I Beatles e i Rolling Stones. Bob Dylan e Joan Baez. E poi il Vietnam, la Primavera di Praga, i Movimenti operai e studenteschi in Italia e in Germania, l’assassinio di Martin Luther King e di Robert Kennedy, la nascita del femminismo e il festival dell’Isola di Wight.

 

Il ’68, un anno cronologicamente definito, dodici mesi che non lasciano respiro.

 Un movimento che ha profondamente trasformato il modo di essere e di pensare di generazioni intere da una parte all’altra dell’Oceano, infrangendo modelli e valori logorati e imponendone altri, che sono ancora parte delle nostre vite.

La Guerra del Vietnam fu un evento scatenante che ha provocato la rivolta giovanile in tutto il mondo. L’esercito USA formato da soldati americani che cercano di riprendersi pezzi di territorio in mano ai Vietcong. Sono ragazzi di vent’anni, spesso non capiscono bene cosa ci fanno lì, hanno una gran paura di morire e ne parlano piangendo senza vergogna ai microfoni di fotoreporter. Ma in quell’anno saranno quasi  quindicimila a lasciarci la vita.

 Ragazzi non molto diversi dai loro coetanei di San Francisco, gli hippies con i sandali e i capelli lunghi, i giovani pacifisti dei campus universitari, altro imponente movimento di denuncia della “sporca guerra” e dei suoi orrori. Immagini di massacri ed esecuzioni fanno il giro del Mondo.

Anch’io allora ho iniziato a far parte di un gruppo studentesco nella Milano degli “eskimo verde”, contro i fascistelli “figli di papà” che menavano botte senza conoscerne il motivo ma, immancabilmente, se ne tornavano a casa “menati”.

Allora si manifestava indifferentemente con il  movimento studentesco, quando serviva, col movimento operaio, all’occasione, e pure col movimento femminista. Un po’ di confusione regnava, però.

La cosa positiva era che ho avuto amici di ogni genere e fascia sociale. Dagli studenti meridionali agli iraniani, ai marocchini, turchi, indiani, siciliani e sardi. Erano tutti, indiscriminatamente, fratelli nella solidarietà giovanile.

La cosa negativa, invece, è stata la brevissima amicizia (scolastica) con neo-brigatisti, precursori degli anni di piombo dalla strage di Piazza Fontana in poi. Bandiere rosse e nere sventolavano senza confini.

Ma è stata questa esperienza che mi ha permesso di ragionare  con la mia testa maturando in fretta.

In quegli anni la rivoluzione culturale ha coinvolto musica, arte, pittura e non solo. Il mondo prese coscienza dei diritti legati alla questione razziale, all’omosessualità, al femminismo. Nacque il movimento pacifista con quello slogan, ricordate? “Fate l’amore, non la guerra”. Il Festival rock dell’Isola di Wight: un inno all'amore libero.

Ma la fine di molte speranze arriva con l’assassinio di  Robert Kennedy, candidato democratico alla presidenza Usa.

Sale la contestazione in Europa, a Berlino come a Roma, a Milano e a Parigi si occupano le università. Si fa strada un altro slogan, molto più rischioso: “proibito proibire”. Da non dimenticare la Battaglia di Valle Giulia a Roma tra manifestanti universitari e polizia. A questo proposito Pier Paolo Pisolini scrisse una poesia intitolata “Il PCI ai giovani” che gli costò un’ulteriore emarginazione da parte del suo partito.

A Parigi viene occupata la Sorbona e il vento di ribellione arriva fino all’impero sovietico, con la Primavera di Praga presto soffocata dai carri armati di Breznev.

Ma grande importanza l’ha avuta un leit-motiv: la MUSICA, importante e  potente  unificatrice di tanti ideali. Cantanti come Bob Dylan e Joan Baez che influenzano il  mondo giovanile più di qualunque leader politico. Un potere che si basa su milioni di dischi acquistati, (allora non c’era il pc dal quale poter ascoltare o scaricare le canzoni) e ascoltati ossessivamente all’infinito.

E poi c’erano i trasgressivi e ribelli Rolling Stones e i più “morbidi” e rassicuranti Beatles.

 

Qualcuno ha definito la protesta giovanile del ’68 la “rivolta dei capelloni” e di una “gioventù bruciata”. Voi che ne pensate?

             

24 Commenti a “QUELL’INCREDIBILE SESSANTOTTO….scritto da Franci”

  1. francesca (franci) ha detto:

    E anche a Ugo chiedo scusa se non ho risposto al suo commento, ma l’ho letto con attenzione come tutti gli altri. Potrei rispondere più o meno le stesse cose che ho detto a Mario. Aggiungo che l’accordo Agnelli-Lama è stato siglato nel ’75, ma è anche vero che è stato il risultato delle lotte operaie degli anni precedenti. Mi fermo qua, proprio perchè non intendo scendere nei meriti o nelle responsabilità di classi politiche attuali. Non era il fine del mio articolo, scusatemi e non abbiatevene a male.
    Se posso permettermi, Ugo, di farti una richiesta personale ti chiederei di eliminare tutte quelle kappa e usare delle sane e comuni “c”. Non costano di più e ad una certa età trovo che scrivere con abbreviazioni (del tipo …nn..sn..xchè…ecc..) e con le k al posto delle c, sia abbastanza ridicolo. Scusami ancora, ma forse tu hai vent’anni o poco più. Nel qual caso….
    Un caro saluto anche a te.

  2. francesca (franci) ha detto:

    Chiedo scusa a Mario ma non ti ho dimenticato e ho letto, a suo tempo il tuo commento. Non ti ho risposto perchè il mio articolo sul ’68 voleva solo iniziare e finire lì. Non volevo intraprendere un cammino lungo più di 40 anni attraverso la politica per arrivare a giudicare chi ha ragione e chi ha torto. Certo che se la situazione oggi in Italia è quella che è una parte di responsabilità l’abbiamo anche noi, ma questa è un’altra storia.
    Grazie dei tuoi commenti. Un caro saluto.

  3. MARIO-MA ha detto:

    ERRATA CORRIGE: FORSE MI SARO’ SBAGLIATO O NON AVRO’ CAPITO NULLA.

  4. MARIO-MA ha detto:

    PECCATO DI NON AVER LETTO UN COMMENTO – SCRITTO DALLA SIGNORA FRANCESCA ( franci )- SU QUANTO SCRITTO DA ME E DAL SIG. UGO.
    FORSE MI SARO’ SBAGLIATO O NON AVRO’ NULLA

  5. ugo ha detto:

    Franci, le basi di un ’68 molto peggiore, ci sono tutte, ripeto, allora si lottava x i diritti contro lo sfruttamento della klasse operaia, rikorderete il famoso akkordo Agnelli-Lama, ora invece è diverso. Ha ragione Mario, questi politici sono usciti da quella lotta. Mai avrei immaginato di vedere LA RUSSA ministro della difesa, era un Katanga, come molti altri, ma alla fine, la kolpa è degli italiani, qualkuno li ha votati.
    ogni popolo ha il governo ke si merita

  6. ugo ha detto:

    Franci, le basi di un ’68 molto peggiore, ci sono tutte, ripeto, allora si lottava x i diritti contro lo sfruttamento della klasse operaia, rikorderete il famoso akkordo Agnelli-Lama, ora invece è diverso. Ha ragione Mimmo, questi politici sono usciti da quella lotta. Mai avrei immaginato di vedere LA RUSSA ministro della difesa, era un Katanga, come molti altri, ma alla fine, la kolpa è degli italiani, qualkuno li ha votati.
    ogni popolo ha il governo ke si merita

  7. MARIO-MA ha detto:

    IL 68 E’ PARTE INTEGRANTE DI ME.
    SONO SICILIANO DEL 1944 E NEL 68 STUDIAVO A TORINO VIVENDO DA VICINO QUASI TUTTE LE SERA LE CARICHE DELLA POLIZIA.
    OGGI MI CHIEDO: SE NON E’- IN PARTE – COLPA NOSTRA DI AVERE QUESTA CLASSE POLITICA CHE CI GOVERNA.

  8. francesca (franci) ha detto:

    Certo Riccardo, anche morire di disperazione, o suicida per mancanza di lavoro, o attraverso qualunque altra forma di violenza è guerra. Ma ci vorrebbe un altro ’68? Impensabile…!

  9. riccardo ha detto:

    Io nel 68 iniziavo il mio percorso di normalità, dopo il momento di follia, così lo chiamarono mia sorella e i miei genitori, il partire a sedici anni al seguito di uno zio, un po scapestrato per Liverpol, come garzone di muratore e chitarrista quando le mani non erano troppo piene di calli nei locali, gestiti da connazionali.
    Al rientro per il servizio di leva appunto nel 68 in quel di Roma, ritrovatomi da contestatore della guerra, a fronteggiare miei coetanei in cortei di piazza.
    Ma se non altro sapevo che avrei trovato un lavoro e avrei avuto la possibilità di dare un futuro alla mia vita, e anche a quella dei miei figli, cosa che ora loro non possono più fare.
    Nel 68 cantavamo;mettete dei fiori nei vostri cannoni, ora nei cosi detti paesi civili e democratici, non c’è più bisogno di cantare contro una guerra fatta di morti per morte violenta.
    Ora la gente muore per disperazione non vedere un futuro per loro, e per quello dei propri figli, e se non è anche questo un modo nuovo di fare la guerra, datemi voi una vostra spiegazione.

  10. francesca (franci) ha detto:

    Immagino Sandra le ansie e i timori che puoi aver vissuto, da mamma, in quegli anni. Ma sai, con l’entusiasmo e l’incoscienza che contraddistingueva i giovani in quel periodo, credevamo che tutto fosse possibile, anche addirittura di poter cambiare il mondo. E, per l’ennesima volta, mi ripeto: illusa idealista!

  11. francesca (franci) ha detto:

    Grazie cara Mary. E’ una boccata d’aria fresca quella che mi dai tu. Un abbraccio.

  12. francesca (franci) ha detto:

    E’ vero Sandra, oggi sembrano solo illusioni perdute ma allora io ci ho creduto. E come me tantissimi altri ragazzi pieni di entusiasmo e desiderosi di dimostrare che si può essere sè stessi senza esibire ipocrisia e conformismo. Purtroppo, quei personaggi a cui tu alludi,sono rimasti tali, solo falsi moralisti imbottiti di perbenismo. Sarò rimasta l’ultima rappresentante di un idealismo illusorio?

  13. mary ha detto:

    quanto sei brava,franci,nei tuoi articoli, ti leggo sempre con attenzione e piacere.complimenti!!

  14. sandra vi ha detto:

    Quando il fenomeno si e’ sviluppato io ero gia’ una mamma di una ragazzina che freguentava il ginnasio a Monza,nn ti so dire Franci ,quanti patemi d’animo ho passato.Conoscevo molto bene uno di uei signori diventato ora uomo di potere ,coi risultati che tutti conosciamo
    Tante illusioni si sono perse nel corso do questi anni,tutto e’ peggiorato ,tirate le somme cosa e; rimasto ?La musica quella nn ha tempo,e la nostalgia della nostra giovinezza………

  15. Lorenzo.rm ha detto:

    Ah, Franci, scusa, mi sono scordato l’abbraccio stritoloso.

  16. Lorenzo.rm ha detto:

    Grazie, Francesca. Man mano che i fenomeni si sviluppavano e consolidavano, con le punte che purtroppo conosciamo, mi sono gradualmente allontanato sempre di più. La “rivoluzione morale e politica” divenne man mano assassinio, delinquenza. No, non si poteva più essere d’accordo.

  17. alba morsilli ha detto:

    Nel 68 ero una giovane mamma di un bimbo di 1 anno
    Ero una donna lavoratrice che ha lottato per la mancipazione femminile, per la parità di diritti,contro gli uomini.
    Ricordo le lotte sindacali, gli scioperi, per elemosinare il nostro avere,(e forse tante cose non sono cambiate)pari lavoro pari diritti, ecco che cosa volevamo.
    L’anno del 68 ci ha svegliato dal torpore che per secoli gli uomini ci hanno imposto.
    Se per i giovani studenti è stato il 68 per noi donne sarà il 69
    eil 72, difatti è ricordato per l’emancipazione femminile.
    La legge sul divorzio,la pillola controcettiva,sull’aborto, questo a portato alla libertà della donna.
    Tutto è partito dal 68dove i giovani erano stimolati a dei sentimenti, a dei valori della vita, dove noi adulti con gli esempi che tutti i giorni leggiamo non sappiamo più trasmettere

  18. franco37 ha detto:

    Cara Franci, purtroppo è vero…ci sono foto dei signori citati con barbe lunghe, capelli lunghi ed eskimo …sono stati tutti sessantottini “attivi”….ma ce ne sono tanti tanti altri .
    Che cosa ci vuoi far …così è la vita ….. diceva mamma papera a paperina…in “papaveri e papere”….c’è chi nasce papavero e chi paperina(anche nel 68)….non ti crucciare.

  19. francesca (franci) ha detto:

    Dici bene Franco, ma non credo che quei “signori di Palazzo” che tu hai citato abbiano fatto il sessantotto, come si suol dire. Altrimenti, forse, avrebbero percorso un’altra strada, priva di cravatte firmate ma piena di valori concreti, esenti da sporcizia e nefandezze. Ma io sono solo un’illusa idealista.

  20. franco37 ha detto:

    Ero già trentanovenne nel 68 , giovane….ma non troppo, avevo già famiglia e l’unica cosa che mi ha accomunato ai” veri sessantottini ” era la chioma.
    Credo che quell’anno , quegli anni, abbiano veramente cambiato il mondo …..per un pò…….poi “i capelloni” sono diventati adulti…si chiamano Formigoni, Cicchitto, Ferrara, Rutelli, Lerner, Mieli ecc. ecc. . Sono diventati uomini di potere , hanno tagliato le chiome , hanno gettato alle ortiche l’eskimo , …si sono messi impeccabili doppio petto e cravatte alla moda.
    Queste abiure…queste mancanze di continuità sono figlie di quello che è accaduto dopo……gli anni di piombo….il consumismo…..mani pulite….il malgoverno. Forse del sessantotto sono rimasti alcuni principi(pochi) ,la musica dei Beatles ……e la nostalgia della giovinezza.

  21. francesca (franci) ha detto:

    Lorenzo, eri comunque protagonista: di una bella famiglia che meritava tutta la tua attenzione e la tua disponibilità come sicuramente è stato.

  22. francesca (franci) ha detto:

    Sono d’accordo con te, caro Giuliano, che se nel mondo oggi si facesse di più l’amore e meno la guerra forse le cose andrebbero meglio.
    E convengo anche che la diffusione della cultura musicale attraverso il Festival di Woodstock con la partecipazione di uno dei più grandi chitarristi che il panorama musicale abbia avuto, Jimi Hendrix, abbia dato una svolta significativa al pensiero pacifista di quei tempi.

  23. Lorenzo.rm ha detto:

    Ho visto tutto da lontano. Lavoravo e avevo già una famiglia e due bambini. Ho considerato tutti i fenomeni positivi di quel periodo come contigui ai miei interessi ma non me ne sono sentito protagonista.

  24. giulian.rm ha detto:

    Trovo l’argomento molto interessante e a volte mi chiedo come sarebbe la nostra realtà oggi se il ’68 non ci fosse stato.
    Ma già negli anni ’50 (anche se giovanissimo c’ero) i giovani iniziavano a ribellarsi, contro il perbenismo, l’ipocrisia e il conformismo della società. Chi non ricorda la propaganda capillare contro il comunismo, attuata dalla chiesa attraverso le parrocchie.
    Il protagonista del film “Gioventù bruciata”, James Dean, è ancora oggi un mito. e rappresenta proprio quel tipo di ribellione, di rabbia verso una società falsamente puritana.
    Il sessantotto in Italia fu prima di tutto un grande movimento di rivendicazione e di riscatto, attuato da parte dei lavoratori, con l’appoggio degli studenti.
    Trovando il suo culmine negli anni ’70 con il terrorismo rosso e nero. Basti pensare agli omicidi politici delle Brigate Rosse, o alle stragi neo fasciste.
    Oggi mi sembra che le rivoluzioni si facciano negli stadi e accosterei questo al triste fenomeno del bullismo nelle scuole.
    Passiamo alla rivoluzione…musicale.
    Oltre all’’Isola di Wight, cara Francesca, c’è:
    Woodstock che favorì la migliore riuscita in quei giorni di musica, nel bel mezzo della guerra del Vietnam.
    Jimi Hendrix, Janis Joplin, Joe Cocker, Joan Baez, Santana ecc., una travolgente onda sonora che permise a tantissimi giovani di ampliare la propria cultura, la propria sensibilità.
    Inviando al mondo un messaggio che le persone si potevano riunire pacificamente per celebrare la Pace e la musica.
    Sarebbe molto bello che, soprattutto, per i giovani ora in questo mondo in cui stiamo vivendo, tornassero quei figli dei fiori con le loro chitarre e i loro colori…fate l’amore, non fate la guerra!!

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