Le festività natalizie sono finite da poco. Durante tutte queste feste imperversava ossessivamente da ogni schermo il ritornello di uno spot pubblicitario che, tra l’altro, diceva così.. “Natale è esser meno soli…”.
Per molta gente sarà sembrato piuttosto burlesco, quasi beffardo. Si, perché non basta un Natale per far sentire le persone meno sole. Non basta una festa così importante per trasformare la solitudine di molti in gioia e buonumore. Se si è soli o ci si sente soli il Natale non risolverà assolutamente i problemi, anzi acuirà ulteriormente il senso di vuoto e di sofferenza dell’essere trascurati, abbandonati, soli, non desiderati.
L’esperienza della solitudine, in forme e misure variabili, è largamente condivisa. Il senso di solitudine non risparmia nessuno. E vi sembrerà assurdo ma spesso ci si sente più soli proprio quando si è circondati dalla gente, perché la solitudine è quella che ci portiamo dentro e non viene annullata dall’essere attorniati da persone più o meno amiche. Bisognerebbe capirla, la solitudine, per renderci conto di quello che ci aspettiamo dagli altri e dai nostri rapporti con loro.
Le ragioni che provocano l’esperienza della solitudine possono essere diverse.
- Subiamo un lutto, una separazione, la perdita di un rapporto importante per cui la persona che ci viene a mancare diventa per noi insostituibile.
-Trasferimenti, cambio di lavoro, o peggio ancora, perdita del lavoro che spesso produce una perdita ben più grave, quella degli affetti famigliari.
- La nostra infanzia è stata povera di affetti significativi che ci ha lasciato dentro un vuoto incolmabile.
- Oppure siamo ammalati, fisicamente o psichicamente e ci sentiamo emarginati.
- Ci sentiamo estranei all’ambiente che ci circonda, diversi e incompresi, perché abbiamo interessi e valori che gli altri non condividono (o così crediamo noi).
- Siamo troppo aggressivi e competitivi e gli altri ci evitano.
- Abbiamo una giornata piena di tempi morti, d’inattività, nella vana attesa che qualcuno ci cerchi o che risponda al nostro invito.
- Oppure, al contrario, siamo così oberati dagli impegni, dalle attività che ci riducono o ci annullano totalmente il tempo libero che non ci resta neanche un attimo per incontrare gli amici o scambiare due parole con la famiglia. Anche questa è solitudine.
Ma ci sono ancora molte altre cause o fattori scatenanti che potrebbero essere aggiunti alla lista. La solitudine non sembra risparmiare nessuno.
E’ noto che le persone isolate, che vivono da sole o comunque lontane da parenti o amici con cui sfogarsi e che possano offrire loro un aiuto psicologico, hanno maggiori probabilità di contrarre malattie, prima tra tutte la depressione nelle sue varie forme.
Mentre la presenza di persone care con cui condividere preoccupazioni e speranze offre una vera e propria rete di sostegno che influisce positivamente sul sistema immunitario aumentandone le difese.
Ma quante persone sono sole al mondo? Pensiamo, ad esempio,a situazioni estreme, come quelle dei senzatetto, che spesso approdano alla vita di strada dopo un lungo percorso di vicissitudini che li vede ridotti ad un’esistenza fatta di espedienti, incertezza, vergogna e diffidenza. Non hanno più legami significativi, vuoi perché i loro cari sono venuti a mancare, vuoi perché, da una o entrambi le parti, non c’è più contatto o viene rifiutato per vergogna o risentimento. Coloro che vivono per strada sono esposti a qualsiasi aggressione, specie di notte e tutto, per loro, rappresenta un pericolo. Anche per questo motivo, la loro diffidenza diventa una forma di difesa ma crea anche una barriera di solitudine insormontabile.
Altra categoria di persone che soffre particolarmente la solitudine è quella di chi ha perso il coniuge o degli anziani non autosufficienti e ammalati.
Esiste un luogo comune per il quale la vecchiaia coincide con l’isolamento e con il senso di solitudine. La solitudine fisica è una condizione abbastanza frequente per gli anziani. Molti di loro vivono da soli o hanno comunque scarsi rapporti sociali. E perché l’anziano sia meno esposto al senso di solitudine dovrebbe avere o coltivare degli interessi. Gli interessi hanno una grande importanza. Un anziano che riempie il proprio tempo occupandosi delle relazioni sociali con amici, famiglia, nipoti, facendo volontariato, uscendo e dando più concretezza alla propria vita avrà meno probabilità di soffrire di solitudine e anche di ammalarsi. Esiste, infatti, un circolo vizioso tra solitudine e malattia, sia fisica che psichica. La malattia induce solitudine e, viceversa, la solitudine favorisce il peggioramento della salute.
E non credo a quelle persone che affermano “io sto bene da solo/a, non ho bisogno di nessuno”. Tutti abbiamo bisogno di qualcuno, di dialogare, di confrontarci, di sentirci utili a qualunque età ma anche di condividere i piaceri che la vita ancora può riservarci, come un film, una passeggiata, un viaggio, una vacanza, una bella cenetta, visite a musei per chi ama l’arte e ancora, perché no, palestra e ballo. Ma cosa più importante, i SENTIMENTI. Si, perché anche una persona non più giovanissima, può innamorarsi, dare e ricevere AMORE in egual misura di un giovane, anzi con l’aggiunta della maturità che genera comprensione, abbattimento di barriere d’orgoglio assurdo e condivisione di momenti importanti e piacevoli che fanno bene al cuore, all’anima e allo spirito. E poi c’è ancora la cultura che porta l’anziano ad iscriversi all’università per adulti dove può continuare ad imparare, perché la vita è una scuola dove i libri di testo non si esauriscono mai.
In ultimo, ma non certo meno importante, c’è Internet che per molti anziani è diventato un gioco da ragazzi. Tra una visita ad un sito e un messaggio via e-mail ci sono sempre più anziani che “chattano” cercando persone con le quali confrontarsi, parlare e magari conoscersi. Internet può fare da trampolino di lancio aumentando le possibilità di condivisione. E noi di Eldy non stiamo forse facendo questo?
Allora come intervenire per curare, o almeno allentare, il senso di solitudine?
Esistono varie strategie, da quelle mentali a quelle comportamentali.
La persona può attuare pensieri, ragionamenti, emozioni per rafforzare l’autostima. Cercare di farsi coraggio controllando l’ansia o la depressione dicendosi che il malessere passerà. Distogliere l’attenzione dal proprio malessere e, nel frattempo, agire, non rimanere con le “mani in mano” come si dice, quindi esplorare mentalmente le strade possibili per superare il proprio disagio. E qui entrano in gioco le strategie comportamentali, quelle, cioè che vanno dritte allo scopo intensificando i contatti con amici e conoscenti e mettendo in atto tutte, o parte, di quelle attività che ho descritto sopra.
Per concludere vorrei dire che dal mio semplice esame della solitudine emerge anche l’importanza di saper stare da soli, a volte, senza temere l’isolamento fisico come se fosse il peggiore dei mali o un terribile segnale del nostro fallimento.
Naturalmente questo “isolamento” non deve costituire una scelta definitiva ma un passaggio temporaneo che va accolto per riprendere energie, riflettere e, per così dire, “ascoltare” sé stessi. Cioè lasciar emergere i propri pensieri, i propri sentimenti, i desideri e raggiungere una serenità e una sicurezza che ci torneranno preziose nei futuri rapporti con gli altri.
Ho sperimentato la solitudine negativa solo al termine dell’adolescenza, quindi la fine delle grandi compagnìe/fratellanze e l’inizio (per gli altri) di una vita fatta di case, mogli, figli… mentre io son rimasto lì stupito per la velocità con cui il tempo è scivolato via.
E’ stato un periodo breve ma intenso.
Adesso mi sono accasato e sposato anch’io da un pò di anni e ,nonostante ormai gli unici veri amici siano solo i famigliari, certi problemi ora sembrano appartenere a un passato così lontano…..! Eppure la solitudine, anche quando non si manifesta, è sempre dietro l’angolo che ti spia. Anche se non sono solo, me la sento sempre alle calcagna.
Del resto è scritto nel del destino: se tutto va come dovrebbe, mi toccherà veder morire i miei genitori, poi magari anche i miei fratelli più vecchi di me, magari anche mia moglie. Pensando a questo, pare proprio stupido aver paura della propria morte!
franci grazie x il tuo abbraccio virtuale ,
solitudine, ti ho cerkata ed amata x un periodo della vita,poi l’ho kondivisa kon un’ altra persona e mi sono ammalato d’amore.
La timidezza porta a chiudersi in sè stessi rimanendo imprigionati nella solitudine. E’ vero, Giosuè quello che tu dici. Ma se incontri persone sensibili e disponibili, che ti aiutano ad aprirti al dialogo, deve arrivare un piccolo sforzo anche da parte tua. Provaci e vedrai che quello che prima ti sembrava inattuabile, poi diventa facile come respirare. Non solo, ma la positività che ne deriverà ti sarà di sprone per continuare a mantenere vivi i rapporti inter-personali incrementandoli sempre più.
Per ora ti mando un mio abbraccio virtuale.
certo molti pensano meglio soli che male accompagnati,la solitudine e brutta solo x chi e timido o non vuole dialogo con altre persone .
Franco, nella tua breve carrellata di liriche citazioni hai estrapolato il “non plus ultra” della poetica solitudine. Se dovessi fare una scelta attraverso le mie emozioni opterei senza alcun dubbio, per la mia amata Dickinson. Poetessa ultra-sensibile che interpretava la solitudine come veicoli per la felicità.
Vorrei vagheggiare un attimo con la solitudine sublime, quella poetica , come nella folgorante poesia di Quasimodo :
“Ed è subito sera”
Ognuno sta solo sul cuor della terra
trafitto da un raggio di sole
ed è subito sera.
O negli ultimi versi del “Natale” di Ungaretti:
…..sto con le quattro capriole di fumo
del focolare.
O la libera solitudine del passero solitario che…”,alla campagna vai finchè non muore il giorno.”
Ma la più pregnante ed esistenziale solitudine è quella della Dickinson :
Solitudine
Ha una sua solitudine lo spazio
solitudine il mare
e solitudine la morte – eppure
tutte queste son folla
in confronto a quel punto più profondo
segretezza polare
che è un anima al cospetto di se stessa:
infinità finita.
No Pasquino, non sbagli e, come hai detto tu, quanno cè vò, cè vò. Ci sono persone che, usando la solitudine a pretesto, si accaniscono con livore verso gli altri e li considerano responsabili dei loro malesseri, delle loro frustrazioni. Queste persone sono fermamente convinte di aver subìto torti dal mondo intero e con insidie pretestuose si vendicano mettendo in atto una perfidia verso chi non condivide il loro pensiero. Ma non si rendono conto che, così facendo, allargano sempre più il terreno della loro solitudine.
Per quanto riguarda la prima parte del tuo commento, Pasquino, devo convenire con te che le menti geniali hanno più possibilità di restare in solitudine. Questo è sempre successo, da che mondo è mondo. Pensiamo ai grandi artisti: pittori, poeti, scrittori e ai grandi scienziati. Personaggi che, grazie al loro super livello intellettivo vivono in un mondo ai più sconosciuto o incomprenso. Il loro linguaggio non potrà mai essere simile al nostro e quindi ci possono essere ben pochi argomenti di dialogo. Ma questa è un’altra solitudine. Proprio in questi giorni sto leggendo un libro, “La solitudine dei numeri primi”. Sono certa che tu lo conosci perciò non servono commenti.
Ciao Pasquino.
La solitudine può essere positiva o negativa per chi la vive.
Un proverbio recita:
ciò che ti rende eccezionale è anche ciò che ti condanna alla solitudine.
Ovvero: la mente geniale è sola poiché nessun’altra persona riesce a rapportarsi con lei.
Chiedo scusa ma devo fare un
FUORI” PISTA”!
Occorre sopportare la meschinità di chi, per un motivo o per l’altro, ritiene di avere subito un torto, e s’ingegna quindi a farla pagare in mille, sotterranee maniere… subdole… meschine.
Se sbaglio chiedo scusa ma Pasquino difficilmente sbaglia.
Sora Francè scusa se me intrometto ma quanno cè vò cè vò!!!
Ricambio lo stritoloso…..a forza di scambiarci stritolosi diventiamo parenti!
Hai ragione Franci ….sono solare ed ottimista …e non sono d’accordo col….”cascar dentro alla solitudine”…si casca dentro “alla depressione”, “al lutto”, “all’abbandono “…la solitudine è uno stato che può esser spezzato uscendo dalla porta di casa…. …se nò è altra cosa.
….Spitz come solito didattico ed estremamente esatto non può esser che ascoltato. Anche io non sono d’accordo con la massima di San Bernardino…non sono un mistico….l’ho citata per puro vezzo……però ,forse in certi momenti non è poi così sbagliata.
Esser soli è non vedere più certi sguardi, non sentire più certe voci…
solitudine non ha a ke fare con ozio tutt’altro, si è liberi di fare al meglio il piu’ possibile per i cari delle nostre vite
Signor Spitz, bentornato!
Neppure io condivido il pensiero di Bernardo di Chiaravalle. Era, di natura, un pessimista. Però capisco come possa aver desiderato la solitudine considerandola “unica beatitudine”. E ci credo, tra crociate, lotte contro gli eretici, conflitti contro Pietro Abelardo, intrusioni nelle vicende politiche francesi, c’era di che desiderare alla fine un pò di solitudine..!!
Io personalmente mi rifugio nella solitudine per meditare e per….trovare la giusta strada quando mi sembra che tutto il mio mondo si stia sgretolando. Ma non potrei mai fare della solitudine la mia anima gemella. C’è troppo da fare là fuori!
Ricambio di cuore gli Auguri di Buon Anno e, mi permette, un abbraccio?
meglio na solitudine a false felicità ke troppi rincorrono, meglio momenti di ansie alla ricerca di verità ke false felicita’ ke appunto troppi rincorrono, esami di coscienza veri a faccie di giani, medaglie bifronti ke troppi oggi hanno, ostentano, e le pubblicizzano pure come vissuti giusti, poi li leggi spesso in fasi autocompassionevoli, i veri puri solo loro vivon vite vere ahahahhah
“Beata solitudo sola beatitudo”, è un detto latino che significa “beata solitudine, unica beatitudine”, attribuita a Bernardo da Chiaravalle.
Tale frase è nota ma io non la condivido anche se apprezzo molto San Bernardo per il suo contributo circa le modalità per la costruzione delle chiese romaniche cistercensi.
E’ interessante questo argomento.
La solitudine molto spesso la cerchiamo, ma quando poi ci opprime dobbiamo trovare un modo per uscirne. Solitudine è una “fuga”, fuga da un circuito di sensazioni, l’uomo evita il contatto, attraverso i suoi cinque sensi, di un mondo il quale per essere contemplato, capito fino in fondo è necessario non viverci dentro.
Solitudine è quando l’espressione più personale ma non arbitraria, non vaneggiamento, diventa incomprensibile agli altri ,qualsiasi cosa si dica,qualsiasi disponibilità dimostri. Non aspettarsi nulla da nessuno.
Esiste una solitudine esistenziale con la quale chiunque deve fare i conti. Generalmente adottiamo mille sistemi e distrazioni per tentare di sfuggirle, ma alla fine ci ritrova sempre.
La solitudine è la nostra anima gemella… ogni tanto le dobbiamo dare un aiuto:
Stare in silenzio assoluto ,sentire i pensieri interni…sentire il bene e il male che combattono e riuscire a equilibrare tutti i momenti di disequilibrio..
Stare bene con se stessi e sentire di stare soli e non avere paura della solitudine.
Poi c’è l’amore ,che può colmare la solitudine,come scritto da qualcuno e la frase di Oscar Wilde ma qui si aprirebbe un altro capitolo.
Una buona serata a tutti e,anche se un poco in ritardo,
Felice Anno Nuovo.
Spitz
Saggia Marisa. Anche la solitudine ha i suoi lati positivi e sono quelli che ci insegnano a saper stare da soli per star bene con gli altri. Naturalmente non deve essere un isolamento forzato o ad oltranza ma una scelta ponderata per ricevere nuove energie, per guardarsi dentro. Proprio come ha detto Franco: temporanea, volontaria e corroborante.
Ricordo un ritornello di una vecchia canzone che faceva, più o meno, così: “LA SOLITUDINE NON E’ MICA UNA FOLLIA, E’ INDISPENSABILE PER STAR BENE IN COMPAGNIA”. E io condivido.
Un abbraccio cara Marisa.
la solitudine..è fermarsi un attimo chiudere il mondo fuori,e dare il tempo al tuo cervello di elaborare ,perchè sei solo,perchè lo vuoi tu? o perchè sono le circostanze..nel caso mio ogni tanto lo faccio per capirmi meglio ,e uscire più serena affrontando con più serenità la vita ,con tutti i suoi trabochetti
Fra’,
ho letto con calma il pezzo sulla solitudine, com’è mia abitudine. Confermo quanto ho già asserito. Io ho parlato in senso lato delle vicende umane in fatto d’amore, che poi la solitudine sia l’aspetto triste del non-amore o di amori sforttunati o con esiti negativi, è un altro lato della realtà umana. Io non so i tuoi trascorsi o le tue vicissitudini,ho fatto solo una considerazione “en passant” per l’argomento trattato e nulla più. Quanto al “fuori tema”, la considero una tua cavalcata disinvolta, insomma una impropria distrazione. Ora, tante grazie per l’aspitalità.
Ah, quasi dimenticavo, l’Amore, è una cosa molto seria, direi suprema!
Ducky
Un poeta veneziano, scmparso recentemente( suicida) ha scritto : “Solitudine non e’ essere soli.. è amare qualcuno.. inutilmente”..Penso che ci sia molto da riflettere.
Giuliano, non sei assolutamente fuori tema. L’Amore è uno dei motori trainanti più efficaci per l’uscita dalla solitudine. Ma non sempre le circostanze sono favorevoli. Spesso, nello stato di emarginazione che ci si crea nella solitudine non si vede nient’altro che un deserto intorno.
Buona compagnia!
Vedo Franco come una persona solare, che sa trarre merito e beneficio anche da situazioni avverse e sfavorevoli (..polso a parte..). Devi avere un buon carattere, Franco e per questo difficilmente resterai preda di ardue solitudini. Anzi, ci saranno momenti in cui le ricercherai tu stesso, proprio per rigenerarti e godere di attimi di assoluta e totale tranquillità. Proprio come tu hai detto.
Stritoloso…..delicato. Auguri, guarisci presto.
Alba, nessuna donna mette al mondo dei demoni. Demoni sono coloro che la giudicano, coloro che non ricambiano il suo amore, coloro che non asciugano le sue lacrime, coloro che non vedono il suo dolore e l’abbandonano nella più totale solitudine.
I tuoi scritti fanno male, per tutta la sofferenza che contengono ma soprattutto al pensiero che è nient’altro che pura realtà.
Grazie, un abbraccio.
Lo stomaco che ti trita in una morsa, la definisce Mary.
La coscienza di esser soli, di sentirsi soli, dice Lorenzo.
Entrambe sensazioni bruttissime, tremende. Sono la faccia più angosciante della solitudine. La solitudine “dentro”.
Ha ragione il poeta, Mary. La solitudine è un’amica ingombrante.
E dici bene anche tu, Lorenzo. C’è da augurarsi che nessuno ci “caschi” dentro. O quantomeno, abbia la forza di risalire.
Concordo con Giulio sul pensiero che, quando si è dentro il “tunnel” immaginare il sole dietro alle nuvole è più facile a dirsi che a farsi. Bisogna “violentarsi” con una grande forza di coraggio per non precipitare sempre più in fondo. Credo che la prima cosa, in assoluto, sia prendere coscienza di sè stessi e, immediatamente dopo, dedicarsi a qualcuno, agli altri. Da cosa nasce cosa e, ovunque, c’è un immenso bisogno di volontari della vita. Perchè sprecare tempo prezioso rimuginando su malesseri che possono essere allontanati in poco tempo? Naturalmente mi riferisco a persone che non hanno problemi gravi di salute.
Un abbraccio, Giulio e grazie.
sempre sul tema della solitudine nel 2010 scrissi questo,doveio ho realmente vissuto l’attimo di questa anziana Che cosa è Natale ?
Nascita di un figlio
come Maria, quante Marie ci sono al mondo,
che amano svisceratamente i suoi figli,
Ho conosciuto Marie messe in deposito ,
dimenticate da i suoi figli,
Essere sedute davanti al portone far finta di dormire
nell’attesa che qualcuno arrivi anche per Lei,
Eppure questa Maria a dato anche lei
alla luce dei figli
ha sofferto, e vissuto assieme a loro.
Ma non è venerata come la Madonna
perché ha la colpa di aver messo al mondo dei demoni
Guardo la Maria le scendono le lacrime
fa finta di niente con il scialle se le asciuga,
non una parola esce dalla sua bocca
torce il labbro inferiore come avesse ancora i denti.
Si alza piano, piano,si dirige verso la chiesa si
inginocchia e prega per i suoi demoni
che ama oltre la vita
uesta anziana
La solitudine è una condizione psicologica, è uno stato d’animo che si può sentire anche con la presenza di molta gente. Può capitare come può essere una scelta di vita. Credo che chi soffra di solitudine si senta diverso, incompreso di non appartenere alla maggioranza delle persone.
La complicità di un amore può colmare quella solitudine sicuramente. Certamente colmare una solitudine è una cosa…amare e desiderare la presenza di una persona accanto è un’altra. L’ amore non può e non deve essere sostituzione di qualcosa, di una mancanza, l’amore è consapevolezza è condivisione.
Se sono andato fuori tema complice la frase di Oscar Wilde…
Armida, tu sei una positiva di natura, ti conosco bene. Sai affrontare anche le situazioni più difficili col sorriso sulle labbra. Ammirevole davvero. Ci riuscissi io!
“BEATA SOLITUDO , SOLA BEATITUDO” frase per anacoreti e mistici , ma non per i normali esseri umani.
Alla diesamina sulla solitudune fatta da Franci ,non c’è molto da aggiungere se non considerarla in tutte le sue forme e ragionarci consapevolmente.
Sono per una solitudine temporanea, volontaria e corroborante …ma soprattutto sono in sintonia con Oscar Wilde …che di sentimenti umani …..se ne intendeva.
La solitudine..a volte, anche senza volerlo può essere l’inizio
di un percorso doloroso, in discesa.
La solitudine ti porta alla depressione: se sei depresso non dormi bene.. hai bisogno di qualche “aiutino” dalla chimica..
Se prendi le pillole x dormire non hai la serenita’necessaria per voler cambiare, per voler uscire..non ne hai proprio voglia..! Se non esci non puoi incontrare gente nuova.. Se non incontri gente nuova non potrai sviluppare nuove amicizie.
E allora?, Potendo, diamo un calcio alla solitudine.. usciamo.. chattiamo.. cantiamo in coro!!. Naturalmente salute permettendo..
Scusa Ducky, ma io credo tu sia andato completamente fuori tema. Ti invito a rileggere titolo e contenuto del mio scritto: LA SOLITUDINE. Per l’Amore…..ci attrezzeremo in seguito!
Grazie.
Franci, a scanso di polemiche, devo obbiettare che quando dici “ho amato tanto e sono stata tanto amata2 ti riferisci ad amori “alternati” nel senso “Io lo amo, ma lui non mi ama”, oppure, “io non lo amo, ma lui mi ama: orbene questi sono casi di amori sfortunati e unilaterali E NON CONTEMPORANEI, come e’ l’amore vero di coppia in cui i due partners si amano in reciprocità contemporanea.
Constatato il disagio di voi donne, nei tempi attuali, ti offro un consiglio (alcuni spsicologi le chiamano ancore psicologiche) valido anche in senso lato dettato da un conoscitore dell’animo umano, jules Michelet: “Qual è lo scopo e la missione della donna? Primo, amare; secondo, amare uno solo; terzo, amare sempre. Sempre, senza stancarsi mai.” Puoi anche non accettarlo, mi auguro che tu non lo rifiuti. Io lo cosidero il vero assioma dell’Amore.Ma sono certissimo che molte donne non lo seguono, incapaci di svolgere il loro ruolo.
Natale vuol dire nascita, che serve se sei morta dentro?
Anzi soni i giorniin cui è al culmine la solitudine, non sevono a niente gli auguri imposti dalla prassi delle festività.
Essere soli a volte la causa può essere estranea alla nostra volontà.
Allora dobbiamo imparare a convivere con la nostra solitudine, siamo animali della specie umana, abbiamo bisogno di far parte di un gruppo, stare con gli altri,confrontarci.
Questo ha fatto nascere il luogo comune che sentirsi soli è brutto, è triste è male.
Così quando siamo costrettia stare soli crediamo che sia una cosa innaturale, anormale, patologica,assumiamo al nostro stare un valore negativo.
Essere soli non non è un marchio d’infamia è una condizione
psicofisica.
Essere Felici stando soli si impara:
come regola principale si deve aumentare l’Amore che nutriamo
per noi stessi.
Svegliarsi con noi accanto, darsi il buon giorno, pranzare con noi accanto
Guardarsi allo specchio vedere una persona ironica di se stessa, ridere dei propri errorie difetti e anche della nostra solitudine.
Sembra banale io nei momenti di marcata solitudine seguendo questi consigli tratti da un libro di psicologia mi sono serviti
Essere soli significa anche essere noi stessi, stare bene con noi stessi
La solitudine è, da una parte, un fatto obiettivo, esistenziale, dall’altra, una realtà psicologica, la coscienza di esser soli, di sentirsi soli. L’analisi dellla situazione è l’inizio della prognosi. E’ ovvio che non si debba essere soli e non sentirsi soli. Siamo animali socievoli e dobbiamo stare con gli altri. Ma si passa troppo facilmente dalla diagnosi alla prognosi: il si deve, che non può competere a nessuno di noi. Speriamo che nessuno incappi in questo male, che ha effetti devastanti sulla psiche. Del lavoro di Franci, che dire? Il solito capolavoro.
Franci :”Tema” difficilissimo.Hai toccano un argomento dal quale partono e si ramificano moltissime strade.Ognuno di noi ha, o ha avuto, esperienze dirette o indirette.Credo che alla base di tutto ci sia la forza di reagire con la consapevolezza che,dietro le nubi, c’è sempre il sole. Facile a dirsi, ben difficile spazzare il cielo. Ecco che ti ritrovi in un’angoscia soffocante e, a nulla, nulla, servono le belle parole della gente che hai vicino. A nulla servono le famose medicine -tiramisù- C’è una cosa naturale che viene da se, quando uno soffoca cerca in tutti i modi di respirare. Ma quell’aria, quell’ossigeno, lo devi trovare da solo, non si compra.Credo che la vera “Vitamina” sia la forza di uscire di casa e, piano piano, assaporare ogni aspetto della vita che ti circonda. Sentire i profumi e il sole che ti riscalda e ritrovare la voglia di vivere.Quella solitudine che t’ammazzava, la dimentichi, perchè il richiamo alla -VITA- è un percorso naturale.
la solitudine, l’ho provata una estate intera , e anche altre volte, ma quella volta specialmente la sera lo stomaco mi tritava in una morsa, la voglia di uscire di parlare, quando tutti erano in giro insieme a ridere e scherzare io non trovavo nessuno, il sonno non veniva e soprattutto durante le ferie, poi finalmente sono tornata al lavoro ed è andata meglio. la solitudine,dice un poeta è un’amica incombrante, siede sfacciata alla tua tavola, dorme curiosa nel tuo letto, e non ti regala sorrisi,ma,una malinconia che uccide il tuo sguardo.
Quanto ti sbagli, Ducky, in merito allo “tsunami” …!! Ho amato tanto e sono stata tanto amata! Ma questa è un’altra storia.
Cara Maurizia, quando si arriva a toccare il fondo ci restano solo due possibilità: restarci o risalire. Scegli sempre la seconda, è possibile!
Un abbraccio.
Franci,
La solitudine e’ la camera vuota e buia della nostra anima, l’Amore, quando si e’ innamorati rappresenta i grandi fuochi d’artificio. non intendo fare riferimenti personali del passato. Sono inutili. ma la tempesta che accende le luci e’ sempre l’amore.
Forse, o ignoro, tu non sei mai stata sconvolta dallo “tsunami”. Ecco quindi l’augurio per il corrente anno che ti faccio.
Il pezzo e’ notevole, spigliato, sotto l’aspetto umano e sotto l’aspetto espressivo e della comprensibilità. Complimenti, e ancora auguri.
DUCKY
la solitudine.. la solitudine per me è come un buco nero,ti senti in fondo e non riesci risalire,è tremendo