Partimmo al mattino di buon’ora. Con l’auto raggiungemmo il paese di Casella, nell’entroterra genovese. Da qui partiva il trenino del quale avevamo sentito parlare, la locomotiva più antica ancora in attività in Italia. La nostra intenzione era raggiungere Genova, con questa linea, lo storico trenino, un vero gioiello di archeologia industriale che però, per le sue mini fattezze, ricorda quello dei bambini. Il protagonista di questa storia non sono io, che sono solo spettatrice o, meglio, viaggiatrice. Il protagonista è lui:
IL TRENINO DI CASELLA
immutato nel tempo, con quel colore rosso sgargiante, composto da un locomotore e un solo vagone, salvo una carrozza-bar, stile “belle epoque” che si aggiunge in caso di eventi particolari come feste, spettacoli o gite collettive.
Partiti! Nell’unica vettura siamo soltanto in 6. Stiamo intraprendendo un viaggio che lambisce la Valle Scrivia, la Valpolcevera e la Valbisagno. Non aspettatevi sedili ergonomici. Sono in legno, ma è un’esperienza imperdibile: un percorso che inizia salendo tra arbusti e ginestrai. Qui il tempo sembra essersi fermato. Arriva il controllore che oblitera il biglietto forandolo con la vecchia stellina, ricordate quella macchinetta? Ci si dimentica del riscaldamento, retaggio di tempi troppo moderni e lungo le tredici gallerie si rischia di passare dalla luce abbagliante del sole al buio più completo, se il solerte bigliettaio si dimentica di attivare l’impianto elettrico che, naturalmente, è rigorosamente manuale. Il nostro entusiasmo è alle stelle. Dai finestrini si aprono panorami inimmaginabili. Il percorso si snoda lungo un tracciato panoramico intervallato da piccoli centri abitati che si distinguono per la loro eccellente produzione artigianale. Sono angoli di paesaggio davvero unici. Siamo “cullati” dal lento sferragliare della locomotiva che, come un’immersione nel passato, attraversa tratti a precipizio offrendoci paesaggi mozzafiato. I nostri sguardi si perdono all’orizzonte ma spesso veniamo colti da un lieve timore quando, nell’affrontare una curva un po’ brusca, si ha la sensazione di rotolare lungo la ripida scarpata.
I crinali si alternano alle antiche fortificazioni erette a difesa della città, asperità rocciose inframmezzate a macchie di vegetazione, un percorso che in salita si fa ancora più lento ed affannoso, gallerie strette e buie alla fine delle quali ci aspetta un nuovo scorcio di paesaggio, passaggi a livello in cui, pazienti, le automobili ci cedono il passo.
E attraverso i finestrini guardiamo incuriositi l’avvicinarsi di Genova con i suoi tetti e poi con i superbi panorami del suo golfo. Giunti in Piazzale Manin prendiamo un autobus che ci porterà nel più bel borgo di pescatori dell’immediato levante di Genova: BOCCADASSE.
E’ un luogo di grande suggestione, anch’esso fuori dal tempo dove puoi ancora incontrare pescatori anziani intenti a rammendare reti da pesca.
La deliziosa baia della spiaggetta è coronata da case antiche che ne fanno un luogo molto romantico che ha ispirato, per il suo fascino, molti poeti e cantautori liguri come Fabrizio de Andrè.Ci fermiamo a farci una scorpacciata di pesce all’ Osteria Creuza de Ma’, un piccolo locale sulla baia, dall’ambiente molto accogliente e curato. Rifocillati a dovere ci vuole una bella passeggiata dentro questo affascinante e autentico borgo marinaro. E poi via, di nuovo a Piazzale Manin per riprendere il nostro trenino in direzione Casella col rinnovato entusiasmo di rifare il percorso all’inverso e godere nuovamente di tutte quelle straordinarie emozioni che ci regala lo sferragliante trenino. La giornata è giunta al termine, purtroppo. Ma nel procedere lento di questo minuscolo convoglio, ci riappropriamo del tempo, senza fretta, senza correre riprendendoci i nostri respiri, i nostri pensieri.
Purtroppo, dalla nostra amica Alba che è di Genova, ho appreso che vogliono chiudere questa linea per sempre e si sono già mobilitate centinaia di persone, in marcia, camminando sulle rotaie, per dire “no” alla sottrazione di questa opportunità turistica alla città di Genova. Io spero che le proteste di Legambiente e di quelli che amano il “Trenino di Casella “vengano accolte e non si distrugga in un attimo ciò che da oltre ottant’anni ci porta alla scoperta dei luoghi più suggestivi e importanti, assolutamente da salvare!
Boccadasse,un altro bellissimo angolo di paradiso della nostra Italia,sembra impossibile che le case siano cosi’ vicine al mare nn è un sogno ma una stupenda realta’.Grazie Franci.Grazie Alba,,,,,
Adesso che abbiamo anche il ferroviere possiamo partire tutti e magari, insieme al “Treno di Eldy” di Giulio il toscano, riusciamo a tenere in vita il trenino di Casella.
Grazie Giuseppe. Un abbraccio.
Già il treno ha un qualcosa di romantico e i trenini di una volta lo sono ancora di più. Questa splendida storia, letta da un ferroviere che ha visto nella sua lunga carriera sulle rotaie, la trasformazione dalla trazione a vapore delle sbuffanti locomotive a carbone al diesel prima ed alla trazione elettrica, dopo, mi ha veramente intenerito e commosso.
Grazie, mi unisco anch’io per gridare a gran voce:
“Giù le mani dal trenino”
Ma che piacere apprendere che un siciliano ha fatto lo stesso mio viaggio a bordo del Trenino di Casella. Antonino, grazie di avermelo comunicato, ora so che siamo in tanti a condividere queste bellissime esperienze e a desiderare che possano continuare ad esistere.
Ti abbraccio.
Alba per come avete raccontato la storia del trenino, ha portato gioia allegria a tutti, per come lo avete descritto noi lo conosciamo, bravissima Alba, e franci, ma certo chi lo saprebbe spiegare meglio di voi. il trenino delle fave e salami tutti gridavano gù le mani,bravissima Giovanna che sa sempre farci sognare grazie!
Francesa, non puoi immaginare con quanto piacere io abbia letto questo articolo,
mi ha fatto tornare indietro con la memoria, a quando anch’io ho intrapreso questo
viaggio a bordo di questo “magnifico” trenino. Certo, come dici tu, non c’era tempo
per badare alla scomodità dei sedili o alla temperatura, presi come eravamo
dal meraviglioso spettacolo che ci circondava. dai paesaggi che si attraversavano.
Tutto davvero tanto bello, un’esperienza da ripetere. INDIMENTICABILE.
Grande Franci, hai saputo descrivere tutto in maniera davvero “speciale “
E io, Edis sono felice se, anche solo col pensiero, ti ho accompagnata nel mio bel viaggio a bordo del Trenino di Casella.
Coltiviamo tutti la speranza che questo gioiello d’emozioni continui a solcare le tre Valli per regalarci ogni sorta di bellezza paesaggistica e naturale.
Grazie con un abbraccio.
Ho goduto il viaggio solo nel pensiero, leggendo, ascoltando la bellissima descrizione di Franci.Spero e mi auguro che venga mantenuto e non distrutto come , di solito, facciamo noi italiani ,con le nostre PERLE paesaggistiche , culturali e storiche!
Convengo con te, Pino. Oggi è tutto all’insegna del correre, per raggiungere poi chissà cosa. Solo stress, e per giunta a pagamento. Non ci si concede più il tempo per vivere quegli attimi, unici e indimenticabili, che la vita ci regala. Non ci si guarda intorno, non ci si accorge che, molto più vicino di quanto pensiamo, c’è sempre qualcosa da ammirare, e con pochissima spesa. Poi arrivano quelli che pensano di sapere tutto, quelli convinti che bisogna tagliare qui, eliminare là, e la rovina è compiuta. La vita è riappropriarsi del proprio tempo.
Giusta precisazione storica della Ferrovia Napoli-Portici. Grazie.
Purtroppo viviamo in un mondo dove il denaro è al primo posto e quindi tutto deve soggiacere alla legge economica della domanda e dell’offerta,col tagliare i rami secchi ed improduttivi. Tutti protesi a non rompere il rapporto deficit/PIL che deve rimanere sotto al 3%; ma dove sono considerati: i sentimenti? i dolci ricordi? la vivibilità? lo scorrere lento del tempo? i rapporti umani? i bagagli culturali? L’AMORE ? ecc…, in questo modo vengono distrutte le cose belle del nostro paese, come il trenino di Casella. Grazie a Franci che ci ha donato il viaggetto nel trenino, che ben conosco in quanto i trenini della Circumvesuviana erano fatti allo stesso modo quando ero bambino.
p.s. solo una annotazione storica la prima ferrovia d’Italia fu costruita a Napoli col tratto a doppio binario Napoli Portici di appena km 7,640, inaugurata il 3 ottobre 1839 dal re Ferdinando II di Borbone.
Ecco un altro viaggio nel tempo per rivivere l’atmosfera delle indimenticabili antiche ferrovie. Quella descritta da Lucia. Mi par di capire, però, che anche questa linea sia stata chiusa e sostituita da autobus o percorsi a piedi. Certo molto interessanti quest’ultimi, ma vuoi mettere la magia dello sferragliare di locomotiva, dei passaggi tra i boschi, delle gallerie e dei costoni di montagna? Peccato. Il mondo moderno corre troppo in fretta, vuole solo tecnologia e non sa cosa si è perso.
La storia di questo treno somiglia tanto a quella del trenino Spoleto-Norcia, costruita nel 1926, un capolavoro d’ingegneria ferroviaria e vanto per lunghi anni della Regione Umbria. Agli inizi degli anni 60, con l’apertura di nuove strade si ritenne che la gestione era troppo costosa e si scelse l’uso di autobus di linea, ora questo lungo tratto di ferrovia, che attraversa gole strettissime ed è pieno di opere spettacolari, come il ponte di Cortaccione, è percorribile a piedi e in alcuni punti in bicicletta ed è diventato luogo frequentato dagli amanti della montagna.
Cara Alba, sai come è nato il mio pensiero di scrivere questo pezzo? E’ successo quando ho letto qualcosa che tu pubblicavi (sai dove..) che riguardava la chiusura della linea di Casella. Non ho potuto fare a meno di intristirmi a questa notizia perchè io che l’ho fatto quell’itinerario, so che razza di errore sarebbe eliminare questo fantastico e suggestivo percorso. Tu sei genovese, sicuramente il trenino di Casella fa parte della tua infanzia, della tua giovinezza e sarebbe un pezzo di cuore che se ne va. Grazie anche per il video di “Se ghe pensu”, proprio azzeccato!
Eh si, carissime Sandra ed Elisabetta, voi avete sognato oggi leggendomi, io ho sognato per tutta quella giornata ricca di emozioni. A bordo del trenino mi sembrava di essere in giostra, ritornata bambina, ad ogni curva una sorpresa. E poi Boccadasse, semplicemente stupenda! Bisogna viverle queste emozioni, stanno vicino a noi, senza andare troppo lontano.
Grazie Franci,come sempre qundo escrivi le cose tu fai sognare ad occhi aperti. Ho viaggiato con te ,ho guardato lo stupendo panorama coi tuoi occhi e ho sobbalzato sui sedili di legno ,CHe viaggio meraviglioso.Mi hai fatto avere rimpianti aaBoccadesse ,quanti ricordi ….Mio marito lo adorava ed era fermata obbligatoria quando andavamo a Chiavari a trovare suo padre.In Italia vengono commessi tanti scempi ,spero che nn si accaniscano anche sul trenino rosso ……………..
oggi con mia grande gioia,Fraci mi ha fatto fare un giro sul bellissimo trenino,da Casella a boccadasse,una tratta molto suggestiva .Questo trenino di altri tempi con il suo sferragliare mi porta molto lontano, si in un sogno molto bello.Si fanno viaggi in diverse citta’ del mondo spendendo ache cifre esorbitante,che certamente saranno belle ma noi il bello lo abbiamo in casa e a volte nn lo sappiamo nemmeno,il nostro è un paese ricco di posti fantastici e pieni di arte,abbiamo tutto sole,, monti,,laghi,colline, mare e anche il nostro cibo è apprezzato da tutti,ma chi sa come mai apprezziomo le cose altrui e le decantiamo,mentre il nostro paese lo denigriamo e basta.Grazie franci,,,,,,
ho sgranato gli occhi quando ho visto il post, mai immaginavo di vedere la mia amata Genova, Il trenino delle fave e salame come lo chiamiano noi, perchè ci porta alle sagre paesane, passando su precipizie e valli, gira attorno al grande cimitero monumentale di Staglieno, per poi inforcare gallerie e ampi spazi adibiti a pic nic.Sembra un giocattolo di quelli che si regalono ai bambini ma è tutto vero, come un gallo ha la sua cresta i grandi forti che circondano Genova, il trenino che ha funzioni come un tram metropolitano è la vita di molti paesi dell’entroterra e noi lottereno per lui che deve vivvere.
altro luogo Boccadasse,l’origine del nome deriva da un torrente che si chiamava Asse ora interato, vi erano i TROGOLI (lavatoi)
descriverlo è impossibile per provare le emozioni che lui da bisogna visitarlo metto una canzone genovese “SEGHE PENSU”che da corona a tutto cantata da Piero parodihttp://www.youtube.com/watch?v=QDcOR37Ri_w
E’ stato veramente un piacere , era tanto che non salivo sul treno.Grazie
Boccadasse,un altro bellissimo angolo di paradiso della nostra Italia,sembra impossibile che le case siano cosi’ vicine al mare nn è un sogno ma una stupenda realta’.Grazie Franci.Grazie Alba,,,,,
Adesso che abbiamo anche il ferroviere possiamo partire tutti e magari, insieme al “Treno di Eldy” di Giulio il toscano, riusciamo a tenere in vita il trenino di Casella.
Grazie Giuseppe. Un abbraccio.
Già il treno ha un qualcosa di romantico e i trenini di una volta lo sono ancora di più. Questa splendida storia, letta da un ferroviere che ha visto nella sua lunga carriera sulle rotaie, la trasformazione dalla trazione a vapore delle sbuffanti locomotive a carbone al diesel prima ed alla trazione elettrica, dopo, mi ha veramente intenerito e commosso.
Grazie, mi unisco anch’io per gridare a gran voce:
“Giù le mani dal trenino”
Grazie Gianna. Un abbraccio anche a te.
Ma che piacere apprendere che un siciliano ha fatto lo stesso mio viaggio a bordo del Trenino di Casella. Antonino, grazie di avermelo comunicato, ora so che siamo in tanti a condividere queste bellissime esperienze e a desiderare che possano continuare ad esistere.
Ti abbraccio.
Alba per come avete raccontato la storia del trenino, ha portato gioia allegria a tutti, per come lo avete descritto noi lo conosciamo, bravissima Alba, e franci, ma certo chi lo saprebbe spiegare meglio di voi. il trenino delle fave e salami tutti gridavano gù le mani,bravissima Giovanna che sa sempre farci sognare grazie!
Francesa, non puoi immaginare con quanto piacere io abbia letto questo articolo,
mi ha fatto tornare indietro con la memoria, a quando anch’io ho intrapreso questo
viaggio a bordo di questo “magnifico” trenino. Certo, come dici tu, non c’era tempo
per badare alla scomodità dei sedili o alla temperatura, presi come eravamo
dal meraviglioso spettacolo che ci circondava. dai paesaggi che si attraversavano.
Tutto davvero tanto bello, un’esperienza da ripetere. INDIMENTICABILE.
Grande Franci, hai saputo descrivere tutto in maniera davvero “speciale “
E io, Edis sono felice se, anche solo col pensiero, ti ho accompagnata nel mio bel viaggio a bordo del Trenino di Casella.
Coltiviamo tutti la speranza che questo gioiello d’emozioni continui a solcare le tre Valli per regalarci ogni sorta di bellezza paesaggistica e naturale.
Grazie con un abbraccio.
Ho goduto il viaggio solo nel pensiero, leggendo, ascoltando la bellissima descrizione di Franci.Spero e mi auguro che venga mantenuto e non distrutto come , di solito, facciamo noi italiani ,con le nostre PERLE paesaggistiche , culturali e storiche!
Convengo con te, Pino. Oggi è tutto all’insegna del correre, per raggiungere poi chissà cosa. Solo stress, e per giunta a pagamento. Non ci si concede più il tempo per vivere quegli attimi, unici e indimenticabili, che la vita ci regala. Non ci si guarda intorno, non ci si accorge che, molto più vicino di quanto pensiamo, c’è sempre qualcosa da ammirare, e con pochissima spesa. Poi arrivano quelli che pensano di sapere tutto, quelli convinti che bisogna tagliare qui, eliminare là, e la rovina è compiuta. La vita è riappropriarsi del proprio tempo.
Giusta precisazione storica della Ferrovia Napoli-Portici. Grazie.
Purtroppo viviamo in un mondo dove il denaro è al primo posto e quindi tutto deve soggiacere alla legge economica della domanda e dell’offerta,col tagliare i rami secchi ed improduttivi. Tutti protesi a non rompere il rapporto deficit/PIL che deve rimanere sotto al 3%; ma dove sono considerati: i sentimenti? i dolci ricordi? la vivibilità? lo scorrere lento del tempo? i rapporti umani? i bagagli culturali? L’AMORE ? ecc…, in questo modo vengono distrutte le cose belle del nostro paese, come il trenino di Casella. Grazie a Franci che ci ha donato il viaggetto nel trenino, che ben conosco in quanto i trenini della Circumvesuviana erano fatti allo stesso modo quando ero bambino.
p.s. solo una annotazione storica la prima ferrovia d’Italia fu costruita a Napoli col tratto a doppio binario Napoli Portici di appena km 7,640, inaugurata il 3 ottobre 1839 dal re Ferdinando II di Borbone.
Ecco un altro viaggio nel tempo per rivivere l’atmosfera delle indimenticabili antiche ferrovie. Quella descritta da Lucia. Mi par di capire, però, che anche questa linea sia stata chiusa e sostituita da autobus o percorsi a piedi. Certo molto interessanti quest’ultimi, ma vuoi mettere la magia dello sferragliare di locomotiva, dei passaggi tra i boschi, delle gallerie e dei costoni di montagna? Peccato. Il mondo moderno corre troppo in fretta, vuole solo tecnologia e non sa cosa si è perso.
La storia di questo treno somiglia tanto a quella del trenino Spoleto-Norcia, costruita nel 1926, un capolavoro d’ingegneria ferroviaria e vanto per lunghi anni della Regione Umbria. Agli inizi degli anni 60, con l’apertura di nuove strade si ritenne che la gestione era troppo costosa e si scelse l’uso di autobus di linea, ora questo lungo tratto di ferrovia, che attraversa gole strettissime ed è pieno di opere spettacolari, come il ponte di Cortaccione, è percorribile a piedi e in alcuni punti in bicicletta ed è diventato luogo frequentato dagli amanti della montagna.
http://youtu.be/eAiLOs1Z3XQ
E come dice Lorenzo, giù le mani dal trenino delle fave e salame. Ciao.
Cara Alba, sai come è nato il mio pensiero di scrivere questo pezzo? E’ successo quando ho letto qualcosa che tu pubblicavi (sai dove..) che riguardava la chiusura della linea di Casella. Non ho potuto fare a meno di intristirmi a questa notizia perchè io che l’ho fatto quell’itinerario, so che razza di errore sarebbe eliminare questo fantastico e suggestivo percorso. Tu sei genovese, sicuramente il trenino di Casella fa parte della tua infanzia, della tua giovinezza e sarebbe un pezzo di cuore che se ne va. Grazie anche per il video di “Se ghe pensu”, proprio azzeccato!
Eh si, carissime Sandra ed Elisabetta, voi avete sognato oggi leggendomi, io ho sognato per tutta quella giornata ricca di emozioni. A bordo del trenino mi sembrava di essere in giostra, ritornata bambina, ad ogni curva una sorpresa. E poi Boccadasse, semplicemente stupenda! Bisogna viverle queste emozioni, stanno vicino a noi, senza andare troppo lontano.
Grazie Franci,come sempre qundo escrivi le cose tu fai sognare ad occhi aperti. Ho viaggiato con te ,ho guardato lo stupendo panorama coi tuoi occhi e ho sobbalzato sui sedili di legno ,CHe viaggio meraviglioso.Mi hai fatto avere rimpianti aaBoccadesse ,quanti ricordi ….Mio marito lo adorava ed era fermata obbligatoria quando andavamo a Chiavari a trovare suo padre.In Italia vengono commessi tanti scempi ,spero che nn si accaniscano anche sul trenino rosso ……………..
oggi con mia grande gioia,Fraci mi ha fatto fare un giro sul bellissimo trenino,da Casella a boccadasse,una tratta molto suggestiva .Questo trenino di altri tempi con il suo sferragliare mi porta molto lontano, si in un sogno molto bello.Si fanno viaggi in diverse citta’ del mondo spendendo ache cifre esorbitante,che certamente saranno belle ma noi il bello lo abbiamo in casa e a volte nn lo sappiamo nemmeno,il nostro è un paese ricco di posti fantastici e pieni di arte,abbiamo tutto sole,, monti,,laghi,colline, mare e anche il nostro cibo è apprezzato da tutti,ma chi sa come mai apprezziomo le cose altrui e le decantiamo,mentre il nostro paese lo denigriamo e basta.Grazie franci,,,,,,
ho sgranato gli occhi quando ho visto il post, mai immaginavo di vedere la mia amata Genova, Il trenino delle fave e salame come lo chiamiano noi, perchè ci porta alle sagre paesane, passando su precipizie e valli, gira attorno al grande cimitero monumentale di Staglieno, per poi inforcare gallerie e ampi spazi adibiti a pic nic.Sembra un giocattolo di quelli che si regalono ai bambini ma è tutto vero, come un gallo ha la sua cresta i grandi forti che circondano Genova, il trenino che ha funzioni come un tram metropolitano è la vita di molti paesi dell’entroterra e noi lottereno per lui che deve vivvere.
altro luogo Boccadasse,l’origine del nome deriva da un torrente che si chiamava Asse ora interato, vi erano i TROGOLI (lavatoi)
descriverlo è impossibile per provare le emozioni che lui da bisogna visitarlo metto una canzone genovese “SEGHE PENSU”che da corona a tutto cantata da Piero parodihttp://www.youtube.com/watch?v=QDcOR37Ri_w
Emozioni nitide ed entusiasmanti. Mi unisco a quanti gridano a gran voce: giù le mani dal trenino!