani , per arricchire le nostre pulsioni !
Questo è il mio pensiero !! ciaooooooo
Giuliano, quando scriverò un articolo sul tradimento risponderò alla tua domanda “tradiscono più le donne o gli uomini?”. Questo non lo è (…patate a parte..).
Ciao.
penso ke in maturità, adultità, ki si può permettere di tradire non ha prblm per campa’ perkè la società famiglia è basata sulla solidarietà, e solo scervellati posson permettersi di non dà pienamente se stessi alla riuscita di questa cellula primaria, onestà gente non è modernità tradire è pura e bieka disonestà………………..altro ke slip de raion
Non credo che il tuo personaggio, Franci, si volesse far perdonare l’aver dimenticato di comprare le patate!
Ma il tradimento.
E in rapporto al contenuto della scatolina, questo era anche piuttosto grave.
E allora…? Cambia tutto: il cuore non vince, l’orgoglio rimane, il pianto si c’è ma di rabbia …
Non sei la sola a conoscere uno “strizzacervelli”senti quello che conosco io cosa dice:
Generalmente ci sono delle differenze tra uomini e donne nello svolgersi della relazione extraconiugale. Le donne legano il tradimento a un coinvolgimento emotivo e amoroso, a un’insoddisfazione nel matrimonio e hanno più difficoltà a viverlo clandestinamente, anche se tendono a “nasconderlo” meglio. Gli uomini al contrario, lo legano di più al piacere sessuale e non iniziano una relazione extraconiugale per motivi d’insoddisfazione rispetto al coniuge, non hanno grandi difficoltà a viverla clandestinamente, anzi ciò aumenta il piacere della relazione, anche se sono meno “accorti” nel nascondere.
Altro passo importante è la rivelazione, che rappresenta il momento più drammatico, perché rappresenta uno spartiacque fra un prima e dopo nella storia della coppia e del matrimonio.
La rivelazione porta alla crisi del matrimonio, il coniuge è ossessionato dal problema, a questo punto critico è presa la decisione della rottura o di tentare attraverso il perdono, una riconciliazione.
Se un tradimento è perdonato, spesso si tratta di un perdono incompiuto, vale a dire si crede di aver perdonato ma la ferita è ancora ben viva. In questi casi si perdona soprattutto per la paura della perdita dell’altro, anche se ha tradito. Ma il tradimento finisce per rappresentare uno spartiacque fra un prima e un dopo della coppia. Ci si accorge che l’eventuale crisi è peggiorata, che non c’è più la stessa intimità, che non si può ritornare al “prima” col colpo di spugna del perdono. Anche il perdono di un tradimento richiede una sua elaborazione, come un lutto.
Una mia domanda apparentemente ingenua: tradiscono più le donne o gli uomini?
E una provocatoria:
A volte tradire serve, serve per ritornare sulla terra, per capire che si è soltanto degli esseri umani che possono sbagliare?
La provocazione è sicuramente azzeccata, ma fine a sè stessa. Ora però non dobbiamo perdere di vista l’argomentazione principale che è: QUANTO PAGA L’ORGOGLIO? Se riteniamo di aver subito un torto e ci arrocchiamo in cima alla montagna dei nostri risentimenti addossando all’altro/a tutta la responsabilità, non stiamo forse perdendo parte di quel tempo che mai più tornerà e che invece potremmo impiegare per chiarire, dialogare e, forse riprendere in mano i fili di quel rapporto che, altrimenti andrebbe ad esaurimento sicuro?
Ovviamente devono coesistere due ingredienti essenziali, e sono quelli citati da Franco: “amour passion” e “sincerità” che ridanno vita alla fiducia e alla voglia di credere che valga la pena rimettersi in gioco.
lieta, rispondi tu!!!!
ahahahah alf sei il solito cerchiobottista è solo na provocazione ahahahah ciao
Tradimento?
Troppo poco per disquisirne, Troppo aleatorio.
Perchè si tradisce? Perchè si è traditi?
Quando si sente la necessità di tradire?
Il tradimento è un caso?
ll tradimento è la ricerca di ciò che crediamo di non avere? E’ la ricerca di ciò che crediamo sia un nostro diritto avere? Oppure la scoperta di un qualcosa che ancora non conoscevamo e del quale non ci vogliamo privare?
Emozioni, sensazioni, scoperte, se fanno parte della nostra intimità personale fino a che punto è giusto che ci siano negate?
Chi e perchè ha diritto di privarci di una parte della nostra vita? Di quella parte di vita che sappiamo non avrà mai una rivincita? un appello?
Perchè permettere di esserene privati?
Perchè privare altri?
In nome di che cosa?
( sia chiaro: è soltanto una provocazione)
francesca ai ragione bisogna essere in due a far funzionare un matrimonio,, purtroppo capita sovente che è solo la moglie a volerlo disperatamte….e alla fine se vuoi soppravvivere..con pianto nel cuore devi dire basta……per la tua dignità e anche per salvaguardare la serenità dei figlio…..sarebbe bello un lieto fine come nelle favole,ma la vita purtroppo non lo è
ma il tradimento è di vari generi anke mancata collaborazione per ignavia gratuita assoluta facciata di comodo per mascherare a volte lazzaronismo akuto ke poi ozio padre dei vizi, cmq colpo duro allo stomaco lo è sempre quando ti imbatti in esseri farisei 1000 per cento………..e certo ci si risolleva non vale la pena di stare a tappeto per sempre pe sti demoni di sto mondo, sono demoni di famiglia anke se alcuni portano vesti rosso sgargianti curiali………………impregnati ancora dico di fariseismo totale
Franci, presumo che sia come un colpo duro allo stomaco, che ci fa piegare e ci lascia senza respiro. O si reagisce, pur barcollanti, o si cade al tappeto. Ma ci si rialza.
Giuliano, lo sto aspettando con ansia lo “strizzacervelli” ma ho il sospetto che questo argomento lo interessi poco.
Premesso che la scenetta è pura invenzione mia, mi aspettavo che qualcuno prendesse in considerazione l’ipotesi del tradimento, ed ecco che è arrivata. E allora..? Cambia tutto o ci accontentiamo in cambio di…??? A voi l’ardua sentenza.
L’orgoglio si può mettere da parte… in amore. E’bello perdonare chi ti chiede scusa e ammette di avere sbagliato.
L’umiltà è una virtù stupenda. (Ma non quando si esercita nella dichiarazione dei redditi.)
Citazione di Giulio Andreotti.
Ma se la scenetta descritta si riferisce a un tradimento?
Restano valide le cose scritte sopra?…In cambio di due perle?
Si può dare una seconda chance?
C’è molto da riflettere su questo, interessante, argomento, e non dimentichiamoci che dare una risposta da “esterni”è molto semplice, diversa se data come protagonista.
E’ anche vero che in tanti casi per il bene dei figli si è disposti a perdonare ma non credo ritorni tutto come se nulla fosse accaduto…orgoglio compreso.
(Franci qui potrebbe dare una bella risposta quel tuo conoscente…”strizzacervelli!!)
sandra e sii lieta del ricordo dell’intesa trovata, non ave rimpianti, godi ancora dell’amore vero ke ti senti aver vissuto, tutto è possibile fattibile basta la volontà di definire dove sta la realtà, verità, concretezza, si è da essere esempi per i figli, le generazioni future e occorron persone vere di buona volontà ke sappian decifrà certi egoismi mi permetto defini’ maschili, perkè se è la donna ave necessita aiuto concreto materiale salute personale, accudimento anziani ke han collaborato da’ vita alla famiglia, ricambio di lavori manuali alternanze….. da quel ke ho visto l’impalcratura finta amorevole crolla……
Io posso dire di un perfetto rapporto durato solo 17 anni ,troppi pochi anni per poter dire che sarebbe stato sempre cosi.? No perche’ tra noi si era creato quell’intesa che niente poteva rompere ,uno sguardo bastava .Dopo tanti anni il rimpianto e’ ancora tantissimo……..
Franci, ti sei occupata di un argomento cruciale a cui non può essere data una risposta univoca. Siamo un originale impasto di difetti e virtù, che emergono in momenti topici senza possibilità di programmarli. Si ha un bel dire che abbiamo le nostre idee consolidate e che non ci sposteremo da lì. Non è vero, ve lo garantisco. Alla fine prevarranno il sentimento ed il comportamento che saremo in grado di offrire alle nostre concrete vicende. Sopporteremo? Non sopporteremo? Perdoneremo? Litigheremo per sempre? Chissà. Io sarei sempre per una composizione pacifica, anche perché ad essa non c’è rimedio se si vuole proseguire un rapporto. Ma il rapporto potrebbe andare al diavolo, mi si potrebbe dire. Eh no, quando un sentimento ed un rapporto sono validi non si possono mai mandare al diavolo.
…….E vissero felici e contenti…..è una bella gara!
Quest’anno festeggio 50 anni di matrimonio e forse qualche piccolo consiglio “ai naviganti” lo posso dare.
Credo che per far durare tanto un rapporto sia indispensabile uno straccio di attrazione fisica, anche solo il ricordo di una emozione “di pelle”.
Deve poi esserci la “sincerità”, che è la base di quello che poi chiamiamo “affetto” , ti devi fidare della persona che hai accanto ,ci sono poi le caratterialità che possono far scoppiare conflitti ed incomprensioni , ma se alla base c’è sempre un pò di “amour passion ” e di fiducia tutto si appiana, tutto scorre ,tutto rientra nelle abitudini e nei ritmi che aiutano a proseguire il cammino e come dice Alfred ….” la vita in comune è fatta di piccoli gesti “…..e con questi piccoli gesti , ve lo assicuro …si arriva anche a festeggiare i 50 anni assieme.
si vive in due,si piange in due e se vogliamo si sorride in due,però è difficile quando ci sono dispiaceri e chi li perdona è bravo
Com’è vero Lieta!………..
Nell’ultima frase sta la vera verità: le difficoltà si superano in due e pesano la metà se spartite mentre le gioie, le emozioni, le passioni, i momenti importanti della vita, raddoppiani se condivisi.
Verissimo , ma c’è un “ma” grosso e pesante come un macigno:
Perchè in una coppia si scopre solo dopo anni ( quando ci si riesce) che sarebbe necessario rivedere ciascuno le proprie posizioni nei confronti del partner?
Perchè all’improvviso si avverte la necessità di cambiare? di chiarire? Perchè si scopre l’incomunicabilità come fosse piovuta dal cielo il giorno precedente?
Rita Pavone cantava: perchè mi lasci sempre sola per andare alla partita: non si è mai chiesta perchè lui andava solo? Pensava a Lei!! Non pensava a Lui che avrebbe desiderato che andasse anche Lei.
La vita in comune è fatta di continui piccoli gesti come di grandi decisioni prese assieme e dovremmo essere capaci di saper cogliere queste sottigliezze per evitare che tutte queste insignificanti, continue delusioni col passare degli anni si accumulino portandoci all’indifferenza, alle incomprensioni, all’ignavia della vita famigliare. A volte a vere e proprie esplosionidi rabbia e insofferenza. Nessuno è esente: tutti siamo chi più chi meno egoisti, ma proprio prendendo atto e consapevolezza di questo che diventa possibile rimediare. Meglio se fatto da subito.
ma forse troppo spesso si è agito di troppo cuore e si è trovato solo n’approfittatore……………..