8 MARZO. Commemorazione delle operaie morte nell'incendio di una fabbrica tessile di  New York, colpevoli di volere far valere i propri diritti, ma anche giornata per ricordare,  le conquiste sociali ed economiche ottenute ,con grande sacrificio, dalle donne in una società fortemente maschilista e classista come la nostra. E, soprattutto, per non dimenticare le discriminazioni e le violenze cui le donne sono fatte ancora soggetto, in tutte le parti del mondo. Ma è sufficiente un solo giorno all'anno ? Basta una "festa"  di un giorno per far dimenticare tutto ciò che accade per il resto dell'anno ? Forse per qualcuno si, qualcuno che riesce a tacitare la propria coscienza con un semplice atto di ipocrisia. Spesso sono mogli, madri, compagne, fidanzate ad essere uccise dagli uomini che stanno loro accanto, che le amano "fino alla morte". Un modo sbagliato di vivere il rapporto con una donna, fatto solo di sopraffazione e possesso, come se si trattasse di un oggetto, o di violenza spinta fino all'eccesso, dimenticando di avere davanti un essere umano e non una bambola gonfiabile sulla quale scaricare istinti animaleschi. Un semplice giocattolo del quale liberarsi quando si è stufi, o stanchi di giocare. Così si continua a perpetrare una violazione dei diritti umani, una violazione che deve essere affrontata come piaga sociale e non come semplici episodi di cronaca. Purtroppo la violenza sulle donne è un fenomeno che sembra crescere di anno in anno, ma il dato più allarmante è, a parer mio, che solo un piccolo numero di donne trovano la forza e il coraggio di denunciare le violenze subite, violenze gravi che provocano lesioni al corpo o danni alla mente,  specialmente quando tutto ciò avviene all'interno delle mura di casa.  In questi casi è più difficile vincere certi preconcetti, vincere la paura, la sfiducia negli altri, il timore di non essere tutelati. Non bisogna dimenticare pure che, a volte, un'eccessiva tolleranza,  in ambienti religiosi ed intellettuali, cerca di giustificare, di fornire un alibi alle azioni più riprovevoli dando, in parte, la colpa alle vittime stesse, in quanto "provocatrici". Infine, oltre alla violenza fisica o sessuale, ce n'è un'altra, molto subdola,  si tratta della violenza psicologica, non meno grave delle altre , caratterizzata in genere da una persecuzione continua, da asfissianti molestie, o intromissioni nella vita privata che possono portare conseguenze all'integrità mentale di chi le subisce. Spero che possa esserci una reale presa di coscienza del problema, anche a livello politico, e soprattutto, non solo a parole, un sincero impegno che ci possa liberare da questo atavico problema. Basta con i proclami, è ora di passare seriamente ai fatti. Credo che sia questo il più bel regalo che si possa fare alle donne. Mi auguro che in futuro ci saranno meno "feste" e più comprensione, rispetto e amore.

ANTONINO

 

Vorrei aggiungere un mio pensiero, forse un po’ contro-tendenza, alle profonde riflessioni di Antonino. La maggior parte delle donne che aspetta l’8 Marzo per uscire a festeggiare, divertirsi e gozzovigliare non ha la minima idea di cosa simboleggia questa giornata. Non ho nulla contro il divertimento sano, ma mi ripugna appartenere a quella categoria di persone (donne), che in quella serata diventano arrapate e “sbavano” per lo spogliarellista (maschile, ovviamente) e magari, con vergognoso senso della decadenza umana infilano del denaro nel suo slip.  Personalmente lo ritengo un cliché volgare che niente, assolutamente niente, ha a che vedere con la celebrazione della Giornata internazionale della donna e la commemorazione di quanto in essa contenuto.

Se mi va di uscire lo faccio quando  mi pare, non certo aspettando l’8 Marzo, come fosse una data in cui mi si autorizza ad andare a divertirmi. Anzi, l’8 Marzo è la sera in cui non uscirei mai.

E come diceva più sopra Antonino, auguriamoci di festeggiare la donna tutto l’anno con meno violenza e più amore.

 

BUON 8 MARZO AMICHE MIE..!!!!

                 

17 Commenti a “8 MARZO……di Antonino e Franci”

  1. francesca (franci) ha detto:

    Sono contenta, Antonino, di vedere che hai raccolto il mio invito all’acrostico. Ora io ti dedico il mio e, se me lo permetti, mi “prendo” il tuo.

  2. antonino8.pa ha detto:

    U n amore che va oltre
    O gni stupido personale egoismo
    M anterrà inalterato nel tempo
    O gni sentimento che ci unisce

  3. francesco 10 al ha detto:

    brava Alba,complimenti per tutto,tranne che ci sono anche uomini che accettano l’indipendeza della donna com’è giusto che sia,questo è il mio pensiero.

  4. francesca (franci) ha detto:

    D dolce creatura
    O oltre il massimo della
    N nobiltà d’animo
    N nella sua infinita
    A amorevole dolcezza.

  5. antonino8.pa ha detto:

    Cara Armida dobbiamo riuscire a trasformare quello che è un giorno di festa, in una festa di 365 giorni. Non ci si ricorda delle donne una volta all’anno, giusto per imbavagliare la coscenza. Non è un’utopia!!!!!
    I momenti bui, poi, ci sono per tutti, la tristezza, il dolore, ma saprai affrontarli,ne sono sicuro, e riuscirai a VINCERE.

  6. pasquino ha detto:

    Auguri,serenità a tutte le donne e un pò di chiarezza su questa Giornata Internazionale Della Donna:
    L’iniziativa di celebrare la giornata internazionale della donna fu presa per la prima volta nel febbraio del 1909 negli Stati Uniti su iniziativa del Partito socialista americano. L’anno seguente, nel 1910, l’iniziativa venne raccolta da Clara Zetkin a Copenaghen durante la Conferenza internazionale delle donne socialiste.
    Dai documenti del congresso non risultano chiare le motivazioni che spinsero alla scelta proprio di quella data. In realtà fino al 1921 i singoli Paesi scelsero giorni diversi per la celebrazione.
    Durante la Seconda conferenza delle donne comuniste a Mosca (1921), viene confermata come unica data per le celebrazioni l’8 marzo in ricordo della manifestazione contro lo zarismo delle donne di San Pietroburgo nel 1917.
    In alcuni Paesi si fa invece riferimento a un episodio in cui alcune operaie americane, chiuse in fabbrica dal padrone perché non partecipassero a uno sciopero, persero la vita a causa di un incendio nel 1857. In Italia e altri Paesi si è fatto spesso riferimento a un rogo del 1911 a New York, nel quale persero la vita 134 donne. La leggenda narra che avvenne in una fabbrica di camicie – peraltro inesistente – l’8 marzo. In realtà l’incendio avvenne in febbraio e a seconda dei Paesi cambiano le date, i luoghi e il numero delle vittime.
    Secondo Tilde Capomazza e Marisa Ombra, che nel libro 8 marzo (Utopia) hanno studiato le origini della celebrazione, le motivazioni date nel ’21, troppo legate a un preciso momento politico, vennero presto abbandonate e sostituite da eventi più simbolici.
    E la mimosa?
    La scelta della mimosa risale invece al 1946: le organizzatrici delle celebrazioni romane cercavano infatti un fiore che fosse di stagione e che costasse poco, e lo trovarono appunto nella mimosa.

  7. armida.ve ha detto:

    Grazie a Eldy per la schermata con la mimosa.. E’ bello guardarla e pensare che potrebbe esserci sempre..
    Grazie Franci e Antonino, ma per molte di noi e’ un giorno come un altro.. magari con un pò di tristezza in più.

  8. brig ha detto:

    auguri a te franci, ciao

  9. ugo ha detto:

    non vedo l’8 marzo kome una festa, ma dovrebbe essere un giorno di riflessione da parte degli uomini, in quanto la violenza è un sopraffare la persona ke ti mette in diffikoltà e sintomo di mankanza di intelligenza, penso ke la donna,andrebbe festeggiata tutto l’anno e personalmente, spero ke entrino in massa nei luoghi del potere, in quanto hanno il senso della giustizia e sono meno propense alla korruzione. W le Donne

  10. giosue1.vi ha detto:

    ciao a tutti wiva le donne, si devono festeggiare x 365 giorni.complimenti franci non e con un giorno di festa che risolvete tutti i vostri problemi ,

  11. franco muzzioli ha detto:

    Adoro Francesca quando dice queste cose(e non solo)…..personalmente abolirei una “festa della donna” con una data precisa….è sempre la festa della donna ….battiamoci per la disuguaglianza dei generi , tutti i giorni, in tutti i luoghi …..per non ridurre una data importante in un motivo per fare in modo che la donna in quel giorno si comporti come il peggior maschio.

  12. Lorenzo.rm ha detto:

    FESTA DI RIVENDICAZIONE E LOTTA. DI TUTTI, FEMMINE E MASCHI.

  13. antonino8.pa ha detto:

    Giulian, nessuna società potrà definirsi evoluta finchè continuerà questo “MARTIRIO”. Neanche la nostra lo è. Quanto bisognerà aspettare ancora ?

  14. giulian.rm ha detto:

    Festeggiamo la donna ed il suo ruolo nella società non per un unico giorno… ma tutti i giorni in segno di rispetto e correttezza nei suoi confronti che ahimè tante volte manca perfino nelle società evolute come la nostra… come la cronaca ogni giorno ci ricorda.

    “Donna è il nome più nobile / che si possa dare all’anima. / Molto più nobile che vergine.”

    Così Maurizio Cucchi in La luce del distacco” rende omaggio all’altra metà del cielo.
    Auguri a tutte le donne.

  15. antonino8.pa ha detto:

    Cara Alba, sono molti gli uomini che la pensano come me, per fortuna,ma ancora c’è molto da fare per arrivare ad una reale e definitiva parità tra i sessi. In quanto al “sesso debole” il mio pensare è vicino al tuo, la vera debolezza stà in noi “maschetti” forse è questo che spinge gli stupidi ad essere vionenti, proprio per celare, per non voler riconoscere quella che loro credono essere una “tara”.

  16. alba morsilli ha detto:

    cara Francesca ho finito ora di difendere le donne, ma dobbiamo essere oneste con noi stesse, perchè ci dividiamo in categorie
    c’è la donna intelligente, stupida, ebete, come quelle che tu hai descritto.
    Penso che la festa della donna assieme al suo compagno la quale la onora di esistere sia la cosa migliore.
    Poi quelle oche che tu hai descritto sono sole donne che non sanno amare vivono per il sesso e questo dura poco rimanendo con la bocca amare

  17. alba morsilli ha detto:

    risposta per Antonino: Sono felice che ha scrivere sia un uomo, a Genova ci dicono con le p……
    perchè in linea di massima l’uomo anche se non lo vuole amettere
    non accetta di buon grado l’indipendenza della donna,anche se poi andiamo a vedere indipende non lo è perchè la donna che lavora ha anche la famiglia la casa da cudire, e voi uomini pigri di natura vi sentite quasi nulli difronte a una energia sfrenata della donna.
    Perciò l’unico modo è fare la voce grossa e tirare fuori i vostri muscoli come se foste in palestra.
    è ora che l’uomo si renda conto che il sesso debole è lui no noi donne come da secoli ci portiamo il titolo dietro

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