Sono passati settant'anni dalla fine di quella guerra durata cinque anni, e da allora, ogni 25 Aprile vogliamo ricordare l'Italia e gli italiani finalmente liberi. Liberi dalla guerra, liberi dalla dominazione nazi-fascista e liberi di poter riconquistare quella democrazia che per anni era stata sepolta sotto la scure del ventennio.
Da quel 25 Aprile del 1945 si è voluto (o quantomeno si è tentato), di costruire un Paese migliore, con ideali e valori da trasmettere ai nostri figli e ai figli dei nostri figli.
Ma oggi, siamo ancora convinti che non si possa far cadere nell’oblio gli sforzi di una generazione, che ha sofferto e lottato per restituirci un Paese libero e democratico?
Oggi, siamo certi che la lotta per la libertà sia davvero finita? Se i nostri genitori hanno combattuto settant'anni fa la Resistenza, oggi, al di là del Mediterraneo, nuovi popoli stanno combattendo la loro “Resistenza” contro dittature che seminano barbarie e odio, violenze indicibili, morte e torture. Questa gente sogna una terra di libertà e fugge dalla morte, dalla guerra, dalla disperazione. E' la speranza a portarli verso l'Europa ma non sanno che la loro speranza spesso si chiama "morte per mare".
E poi c'è la minaccia del terrorismo islamico che sta preoccupando il Mondo intero, questo fenomeno che si confonde comunemente con la guerriglia rivoluzionaria e le infinite lotte etniche. Ma per me è solo e sempre GUERRA che non è mai finita.
E poi c'è la lotta alla mafia, il bullismo, l'intolleranza, l'insicurezza del futuro per i giovani e dell'oggi per tutti. E allora che cosa possono valere ancora le ragioni da tenere vive? Quella spinta ad essere liberi nei difficili anni che stiamo vivendo? E le generazioni di oggi e del prossimo futuro, in quali ideali potranno credere? Saranno in grado di rispolverare quel coraggio che hanno avuto i nostri padri settant'anni fa?
AVREMO MAI IL CORAGGIO DI ESSERE LIBERI?
Malgrado queste mie riflessioni Auguro
BUON 25 APRILE A TUTTI!
Come ci racconta Alba, la Casa dello Studente di Genova, chiamata anche “Sotterraneo dei tormenti” con le sue celle, era diventata sede della Gestapo durante la seconda guerra mondiale. L’edificio venne requisito in più riprese dai militari tedeschi tra la fine di settembre e la metà di ottobre 1943. Comandata da Friedrich Engel (divenuto noto come “il boia di Genova”), fu luogo di tortura di prigionieri politici, partigiani e antifascisti in genere.
Ricordare perchè non si ripetano più simili orrori!
oggi ho visitato i sotteranei segreti della casa dello studente di Genova aperti solo il 25Aprile, dove i fascisti e tedeschi hanno fatto torture a partigiani e dove nei muri vi erano scritti e disegnidella loro sofferenza, molte lettere scritte dicevano che morivano per la libertà erano convinti che la loro morte fosse utile. Ma dopo 70anni io ho grandi dubi che non so se abbiamo imparatola lezione dei nostri padri.
Anche se la vera guerra non l’abbiamo in casa il mondo è pieno di guerre, ed è guerra anche senza armi vivere in un mondo di corrotti che non rispettano la costituzione creata da partigiani di ogni credo e religione.
IN questi momenti cosi’ tristi e quasi bui ,cerchiamo si disperatamente di essere positivi ,vogliamo e cerchiamo di essere liberi ,ma attorno a noi vediamo cadere sempreb piu in basso tutti i valori positivi,corruzione ,malcostume sembrano farsi strada ogni giorno di piu’ ,mentre la Democrazia e’ una facciata dietro la quale si fanno tutti i giochi politici possibili .Sono passati solo 70 anni dalla resistenza!!!!!!!!!!!
Insomma, io credo che oggi ci sia solo tanta confusione. A volte mi sento come i clandestini, in un barcone in balìa del mare in tempesta. Non so più chi ascoltare, non so più a chi credere, non so più chi merita la mia fiducia.
Probabilmente anche tanti di voi si sentiranno disgustati da chi ci ha tradito, ma mollare tutto, fregarsene non andando a votare, non fa altro che peggiorare le cose, perché in questo modo si lascia che la società venga gestita da politicanti preoccupati più del loro potere personale che degli interessi della collettività. Oggi i politici sono tutti là, in bella fila, impettiti, pseudo-commossi, per la celebrazione della Liberazione.
Appena finito questo “circo” tornano a litigare, a mandarsi insulti, a farci gestacci col medio alzato, a prendersi a scazzottate vergognose.
E allora che fare?
Io non lo so, se qualcuno ha la verità a portata di mano mi faccia un “disegno”.
La liberazione è innanzi tutto un fatto storico inoppugnabile, per ciò che riguarda i rischi per i cambiamenti alla Costituzione ,spesso sono solo frutto di propaganda politica. Questi cambiamenti devono passare attraverso il vaglio della Corte Costituzionale e non possono essere quindi solo frutto di disennatezze governative, anche se qualcuno ha interesse a dire che siamo già in una dittatura.
Francesca , e molto interessanteil libro dal titolo, Il Diario del nonno- di Fortunato Michetti, Partigiano scritto da lui- Cari nipoti e voi giovani delle foture generazioni, quando leggerete sembrera’ una brutta storia, ma vi giuro è verita’ si mi trovai in mezzo a tanti morti e giovani soldati massacrati, il pensiero e andato a tutte quelle mamma che con fatica avevono cresciuto con amore i loro giovani, il suo cuore diceva vorrei che la guerra non vi incontrasse mai!.
Signori/e, a tutti evviva la Liberazione, evviva il senso Vero di Liberta’ per la persona e per la societa’. Liberta’ depurata da Corruzione e Criminalita’ con la quali la Vera Democrazia non potra’ mai coesistere. Cordiali saluti, Paul
Verrebbe da chiedersi se il vero significato della Liberazione sia stato acquisito permanentemente dagli italiani. Credo di no se in molti vogliono “ritoccare” la Costituzione e le leggi in senso anti-democratico.
Sto pensando al senso profondo da attribuire alla giornata di oggi. Dopo aver letto alcune affermazioni nel rullo di Eldy non trovo le parole….
«È questo il fiore del partigiano»,
o bella, ciao! bella, ciao! bella, ciao, ciao, ciao!
«È questo il fiore del partigiano
morto per la libertà!»
Da “Bella ciao”, canto popolare ottocentesco divenuto famoso durante la Resistenza
Franco, sulla resistenza modenese ci sono stati avvenimenti significativi, così come in tante altre parti d’Italia. E’ molto interessante ascoltare le vostre storie, quegli avvenimenti, purtroppo sacrificali, che sono stati determinanti ed indispensabili alla liberazione dell’Italia dal nazi-fascismo e dagli oppressori. Campogalliano fu protagonista della lotta partigiana, essendo un’importante via di comunicazione tra le linee partigiane situate in montagna e quelle in pianura, tant’è che ancora oggi si ricordano i caduti nelle battaglie con un monumento alla Resistenza.
Vorrei ricordare i partigiani morti nei fossi di via Albone a Campogalliano di Modena per liberare una villa occupata dai tedeschi e con trenta civili all’interno. Gli americani arrivati con i carri armati volevano abbatterla, come hanno fatto tante volte, ma una squadra di giovani partigiani hanno detto “la liberiamo noi ci sono dentro donne e bambini ” . Hanno combattuto per tre giorni e hanno cacciato i tedeschi, ma sei di loro sono rimasti in quei fossi dove ora una piccola lapide di marmo li ricorda. Grazie…senza il vostro sacrificio non sarei qui.
Già caro Giulio, ogni commento è davvero superfluo. Fortunato Menichetti col suo libro “Il diario del nonno partigiano” è riuscito a conquistare e ad entusiasmare persino i professori tedeschi. Proporrei la lettura di questo libro nelle scuole italiane, forse servirebbe a raccontare, e far capire, ai ragazzi d’oggi cosa è successo settant’anni fa. Perchè non si ripeta più tanto orrore.
Proprio in questi giorni lego il libro dal titolo – Il Diario del Nonno – di Fortunato Michetti ,Partigiano .Riporto quanto da Lui scritto nella prefazione :- Cari nipoti , bisnipoti e giovani delle future generazioni, quando leggerete questo libro vi sembrerà una brutta novella , ma è santa verità….Dalla mia esperienza …mi sono trovato davanti a tanti morti civili e giovani soldati massacrati di ogni nazionalità…Il mio pensiero è sempre stato rivolto a tutte le mamme che avevano cresciuto con tanto amore quei giovani…Il mio cuore veniva ogni volta pugnalato…Vi auguro che la guerra non vi incontri mai . Cara Franci, ogni commento è superfluo. In alto i cuori .