Quando ero ragazza, ricordo che se mi accadeva di prendere un brutto voto a scuola perchè non avevo studiato abbastanza, o perchè la prof interrogava a tranello per castigo provocato dai soliti disturbatori ('ndo cojo cojo, come si suol dire), tremavo di paura non tanto per il voto quanto per il ritorno a casa. Coi miei genitori erano guai seri e mai, ripeto MAI, mi sarei permessa di far valere la sia pur minima ragione a mia discolpa, perchè se l'avessi fatto i guai sarebbero stati ancor peggiori.
Diventata adulta e mamma a mia volta, un giorno venni a sapere che il mio figliolo più grande, ora genitore pure lui, fomentato dai suoi compagni e insieme agli stessi, si prendeva gioco di un compagno di classe un pò timido, insicuro e abbastanza inibito.
Rapportato al bullismo di oggi, quello di allora (parlo di vent'anni fa circa), sarebbe sembrato un innocente giochetto, però non gliela feci passare liscia.
Io e il padre prendemmo immediatamente nostro figlio e dopo averlo ben bene strigliato, lo accompagnammo a casa del compagno vessato. Lo obbligammo a porgere le sue scuse a lui e ai suoi genitori promettendo solennemente che d'ora in avanti non sarebbero più accaduti fatti spiacevoli e che sia mio figlio che noi genitori avremmo vigilato sul gruppetto insidioso di studenti. Ebbene, quel ragazzino timoroso, da allora, è diventato il più caro amico di mio figlio sempre da lui difeso a spada tratta di fronte a chiunque si permettesse di deriderlo.
Ai miei tempi i presidi educativi della vita di un bambino e poi ragazzo, erano chiari, sicuri, riconosciuti e soprattutto rispettati.
Il primo sistema di controllo educativo era la FAMIGLIA poi veniva la SCUOLA.
Questi due presidi, ai miei tempi, interloquivano fra loro e collaboravano per raggiungere l'obiettivo massimo nell'educazione e nell'istruzione di noi ragazzi. E nessuno di loro metteva in dubbio la credibilità dell'altro, c'era una specie di alleanza educativa. Se non fosse stato così il risultato sarebbe stato il disorientamento dell'allievo. Come avrebbe fatto un allievo a credere ad un insegnante se la sua famiglia non avesse avuto fiducia in quell'insegnante?
Oggi gli studenti vanno a scuola col telefonino. E' vietato, lo sappiamo, ma genitori scriteriati lo permettono, addirittura anche alle primarie.
Ovviamente gli insegnanti non possono vietare di portarlo a scuola ma in classe deve restare spento.
E così succede che alcuni bulletti filmano l'insegnante di turno e postano le foto sui social network accompagnate da commenti sarcastici.
Il professore se ne accorge, ritira i cellulari e sospende alcuni studenti.
Altri saranno obbligati a frequentare un corso sui comportamenti corretti da tenere in classe.
Ovviamente, dell'accaduto vengono informati i relativi genitori. Ma cosa pensate che sia accaduto?
Che i genitori abbiano proseguito nell'azione disciplinare come avrebbe fatto chiunque di noi? Magari vietando l'uso del telefonino per un paio di giorni?
Macchè, niente di tutto questo. I genitori dei ragazzi trasgressivi e indisciplinati se la sono presa con l'insegnante dicendo che aveva esagerato e che addirittura, (udite udite..!!), alcuni di loro (genitori) avevano dovuto lasciare il lavoro per qualche ora per andare a scuola a parlare con l'insegnante.
Quasi nessuno che abbia messo in discussione il proprio figlio e il suo comportamento indiscipliato, a dir poco.
Questo per dire che la coscienza della famiglia oggi non è più quella di un tempo. Tende sempre ( o quasi) a giustificare i comportamenti scorretti e il rispetto delle regole viene visto quasi come un ostacolo.
Gli esperti del settore, gli psicologi dell'età evolutiva, sostengono che questo è avvenuto da quando siamo passati da una società normativa ad una affettiva. Io invece direi permissiva, troppo permissiva.
E allora ai genitori di oggi, che sono i nostri figli, vorrei dire che è il loro comportamento a fare la differenza. Non si può dare solo la colpa alla società e alla scuola, perchè la società è formata in primis dalla famiglia. La scuola viene dopo, o perlomeno in collaborazione con la famiglia.
Anche perchè come può un'insegnante educare un bambino se i genitori screditano la sua autorità con commenti continui e critiche al suo operato, ai voti che ha assegnato?
Il problema della crescita e della formazione dei giovani d'oggi è un grande problema. Occorrerebbe rivedere i patti educativi tra scuola e famiglia e in certi casi, a quelli più indomabili e duri da correggere, bisognerebbe far frequentare veri e propri corsi di educazione civica e di recupero.
Ma non mi riferisco agli alunni.
Quando dico corsi di recupero, sto parlando....DEI GENITORI!!!
Vorrei poter scrivere,cari amici “in Francia i costumi sono diversi, l’istruzione del bambino è eccellente, la scuola è un luogo di pace,la mente dei bambini è esaltata nella gioia, loro sono attenti in classe, in silenzio nel rispetto degli altri e dell’insegnante.Ma, non è il caso di molte grande città, e come Francesca ha giustamente e tristemente detto (ritornando al passato con le esperienze) Oggi abbiamo raggiunto un epoca in cui i bambini, volendoli educare con un maggiore flessibilità (cosa che i nostri padri non avevano fatto con noi), la generazione dei nostri figli si è lasciata andare al ‘lassismo’ più grande, perché educare richiede di essere costanti, richiede di non perdere il controllo, la pazienza, la riflessione…di essere in perfetto accordo tra genitori a tempo pieno. Di amare, di congratulare, si, ma di affliggere la punizione di conseguenza ad un giusto marachella, misfatto. Molti genitori presi dal vortice delle loro occupazioni, dalle loro preoccupazioni, pensano troppo spesso”siamo stati apprezzati nel mondo lavorativo’ abbiamo rinunciato ad essere insegnanti”. Quanti bambini ricevono doppio rimproveri per mancanza di studio, a scuola e nelle loro case Ma delegare i loro poteri o la loro incompetenza alla scuola considerando gli educatori con una forma di disprezzo. Oggi mi dispiace ammettere che,i maestri i professori che hanno svolto con solerzia il loro compito non sono considerati, elogiato. Generalmente’ non ricevono più sostegno e gratificazione da parte dei loro superiori…vengono trattati con indifferenza.Scioperano per ragione finanziarie, quando potevano gridare a ragione forte e chiaro”Basta !Seguite ci! perché inviati ad insegnare nei quartieri più difficile delle città’ dopo aver ottenuto la laurea, dopo aver partecipato a concorsi, triaennali di formazione. Sapendo che i più esperti, hanno perso le loro illusioni, aspettano con ansia il loro futuro pensionamento in zone tranquille.Dopo aver participation per anni a tutte le riunioni dei genitori e commissioni “salvataggio dei bambini in difficoltà” posso assicurarvi (e spesso mi è venuto in mente da lontano) Che i primi ad essere seduti sui banchi di scola avrebbero dovoto essere i genitori di tutti quei Bambini “difficile”, persi via da problematiche adolescenziali..C’è desiderio di creare scuole domenicali, per obligare queste famiglie ‘poveri’ a ricevere un minimo di formazione, per potere trasmettere ai loro figli, desiderio ancora più importante oggi…Per fortuna ci sono delle eccesioni che non supportano l’atmosfera generale. Ragazzi in famiglie chiamate “blended” che non hanno generato piccoli mostri. Questi ragazzi hanno trascorso la loro infanzia in quartieri cosmopolita, degradata, hanno saputo educare bene i loro figli…
a qui dico la mia ammirazione…….
Alla fine vedo che siamo tutti concordi (chi più chi meno) nel considerare che l’esempio della famiglia è il miglior antidoto contro il bullismo, la maleducazione e soprattutto qualche sano NO da parte dei genitori moderni e permissivi non farebbe proprio male.
Mi inorridiscono i racconti fatti da Giulio ed Alba. Quei genitori andrebbero denunciati, altro che denunciare loro gli insegnanti..!!!!
E poi, come dice Alfred, da grandi diventano i veri protagonisti del mobbing.
Complimenti ai genitori, bell’insegnamento!!!
Bullismo……
certo, il bullismo è deprecabilissimo, specie quando è mirato e perpetrato per lungo tempo contro un singolo.
Il bullismo facilmente lascia segni indelebili nella vittima.
Presa di mira dal branco non riesce a difendrsi perche è il branco stesso ad isolarlo.
Anche chi volesse intervenire in suo favore se ne astiene per evitare di diventare vittima a sua volta.
Di solito c’è un capo-branco che organizza, dirige, comanda, comincia, un capo-branco con il carisma. Un capobranco che
sapendo soggiogare gli altri li istiga, li aizza, li domina, spesso li plagia.
Ma da dove viene la forza del capo-branco? Come comincia?
Perchè diventa un capo-branco?
Forse perchè è già più forte fisicamente ed ha bisogno di dimostrarlo?
Forse ha limiti di linguaggio ed allora si serve della forza fisica per intimorire?
Forse ha imparato con esempi famigliari al non rispetto del prossimo?
O forse è un debole psichicamente che si serve della forza e del branco per emergere?
Ma il bullismo non si ferma e non si limita ai ragazzi ma continua nella vita.
Una volta era normale nelle fabbriche , su posti di lavoro: essere vittime di scherzi anche di cattivo gusto, anche pericolosi, da parte di colleghi più anziani nei confronti dei novellini.
Apprendisti quattordicenni caricati di mattoni come dei muli,
o mandati a fare lavori inutili, degradanti, umilianti con la scusa che dovevano imparare a vivere.
Anche certi adulti sono vittime di bullismo che non si chiama più bullismo ma MOBBING: vessazioni sul posto di lavoro.
Il bullismo è da sempre stato una brutta piaga e difficilmente sarà sdradicata se non saremo noi singolarmente a cominciare
con il buon esempio, specie ai nostri ragazzi.
ho pensato molto prima di scrivere quello che penso e volevo vedere come la pensavano gli altri.
Allora ho diversi nipotini che frequentano le elementari e una la medie.
Vi racconto che cosa è successo in classe di Diego 3A un bambino ripreso dalla maestra perchè giocava sotto il banco si è fatto venire la futta, ha preso le gambe della maestra che quel giorno aveva la gonna così ci è arrivato molto bene a morsicargliele, non contento ha preso la sedia e rotta per terra, la maestra è dovuta ricorerein farmacia perchè i morsi erano profondi, chiamati i genitori si son presentati con una padronanza dicendo che non era suo figlio a fare questo, tutta la classe ha visto.
fatta riunione d’urgenza con la preside e i genitori, io che ero fuori ad aspettare mia figlia sentivo gli urli di questa madre che difendeva il figlio, penso che il mio commento si lega molto bene al tuo post, non so dove arriveremo sono veramente preocupata, di questa gioventù in erba mal guidata, ci vorebbe una scuola anche come fare i genitori forse esiste ma chissa
Un bellissimo,interessante argomento Francy,ma io sono sempre convinta che l;esempio che i figli hanno in famiglia ,l’appoggio che vi trovano quando hanno bisogno ,come vengono educati e’ un bagaglio che li aiutera’ sempre nella vita
Signor Franco, sono contrario alle filastrocche, ma devo scusarmi se con il mio scrivere, poco chiaro, possa essere interpretato in riferimnto di gruppo o personale non e’ appropriato da parte mia farlo e tantomeno non lo era nella mie intenzioni. Quanto ho scritto lo intendevo in senso generale. Ripeto: solo facendo salti di comportamento etico della societa’ si possono avere altrettanti salti di comportamento “educato” delle giovani generazioni. Ritengo che il comportamento che vediamo da parte dei giovani e’ caduto dal cielo, ma solo l’accumulato /permessivismo/falsa interpretazione di liberta’ di usi e costumi conseguenza di degrado della/e societa’(precedente convivenza della/e societa’ con corruzione e criminilita’ e moralita’ un tanto al metro: quale esempio abbiamo loro dato ?) causata/e da lassivita’ di mantenere “sana”/e la/le societa’= ordine e leggi,comportamento sociale e giustizia. Applichi come crede opportuno il mea culpa, ora diretto a noi delle generazioni precedenti: le prove lo conferamano o la mia logica non sostiene la premessa. Cordiali rispettosi saluti, Paul
Ieri genitori severi rigorosi e rigidi. Oggi genitori iper protettivi o iper amici. Ma non si può scegliere una via di mezzo? Aiutare si, i figli, sempre, condividere e sostenere le loro scelte, valutarle insieme, indicare la strada che per i genitori é quella giusta ma senza imporla. Ma non si può educarli ad avere la tavola apparecchiata sempre. Il migliore aiuto sarebbe quello di educarli ad insegnare come si apparecchia
Scusa Paul …la scuola italiana avrà i suoi problemi , ma che c’entra con la cattiva educazione genitoriale, con l’eccesso di permissività, con l’aggressività degli alunni per mancanza di regole di base ?
E’ come dire “piove governo ladro ” !
Noi genitori prendiamoci le nostre colpe e non scarichiamole su chi fa bene il suo mestiere pur in situazioni difficili.
franci, buon pomeriggio, se la scuola non e’ una priorita’ per le istituzioni statali(perenne riforma delle scuole non ancora avvenuta) non meravigliarti delle conseguenze che vedi. L’educazione pubblica e del popolo/studenti costa moltissimo allo Stato e non ci sono risorse sufficienti per le richieste necessita’ moderne di educazione per gli studenti. Politicamente si puo ‘ compensare questa grande deficienza statale con parole, parole, parole. Non e’ colpa dei genitori, non e’ colpa dei figli, la ragione riscede nel “caos” di questa infrastruttura nazionale educativa a tutti i livelli e la sua antiquita’ struttuale a non cambiare radicalmente. Le dirette conseguenze sono confusione e mancanza di rispetto da parte di adulti e studenti verso gli Ufficiali=Educatori che non vengono protetti categoricamente dal codice scolastico/etico/giudiziale e studenti che non ricevono fin dall’asilo l’etica di comportamento sociale come materia d’insegnamento ecc.. Come personale punto di vista la penso e la vedo cosi’.
Francy, hai ragione alla grande. Pochi giorni fa, ho parlato con un mio amico prof, scuola media …ebbene alla domanda : -Come va nella scuola ?- Mi ha guardato un attimo poi mi ha fatto un “quadro” da brivido. Sentite questa . è sempre il prof che parla :- Nel momento di ricreazione, mentre gli alunni erano in cortile , ho aperto il diario di una ragazzina,perchè mi ero accorto che era molto distratta …ho letto cose da brivido . Mi sono permesso di mettere a conoscenza i genitori, mi sono ritrovato con una denuncia …- Mi fermo qui .
Francesca, argomento “tosto” Vorrei condividere diversi commenti,Il bullismo tra i studenti c’è sempre stato, arrivono in classe e sembrano loro gli insegnanti e responsabili della scuola , nessun rispetto o poco per Prof e Insegnanti, non sono stati educati non tutti per fortuna! nelle loro famiglia, dove ritengo importantissimo che sia la base principale del comportamente dei studenti, e la famiglia la prima a poter insegnare ai propri figli , sono troppo confidenziali con tutti giusto il comportamento di, Francesca si prendeva le sue colpe e responsabilita’cosi pure con suo figlio questo era un insegnamento di rispetto, invece i ragazzi d’oggi, chiedono e voglio tutto subito, tutto è dovuto molti genitori sono i colpevoli!.I cell in classe per fortuna sembrano vietati, altrimenti poveri Insegnanti e Prof. un saluto
Io sono totalmente contraria alle punizioni corporali, però alcune cose lasciatemele dire.
Senza risalire alla Riforma Gentile del 1923 e successivamente a quella dei primi anni Sessanta,non ditemi che oggi non è possibile allevare bambini con sane e corrette regole di buona educazione e rispetto. Innanzitutto NON esiste proprio che la pensioncina dei nonni venga intaccata per comprare il telefonino al bimbo allo scopo di non farlo sentire inferiore ai suoi compagni. Quando sarà il momento, cioè quando sarà più grande, e SOLO se se lo merita, lo avrà in regalo in una ricorrenza (compleanno, Natale o quant’altro).
Poi, senza volermi ripetere con quanto ho già scritto nel post, se un genitore è convinto di avere l’unico e indissoluto potere di correzione sul proprio figlio senza permettere all’insegnante di adottarlo, ha sicuramente bisogno di quel corso di “recupero”. In ogni caso tutto si può discutere e, in assoluta collaborazione scuola-famiglia, concordare per l’unico e insindacabile obiettivo: insegnare a diventare uomini, a crescere con cultura e rispetto, formazione e disciplina, conoscenza, istruzione ed etica.
Se era possibile ieri, è possibile anche oggi.
Questo “lavoro” io lo faccio anche oggi, tutti i giorni, coi miei figli e i miei nipoti.
E’ così tanto impossibile??? Per me NO!!!
E non sono nè la strega cattiva perchè i miei nipoti mi adorano e i miei figli me ne sono grati, nè la “martire” di perdute battaglie.
Riporto alcune righe del lungo e lamentoso discorso del maestro Agamennone, che si rivolge ai giovani protagonisti del “Satiricon” di Petronio:
“La colpa non è dei maestri, che coi pazzi devono fare i pazzi. Infatti se non dicessero ciò che piace ai ragazzi, resterebbero soli nelle scuole… E allora? Degni di rimprovero sono i genitori che non esigono per i loro figli una severa disciplina dalla quale possano trarre giovamento… essi devono abituare gradualmente i giovani alle fatiche, lasciare che si imbevano di letture serie e che conformino gli animi ai precetti della sapienza… Invece i fanciulli nelle scuole giocano.”
Francesca argomento tosto, che comunque condivido i tuoi pensieri nel Post, vi è anche da dire che oggi rispetto al passato le classi non sono più tutte uguali, oggi la realtà è diversa dalla provenienza sociale, religiosa ed etnica, queste realtà pongono diversi problemi, ovvero gelosie e altro, in tutte le scuole di ogni ordine e grado, si formano dei “Orticelli” e così nasce il bullismo spronato anche dalle ragazzine, lo stesso bullismo poi reagisce in modo aggressivo che può portare poi anche a delle vittime. Nel passato, la scuola e la famiglia erano coalizzati, si aveva un’alleanza in comune, ora tutto questo non c’è più, è venuta meno il ruolo dell’insegnate specialmete su questa piaga, gli insegnanti stessi non sono preparati a gestire queste situazioni, una volta invece il suo ruolo era indiscusso, ora invece a tutti contro. La scuola per molti genitori rimane un deposito che tutto è dovuto, mentre invece dimenticano che la scuola viene dopo la famiglia, poichè gli stessi hanno un ruolo ben preciso, sono titolari del diritto dell’educazione del proprio figlio, devono insegnare che il bullismo è un comportamento sbagliato, gli stessi poi devono capire e cogliere i segnali del proprio figlio se è un -bullo- o se è una vittima. Concludo rubandoti una tua parola…c’è troppo permissivismo. Un Saluto
quello che potrei commentare sull’educazione dei giovani oggi tanto in famiglia quanto a scuola, sarebbe retorico e obsoleto così mi limito a dire che i risultati di questo periodo storico, non sono un esempio di una gioventù che sa usare al meglio la sua libertà
Cara Francesca i “no” sono una faticaccia , meglio dire un “sì” scacciaproblemi . Poi ormai le famiglie sono fatte da un padre e la sua fidanzata , dalla madre e il suo compagno e da una serie di figli dell’uno e dell’altro. La generalizzazione può apparire becera , ma è spesso così !
In queste condizioni è difficile gestire delle regole . Anche nella famiglia “tradizionale” ,si corre sempre e la voglia di spender del tempo per insegnare ai figli che ci sono dei canoni da rispettare è sempre meno presente.
Poi viviamo in un mondo edonistico , dove quello che conta è l’apparire , quindi anche un genitore deve avere il figlio più bello, meglio vestito, più intelligente …e se qualcuno (insegnante compreso)…mette qualche dubbio su queste certezze… si va subito in paranoia.
Tutto è conseguenza anche di una competitività onnipresente, ad esempio se il compagno di scuola di tuo figlio ha il tablet di ultima generazione è indispensabile comprarlo subito , se mai andando ad intaccare la pensioncina dei nonni.
Manca il senso del limite, l’orgoglio genitoriale ,le regole ed i principi, il tempo dedicato ai figli, il rispetto degli altri, insomma tutti quei valori (ora disvalori) ,che i nostri vecchi hanno insegnato a noi (ora nonni).
Hai ragione dobbiamo cominciare dai genitori e forse qualche mea culpa dobbiamo farlo pure noi.
In un periodo che attraversa il dopo guerra, il boom economico e… forse anche gli anni 70. Noi figli di tale periodi, vivevamo in famiglia una vita perniata, in… primis di doveri, poi..se avanzava (bontà dei nostri genitori), di… diritti. La famiglia era la cellula principale della società. La scuola veniva subito dopo . I nostri genitori, che “venivano” da una scuola più intransigente, più… severa , più… rispettosa (riforma Gentile 1923). Consideravano gli insegnanti una specie di “casta” intoccabile, dove il rispetto ,l’indiscusso privilegio educativo, aveva in parte il sopravvento a livello sociale sulla loro educazione. Quante volte abbiamo sentito i nostri genitori parlare, di… bacchettate sulle mani, di cappelli da asino sulla testa, di… castighi dietro la lavagna. Noi… eredi generazionali, abbiamo vissuto sulla nostra pelle questi insegnamenti . Ricordo che mio padre, alla mastra dell’elementari , una volta in mia presenza, le… disse : “Signora maestra, se mio figlio ha bisogno di botte gli le dia… pure!” Vi era il voto in condotta,che poteva portare anche alla bocciatura. Fino al 1968 la scuola viveva una sua vita separata scossa da ben pochi eventi. Dalla Liberazione vi era stato un unico momento molto qualificante, l’introduzione della Scuola Media Unica nel 1962/1963, con l’eliminazione dell’avviamento professionale che moltissimi ragazzi dovevano scegliere (per ragioni economiche) dopo la quinta elementare. Negli anni ’60 con il boom economico il benessere sociale prendeva piede sempre più nel Paese (anche se profondi squilibri continuavano ad esistere). La chiusa e rigida struttura della scuola non si adattava più ad una richiesta maggiore di scolarizzazione. Il malcontento, il disagio, le difficoltà di accesso per nuovi soggetti aveva portato tutto ciò a: “Il diritto allo studio.” Tutto questo, dette il via alle vicende del 1968, che… tutti conosciamo. Con le prime contestazioni giovanili. Il 74, fu l’anno della creazione degli Organi Collegiali, che… avrebbero permesso la direzione delle scelte di fondo della scuola a, studenti, famiglie e docenti. Questa legge rimase in parte incompiuta perche non rese importanti e funzionali tali organi. La società in questi anni si è trasformata radicalmente,la scuola la seguita a ruota. La famiglia disintegrandosi, con noi … figli del benessere economico, ci ha portato in modo un po’ egoistico, a considerare fondamentale la parte economica ( oggi si deve lavorare in due, se no non si campa), in parte… un minore interessamento affettivo individuale, una… maggiore libertà dettata dalla nostra compressa e inibita educazione. Ciò ha portato (in… alcuni casi) ad una mancanza affettiva e… di considerazione soggettiva/oggettiva dei nostri figli/nipoti. Ad un atteggiamento educativo “squilibrato,” ad una difesa… ad oltranza, giusto o sbagliato che essa sia, nei confronti degli altri , dei… rapporti interpersonali. Per fare un esempio scolastico:”Io posso… criticare, sgridare, punire, dengrare, mio figlio! Ma… tu insegnante non ti permette.
Argomento quanto mai “tosto”, Franci. Condivido le tue argomentazioni. Grazie.