Mi chiederete ,che cosa c'entra questa mia domanda con la "letteratura" richiesta da Francesca ?
Da poco ho sfogliato un libretto dell'amato don Gallo intitolato "Non uccidete il futuro dei giovani " Come si fa a non distruggerlo se non hanno lavoro ? Se comunque devono in qualche modo pagare le nostre pensioni ?
Ma usciamo dal sociale ed entriamo nella letteratura sfiorando sempre l'argomento.
Consideriamo l'ultima strofa del "Sabato del villaggio " di Giacomo Leopardi :
"Giovincello scherzoso
codesta età fiorita
è come un giorno d'allegrezza pieno
giorno caro e sereno
che precorre alla festa di tua vita .
Godi fanciullo mio, stato soave
e stagion lieta e cotesta .
Altro dirti non so , ma la tua festa
ch'anco tardi a venir non ti sia grave" .
Vaticinio di una "festa" che sarà solo portatrice di problemi ? Una maturità che si dovrà scontare con pessimistica prospettiva?
Qualche secolo prima Lorenzo il Magnifico scriveva :
"Quanto è bella giovinezza
che sen fugge tuttavia
chi vuol esser lieto sia
del doman non v'è certezza".
Quel "del doman non v'è certezza " potrebbe essere stato scritto ieri !
Quindi è sui giovani che vorrei aprire il "discorso letterario", dai tanti romanzi che sono stati premonitori di una situazione giovanile a dir poco, problematica.
Ogni epoca ha avuto romanzi di formazione , demolendo a volte tabù patriarcali, sociali, sessuali .
C'è spazio per tutti i suggerimenti possibili, io cito solo Salinger e Kerouac che hanno portato avanti la "beat generation" e tutte le problematiche che si riferiscono ad essa . Ma anche la nullità dei "bar sport" per citare Brizzi e le nevrosi di Giordano nella "solitudine dei numeri primi", con le frustrazioni, la mancanza di ideali , la scomparsa della famiglia che avvilisce il nostro tempo.
Noi (vecchi) bene o male sopravviviamo , regalando ai giovani incertezze, un mondo e una società malati e dissestati....e tanti mugugni.
Franco
Anna …non voglio fare un ping pong…ma in un mondo così competitivo e con scarse offerte di lavoro non pensi che chi ha più armi (anche culturari),abbia più possibilità di “saltarci fuori” ? Nella cultura , non c’è solo la laurea, ma le specializzazioni , la conoscenza di quello che intraprenderai…se no… non sarà il tuo cervello a farti valutare ma solo le tue braccia.
cito Franco
“la cultura e lo studio possono fare la differenza tra l’avere un’occupazione o essere disoccupato”.
Qui casca l’asino, ci sono fior fiore di laureati che non trovano lavoro,deduco che non è la cultura che fa girare il mondo ma ben altro.
Si! I figli non crescono.Lo si sente anche dai Tg, commenti, discussioni varie etc. Usano con troppa facilità il termine “sono ragazzi”.Ma come, sentiamo poi che hanno 22, 25, 28 anni …e li chiamiamo ragazzi? Ma siamo impazziti ? Sono maggiorenni, uomini, altro che ragazzi. Quelli della mia età, a 16 18 anni erano persone mature , responsabili,-Avevano i calli nelle mani – Scusate se insisto sul titolo di questo libro immaginario, ma tanto efficace.La natura ci insegna: se una giovane marza la “indirizzi” verso una crescita eretta, da aldulta darà sempre buoni frutti.Altrimenti, s’incurva, si contorge e rimane impigliata fra i rovi.
Lo psicanalista Crepè ha scritto un libro “I figli non crescono più”. Questo è il mio timore , non diamo loro prospettive di lavoro di sicurezza per la vecchiaia , la politica è quantomai in confusione ( dicono la stessa cosa dall’estrema destra all’estrema sinistra a quelli che non sono nè di destra nè di sinistra) , come può un giovane avere ideali se non anarcoidi pulsioni verso “buttiamo tutto a mare…seguito ovviamente da un vaffa…gridato ). Allora si adagiano su di un nirvana fatto di una quotidianità spesso priva di slanci, non lavorano, non studiano, vivono con uno smartphone attaccato agli occhi , accontentandosi di fotografare ogni istante della loro non vita in una continua pulsione al consumo (anche se non possono). Oggi è il giorno delle Forze armate, io (da bravo figlio di militare)sono sempre stato contrarario alla naia e a tutto ciò che si collegava ad essa, ma forse quell’esperienza ,spesse volte traumatica , abituava al sacrificio , “alza la fronte e tieni la schiena diritta” . Rimango della mia idea , ma forse ,come lo scapellotto dei nostri padri, qualcosa poteva contare.
Credo serva un chiarimento da parte mia al termine “vecchio” che per prima ho rifuggito. L’ho fatto in modo scherzoso, burlesco. Forse ho dimenticato di sottolinearlo in modo evidente per tutti, ma Franco mi conosce e so che mi ha compreso.
Cara Anna in un mondo competitivo dove manca il lavoro , la cultura e lo studio possono fare la differenza tra l’avere un’occupazione o essere disoccupato.
Non sono io che ho problemi a chiamarmi “vecchio”!!!!
cito Franco-
“Dire hai figli che l’unica loro salvezza è la cultura ,che rende liberi e saggi e probabilmente da loro la possibilità di spaziare maggiormente sulle possibilità che può offrire la vita.”
Indubbiamente la cultura è l’arma più potente, però con la cultura non si mangia.
Se preferisci Franco scriverò DIVERSAMENTE GIOVANI –
Franco, molto belli i libri che tu proponi nel blog. “Avro’cura di te” sono tutti bellissimi in sintonia con le nuove generazioni, e con i molti probblemi che ci sono oggi, (la crisi economica esistente da molto tempo,Con molte alternative ecc.).. Un saluto
“Il vecchio” era rivolto a me, anche perchè una signora non diventa mai vecchia , ho usato impropriamente il plurale maiestatis.
Francesca chiedi “di chi è la colpa ? …certamente anche nostra che ci siamo abbandonati a questa panna montata di finto benessere e di consumismo compulsivo e abbiamo fatto credere ai nostri figli che questa era la vita.
Siamo stati plagiati dalla società dei potenti , dalla grande finanza, dall’industria del consumo e della politica dimenticando il 68 o ricordando di quello solo un pò di libertà sessuale .
Ho detto che i vecchi (quelli che lo sono) , bene o male sopravvivono , è la realtà ! Uno straccio di pensione arriva, l’abitudine al sacrificio è ancora insita in loro , tanto è vero che spesso sono il sostentamento dei giovani.
Che cosa dobbiamo fare ? Dire che ci siamo sbagliati, che tutto quello che credevamo esistesse in realtà era solo una bolla di sapone, che bisogna rispolverare i nonni e i loro sacrifici (“il callo nelle mani”… anche se metaforico…non è mai stato tanto attuale !) . Dire hai figli che l’unica loro salvezza è la cultura ,che rende liberi e saggi e probabilmente da loro la possibilità di spaziare maggiormente sulle possibilità che può offrire la vita.
Di fronte alle incertezze che la vita oggi può offrire al futuro dei giovani, forse è più facile prendere alla lettera la quartina di Lorenzo il Magnifico: “del doman non v’è certezza”… e allora prendiamo subito quello che l’occasione può offrire più velocemente. Per la lettura di un libro occorre troppo tempo e la vita di oggi si vive in velocità utilizzando tutti i mezzi tecnologici possibili. Sono cambiamenti epocali.
In quanto ai vecchi, non è vero che hanno tutto: hanno figli disoccupati da sostenere economicamente e psicologicamente. Questo è un dato di fatto.
Caro Franco, tu chiedi: di chi è la colpa se i giovani non leggono? Nostra, ti rispondo perchè non siamo stati capaci di inculcare loro la passione alla letteratura. Poi ci ripenso e ricordo che i miei genitori non l’hanno fatto con me, eppure io, da quando ho imparato a leggere tanti…tanti…tanti anni fa, sono una divoratrice di libri. Allora? Ma passiamo al contenuto del tuo post. Il Grande Don Gallo, idealista e combattente convinto, quando ha scritto “Non uccidete il futuro dei giovani” spronava questi ultimi ad indignarsi, ad agitarsi, a ribellarsi. I giovani non l’hanno fatto perchè non possono farlo, non più ormai. Ma nella società attuale è facile dire che tutto va sempre peggio, però non ci si ferma a riflettere sul perchè. E allora non sono neanche d’accordo sul fatto che noi “vecchi” (intanto parla per te…!!) stiamo bene e consegneremo ai giovani mugugni e dissesto. No, non tutti i “vecchi” stanno bene, economicamente intendo. C’è chi non è in grado neanche di aiutare i propri figli che hanno voglia di fare. Per carità, poi per contro ci sono quelli che, come dice Giulio, avrebbero bisogno del “libro dei calli nelle mani” ma anche di qualche stropicciata decisa però. Il grande Leopardi non poteva certo immaginare che il suo “giovincello scherzoso” sarebbe diventato un disoccupato a vita. E Lorenzo il Magnifico invece ha precorso i tempi, era premonitore di questa crisi già 500 anni fa. In ultima analisi non mi sembra che la “beat generation” abbia creato dei beati individui, semmai ha “partorito” i movimenti culturali del 1968: l’opposizione alla guerra del Vietnam, gli Hippy di Berkeley e Woodstock.
Ti dirò invece (e adesso concludo veramente questa mia sbrodolata), che la penna di Giordano, con grande profondità e lucidità, ha tracciato l’altra faccia della vita, quella meno fortunata e meno sorridente. Quella faccia che, in qualche modo, si contrappone ad alcune categorie di ragazzi di oggi, troppo impegnati a digitare su uno schermo, parole insulse e copiate, seduti su comode poltrone, in case confortevoli e con macchine pseudo-lussuose comperate da papà per non creare complessi di inferiorità.
Ora la domanda te la faccio io: di chi è la colpa?
Caro Giulio il libro “dei calli nelle mani” per fortuna è obsoleto , le macchine di ogni tipo evitano questo inconveniente , ma capisco che il tuo è un discorso concettuale, quasi una metafora….”i calli nelle mani ” sono la fatica di andare avanti comunque , di educare la nostra mente, di leggere ,di studiare , di perseguire con buona volontà e con sacrificio la completezza della vita…”fare il callo al cervello” …perchè non siamo più in un epoca di vacche grasse …che poi tanto grasse non lo sono mai state.
Meglio spendere i soldi per un libro che per acquistare giochi per Android o menate del genere. Meglio spendere il tempo per leggere , che mandare messaggini e selfie a getto continuo.
Mi sono rimaste nella penna queste parole ” Da una mia piccola riflessione, inizierei con questa frase e darei questa risposta : fortificano…etc
Da una mia picola riflessione, darei subito questa risposta : Fortificano l’animo e lo spirito e diventano il “miglior libro di lettura” Credo che abbiamo cresciuto , non tutti certamente, dei figli che hanno percorso e, percorrono , sentieri piatti, Non vi sono asperità perchè, noi, abbiamo sempre picconato, smussato…,laddove potevano inciampare, E, abbiamo fatto male!
Una volta dialogando con una prof mi raccontava che suo figlio ha 32 anni e non ci pensava neanche lontaneamente di andarsene e che stava bene con la sua mamma.Certo, continuo io,non gli manca nulla, ha una casa, un “nido” a cui ritorna quando gli fa comodo.Ora, questo giovane, e come lui tanti,avesse letto -Il libro dei calli nelle mani – Sicuramente affronterebbe la vita con meno fronzoli per la testa . Grazie Franco, il discorso è ampio ed è ovvio che non scarto la situazione economica attuale: però….
Concordo Il blog, molto interessante scritto da Francesca e Franco , le vostre parole sono interessanti e giuste quelle che avete scritto nel blog,….QUESTO E’ UN PAESE PER GIOVANI?……Un saluto
Evidentemente parlare di letteratura e di giovani è complicato, soprattutto considerando che i giovani(oggetto della chiacchierata) per il 62% non leggono neppure un libro all’anno e la risposta a questa tragica constatazione è “che non hanno tempo” ,eppure passano fino a 6 ore davanti al loro smartphone.
Proprio per questo varrebbe la pena considerare quei testi che mettono alla luce le contraddizioni tipiche dei giovani del giorno d’oggi …perchè sono così…di chi è la colpa .
D’accordissimo con te, Franco. Ciao.
Vorrei proporre due titoli di cui parlare : “Avrò cura di te ” libro di Gramellini e della Gamberale e “Marina Bellezza” dell’Avallone
Il primo è il rapporto tra una giovane donna Giò e il suo “angelo ” Filemone ,E’soprattutto il travaglio tipico di una donna e si suoi vissuti sentimentali.
Il secondo una storia tra Marina e Andrea e i problemi d’oggi (crisi economica, soluzioni alternative ecc.)