Venere di Milo - II secolo a.C. - Louvre - Parigi
Questa rappresentazione della dea dell'amore è ammirata in tutto il mondo e riconosciuta come la quintessenza della bellezza femminile; il corpo che si sviluppa in maniera allungata e spiraliforme, i fianchi ampi, la vita alta, i seni divergenti, le spalle sottili e il capo relativamente piccolo rappresentano l'ideale femminile secondo i canoni estetici classici del tardo ellenismo.
La figura non è statica bensì è pervasa da un dolce e delicato movimento dovuto al fatto che il corpo appoggia il suo peso sulla gamba destra mentre la gamba sinistra si inclina verso il fianco destro della dea. In senso contrario a questo movimento, il busto si dirige verso sinistra.
Il risultato di questo equilibrio dinamico è una figura che si impone allo sguardo per il suo movimento elegantemente sinuoso. Completava il "gioco" di pesi e di forze la presenza delle braccia, le quali si stendevano verso lo spazio in avanti.
Il collo lungo e disteso sostiene il bel viso dall'ovale allungato e la fronte triangolare, che sono incorniciati dalla chioma ondulata divisa nel mezzo e raccolta sulla nuca da un nastro cui sfugge una ciocca: all'interno i piccoli occhi guardano lontano e le labbra sono tese morbidamente.
Un ampio manto è scivolato fino ai fianchi con sovrabbondanza di panneggi, svelando la bellezza del corpo divino e creando contemporaneamente un'efficace contrapposizione tra la parte del corpo nuda e sensuale e quella vestita. Il movimento dei drappeggi ricco di ombre e avvallamenti, sottolinea un ulteriore contrasto: la gamba su cui grava il peso del corpo è nascosta sotto i panneggi del manto, mentre su quella scarica, la stoffa è liscia e aderente, cosicchè riesce a svelarne le forme.
Proprio per la costruzione della figura attraverso tali contrasti e movimenti, è stato possibile datare la Venere di Milo intorno alla metà del secolo II a.C.
E' ovvio che la mia è una piccola provocazione, non mi scandalizzo certo per i nudi considerati artistici, anzi ho ammirato al Louvre la "Venere di Milo" al pari de "L'origine del mondo" di Courbet al Musèe d'Orsay. Chiaro che sono due forme d'Arte completamente diverse l'una dall'altra. Ma il mio intento era un altro: chi sarebbe stato in grado di fare una descrizione così particolareggiata, esauriente e coinvolgente, come per la Venere di Milo, per altri nudi artistici senza cadere nell'ovvio e scontato? Provateci.
Buona Domenica a tutti.
Francesca
(imm.e testo da web)
Diciamo qualcosa di diverso sulla Venus victrix o “Venere vincitrice” detta di Milo , rappresentata dopo che Paride le aveva dato il dorato pomo della donna( o dea) più bella . Infatti si immagina che il braccio destro reggesse appunto la fatidica mela. Altra particolarità ,come tutte la statue greche era comletamente colorata.
E ci voleva, Francesca. Dalla gradevolezza alla bellezza. Dalla condivisione aperta e piena al furtivo sguardo magari pregno di lascivia. Evviva l’arte, dunque, quella vera. Ed evviva la donna, quintessenza della bellezza!
Molto bello questo post. Francesca”La risposta a Certi Nudi Definiti Artistici.” Venere di Milo e una delle piu’ famose sculture della civiltà Greca.essenza di molta eleganza e sessualità.da sempre la figura del nudo rappresenta un valore estetico, anche se molto spesso criticato da molte persone che conoscono poco!
in ambito artistico, forse oggi le cose sono totalmente diverse rispetto al passato. Un saluto
Venere di Milo rappresenta una delle più famose sculture della civiltà Greca essenza di eleganza e di sensualità. Da sempre la figura del nudo ha rappresentato un valore estetico anche se spesso è stato criticato ma ha anche dato spettacolarizzazione in ambito artistico. Oggi il suo significato è totalmente differente rispetto al passato. Un Saluto