Sessantenni in balia delle illusioni. Disorientati, dal non sentirsi più così giovani ma non ancora vecchi. Spesso influenzati da eccitanti illusioni sotto l’effetto di impulsi irrazionali e improvvise ondate emotive che li convincono di essere pronti a rimettersi in gioco tra dubbi e angosce: vado, non vado. Anzi, resto.

E la coppia esplode.

In televisione, nelle librerie, sui giornali non si parla d’altro (gossip a parte..). In tanti ci provano a dare consigli su come recuperare un matrimonio o una coppia allo sbando.

Io credo che oggi ci sia una nuova chiave di lettura per questo problema che investe, almeno una volta nella vita, ciascuno di noi.

Poniamoci delle domande sulle cause che lo provocano:

- mancanza di dialogo?

- fine dei sogni?

- calo del desiderio?

- routine che polverizza l’amore?

o sono altri i motivi di rottura della coppia arrivata a questa età?

Nel pensiero comune c’è la convinzione che questa “sorte” sia un’esclusiva degli uomini, e le donne allibite si chiedono: “ma perché proprio a lui e perché proprio adesso?”.

Perché, nelle precedenti generazioni, pochi si sono trovati di fronte alle ansie dei sessantenni di oggi, costretti a inventarsi risposte spesso confuse, accompagnate da incertezze a cui seguono, spesso, errori.

E crollano tutte le sicurezze.

 

Personalmente non sono completamente convinta che sia solo il panorama maschile a soffrire di questa “patologia”; penso invece che, sia pure in percentuale molto minore, oggi la crisi da “menage” ha contagiato anche l’altra metà del cielo.    

Le donne, da tempo divenute completamente indipendenti, hanno sovvertito i ruoli tradizionali. Non solo. Nella vita delle donne esiste una soglia biologica, la menopausa, inesorabile orologio interno, che le costringe a prendere atto del cambiamento. Se ne parla così tanto che le donne hanno superato il tabù e si sono accorte che alla “stazione dei sessanta” fermano ancora molti treni.

Per gli uomini no. A loro, in assenza di un’andropausa conclamata, sembra consentito protrarre a tempo indeterminato l’illusione della giovinezza. Così la boa dei sessanta li trova impreparati. E se, per le donne l’età è un’esperienza, per gli uomini diventa un enigma.

Quanto ai mariti inquieti, una volta erano le sigarette: uscivano per comprarle e tornavano dopo vent’anni.

E oggi? La voglia di andarsene è ancora lì, tormentosa alternativa o scelta impossibile.

Ma ci sono sostanziali novità: un tempo le donne fumavano di meno e, in ogni caso, non erano neppure sfiorate da un pensiero del genere. E poi, negli uomini di oggi il desiderio di fuga si presenta ad un’età in cui i fuggiaschi di una volta tornavano a casa pentiti, stanchi o malati.

In ultima analisi, c'è che la crisi comporta un’impari lotta con se stessi.

A sessant’anni si è percorsa una strada troppo lunga per ritornare sui propri passi a cuor leggero.

Che fare? Alcuni, seppure tra mille ripensamenti, decidono per il salto nel buio, possibilmente con altra donna più giovane. Altri si arrendono mugugnando, carichi di rimpianti. Ma la maggior parte decide di…non decidere e resta così, smarrito, dentro un’irrisolvibile angoscia di fronte alle sfide del tempo che passa. E allora tentano di fuggire da loro stessi e dalla propria donna/moglie la quale, spesso non è disposta a considerare o capire, a volte troppo severa e distaccata, a volte petulante con assilli continui sul “..dove vai?..”, “..perchè non resti un po’ di più a casa?..”, “..sei andato in pensione ma non hai mai tempo per me..”, “..le tue passioni e i tuoi hobby sono insulsi, infantili e dispendiose, non potrei mai condividerle…” eccetera, eccetera.

Ed è così che molti uomini optano per la risposta apparentemente più facile: un’amante, meglio se giovane (come già ho detto prima).

Ma spesso questa è una scorciatoia che non funziona, o di breve durata per cui non risolve il problema.

L’allungamento dell’età media, il benessere economico procurato anche dalla possibilità di restare attivi professionalmente oltre l’età considerata “pensionabile” e l’entrata in vigore del divorzio, hanno reso possibile l’alternativa ottimale: la fuga dettata da un vero, nuovo amore.

Per un’ultima volta questi “adolescenti di ritorno”, affrontando tempeste emotive cui non erano preparati, inseguono l’amore non  come avventura fine a sé stessa, ma come possibilità di un ultimo percorso a fianco di una donna che rinnovi in loro gli stimoli dell’eccitazione, del sentimento ritrovato, delle emozioni  che si credevano perse e della condivisione di passioni che entusiasmino questa seconda vita, libera da problemi di ordine quotidiano (lavoro…figli…bilanci…ecc..).

Io non sono né psicologa né depositaria del sapere ma una cosa vorrei dire agli uomini che si avventurano nel mondo per esplorare territori ignoti: bisogna accettare il cambiamento, elaborando nuovi e possibili progetti.

Il cambiamento richiede coraggio e anche una buona dose di temerarietà. Coraggio verso sé stessi ma anche verso gli altri, verso chi si lascia, la moglie, ma anche verso chi si incontra, una nuova compagna, con la quale iniziare un nuovo percorso, breve o lungo che sia. Ricordatevi che in questo vostro "svolazzare", preda di rinate emozioni e perenni indecisioni, potreste far del male a chi vi aveva concesso fiducia credendo di poter costruire qualcosa insieme a voi.

E a noi  donne che dire? Se tanti uomini, nello stesso periodo di vita, vivono situazioni analoghe, vuol dire che non si tratta di incidenti privati ma di tappe di un percorso inevitabile e condiviso. I casi sono due: o ci fermiamo a riflettere instaurando un dialogo con la capacità di comprendere e l’impegno reciproco di rimettersi in gioco, quindi in discussione o….la piantiamo di lamentarci e tessere la tela e proclamiamo vigorosamente “Penelope non abita più qui!”.

   

53 Commenti a “MA DOVE VAI, SESSANTENNE?…scritto da Franci”

  1. Rosa61 ha detto:

    Salve diciamo che L articolo di Francy sui sessantenni rispecchia la realtà purtroppo ,forse anche supportati dal benessere ,dalle donne che vedono L uomo maturo posizionato e che le potrebbero far vivere in una tranquillità economica ma non mi dite che una giovane donna prova attrazione fisica per quanto siano ben portati ,chi ha vissuto la passsione le farfalle nello stomaco direi che è un altra cosa ,da parte dell uomo direi che all’andropausa forse reagiscono peggio che X noi donne ,i sintomi noi gli accettiamo come un normale corso della vita ,X quanto mi riguarda mai stata meglio,ma i maschietti nelle loro performas X fare i giovinastri o i Piterpan non si rendono conto di essere patetici e ridicoli ci sono limiti…X un po’ è pure divertente ma rasentare il ridicolo è troppo ,non voi ma mi guardò in giro e sorrido sorrido molto

  2. rita ha detto:

    Per puro caso ho letto l’articolo e il commento di Claudia ed essendo passato un sacco di tempo, mi sono chiesta che fine avesse fatto questa donna usata e gettata dopo aver amato con tutta se stessa. Perché? Perché tutto quello che leggo sia nella’articolo, sia nel commento di Claudia sembra la mia storia…identica. Io. Sono ancora alla fase di progetti insieme, ma so benissimo che non lascerà mai la moglie pur dicendo di non avere più niente in comune, nemmeno il letto. Dopo più di un anno siamo a zero
    , anzi, se lo presso, chiedendogli di liberarsi, entra in crisi e mi lascia…”per il mio bene”, dice lui, perché non vuole più farmi soffrire, spezzandomi invece così il cuore. Naturalmente il ricatto affettivo ormai funziona ed io ritiro ogni richiesta pur di non perderlo e torno al mio squallido posto. I progetti con questi uomini sono solo sogni che usano per prendere tempo e non decidere mai distruggendo chi li ama. Claudia, dimmi che ce l’hai fatta!!!!!

  3. Claudia ha detto:

    Ho letto con attenzione articolo e commenti, in questo momento della mia vita sto soffrendo per un amore con un sessantenne (io ho 25 anni di meno) che mi ha annientato nel cuore e nell’anima…con inganno e slealtà è riuscito a farmi perdere tutto, eppure piangeva e tremava, si disperava x tutti quei problemi che avremmo dovuto superare, io no, invece lo rassicuravo ed ho superato mille prove per fargli capire che il mio era amore vero e come tale sarei andata avanti a dispetto di tutto e tutti…fino all’ultimo si è fatto amare e pretendeva amore, nessun riguardo, nessuno scrupolo…anzi ora che mi ha fatto perdere il lavoro sarà ancora più compiaciuto della sua scelta…ha capito che non lascerà mai sua moglie e non c’entrano i sentimenti, non si sopportano a vicenda…eppure è andata così…io prego affinché sia logorato dai rimpianti, dai sensi di colpa,affinché conosca la sofferenza, quella vera…sapeva bene la mia natura non doveva neanche guardarmi se l’unica cosa che gli interessava e gli è riuscita benissimo è giocare con i sentimenti.

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