Nel mondo attuale, per molti aspetti, i genitori sono più infantili dei loro figli. L'entusiasmo verso i social pare li abbia contagiati, soprattutto le mamme. Un entusiasmo che si potrebbe definire, appunto, adolescenziale. Ma anche un entusiasmo fortemente a rischio.
Sarà perchè i ragazzi con i social ci sono nati, mentre per noi adulti smartphone e chat sono giunti come una novità, ma la mania dei grandi a mostrare e a mostrarsi è al massimo e pare voli sempre più in alto. Verso cosa?
I social rappresentano un palcoscenico in cui ognuno può mettere in mostra sè stesso e ciò che lo rappresenta, con tutti gli attributi (visibili e non), per rendersi più accattivante e quindi più ammirato e socialmente accettato. Insomma, si potrebbe affermare che è la "vetrina" dell'esibizionismo.
Con l'inizio della scuola il figlio trionfa! Ma prima ancora di venire al mondo, il bambino viene celebrato come una star. Si inizia col responso del test, si esibiscono pance, si fanno selfie in sala parto, si pubblicano primi piani del neonato.
Ci sono poi "catene" in voga sul web, che per una assurda sfida delle mamme, chiede loro di inviare 3 foto dei loro figli, e così via all'infinito. Difficile resistere alla richiesta di questa moderna catena di Sant’Antonio, che propone di pubblicare gli scatti della propria vita di genitore, e soprattutto e di conseguenza, quella dei figli. Il risultato è una vera e propria invasione di immagini di bimbi di ogni età e in ogni posa.
Quando poi i bimbi crescono, aumentano le foto, col bimbo dal look curatissimo, una star appunto!
I social toccano il lato emotivo delle persone, e l'orgoglio genitoriale viene soddisfatto e alimentato di continuo dalla possibilità di postare sempre nuove foto del figlio, che peraltro è totalmente inconsapevole di essere messo in mostra.
E se un tempo (ai nosti tempi), sui figli si proiettavano le aspettative dei genitori, adesso è una fiera delle vanità in cui l'orgoglio è l'altra faccia dell'insicurezza e l'esibizione del figlio gratifica solo l'io narcisistico dei genitori.
La Polizia Postale però ha messo in guardia le donne che, magari anche ingenuamente, si fanno coinvolgere nell’iniziativa, informandole sui pericoli della pubblicazione di immagini di minori sul web. Il messaggio recita così: "Mamme, tornate in voi!! Se i vostri figli sono la cosa più cara al mondo, non divulgate le loro foto in Internet. O quanto meno, abbiate un minimo di rispetto per il loro diritto di scegliere, quando saranno maggiorenni, quale parte della propria vita privata condividere. Se questo non vi basta, considerate che oltre la metà delle foto contenute nei siti pedopornografici provengono dalle foto condivise da voi".
Ricordiamoci che tutto ciò che si pubblica in Internet rimane per sempre.
Diciamolo ai nostri figli che devono preservare i loro figli.
Francesca
Giulio, dovrebbero essere i genitori a venire educati. Certo quello del tuo amico prof è stato un gesto di elevata educazione, civile, morale, sociale. Ma quanti genitori si scaraventano contro insegnanti di questo tipo? Non sanno cosa li aspetta….
Un mio amico Professore, ha “sequestrato ” a scuola un cellulare e l’ha riconsegnato alla ragazzina al termine delle lezioni.(scuola superiore ) Si è beccato una denuncia da parte dei genitori.Ecco un gesto altamente educativo.La stupidità collettiva è un male più grave del cancro.
E’ proprio così Mario. Dalle foto dei bimbi nudi sul lettone, che guardavamo solo noi famigliari, oggi si è passati alle foto dei bimbi postati sui social senza alcun ritegno. Sbandierate a destra e a manca solo per soddisfare il “legittimo” (..??..) orgoglio di papà e mamma, non si sta riflettendo seriamente sui rischi gravissimi ai quali si va incontro. L’web può essere una macchina costruttiva ma anche distruttiva.
Ciao e grazie.
Oramai… Da anni, l’immagine fotografica si è iper moltiplicata selfie (autoscatti), si “documenta tutto e tutti. Con i con i social network tutto si è amplificato, i molteplici giornali di gossip, le trasmissioni (soprattutto reti Fininvest), segue a ruota la Rai. Sviscerano con dovizia di particolari, a dir poco squallidi, all’insegna del più becero pettegolezzo con personaggi che … ( sicuramente ) pagati, si raccontano, e raccontano, i loro fatti personali, che… più sono scabrosi, scandalosi, più fanno scalpore, più ricevono ascolto. Le foto di bimbe/i anche nude si sono sempre fatte. Tipica la foto dei bimbi nudi a carponi, sul lettone dei genitori ( ne posseggo una di mia sorella classe ’54). Il tutto rimaneva nell’ambito famigliare, come ricordo privato, un modo di documentare la lieta nascita del figlio/a e documentarla con una foto come mamma la fatta/o. I figli, i nipoti, sono fonte di interesse visivo, di Piacere, di… lieto evento. Perché i bambini da vedere, sono sempre belli, sono dei piccoli cuccioli, che… Fanno tenerezza, incutono simpatia, dolcezza, gioia. Da qualche anno, in una società diventa super edonista, dove tutto si mostra, dove… Tutto fa spettacolo ( anche se sono cose negative ), con l’avvento della telematica, della inforatizizzazione, dei Social… Tutto si è moltiplicato, si è esasperato, iperquantificato, massificato. È diventata una società assetata di protagonismo, dove la privacy, ha preso il posto dell’insensato bisogno di rendere collettivo, pubblico ( desiderio inconscio di stupire), tutto ciò che apparteneva alla nostra sfera privata. In questo specifico caso, “usando” i nostri figli, i nostri nipoti mettendoli alla berlina, a loro insaputa (troppo piccoli per decidere, contestare ), inserendoli in una vetrina, virtuale, come oggetti da “comperare” con gli occhi, da mostrare in modo morboso, cercando una effimera approvazione globale. Vizi privati… pubbliche… virtù.
E si Carlina, l’hai detto. Questa è l’era della decadenza, la cultura dell’apparire a tutti i costi. E’ una crisi morale dove siamo maschere che mentono, fedeli seguaci dell’apparenza e delle convenzioni. Sicuramente nel mondo giovanile il fenomeno dell’immagine è molto più forte che in qualsiasi altra fascia d’età. Che ne sarà di loro?
Un caro saluto e grazie, Carlina.
CARA FRANCI NON POTPEVI FARE USCIRE DAL TUO CAPPELLO MAGICO UN RGOMENTO + ATTUALE E + OSTICO NON BASTEREBBE UN GIORNO X PARLARNE SI E GIA DETTO E SCRITTO DI TUTTO E DI + IO MI FERMO DELL’APPARIREQUI ANZI AGGIUNGO SOLO UNA PICCOLISSIMA FRASE “SIAMO NELL’ePOCA dell’apparire non dell’essere” quest’ultima parola è desuita forse nei vocabolari di oGGI, non esiste neppure mi fermo e grAZIE DI TUTTO QUELLO CHE FAI
Francesismo blando …io avrei usato termini ben più “francesi” per catalogarli.Sottoscrivo tutto quello che hai scritto e devo ammettere mio malgrado ,che pur con un’educazione abbastanza rigida,figli e nipoti sono smartphone dipendenti. Penso sia la società ,l’emulazione, la vita convulsa , il “simbolo della presenza dell’altro ” (bellissimo !!!)…quindi noi utilizzatori di telefonini a vapore ,possiamo far poco o niente
E allora siamo in tanti ad essere “antichi” Franco. In 2 di sicuro: tu ed io. Il mio telefono cellulare mi serve per chiamare e ricevere (ma l’ho detto, sono “vecchia”). Purtroppo oggi la dipendenza da cellulare è diventata una malattia sociale. C’è anche una funzione psicologica del cellulare ed è quella di rappresentare un mezzo per gestire la solitudine e l’isolamento , assumendo quasi il ruolo di “antidepressivo o ansiolitico multimediale”. In questo senso il telefonino diventa il simbolo della “presenza dell’altro”, che è un’entità sempre a portata di mano. Un estremo investimento affettivo che può trasformarlo in una specie di oggetto-feticcio. E in questa nuova giungla sociale gli “incontinenti tecnologici” vivono vite parallele con i volti persi nei loro smartphone. Oltre ad estraniarsi da tutto e da tutti arrivano al massimo della maleducazione tenendolo acceso, ad alto volume, in treno, al ristorante, nelle sale d’aspetto dei medici, all’ospedale. Addirittura in Chiesa e ai funerali..!!! E’ follia pura!!!! Anzi no, scusate il “francesismo”: è rincoglionimento totale.
Oltre a tutte le cose giuste dette nei commenti e saggiamente ribadite da Francesca , mi angoscia la dipendenza continua dagli smartphone o dai touch in generale . Il continuo guardare , anche quando si parla o si mangia, il mandare perennemente messaggini e perennemente riceverli. Il fotografare ogni cosa e inviare …inviare…inviare. Mi hanno detto che nulla di ciò che entra in rete va perduto …non so se è vero !Questa pulsione paranoica mi confonde , io che ho ancora un Nokia a tasti quasi sempre spento non riesco a capire…forse perchè sono decisamente antico.
Alba, io e te abbiamo già avuto modo di sviscerare questo argomento e ci troviamo d’accordo su tutta la la linea. L’hai detto, usando una parola ad hoc: “merce”. No, i bambini non sono merce da esibire nel “negozio” delle vanità (leggi web).
Grazie, un abbraccio.
da sempre sono stata contraria a questo genere di manifestazioni, forse perchè appartengo a un’altra generazione ho difficoltà a capire.
Ma attualmente noi viviamo in un mondo del IO, io sono il più, mio figlio è il più,
Tanto lo fanno tutti e perchè non farlo io.
A noi non succede niente, si ho letto quel fatto ma è distante da noi.
Ecco vivono in un limbo, dove credono di essere neutrali, eppure sappiamo quanto la tecnologia a accorgiato le distanze,siamo tutti schedati non esiste praivasi, dobbiamo mettercelo bene in testa,
Ed allora dobbiamo difendere le cose che più amiamo i nostri figli, capire che non è merce di tutti, essi non ti chiedeno niente solo amore e tu mettendo le sue foto nell’web li porti alla berlina di tutti
Si Gianna, è vero, bisogna tenere presente la pedo-pornografia che dilaga nel web. Oggi la parola d’ordine è “preservare i bambini”, questo non bisogna mai dimenticarlo. Perciò diciamolo ai nostri figli, lasciateli crescere e quando avranno l’età della ragione ci penseranno loro, se lo vorranno, a mettersi in vetrina.
Grazie, un abbraccio.
Francesca, l’argomente che oggi abbiamo trovato nel blog di incontriamoci è molto interesante. sui nostri figli che per negligenza dei suoi genitori è forse bravura lasciano foto dei loro bambini nudi per pubblicarle su Social Net su Internet rendiamoci conto che nulla va cancellato , i nostri figli possono andare a rischiare la loro vita. In questi periodi si discute molto di pedofili e Stolcker,sciacalaggio,pornografia sui bambini e ragazzi/e che si espongono sempre piu’ provocanti, per attirare lo sguardo di certe persone molto adulte e giovani bulli pericolose per i nostri figli.vorrei ricordare che tutto va pubblicato in internet nelle chat. e la praivasy, dobbiamo essere noi genitori a controllare ,i nostri figli tenergli lontano da queste persone senza scrupoli.Un saluto
Ma no, Lorenzo. Lungi da me da voler “affondare” te o puntare il dito accusatore contro qualcuno. Tu sei “vergine” in proposito, continua così.
Grazie, un caro saluto.
Toccato, colpito e….affondato, Franci. Speriamo che la stessa tecnologia, così come ha complicato le cose, ci aiuti a risolverle. Io non dico di più, ringraziando la nostra Francesca.
Elisabetta, il mondo dei social, per qualcuno, ormai è diventato la seconda casa. Si posta tutta la propria vita, minuto per minuto. Anche quando vanno in bagno…!!! Risparmiatecelo, per favore…!!
Grazie, un caro saluto.
Bravissima Franci! La smettano i giovani e non di fare VETRINA dei figli e di se stessi ,,in tutti i social,,,la tecnologia non deve far perdere il buon senso,,,non volermene per questa mia forse pesante per tanti,,,,,
Nembo, la tua interessante panoramica andrebbe letta e considerata da tante persone che conosco. Vedo donne farsi selfie in bikini accanto a bimbetti indifesi, postando poi tutto sui social. Ma cos’hanno nel cervello?
Grazie, un caro saluto.
Bene hai fatto Francesca a sviscerare questo argomento che da molti tempo si continua a discutere se pubblicare le foto dei propri figli o non pubblicarle.A volte, le mamme, nonne,parenti vari, presi dell’entusiamo condividono le foto dei propri nipoti o figli, fin dalla nascita, l’entusiasmo, il gioco delle immagini però può trasformarsi in un incubo per i vari sciacallaggi sui social, specialmente sui vari siti di pornografia e ancora più pericolosi per il database di pedofilia, specialmente se si mette città o paese o altro che potrebbe poi far individuare la località magari con qualche insegna di pubblicità in qualche giardinetto mentre il bambino gioca o altro. Anche se FB, da qualche anno dice che ha preso provvedimenti sulla privacy es. con nuovi sistemi che non permette di taggare le foto.La pedopornografia è sicuramente deplorevole e pericoloso, ma non dimentichiamo anche del bullismo che sempre più sentiamo e visualizziamo, es. mettere foto del proprio figlio quando questo era un bambino che ma gari era un pò cicciotello o altro, è sicuramente uno spuntompoi per i compagni di ” Sfottò ” Bene è ricordarsi che pubblicare foto di minori è necessario il consenso dei genitori o di chi ne fa le veci, e, se l’immagine ha provvocato un danno, anche morale, si può procedere per avere risarcimento,, qualora invece se l’immagine dei minori è pubblicata a scopo di lucro diventa penale.Condivido Francesca, mamme e non solo tornate in Voi. Un Saluto.
Anna, siamo dalla stessa parte. Anche mia figlia, purtroppo, aveva il brutto vizio di postare le foto dei bimbi in Fb. A furia di “lavaggi” di testa le sto facendo cambiare opinione.
Grazie, un abbraccio.
Lo trovo un comportamento perlomeno sprovveduto e ho passato ore a discutere questo problema con amici/parenti e genitori vari. Ma evidentemente non tutti abbiamo la stessa sensibilità.
Nel mio profilo ci sono delle foto del mio nipotino,le ha postate mia figlia, non è che fossi molto d’accordo, mi ci sono affezionata e le ho lasciate.
Nella mia borsetta, dentro il portafogli, ci sono ancora le foto dei miei figli e nipoti. Sarò “vecchia” ma li sento più vicini così e non mi azzarderei a metterli sui social a nessun costo!
P.S. – Franco, tu non hai bisogno di censura. E hai la fortuna che i tuoi nipoti sono grandi, possono decidere da soli se “buttarsi” in pasto ai “naviganti” social.
Un tempo le mamme portavano in borsetta la foto del pupo nudo sul lettino e lo mostravano con orgoglio alle amiche . Le fidanzatine avevano la foto del fidanzato e lo mostravano a tutte “guarda sembra Alain Delon”. Ora la tecnologia ha esasperato questo esibizionismo insito nell’uomo/donna , si fanno più selfie che respiri. Hai ragione Francesca bisogna educare figlie e figli ad un minimo di privaci , ma forse i primi da educare siamo noi. E’ troppo facile , troppo semplice, in fondo piacevole e così getti in pasto a tutti la tua persona ,denudata non tanto nei vestiti, ma nei pensieri, nei sentimenti , nelle intimità. Hai mille ragioni che sottoscrivo e sinceramente cercherò di censurarmi un poco.