Non sono dormiglione e la mattina mi alzo prestissimo. Dopo la mia dose di caffeina consigliatami dal mio dottore, (due caffè ancora meglio ), mi allungo sulla sedia sdraio e mi godo il frescolino che viene giù dalle Apuane. Provo a leggere qualche pagina di un libro ma qualche cosa di “nero” mi passa vicino e mi distrae: è uno strano uccellone che passeggia tranquillo e si avvicina alla ciottola dell’acqua, beve e mangia anche i chicchetti del gatto. Che strano ! E’ una cornacchia, ma che ci fa a casa mia ?
Quando la vedrà il gatto vedrai che scapperà, volerà e andrà da dove è venuta. Niente di tutto questo: si accovaccia fra la siepe come un pulcinotto. Riempio la ciottola al micione e mi rimetto comodo e osservo cosa succede: da non credere. Il gatto mangia tranquillo poi si mette sdraiato da parte, la cornacchia esce di fra le frasche e, con andatura dondolante si avvicina e becca tranquilla “il pane quotidiano” del gatto che la osserva indifferente. Insomma, mangiano a turno.
Vado alla ricerca di un contenitore abbastanza capiente, lo riempio d’acqua e, la signora cornacchia, fa anche il bagno. Servizio completo. Sicuramente è stata allevata in cattività da qualcuno e se ne andrà : no ! Ormai è adottata.
Sono diversi giorni che assisto a questo : il gatto non la vede nemmeno, la ignora, cerco di trovare una spiegazione ma non ci riesco. Ho provato ad avvicinarmi, ma saltella sulla rete , è furba .Ho provato a tirarle dei pezzetti di biscotto, li spezza e li nasconde come fanno i cani, tant’è che mia nipote gli ha messo il nome Roki.
E vi dirò di più, quando ha fame fa sentire il suo “cra-crà “ e sta zitta solamente quando arriva la pappa. Ho cercato anche su Internet per avere chiarimenti in merito a questa fratellanza col gatto: niente, non ho trovato nulla.
E’ logico che questo semplice racconto, se vogliamo, ha una morale : razze diverse che convivono, dove si mangia in due, si mangia anche in tre , etc etc. Ma non pensavo che il mio gatto, detto alla toscana, fosse così bischero.
Giulio - Il solito Maledetto Toscano
Nessun timore, signor Paul, per quanto riguarda il vezzeggiativo Checca-Francesca.
Io invece vorrei raccontarne un’altra. La scrittrice Grazia Deledda, speciale in tante cose, lo fu anche per un animale domestico che le teneva compagnia a Roma. L’animale? Meglio dire il volatile, una cornacchia. E sapete come l’ha chiamata? Proprio Checca. Leggete la sua novella “La gracchia” della raccolta “Il cedro del Libano”, nella quale la scrittrice la ricorda così:
“La nostra Checca era diventata una cornacchia perfettamente domestica: si metteva sul nostro ginocchio o sulla spalla; stava accanto al fuoco per scaldarsi; col becco tirava il lembo della sottana alla cuoca per avvertirla che sentiva l’odore della carne e farsene dare un pezzettino; dallo spigolo della tavola da pranzo assisteva ai nostri pasti, e non mangiava i cibi se non i più delicati; sbucciava i frutti, rifiutandone i semi; beveva dal bicchiere; e se uno della famiglia le faceva ingiustamente un torto, sapeva a chi ricorrere per lamentarsi e ottenere conforto. E se uno di noi era triste, o stava male, ella lo sentiva benissimo: s’immelanconiva, si metteva sulla spalliera della poltrona, o sul ferro sotto il letto del sofferente, e non mangiava, non riprendeva la solita vita finché la vita familiare non riprendeva il suo ritmo. Ma nei sette anni ch’essa stette con noi, nulla di veramente doloroso accadde: fu un’epoca di serenità, di lavoro, di speranza: di quelle che si ricordano con riconoscenza verso Dio.”
Questo libro esiste anche nella versione e-book. E’ bellissimo, come tutti i racconti di Grazia Deledda.
Ed ecco che la cornacchia di Giulio ci ha portato verso le letture. Quante sfumature può avere un bel post.
Saluti a tutti.
Paul “checca” è l’ipocoristico di Francesca , quindi attenzione!!!!! Ma vuol dire anche gay in modo dispregiativo …perchè chiamate così quel povero uccello ?
Ma più che la cornacchia è la gazza ….esiste un secolare albero in quel di Siena che si chiama “la quercia delle checche ” ….”la quercia delle gazze”.
Grande Paul , Franco, Alba,Gianna e…tutti, guarda quante cose si leggono su questi volatili;non lo sapevo.
Ma non pensavo che vi interessassero così la cornacchie. Da noi è solamente da qualche anno che svolazzano e “cantano”.Le avevano lanciate ( credo si dica così) per tenere sotto controllo piccioni e storni che sporcano da tutte le parti. Cara Franci, la nipotina non ci pensa nemmeno a chiamarla con un altro nome, ormai è segnata all’anagrafe come Roki Salvatori. Grazie di avermi letto.
funzega…good=bene…La cornacchia=la checca in dialetto bellunese. Storie vere: I montanari, paesani e contadini quando avevano l’opportunita’ di intrappolare una checca o sapere il nido della checca, la prendevano e le tagliavano le piume in modo tale che non potesse volare fino a quando le piume le fossero ricresciute. Nel frattempo le davano ospitalita’ forzata,da magiare, nido per le sue esigenze di nobile uccello e conforto alla sua liberta’ condizionata.La checca si abituava al vivere in comune con galline e galli, conigli e bambini.Diventava, a poco a poco, compiaciuta della nuova vita borghese di volatile domestico: tutto gratis per quanto riguardava vitto e alloggio,realta’ insuperabile per la sua mentalita’ di volatile. La checca era sempre un gran divetimento per piccoli e grandi specie se parlava l’italiano,qualche parola, ripetendo, con accento uccellaccio, le volgari parole, apprese dall’insegnamento del padrone,che ripeteva immancabilmente al padrone quando le dava il becchime. La checca era di grande utlita’ come piantone di guardia in controllo del suo nuovo dominio: un po’ come le Oche del Campidoglio. Con il suo gracciare cocciuto ed ostinato avvisava i padroni che qualcosa di nuovo,strano era in giro o passava i confini della proprieta’. Le donne dicevano di star attenti a non lasciare in giro oggetti lucenti perche’ se ne appropriava e non si trovavano piu’. Fine della storiella delle checche. Paul
Franco non ti permettere di sfrattare i ghiri, eh? Chiamo la Protezione animali, la LAV, l’ENPA, la Guardia di Finanza, il Sindacato Roditori, i Vigili del Fuoco ecc..ecc.. Piuttosto impara da Lorenzo, vai a parlargli, fatteli amici vedrai che non ti disturberanno più. Tanto tra un pò andranno in letargo e per sei-sette mesi non li sentirai più.
Ciao.
Caro Giulio, la tua amica cornacchia ha capito che a casa tua si sta bene. Ma soprattutto ha trovato ospitalità, cibo, acqua e sicurezza. L’amicizia col tuo gatto non è anomala, come dice Franco ci sono animali che noi non sospetteremmo mai potessero convivere e invece…vedi? E’ solo l’animale “uomo” che non sa convivere coi suoi simili. Si prendono a fucilate o coltellate i vicini di casa per una questione di centimetri di terreno, figurati…
Salutami Roki, il gatto e la cornacchia. A proposito gliel’hai dato un nome?
brutta cornacchia !!!!!!!!!!!! è un detto a una donna con la lingua lunga e poco piacevole,
Io però stavolta abbino la cornacchia al birkino che portano le mussulmane al mare, mi sembrano uguali e poi il cra… cra… della loro lingua.
Non è vero sono passati i tempi che si mangiava tutti assieme bianchi e neri ( bianco il gatto nero la cornacchia) adesso mangiano solo loro e gratis.
come le cornacchie si adomesticano ti entrano in casa e tu le fai fare anche il bagno, non ti resta altro che prendere l’acqua in faccia dopo che si è scrollata.
Maremma toscana anche le cornacchie amiche dei gatti, qui non si capisce più niente, si vede che in segreto hanno firmato una tregua fino a quando non si sa.
Gatti sveglia non fate i rammoliti, non mangiate più topi e le cornacchie vi portano via il pasto.
Molto gustoso il tuo racconto, Giulio. Come gustoso è il racconto di Franco sugli animali suoi ospiti. Da tutti gli animali c’è da imparare molto. Io mi sono barcamenato sempre con loro. Prima il cane, più recentemente coi gatti. Parlo con loro e non potrei farne a meno. Ah, dimenticavo: per anni ho avuto dei fantastici uccelletti: prima i bengalini e poi due canarine femmine. E la coppia di tartarughe?
Molto bello Giulio, il tuo racconto, come sento sei un mattiniero, ora con il caldo ti sdrai sulla poltrona a rinfrescarti,dall’aria fresca che scende dalle Apuane,sorseggiando tranquillamente le tue dosi di caffeina mattutine, provando leggere qualche pagina di un libro, ma vedi passare una cosa “Nera” è ti distrai incuriosito vedondo un grosso Uccellone che svolazza qua è la avvicinandosi alla ciottola dell’acqua del tuo gatto, mentre osservi pian piano si avvicina per bere nella ciottola del gatto osservi si danno il cambio per dividere il cibo.ti meravigli possibile una Cornacchia che possa condividere il cibo con il gatto.può essere verissimo, prendi i biscotti e gli spezza per nascondergli come un cane.insomma mangiare e bere a turno sono diventati grandi amici. notando che la Cornacchia tenta di fare il bagno, Giulio cerca un contenitore piu’ ampio perche’ sia piu’ comoda, insomma servizio completo. pensando un giorno tornerà da dove è arrivata, ma capisco che la Cornacchia!! sta bene ora a casa di Giulio, è il suo gatto.!..saltella felice sulla rete quando ha fame fa- cra-cra- poi sazia sta tranquilla-ma ora il nipote di Giulio le diede un nome ROKI,certo sono razze diverse ma gli animali sanno convivere nel bene e nel male. pensavo al mio gatto detto alla Toscana fosse un Bischero. invece assieme alla Cornacchia vivranno felici e contenti, bello questo racconto aspettiamo il prossimo grazie Giulio del tuo racconto. Un slauto a te.Torna presto raccontarci nuovi e simpacissimi racconti.Ciaoo
Mi dicono qui in montagna ,dall’altra parte delle Apuane ,che le cornacchie spesso si fanno addomesticare e riescono a farle “parlare”, come i pappagalli , Le parole ,le ho sentite, sono “ciao” “bello” o robette del genere, evidentemente il cornaccchiese è più difficile del papagallese.
Quest’estate è venuta in montagna la solita gattina di mia cognata “Teresa” (che è il nome della gatta non di mia cognata !) Poi è arrivata mia nipote con Pongo (un bastardino di lupo di 4 mesi ) . All’inizio Teresa alla vista di Pongo si arruffava e soffiava , mentre il cagnino non la considerava affatto….poi pian piano , passando i giorni hanno bevuto alla stessa ciotola e Teresa , pur mantenendo le distanze ovvie per una distinta signora ripetto ad un ragazzetto, ha cominciato ad accettare questa “nuova ” presenza.
Io invece ho un contenzioso con un ghiro che soggiorna sotto il tetto della casa accanto alla mia dove villeggia mia figlia.Fa un pò di confusione notturna, sto pensando fattivamenter ad uno sfratto definitivo anche se un pò violento.