Alba ci propone la conoscenza di un grande maestro della scenografia, pittore, costumista, un importante animatore e illustratore italiano: EMANUELE LUZZATI, genovese purosangue, profondamente legato alla sua città natale e interprete, nel secolo scorso, di un'arte figurativa abile e colta. Un grande artista che usando i più disparati materiali (terracotta, smalti, lane per arazzi, collage di carte e tessuti) ha arricchito il suo mondo fantastico con espressività e stile personalissimo producendo, in 50 anni di attività, disegni, illustrazioni e scenografie di grande magnificenza.
Questo video è servito, attraverso i disegni animati di Luzzati a far conoscere Genova nel mondo, con il suo vissuto quotidiano, il porto e l'industria, le sue architetture e tutto il suo splendore.
Ci racconta Alba che ha avuto l'onore di frequentare la casa di Emanuele Luzzati assistendo la mamma e quindi conoscendolo personalmente all'interno della sua famiglia, oltre che come grande artista. Era un uomo di religione ebraica, dotato di grande personalità e ingegno, con una carica di umanità non indifferente. Lei lo definisce anche, un eterno bambino, forse per le filastrocche e i libri di fiabe da lui disegnati.
Ed ecco un altro capolavoro di animazione del maestro abbinato ad una grande opera di Rossini: LA GAZZA LADRA:
Di fronte all'Acquario di Genova, al Porto Antico, c'è una mostra permanente di Luzzati dove sono esposti disegni e le opere più rappresentative dell'artista.
E' sicuramente un luogo che merita la visita di chi si trova a passare da Genova ma anche di chi, in una giornata di vacanza e relax vuol trascorrere qualche ora dentro un magico mondo che non è solo per bambini ma è tappa obbligata per tutti.
Mi piace riportare una bella frase di Emanuele Luzzati riferita proprio alla sua città natale, Genova:
Semplicemente stupendo.Ancora una volta ci doni tasselli preziosi di un mosaico della Tua Genova.Ti devo dire che hai il dono di esternare a tutti noi “segreti” delle tue esperienze vissute con intensa vena lirica . Grazie
Franci, la mia conoscenza di Luzzati è avvenuta tramite un grande ceramista di Albisola, Umberto Piombino, del quale puoi trovare la storia su Wikipedia. Lui era molto amico di Luzzati e anche collaboratore, si perchè Luzzati ha fatto anche il ceramista. La conoscenza è avvenuta attraverso il passa parola del mio operato. Lelle, come comunemente lo si chiamava in casa, era una persona timida, aveva sempre paura di far del male,la sua bontà si rispecchiava in ogni suo pensiero. Io ero una semplice infermiera ma sono stata elogiata tanto. Tant’è vero che quando è mancata la mamma lui mi ha inserito nel giro di persone che frequentavano la Sinagoga, essendo ebreo. Da quel momento,a me il lavoro è cresciuto a vista d’occhio,e con lui ho mantenuto i contatti ancora per tanto tempo.
Posseggo, in suo ricordo ,tre quadri che rappresentano le stagioni, firmati da lui e da lui donati ai miei figli. A me ha voluto lasciarei un mezzaro genovese con l’albero della vita dipinto da lui e firmato che io tengo preziosamente nelle mie cose come una reliquia.
Cara Alba, deve essere stato molto interessante e al tempo stesso emozionante conoscere personalmente un artista come Emanuele Luzzati. Per postare il tuo scritto mi sono documentata un pò e ho letto che la sua scomparsa è avvenuta proprio il giorno prima di ricevere il “Grifo d’oro”, il massimo riconoscimento del Comune di Genova. Luzzati ha lasciato un grande vuoto e indicibile sconcerto sia nel Sindaco della città che in tutte le massime Autorità, negli artisti e non solo. Diceva di lui, Giorgio Strehler:
“di fronte alle sue scenografie si ha quasi sempre l’impressione di finire mani, piedi e pensieri dentro un sogno”. E guardando questi video ci si trova davvero dentro a un sogno.
Bellissimo pezzo d’arte, Alba. Da amante dell’arte ti faccio i miei complimenti.
Un servizio semplicemente stupendo, da gustare in tutte le sue parti e da conservare fra le cose più belle. Quando capitano queste cose in Eldy c’è da esserne davvero orgogliosi.
Sono sempre interessanti questi spaccati delle nostre belle città,con la loro storia,le bellezze e i segreti…
Mark Twain, Innocenti all’estero 1867, così scriveva delle donne genovesi:
Mi piacerebbe restare qui, preferirei non procedere oltre. Può darsi che vi siano in Europa donne più graziose, ma io ne dubito. La popolazione di Genova è di centoventimila anime: di queste, due terzi sono donne, e almeno due terzi delle donne sono belle; ben vestite, fini, leggiadre quanto si può senza essere angeli. Gli angeli, però, non sono molto ben vestiti, mi pare: almeno quelli dei dipinti: non hanno le ali.
Grazie Franci sei riuscita ad esporre le mie intenzioni in una maniera semplice e comprensiva.
voglio aggiungere che dove atualmente viè la mostra di Luzzati è una grande fortificazione che risale al 1500 di vedetta per i saraceni, difatti visitandola si vede ancora la posizione dei canoni, col tempo è servita per scaricare il cibo ed il suo nome è Porta Siberia (che in russo vuol dire cibo) li è nato il primo nucleo dei genuati(ora genovesi)
Semplicemente stupendo.Ancora una volta ci doni tasselli preziosi di un mosaico della Tua Genova.Ti devo dire che hai il dono di esternare a tutti noi “segreti” delle tue esperienze vissute con intensa vena lirica . Grazie
Franci, la mia conoscenza di Luzzati è avvenuta tramite un grande ceramista di Albisola, Umberto Piombino, del quale puoi trovare la storia su Wikipedia. Lui era molto amico di Luzzati e anche collaboratore, si perchè Luzzati ha fatto anche il ceramista. La conoscenza è avvenuta attraverso il passa parola del mio operato. Lelle, come comunemente lo si chiamava in casa, era una persona timida, aveva sempre paura di far del male,la sua bontà si rispecchiava in ogni suo pensiero. Io ero una semplice infermiera ma sono stata elogiata tanto. Tant’è vero che quando è mancata la mamma lui mi ha inserito nel giro di persone che frequentavano la Sinagoga, essendo ebreo. Da quel momento,a me il lavoro è cresciuto a vista d’occhio,e con lui ho mantenuto i contatti ancora per tanto tempo.
Posseggo, in suo ricordo ,tre quadri che rappresentano le stagioni, firmati da lui e da lui donati ai miei figli. A me ha voluto lasciarei un mezzaro genovese con l’albero della vita dipinto da lui e firmato che io tengo preziosamente nelle mie cose come una reliquia.
Cara Alba, deve essere stato molto interessante e al tempo stesso emozionante conoscere personalmente un artista come Emanuele Luzzati. Per postare il tuo scritto mi sono documentata un pò e ho letto che la sua scomparsa è avvenuta proprio il giorno prima di ricevere il “Grifo d’oro”, il massimo riconoscimento del Comune di Genova. Luzzati ha lasciato un grande vuoto e indicibile sconcerto sia nel Sindaco della città che in tutte le massime Autorità, negli artisti e non solo. Diceva di lui, Giorgio Strehler:
“di fronte alle sue scenografie si ha quasi sempre l’impressione di finire mani, piedi e pensieri dentro un sogno”. E guardando questi video ci si trova davvero dentro a un sogno.
Bellissimo pezzo d’arte, Alba. Da amante dell’arte ti faccio i miei complimenti.
Un servizio semplicemente stupendo, da gustare in tutte le sue parti e da conservare fra le cose più belle. Quando capitano queste cose in Eldy c’è da esserne davvero orgogliosi.
Sono sempre interessanti questi spaccati delle nostre belle città,con la loro storia,le bellezze e i segreti…
Mark Twain, Innocenti all’estero 1867, così scriveva delle donne genovesi:
Mi piacerebbe restare qui, preferirei non procedere oltre. Può darsi che vi siano in Europa donne più graziose, ma io ne dubito. La popolazione di Genova è di centoventimila anime: di queste, due terzi sono donne, e almeno due terzi delle donne sono belle; ben vestite, fini, leggiadre quanto si può senza essere angeli. Gli angeli, però, non sono molto ben vestiti, mi pare: almeno quelli dei dipinti: non hanno le ali.
Grazie Franci sei riuscita ad esporre le mie intenzioni in una maniera semplice e comprensiva.
voglio aggiungere che dove atualmente viè la mostra di Luzzati è una grande fortificazione che risale al 1500 di vedetta per i saraceni, difatti visitandola si vede ancora la posizione dei canoni, col tempo è servita per scaricare il cibo ed il suo nome è Porta Siberia (che in russo vuol dire cibo) li è nato il primo nucleo dei genuati(ora genovesi)