Sessantenni in balia delle illusioni. Disorientati, dal non sentirsi più così giovani ma non ancora vecchi. Spesso influenzati da eccitanti illusioni sotto l’effetto di impulsi irrazionali e improvvise ondate emotive che li convincono di essere pronti a rimettersi in gioco tra dubbi e angosce: vado, non vado. Anzi, resto.
E la coppia esplode.
In televisione, nelle librerie, sui giornali non si parla d’altro (gossip a parte..). In tanti ci provano a dare consigli su come recuperare un matrimonio o una coppia allo sbando.
Io credo che oggi ci sia una nuova chiave di lettura per questo problema che investe, almeno una volta nella vita, ciascuno di noi.
Poniamoci delle domande sulle cause che lo provocano:
- mancanza di dialogo?
- fine dei sogni?
- calo del desiderio?
- routine che polverizza l’amore?
o sono altri i motivi di rottura della coppia arrivata a questa età?
Nel pensiero comune c’è la convinzione che questa “sorte” sia un’esclusiva degli uomini, e le donne allibite si chiedono: “ma perché proprio a lui e perché proprio adesso?”.
Perché, nelle precedenti generazioni, pochi si sono trovati di fronte alle ansie dei sessantenni di oggi, costretti a inventarsi risposte spesso confuse, accompagnate da incertezze a cui seguono, spesso, errori.
E crollano tutte le sicurezze.
Personalmente non sono completamente convinta che sia solo il panorama maschile a soffrire di questa “patologia”; penso invece che, sia pure in percentuale molto minore, oggi la crisi da “menage” ha contagiato anche l’altra metà del cielo.
Le donne, da tempo divenute completamente indipendenti, hanno sovvertito i ruoli tradizionali. Non solo. Nella vita delle donne esiste una soglia biologica, la menopausa, inesorabile orologio interno, che le costringe a prendere atto del cambiamento. Se ne parla così tanto che le donne hanno superato il tabù e si sono accorte che alla “stazione dei sessanta” fermano ancora molti treni.
Per gli uomini no. A loro, in assenza di un’andropausa conclamata, sembra consentito protrarre a tempo indeterminato l’illusione della giovinezza. Così la boa dei sessanta li trova impreparati. E se, per le donne l’età è un’esperienza, per gli uomini diventa un enigma.
Quanto ai mariti inquieti, una volta erano le sigarette: uscivano per comprarle e tornavano dopo vent’anni.
E oggi? La voglia di andarsene è ancora lì, tormentosa alternativa o scelta impossibile.
Ma ci sono sostanziali novità: un tempo le donne fumavano di meno e, in ogni caso, non erano neppure sfiorate da un pensiero del genere. E poi, negli uomini di oggi il desiderio di fuga si presenta ad un’età in cui i fuggiaschi di una volta tornavano a casa pentiti, stanchi o malati.
In ultima analisi, c'è che la crisi comporta un’impari lotta con se stessi.
A sessant’anni si è percorsa una strada troppo lunga per ritornare sui propri passi a cuor leggero.
Che fare? Alcuni, seppure tra mille ripensamenti, decidono per il salto nel buio, possibilmente con altra donna più giovane. Altri si arrendono mugugnando, carichi di rimpianti. Ma la maggior parte decide di…non decidere e resta così, smarrito, dentro un’irrisolvibile angoscia di fronte alle sfide del tempo che passa. E allora tentano di fuggire da loro stessi e dalla propria donna/moglie la quale, spesso non è disposta a considerare o capire, a volte troppo severa e distaccata, a volte petulante con assilli continui sul “..dove vai?..”, “..perchè non resti un po’ di più a casa?..”, “..sei andato in pensione ma non hai mai tempo per me..”, “..le tue passioni e i tuoi hobby sono insulsi, infantili e dispendiose, non potrei mai condividerle…” eccetera, eccetera.
Ed è così che molti uomini optano per la risposta apparentemente più facile: un’amante, meglio se giovane (come già ho detto prima).
Ma spesso questa è una scorciatoia che non funziona, o di breve durata per cui non risolve il problema.
L’allungamento dell’età media, il benessere economico procurato anche dalla possibilità di restare attivi professionalmente oltre l’età considerata “pensionabile” e l’entrata in vigore del divorzio, hanno reso possibile l’alternativa ottimale: la fuga dettata da un vero, nuovo amore.
Per un’ultima volta questi “adolescenti di ritorno”, affrontando tempeste emotive cui non erano preparati, inseguono l’amore non come avventura fine a sé stessa, ma come possibilità di un ultimo percorso a fianco di una donna che rinnovi in loro gli stimoli dell’eccitazione, del sentimento ritrovato, delle emozioni che si credevano perse e della condivisione di passioni che entusiasmino questa seconda vita, libera da problemi di ordine quotidiano (lavoro…figli…bilanci…ecc..).
Io non sono né psicologa né depositaria del sapere ma una cosa vorrei dire agli uomini che si avventurano nel mondo per esplorare territori ignoti: bisogna accettare il cambiamento, elaborando nuovi e possibili progetti.
Il cambiamento richiede coraggio e anche una buona dose di temerarietà. Coraggio verso sé stessi ma anche verso gli altri, verso chi si lascia, la moglie, ma anche verso chi si incontra, una nuova compagna, con la quale iniziare un nuovo percorso, breve o lungo che sia. Ricordatevi che in questo vostro "svolazzare", preda di rinate emozioni e perenni indecisioni, potreste far del male a chi vi aveva concesso fiducia credendo di poter costruire qualcosa insieme a voi.
E a noi donne che dire? Se tanti uomini, nello stesso periodo di vita, vivono situazioni analoghe, vuol dire che non si tratta di incidenti privati ma di tappe di un percorso inevitabile e condiviso. I casi sono due: o ci fermiamo a riflettere instaurando un dialogo con la capacità di comprendere e l’impegno reciproco di rimettersi in gioco, quindi in discussione o….la piantiamo di lamentarci e tessere la tela e proclamiamo vigorosamente “Penelope non abita più qui!”.
scusate errore,miki,ma quanto in basso sei arrivato???
miki,ma quanto un basso sei arrivato???
in merito al mio commento del 23 gennaio, volevo aggiungere , se è possibile, una frase che ritengo importante, perchè senza quella il mio post si limiterebbe a una pura riflessione egoistica. La frase è questa: “SAPRA’ RENDERLA FELICE?” e dovrebbe essere posizionata dopo “sarà questa la donna giusta?”
Nel caso non fosse possibile fare quanto sopra, vi pregherei di non considerare questo commento e di eliminarlo e, comunque, di non pubblicarlo di seguito agli altri commenti
grazie e ciao
Signor Michele Einstein diceva:
« Due cose sono infinite: l’universo e la stupidità umana.
Della prima non sono sicuro. »
E mi “consenta” ho dei dubbi che lei indossi i pantaloni.
Cordialmente
Il Caicco
ciao franci io ho 69 anni appena compiuti e non ti nas condo con mia meraviglia dicevo:-cavolo ma parla con me.Poi mi sono guardato intorno,no anzi,ti leggo mentre sono a casa di mia figlia.come ti dicevo mi sono guardato intorno e scorro nei mie pensieri il dolce e meraviglioso tempo dei miei 42 anni di matrimonio.La voce le grida dei miei meravigliosi nipotini mi riporta alla realtà e penso è stato bellisimo,ma tutto il tempo che mi resta da vivere sarà dedicato a loro.quando mi chiamano nonno e lì che mi sento ringiovanire e penso vorrei vivere altri 69 anni.Ce la farò.
grazie francesca mi hai quasi commosso.baci.
Un articolo molto interessante…e che fa pensare. A me ha fatto riflettere e anche molto, perchè mi ritrovo pienamente nel modello che tu, franci, hai così bene descritto. Hai parlato di fine dei sogni, mancanza di dialogo, calo del desiderio e altro. Certamente non per tutti coloro che superano questa età è così… ci sono coppie che vivono questo loro tempo ancora intensamente, anche se,forse, con meno brio. Ma una gran parte degli ultrasessantenni, nel momento in cui viene varcata questa fatidica soglia e se la vita coniugale non è più soddisfacente come prima, si pone la domanda: e adesso?
Il sessantenne si guarda intorno… vede coppie felici, giovani e meno giovani, e si rende conto che la vita, dal punto di vista sentimentale, può ancora donargli qualcosa. E quel qualcosa è una donna che possa condividere con lui questa fase della sua esistenza.
Perchè non provare a riafferrare un pò di felicità?
Conosce una donna… si innamora… ma adesso sorgono i problemi.
Che fare? lasciare la moglie per questo nuovo amore? Sarà questa la donna giusta? Avrà la forza e il coraggio di affrontare questa nuova situazione? Oppure limitarsi alla semplice avventura?
Qualsiasi sarà la decisione presa, non sarà mai corretta, perchè porterà sofferenza e dolore ad altri.
Non è facile una risposta… io ancora la sto cercando!
ciao no coment…..
Sillabazione:
【sùd-di-to】
Definizione e Significato:
Aggettivo, Sostantivo
Aggettivo letteratura Sottoposto a un’autorità
Sostantivo Maschile (Femminile -ta)
Chi è sottoposto a una sovranità politica: essere un leale suddito dello stato
Abitante di uno stato retto con regime monarchico: i suddito del Regno di Sardegna
Chi fa parte di uno stato senza fruire dei diritti politici (si contrappone al cittadino)
I tuoi ”sudditi” Regina cara, si dichiarano ”vacanzieri” e tu, NS/R lavoraaaa!!!
Ciaoo, ti scriveremo una cartolina!
Caro Michele, innanzitutto non mi sento regina neanche della collezione dei miei calzini, figurarsi del blog! E poi di “sudditi” come li chiami tu, QUI NON CE NE SONO. Direi che la tua espressione è un’offesa nei confronti dei miei collaboratori e degli amici di questo blog che hanno TUTTI, ripeto TUTTI, gli spazi a disposizione in qualunque momento lo desiderino (forse ti sfugge il significato della parola “suddito”).
Per quanto riguarda il mio articolo non è rivolto a nessuno in particolare ma a tutti in generale, me compresa e se tu non sei d’accordo esprimilo come altri hanno fatto.
In ultima analisi, caro Miki, per le donne single tristi, fammi fare una bella risata…..AHAHAHAHAH.
Spero di essere stata esaustiva. Ciao
Cara Franci,certo scrivi molto bene tutti i tuoi racconti.
Da quando ti anno ridato la pass, sei diventata la regina del blog non dando spazio ai tuoi sudditi.
Per quanto riguarda i tuoi SESSANTENNI , non sono daccordo non mi sento tale. Anzi i miei sessanta sono l’opposto di quello che hai dichiarato.
Soltanto una sigle poteva scrivere questo argomento .
Ho conosciuto molti single soprattutto donne ,tutte tristi come te. Spiegami il perchè ?
ciao
bravissimo giosue’ allora sei da incontrare davvero cio ahahah
scusa lieta io non ho bisogno della serva ,anzi so fare tutto da solo anche meglio di qualche donna ciao
vedi rossana bisogna essere scevri da gravi problemi vari, cmq io so la seconda e assicuro ke per me la regina è stata la prima ciao non sempre le cose so uguali per tutti e dopo crac la fiducia non si ha + voglia rimetterla in gioco si sta bene anke così
ciao lieta forse non sai il detto la prima è una fascina la seconda è una regina, chi a sessantanni ritrova la voglia di amare non cerca una serva ma una regina. ciao
giosuè a 60 non so se trovi ki ti fa da serva
franco tremendo ke resta fuori terribile
…e l’amor è uno strano augello
niun lo può domesticar…….
A sess’ant’anni che uggello è ….forse uno struzzo che caccia la testa nella sabbia e lascia il resto fuori….
mi sembra che francy abbia ragione ormai noi ultra sessantenni se ci togliamo il nostra ultima soddifazione dell’amore, diciamo che alla nostra eta non si fa più danni, ma rinasce la nostra seconda gioventù,forse l’amore a questa età è molto migliore di quandi si aveva ventanni, si trovano altre senzazioni nell’amore.
franco scherzo n’attimo nee permetti ciao
doppia trentenne…..doppia passione …ehehehe
ahahah franco metti le mani avanti, io so na doppia trentenne aahahahah …………….
Caro Spitz ,intanto diamoci del tu (se credi), non sono particolarmente interessato a sapere il livello del mio testosterone ,per l’età che ho mi è sufficiente….pertanto.
Non guardo le trentenni come la volpe con l’uva (ricordi Fedro?) ,la guardo con il disincanto dell’uomo maturo ,che predilige i “frutti maturi”….poi se è bella l’ammiro come faccio con tutte le cose belle ….e infine ,come già detto, tutte queste cose dette non sono incise sulla pietra….sono un uomo (ancora vivo) e potrei smentirmi domani.
A me i bambini/e che si vestono, si pettinano e si gestiscono come ometti e donnine mi suscitano ilarità, allo stesso modo i sessantenni che abbandonano la famiglia, cambiano il modo di vestirsi di pettinarsi e di gestirsi come fossero diciottenni mi provocano ilarità accompagnata a compassione. Penso che la libertà derivante dall’andata in pensione dovrebbe essere sfruttata con nuove progettualità di vita tese invece a rinsaldare e/o recuperare, con il proprio partner, il rapporto molto spesso trascurato proprio a causa del lavoro e degli impegni di famiglia, quindi non lasciarsi andare alla illusione di agguantare i tempi della giovinezza ormai passati. Diversamente debbo pensare che tali sessantenni non avevano un buon rapporto con il partner nemmeno quando le tempeste ormonali di scatenavano in corpi giovani e piacenti. Augurerei ai sessantenni, me compreso, una maggiore osservazione della natura che offre in tutte le stagioni i propri frutti, considerando che quelli dell’autunno sono particolarmente delicati, profumati colorati e saporiti. Il coltivare i buoni sentimenti, ed il donarsi agli altri non escluso il nostro compagno/a mantiene giovani più di ogni altro elisir.
l’economia personale dipende da l’ave’ data troppa fiducia immeritata ki non degno e sprecone senz’altro, il mio amore è riversato ad plus sui figli ke han bisogno di esemplarità aiuti anke economici e voglia di vivere ke mi auguro non passi mai fino all’ultimo apatie e c le lascio a quelle persone ke non san trovare cmq tutto autonomie personali autostime laboriosità voglia di sapere carità e questi so tutti parti della carica dell’amore dell’esempio ke ho ricevuto dai miei cari e santi laboriosi genitori e famiglia………….me par de ves in gesa…..
Gentile signora Francesca, nessuna provocazione da parte mia e perché dovrei poi.
Ho solo esposto dei dati scientifici e lei sa bene, essendo persona intelligente, che i riferimenti sono sempre generali. Ho usato la frase “profumo di donna …”per non elencare tutte le cause che portano a questo, come la depressione: riduzione dell’interesse e delle attività (apatia), senso di solitudine, senso di colpa e incapacità di provare piacere (anedonia).
Ma lei queste cose le sanno ha solo voluto provocarmi ironicamente comunicandomi il “sangue caldo” delle donne italiane, (lo conosco molto bene) e le dirò che non mi dispiace anche perché su questi argomenti in questo contesto è meglio, ogni tanto, uscire dalla rigidità dei dati che sono troppo “freddi”.
Sono molto contento che abbia sufficiente testosterone signor Franco Muzzioli e continui a tenerlo nelle parti basse perché quella è la sua sede.
Negli adulti, la secrezione dell’ormone testosterone aumenta anno dopo anno.
Dai trenta anni inizia però un lento declino (se ne perde circa l’1% ogni dodici mesi).
Con l’età negli uomini i livelli di testosterone calano, benché non così rapidamente come gli estrogeni nelle donne.
Si parla allora di andropausa, l’equivalente maschile della menopausa, con sintomi del tutto simili.
Può trovare tutto sul : Journal of Clinical Endocrinology and Metabolism.
Lei scrive che guarda le trentenni ma non crede di arrivare a innamorarsene, le guarda come potrebbe guardare un quadro o come quel frutto maturo ma troppo in alto per poterlo cogliere e
con la paura di cadere arrampicandosi?
Cordialmente
Spitz
Tanti commenti e tanti pareri, ciascuno dice la sua, con il proprio bagaglio di conoscenze, esperienze personali, episodi di vita vissuta ma alla fine si arriva alla stessa conclusione e si è tutti concordi. La realtà è che si vive principalmente di emozioni delle quali non possiamo fare a meno perchè le emozioni sono il carburante necessario per alimentare i battiti del nostro piccolo/grande cuore che ha costante bisogno d’amore per continuare a percorrere la strada della vita.
“Sarò quello che sarà “,Ha scritto un grande filosofo,in queste frasi ci sono gli elementi significativi,di una filosofia di vita che appartiene a tutti,provate a riflettere,ciao buona giornata a tutti
Caro Giuseppe, proprio sull’amore per i non più giovanissimi, ho scritto, in questo blog, il 28 dicembre 2011. Forse ti è sfuggito il mio articolo. Il titolo era “ANNO NUOVO, I CUORI SPLENDONO”. Pertanto, su questo punto, nient’altro credo si possa aggiungere, siamo tutti d’accordo. Un’ultima cosa aggiungo: si può NON mettere il dito nella marmellata anche se c’è…(volendo..!).
Franco ha centrato esattamente il senso del mio scritto. Ho ribadito più volte il mio pensiero, anche nella risposta al commento di Rossana, per cui non mi ripeterò.
Caro Spitz, non so quali cinquanta/sessantenni apatiche, prive di desiderio, carenti di “profumo” di donna, per niente attraenti fisicamente, tu abbia incontrato, ma posso dirti una cosa? Questa parte del tuo commento sa tanto di simpatica e accattivante provocazione; prova a frequentare un pò la chat di Eldy e vedrai “sprizzare” entusiasmo, fascino, e stimolanti “panorami” femminili che forse, nel tuo glaciale paese, ti sono sconosciuti. Questa è l’Italia, caro Spitz, il paese “caldo”..(in tutti i sensi..!!).
Cara Lieta, (ora torno seria..). Il nostro pensiero non è “farfallino” e superficiale, tutt’altro! I problemi economici sono la prima grande difficoltà da affrontare come conseguenza di una confusione generata da un’immaturità nell’età che io ho definito degli “adolescenti di ritorno”.
Grazie a tutti, è stato un bel confronto improntato al dialogo ragionato che ha, come scopo, la comunicazione, senza altre velleità da sterili schermaglie.
Sì Giuseppe “quando l’amore c’è la gamba la tira al piè” dice un vecchio adagio delle mie parti ,oppure “l’amore è cieco” e via dicendo. Non credere anche io guardo le trentenni , ma non credo arriverei mai ad innamorarmi perchè ho la cognizione dei miei anni e del gap tragico che ci sarebbe. Vorrei ricordarti la storia dè “l’angelo azzurro” dove il vecchio professore si innamora prerdutamente della giovanissima Lola Lola ,riducendosi poi inevitabilmente a diventare un clown ….c’è un tempo per tutte le cose!
E vorrei dire anche a Spitz che anche io ho sufficente testosterone ,ma cerco di relegarlo alle parti basse del corpo, ragionare con il “testosterone” porta a non ragionare affatto.
gente ma la crisi sapete che è fondata su egoismi plusgeneri, amore età innamoramenti credo ke na certa età co responsabilità familiari serie certe cose so po’ fuori portata di vita, si vede ke avete piuttosto poko prblm economici e gli amore veri non hanno sbandieramenti
Proprio nella Buona Domenica del Bosco dell’8 gennaio ho umilmente esposto le mie riflessioni sull’età dell’amore con l’articoletto “L’AMORE NON HA ETÀ” che serviva come presentazione di un significativo e chiaro esempio di una salda unione coniugale (sicuramente lo avete letto).
Qui, nel suo commento, Spitz ci ricorda che ci si può innamorare a tutte le età e su questo mi pare che ci troviamo tutti d’accordo. Ora, il mio commento a quanto mirabilmente esposto da Franci era di carattere generale nel voler attribuire le responsabilità degli sbandamenti su entrambi i fronti. Se la marmellata non c’è, non possiamo metterci il dito.
A Franco posso dire che possiamo metterci con ponderazione tutta la riflessione che vogliamo ma le emozioni sono, nella maggior parte dei casi, indipendenti dalla nostra volontà e siamo portati a viverle indipendentemente dai problemucci che ciascuno può avere (questo vale per Lieta che è sempre una cara amica). É sempre un piacere stare con tutti voi, grazie.
e giuseppe ke parli di ali svolazzanti omi ke non posson esimersi dal cogliere ma dai ke ce li avete qualke problemuccio vero + serio
spitz sei certo ke pure gli uomini ke devon sgobbà ben altrettatno come le donne non perdon quel ke dici profumo poi la solidarietà do sta, il dialogo per sta assieme, e te assicuro na donna ke deve combatte per vive e lavora è piena di ormoni trovo + apatici assai voi maschietti
Mettere fine a una vita di coppia che va avanti da decenni, tra alti e bassi, perché si ha voglia di ricominciare, perché non si è più innamorati, perché si vive male e ci si vuole concedere un’altra chance per essere felici. Sono scelte coraggiose dettate dal desiderio di costruirsi una nuova esistenza, ora o mai più.
I divorzi, in quella fascia di età, derivano da un nuovo modo di vivere le tappe dell’esistenza.
I sessantenni si sentono ancora giovani, con la capacità di cogliere nuove opportunità, non c’è più la necessità di accudire ai figli e si teme sempre meno la loro disapprovazione, migliora la salute e ci sono anche farmaci che aiutano a potenziare le capacità psicofisiche. E, inoltre, non c’è solo il lato drammatico di una separazione: la possibilità di cominciare una nuova vita e progettare, anche in un’età avanzata, allontana lo spettro della vecchiaia.
E spesso si dimentica che ci si può innamorare a tutte le età.
Il divorzio in questa situazione, ha anche una valenza di affermazione della propria vitalità e della capacità di potere ancora concedersi una nuova vita.
C’è anche il fattore biologico: l’uomo a sessant’anni ha ancora il testosterone attivo, le donne, invece, vanno in menopausa a cinquanta anni, e nella maggior parte dei casi non fanno le cure ormonali che invece potrebbero fare in sicurezza.
Una donna priva degli ormoni diventa apatica, perde il desiderio, si abbassa anche l’umore…
perde il profumo di donna, è quindi diventa meno attraente fisicamente.
Anche da questi fattori derivano che a essere lasciate sono in maggioranza le donne.
Una buona serata a tutti.
Spitz
Mi pare che Rossana ponga bene il problema,”questa illusione” ,come la chiama lei, può esietere ,si può rimanere assieme per tutta la vita, ma non è un assioma.
E’ chiaro che se sparisce la passione, se le caratterialità diventano insopportabili, ma soprattutto se si incontra un’altra persona che accende sensi sopiti , è inutile stare assieme a dipetto dei Santi.Ma però mi pareva che l’articolo di Franci volesse parare ad altro, voleva stigmatizzare “gli adolescenti di ritorno”,cioè l’immaturità di fondo di certi atteggiamenti di alcuni sessantenni.
Sessantenni che pensano di avere ancora trent’anni e vanno a cercare “supposte coetanee”. Vorrei poi dire a Giuseppe che se un uomo “sbanda” lo fa con una donna (a parte i Marrazzo) ,ma se un sessantenne lo fa con una trentenne questo sbandamento fifty fifty avrebbe bisogno di una maggiore riflessione.
Cara Rossana, io non colpevolizzo assolutamente l’amore dei sessantenni, tutt’altro! Sono una fanatica dei sentimenti e innamorata del sentimento Amore del quale ho grandissimo rispetto, a tutte le età. Ciò che volevo esprimere col mio scritto, è l’illusione derivante dall’immaturità di certe persone, (sembra un controsenso a sessantanni, vero?), dai rischi che le indecisioni provocano in termini di sofferenza e malessere a chi ne resta coinvolto (..e travolto..)suo malgrado, rapportandosi con una persona che tiene un comportamento irrazionale, scomposto (per non dire scorretto), confuso e poco coraggioso(questo, ovviamente vale sia per maschi che per femmine).
Un abbraccio.
Cara Franci, anch’io sono una sessantenne e sono l’altra metà del celo. Non ho capito se tu colpevolizzi o elogi l’amore dei sessantenni. Credo che non ci sia un’età per amare e per mettersi in gioco, l’amore a questa età invece penso sia più maturo, più razionale e responsabile “”NON ILLUSIONE”.
Per cultura crediamo che una coppia possa restare unita fino alla fine,con il dialogo, con il desiderio, con i sogni “QUESTA E’ILLUSIONE”.Negli anni passati un uomo a 60 anni era vecchio e logorato dal duro lavoro, la donna sfinita da 7/8 parti, ora no.
A 60 anni donne e uomini si sentono ancora in grado di rimettersi in gioco e oestamente penso che se un rapporto non da’ più nulla perchè non avere il coraggio di ricominciare????
Ciao
Credo sia stato detto tutto sull’argomento magnificamente esposto !
La mia filosofia è -VIVERE ALLA GIORNATA- !!!!!!!
GRAZIE ANGELO MIO. ciaoooooooooo
Quando ci si sente attratti fortemente da un’altra persona vuol dire che il rapporto attuale è in crisi; a questo punto esistono due possibilità: lo si tronca e si inizia una nuova storia o lo si accetta per quello che è, consci che l’attrazione ha solo messo in luce gli aspetti negativi del rapporto: sta a noi decidere se la qualità del rapporto attuale è sufficiente.
Se una cosa non si vuole fare non la si fa?Giusto,ma chi rifiuterebbe di sedersi a una tavola apparecchiara e imbandita?Chi sia uomo o donna.E’ probabile che rifiuti di più l’uomo,ma per paura di non essere all’altezza della situazione e venga deriso.
“San Bendetto Labre fu cercatore di Dio sulle strade della terra. La solitudine fu la sua vocazione, foss’egli smarrito fra sentieri selvaggi o fra il popolo di Roma. La contemplazione dovette essere tutta la sua vita nel tempo che precedette la beatitudine eterna.”
Non ci sono più di questi personaggi oggi.
Si, credo e credo anche che il giusto sta nel mezzo per cui ognuno assuma le proprie responsabilità, cioè al 50%. Però la consideraione postuma per chi non lo fa, guarda caso è che se è lei a non farlo allora lei è una virtuosa ma se è lui a non volerlo allora lui è un……… (aggiungi tu la parola). Questo è il pensiero corrente, sia nell’emisfero maschile che in quello femminile, eccezioni a parte, s’intende. Ciao Franci.
Poveri maschietti!! Irretiti da fameliche e assatanate Messaline, cosa possono fare se non soccombere alle indemoniate cacciatrici? E loro, i maschietti, sono “obbligati” a soggiacere, sicuramente molto “nolenti”, contro tutte le loro buone intenzioni!! Chissà peerchè, alla fine, è sempre colpa di Eva. Ahahahah….o forse, quei poveri maschietti hanno sempre bisogno di qualche alibi con i quali giustificarsi?
Giuseppe, se una cosa non la vuoi fare, non la fai, punto e basta, non credi?
Ciao Giuseppe.
A quanto è stato già detto vorrei aggiungere che, oggi, nell’altra metà del cielo volano tante farfalle le quali, rendendosi conto che le loro grandi ali variopinte possono ancora catturare le attenzioni del maschio, si lanciano nella conquista. Non importa se il maschio è già di un’altra, anzi è meglio perché in tal caso la conquista è più interessante, intrigante e soddisfacente per il proprio orgoglio di femmina. E il maschietto in tal caso che fa? Deve fare il maschietto e si lascia catturare, volente o nolente. Allora dico la crisi del sessantenne è spontanea o provocata? Eva ha offerto la mela e Adamo, poverino, non poteva sottrarsi dal coglierla.
Cara Franci, diamo un po’ di dati a questo tuo interessante e attuale articolo.
Separarsi a sessanta anni
I dati Istat rivelano che le separazioni dopo venticinque anni di matrimonio sono in aumento rispetto a quelli appena nati.
Indipendenza femminile e prolungamento della sessualità maschile sono alcune tra le cause della rottura di un tabù che ha forti radici in Italia.
Secondo una ricerca svolta dall’Università Bicocca di Sociologia di Milano, dal 1974 a oggi, si sarebbe registrata un’impennata del numero delle separazioni che avvengono una volta superati i sessant’anni. Se nel 2003, infatti, si registravano separazioni dal 3,2% al 5,9%, nel 2007 si sono superati gli 8,3% e i dipartimenti delle università italiane ne analizzano cause ed effetti sulla società italiana.
Detto questo tu, ci poni quattro domande sulle cause della rottura, io aggiungo che succede anche quando la coppia sta vivendo un momento di crisi, quando non ci si capisce più, non si comunica più e si diventa estranei… non solo nel letto.
Riguardo alle precedenti generazioni con quello che avevano passato e pressoché all’insegna dei soli doveri, con molta più umiltà dopo trenta/quarant’anni insieme si prendevano sottobraccio per affrontare in due la vecchiaia, senza…pruriti!
Vedi sto rispondendo punto per punto alle tue domande.
L’altra metà del cielo, come la chiami te, non solo è stata contagiata ma si è messa alla pari e tenta anche il sorpasso. Oggi la fedeltà è considerata una scelta culturale, un qualcosa che si persegue se si hanno particolari valori; altrimenti viene accettato il fatto che le persone hanno molte possibilità d’incontri diversi e pertanto, quando s’incontra un’altra persona e non si sta più bene insieme al partner abituale, semplicemente ci si lascia.
Le occasioni di tradimento si sono moltiplicate anche perché oggi le donne hanno maggiori occasioni d’incontro: lavorano fuori di casa, viaggiano da sole, fanno tardi. Anche le donne che non lavorano non sono più isolate ma grazie a Internet, possono conoscere persone e instaurare relazioni anche senza uscire molto da casa…vero anche che si sono accorte che nella loro “stazione”si fermano molti treni, non il Freccia Rossa ma un bel Rapido con qualche minuto di ritardo SI!!
Se Penelope non abita più lì dove è andata?
Non sono arrivata ancora ai 60 e cmq sono sola quindi non posso parlare di una mia esperienza di coppia ma la mia idea si avvicina molto a quello scritto da Franco e da Angelom.
In sostanza se non hai le basi di coppia da giovane, non le trovi sicuramente a sessant’anni.
Hai avuto l’onore di conoscere di persona ”la coppia più bella del mondo” e penso dovresti parlare di più con loro per conoscere il loro ”segreto”.
Come sempre, sei magistrale nei tuoi articoli!
Cara Franci, il tuo articolo è molto interessante e pone molte domande a noi che abbiamo passato i sessanta anni . Posso dirti che nella vita ne capitano di tutte, ma non mi sento né disordinato né privo d’idee per il futuro anche se ò passato la settantina, cerco di essere pieno d’interessi. Anche se purtroppo non c’è la capacità di fare cose di quelle che facevi prima, l’entusiasmo non manca. Sono felicemente sposato da 47 anni e il nostro rapporto non scoppia, il legame con l’avanzarsi dell’età aumenta perché ognuno ha bisogno delle risorse dell’altro, basta avere quel rispetto, quella sensibilità e un rapporto di condivisione . Ormai sono in pensione da molto tempo, contrariamente a quello che tu dici per me e mia moglie è stata una vita nuova, perché abbiamo pensato più a noi stessi ed agli altri, anche nelle cose più banali e realizzando quello che non avevamo in mente prima ,di fare. Io penso che se non c è la fiducia,la serietà, la forza, l’amore di affrontare la vita di coppia ,non si va da nessuna parte.
c’è solo una parola egoismo, alla base di storie saltate, e ki sogna di vive meglio dopo na certa età, da pascià ancor super riverito, de solito finiscono gli egoisti fa servi e cervi a giovincelle cretinette, e appunto la solidarietà se non c’era prima non si sa se sboccia per costoro a l’età della presunta maturità ke doveva essece da na vita………..discorso infinito e cmq non c’è la voglia di saper vivere davvero pur con le difficoltà esistenziali…………gente contentiamoci di quel ke c’è, ke altri magari tanto manko hanno e campano lo stesso con dignità sincera vera…………
Innanzi tutto complimenti perchè l’articolo è bellissimo, cara Francesca è tutto vero quello che hai scritto e non so se ci sono rimedi….forse uno c’è ed è quello di considerare che dopo i sessant’anni ci sono i settanta, gli ottanta e forse i novant’anni,oggi si campa molto di più ,soprattutto voi donne …..allora bisogna pensare al futuro dove la necessità di “mutuo soccorso” è basilare (non contiamo sui figli e sulla società).
Due persone che si conoscono da tanti anni possono farsi compagnia , aiutarsi reciprocamente,altro che “adolescenti di ritorno”! Questi sprazzi di immaturità non portano che alla solitudine o ad una malinconica deriva.
I sessant’anni sono l’età giusta per essere “maturi” , una volta a quell’età si era alle soglie della vecchiaia ,ora vi possono ancora essere venti o trent’anni da vivere anche in modo piacevole , te lo dice uno che va per i settantacinque anni e non si sente assolutamente vecchio.
Ad un uomo che non sa più dialogare ,che sente i suoi sogni finiti, che percepisce l’amore domestico come una routine ed a sessant’anni pensa con l’acquilina in bocca alle trentenni , gli si da in fretta il benservito o lo si rimanda alle elementari.
Scusami se ti parlo come un montanaro che vive la sua vita diversamente da come tu l’hai impostata cercando di trovare una ragione (causa) su un sessantenne da un comportamento composto di illusione.La parola “ma dove vai”è molto provocatoria e cerchi di vedere solamente la parte meno significativa nel pensiero del sessantenne.Prova per un’attimo a leggere il “silenzio” in questa persona e ti accorgerai di aver saltato alcuni capitoli importanti.Perdonami,ti ho suggerito il mio pensiero che gelosamente tengo nascosto.Con simpatia gigi.
Un bellissimo saggio, Francesca. Che illustra vicende, problemi, stati d’animo, emozioni, passioni. La conclusione c’è ma è un’esortazione. Facciamo sì che lo scorrere del tempo faccia di noi, donne e uomini, persone mature e coscienti. Per ridarci entusiasmo,certo. Ma anche per prendere atto che, molte volte,la felicità non è come quella che sognavamo a vent’anni.