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Il telefono ha squillato la mattina presto del 24 agosto 2016. Leonardo si è preparato, è uscito di casa, ha raggiunto il magazzino e, dopo aver preparato il necessario, è partito con gli altri per Montegallo, in provincia di Ascoli Piceno. Il paese, nemmeno 600 abitanti, è ai margini del cratere. È lì che Leonardo e la sua squadra hanno montato il campo della Protezione civile. «Qui non ci sono molti danni», racconta ad un quotidiano durante una breve pausa pranzo, «ma credo che subito sopra sia tutto distrutto».«Le persone che ho incontrato vivono nel terrore», ammette solo per un attimo Leonardo. «A un certo punto c'è stata una scossa un po' più forte delle altre e alcune signore si sono messe a piangere spaventate. Noi non l'avevamo quasi percepita, loro invece...».

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Mercoledì mattina quando Luca Giudici ha caricato i cani da macerie sul fuoristrada della Forestale ed è partito da Gromo era ancora buio. È arrivato sulle zone terremotate alle tre del pomeriggio e si è buttato sulle rovine di Amatrice e delle frazioni vicine, lavorando per due giorni di fila. Sfinito davanti a una villetta sventrata dal sisma sulla strada principale di Saletta, un piccolo borgo con poche decine di abitanti e uno spaventoso bilancio di 22 vittime, Giudici approfitta per tirare il fiato e rimettere ordine nei ricordi. «Io e altri colleghi dei gruppi cinofili siamo arrivati sul posto ormai quando i vivi ormai erano stati estratti — spiega il forestale della Val Seriana — e abbiamo lavorato soprattutto al recupero delle vittime. Eravamo tantissimi ma non è stato facile. Scavare in presenza di strutture pericolanti con la terra che non smetteva di tremare comportava seri rischi anche per le squadre dei soccorritori.  Per mettersi in salvo la gente ha dovuto fuggire dalle proprie case, abbandonando tutto e siamo qui anche per impedire episodi di sciacallaggio».

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“Mentre ci avvicinavamo ad Amatrice provavo delle emozioni contrastanti. Ho avuto già una prima esperienza durante il sisma dell’Aquila, quindi immaginavo lo scenario in cui mi addentravo, ma al tempo stesso è difficile incrociare gli occhi interrogativi e terrorizzati della gente – racconta Andrea Grippo, rete G.O.P.I  Caggiano – Ho conosciuto una signora che raggiungeva il campo ogni sera, cenava con il marito, ma non si addentrava né pernottava. Il suo era un gesto dettato dalla paura, ma anche dalla volontà di reagire e non sentire i racconti degli altri sfollati". -----------------------------------------------------------------------------------------------------

"La sera che siamo giunti al campo di Amatrice, ci siamo incamminati lungo il corso principale del piccolo paese, dove regnava un silenzio che incuteva paura – dice Antonio Adesso, rete G.O.P.I. Caggiano – intorno a noi solo cumuli di pietre e nel buio si notava imponente il campanile con l’orologio fermo alle 3:36, l’ora del sisma.”

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“Le persone hanno perso tutto, alcuni anche amici e parenti, non è semplice confrontarsi con i loro occhi pieni di paura e smarrimento – racconta Antonio Cafaro, rete G.O.P.I. di Pertosa – Ma ho avuto la consapevolezza che la macchina dei soccorsi per loro rappresenta una certezza in cui credere e aggrapparsi per proseguire la vita.”

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E poi c'è la storia di Andrea che in un attimo ha perso e salvato una vita. Andrea Pecci, volontario romano di 55 anni, ha recuperato l’amico dalla casa crollata ma una bimba gli è morta tra le braccia: «E' un dolore che porterò sempre con me».

   

La storia dei pompieri friulani che raccontano il loro lavoro tra le macerie: «Tentiamo di recuperare i beni dei residenti. Gioielli, medicine, chiavi dell’automobile, vestiti, denaro. Ci occupiamo di entrare in queste case che spesso stanno in piedi per miracolo per cercare di recuperare quello che la gente ci chiede».

   

La lettera del Vigile del fuoco alla piccola Giulia,  che con il proprio corpo ha protetto quello della sorellina Giorgia.

   

La madre che scavando a mani nude ha salvato la figlia.

   

La Comunità islamica che,  oltre a dedicare la raccolta fondi del venerdì, il giorno delle preghiere pubbliche, alle vittime del terremoto, ha sollecitato tutti i musulmani a donare il sangue.

   

La commuovente telefonata di un'anziana della provincia di Bologna, arrivata al comando il 25 agosto: “Pronto, Vigili del fuoco? Ho 70 anni, non è che possa fare molto, ma vi sono talmente vicina per quello che state facendo laggiù: ho messo su il brodo, avevo anche dei tortellini, se potessi farvi avere questa pentola lo farei così volentieri, purtroppo sono qui a Gaggio Montano e non posso venire”.

   

I migranti volontari che stanno lavorando per la costruzione di un centro operativo comunale nelle vicinanze di Arquata.

   

Il medico rianimatore di Mestre che con le mani e col cuore ha rianimato tanti superstiti.

   

I Frati Volontari del convento di San Francesco di Rotella che, muovendosi tra le macerie, danno una mano e portano generi di conforto agli sfollati. "Tornare alla quotidianità non è facile per queste persone, dopo una simile tragedia - spiega fra' Gaetano di Sant'Arcangelo - ma negli occhi dei bimbi vediamo la speranza".

     

Gli angeli in motocross. Alcuni motociclisti che sfruttano le proprie moto da enduro per aggirare i blocchi lungo le strade e consegnare medicinali e generi di prima necessità.

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STORIE...STORIE...STORIE..!!

Anche grazie a tutti loro sono fiera di essere Italiana!!!

  Francescagif

12 Commenti a “VOLONTARI: STORIE DI “ORDINARIA” GENEROSITA’.”

  1. Nembo ha detto:

    Non esiste e, non esisterà mai volontariato classificato a-b-c-ecc… Obiettivo di tutte le associazioni dei volontari è avere sempre più compattezza, responsabilità collettiva di capacità e collaborazione con le istituzioni per favorire sempre più un apporto utile e immediato in caso di calamità e bisogno,essere sempre più utili nel territorio, al paese, alla collettività, ma sopratutto crescere come persona per aiutare gli altri. Un Saluto

  2. francesca (franci) ha detto:

    Cancellare il tuo commento,Carlina? E perchè mai, stai scherzando? Tutt’altro, a nome di tutti i volontari d’Italia, che non sono nè di serie A nè B ma solo VOLONTARI,io ti ringrazio.
    Ciao.

  3. carlina ha detto:

    2 parole W i Volontari tutti di serie A quelli che vengono strumentalizzati xhè sono in mezzo alle catastrofi di qualunque tipo e quelli di serie B, che in silenzio spessissimo si danno da fare x aiutare gli altri
    tu Franci sei stata chiara come sempre e il tuo post molto interessante (questo io commento vi permetto pure di cancellarlo) senza ironia e senza retorica

  4. lorenzo12.rm ha detto:

    Che meraviglia, Francesca. Con queste “storie” dovrebbero quotidianamente confrontarsi i potenti ed i mascalzoni della terra. Per vergognarsi e chiedere perdono. Ma non lo faranno mai.

  5. francesca (franci) ha detto:

    E come dice Nembo, il volontariato ti cambia, ti cambia la vita. E’ un’esperienza che tutti (almeno quelli che possono), dovremmo fare nella vita. Siamo tanti in Italia, persone che dedicano, chi più chi meno, parte del loro tempo al sostegno di persone in stato di sofferenza, di emarginazione e di solitudine. Non siamo esseri speciali, siamo uomini e donne comuni, semplici con tutti i difetti di chiunque. E non c’entra niente la fede, anzi puoi benissimo non averla (io forse ne sono un esempio). Ma ci confrontiamo e ci poniamo tante domande. Soprattutto non conta quello in cui credi, conta lo spirito con cui lo fai, la consapevolezza che chi ti sta di fronte ha bisogno anche di te. E non stai lì a pensarci due volte, doni. Senza rendertene conto, lo fai incondizionatamente anche se sei stanca, a volte sfinita. Ma mai, assolutamente MAI, ti vien da pensare: ma per chi sto facendo tutto questo, se neanche mi pagano? Mica vero, ti pagano eccome se ti pagano!!! Impari più da un’esperienza di volontariato che da mille ore frequentate sui banchi dell’università. Perchè quella è la scuola della vita. E allora perchè lo facciamo? Per amore del prossimo, per amore del mondo o forse anche per amore di noi stessi. Per uscire dall’isolamento e potersi confrontare con l’altro, con il diverso, alla ricerca di qualcosa che io chiamo: umile gesto del donare.

  6. gianna ha detto:

    Francesca, questo tuo post mi fa stringere il cuore, troppi racconti, pieni di dolore è tanta umanita’. partano senza sapere cosa troveranno davanti a loroOcchi trovando maceri, case cadute su se stesse, morti feriti ,grida di dolore perchè hanno capito che ora non troveranno solo macerie davanti a questi bravissimo volontari di qualsiasi tipo, arrivando da qualsiasi angolo delle citta,’in piena notte.W Tutti i volontari Italiani tutto il volontariato umanitario per qualsiasi emerza. Un saluto

  7. gianna ha detto:

    Cara Francesca e molto interessante tutti i tuoi racconti,di tanti Volontari arrivati da tutte le parti, ogni persona ha pututo raccontare la loro triste esperienza,E’ molto difficile in pochi attimi è racconti veri, diventare volontari di qualsiasi ordine, come ben sappiamo ogni persona deve avere delle esperienze diverse fatte sul campo, tutte diverse nessuna uguale L’orgoglio di essere volontari è questo ti aiuta a sentire meno fatica fisica di tutto quello che in quel momento si deve fare per molti altri, ma non solo le persone, ma con le persone, avendo sempre un compito specifico. sono grande risorse umane per gli altri che hanno bisogno ,L’importante sapere che c’è sempre bisogno non solo nelle calamita’ naturali ,come queste recente. Ma quotidianamente della presenza degli altri nella nostra vita. W I Volontari la parte migliore dell’Italia ,e poi sperando di capire chi costruiva e chi puo’ avere rubato è speculato sulle costruzzioni per questa è la parte peggiore d’Italia ,poca calce e tanta sabbia. Ringrazio tutti -ma tutti quelli che hanno saputo dare un grande aiuto ai nostri Terremotati del Centro Italia. Evviva il Volontariato e sempre l’umanita’anche tra noi Donne.!Un saluto

  8. Nembo ha detto:

    Difficile credo spiegare in poche parole essere volontari in qualsiasi ordine che conosciamo, ognuno ha delle proprie esperinze fatte sul campo, nessuno torna uguale, nessuno torna senza aver imparato qualcosa di diverso, l’orgoglio di essere volontario porta a non sentire la fatica di quello che si fa per gli altri, non solo lavorare per le persone, ma con le persone e,ognuno con il proprio compito specifico. Tutti i volontari sono una grande risorsa umana per gli altri che hanno bisogno.Importante è accorgersi però non solo nelle calamità come quella recente, ma quotidianamente dalla presenza degli altri nella nostra vita.

  9. girasole rm ha detto:

    W I VOLONTARI la parte migliore d’italia ora la magistratura stà indagando su i capitolati e le imprese per scoprire chi ha rubato e speculato sulle costruzioni recenti molti lutti potevano essere evitati in galera la parte peggiore d’italia

  10. franco ha detto:

    Cara Francesca ,questo “volontariato quotidiano silenzioso” ,bisognerebbe farlo uscire allo scoperto ,come ci sono testimonianze toccanti per il terremoto (terremoti, alluvioni, frane ecc. )che i media fanno pubblicano a man bassa perchè giustamente fanno notizia e toccano il cuore , dovrebbe essere ancor più importante descrivere la mano stesa ogni giorno con i pioccoli e grandi sacrifici.Sono d’accordo con te che l’Italia resiste perchè ci sono i VOLONTARI …allora facciamoli conoscere , diciamo che non sono solo stelle cadenti nelle ore della tragedia. Se fossi un maestro o un professore, chiamerei ogni settimana un VOLONTARIO a far lezione , a spiegare quello che fa, a descrivere quello che trova nel dolore e nella miseria…questo volevo dire…ma tu lo sai!

  11. francesca (franci) ha detto:

    No Franco, non è esatto quello che dici. Il volontariato, quello che tu definisci “il bello, il buono, il meraviglioso dell’uomo”, non si incontra soltanto nelle tragedie e nelle catastrofi. Potrei raccontarti mille altre storie di “ordinaria” generosità, completamente indipendenti dalle catastrofi dei terremoti, ma non per questo meno degne di encomio e di lode. Io stessa faccio parte di quel mondo da anni e ogni giorno sono a contatto con persone che lottano contro malattie e solitudine, ma anche per vedere riconosciuti i propri diritti. Potrei raccontartene cento di queste storie ma non amo esibirmi. Però una cosa la devo dire: da anni ho imparato che se l’Italia resiste è perchè ci sono i Volontari.

  12. franco ha detto:

    Possibile che il bello , il buono, il meraviglioso dell’uomo salti fuori solo nella tragedia e nella catastrofe?
    Forse certe testimonianze sarebbero da raccogliere e farle leggere nelle scuole perchè sin da piccoli dovremmo imparare che è questo l’uomo che dovremmo essere.

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