E' arrivata l'Estate e siccome la nostra Italia è una grande attrazione turistica per le sue bellezze paesaggistiche, la sua storia, la sua arte, il suo cibo e quant'altro, è ulteriormente presa d'assalto da milioni di turisti che ogni giorno, e magari ogni notte, ne invadono strade, piazze, monumenti, musei, parchi ecc.
"LA BELLEZZA SALVERA' IL MONDO", diceva F. Dostoevskij . Si vede che il grande scrittore russo non si era mai fatto tre ore di fila per entrare alla Galleria degli Uffizi oppure non era mai stato ingoiato da migliaia di turisti lungo le strade degli scavi di Pompei. Nè gli era mai capitato di essere stato fagocitato da milioni e milioni di visitatori che nei periodi comandati assalgono le nostre città d'arte. Perchè se gli fosse capitato di fare un'esperienza di quel tipo forse avrebbe capovolto la sua famosa affermazione, che sarebbe diventata così: "CHI SALVERA' LA BELLEZZA DAL MONDO?" Vale a dire come fare a garantire la possibilità di visitare luoghi d'arte ma nello stesso tempo salvaguardare la fragilità del nostro tesoro più grande, il più ricco concentrato di bellezze artistiche e monumentali, architettoniche e paesaggistiche che esista al mondo, dall'invasione di decine e decine di migliaia di visitatori i quali, soltanto perchè sono turisti e hanno pagato il biglietto di andata e ritorno per il nostro paese, si sentono a volte in diritto di ciabattare dappertutto?
Per sgombrare il campo da ogni ipotesi di snobbismo vorrei chiarire che non ho nulla contro l'industria del turismo, ci mancherebbe altro! E' uno degli asset centrali della nostra economia, della nostra bilancia commerciale. Il turismo da solo vale quasi il 12% del nostro PIL. I lavoratori impiegati nel comparto turistico sono oltre un milione e mezzo. Le piccole e medie imprese che vivono di turismo sono 350.000. E' il solo settore, il turismo, in crescita occupazionale con 64.000 posti di lavoro in più registrati lo scorso anno.
Ben vengano i turisti, allora! Però il punto è un altro, e sarebbe a dire: come conciliare il progresso con lo sviluppo? In altre parole, come tosare la pecora senza farla morire di freddo? Il nostro paese è in grado di reggere un'invasione simile senza accusare danni al nostro patrimonio paesaggistico e culturale?
Una città "merletto" come Venezia è in grado di preservare i suoi innumerevoli tesori d'arte dall'invasione di migliaia di turisti ogni giorno? Le chiese, i musei, i palazzi monumentali e le loro corti, quanto reggeranno?
Ogni giorno gli addetti alle pulizie dei nostri luoghi d'arte sono costretti a raccattare centinaia di tonnellate di cartacce, bottigliette di plastica, materiali di scarto di una folla schiamazzante e incivile. E' impensabile mettere un biglietto d'ingresso a Piazza San Marco, tanto per dire. Ma chiunque abbia visitato Venezia negli ultimi mesi dell'anno, sa bene che una visita in quella città-capolavoro può trasformarsi in un incubo, e invece di godere della bellezza di un posto unico al mondo si finisce per sgomitare nel tentatiovo di farsi strada tra la folla e così occorre rinunciare a qualunque visita ai siti d'arte se non si vogliono affrontare code chilometriche.
Ogni anno a Roma transitano 40 milioni di turisti, Venezia ne conta 35 di milioni di visitatori all'anno, un pò meno di Roma, ma Venezia è grande quanto un quartiere della capitale ed ha 60.000 abitanti appena, cioè meno del quartiere più piccolo di Roma.
D'altronde per tutti questi luoghi simbolo del nostro Paese è impensabile far pagare un ticket d'ingresso, ma presto o tardi serviranno dei regolatori di accesso ad aree come queste. Insomma andrà istituito una sorta di numero chiuso come, mi sembra, stiano già pensando di fare alcune Amministrazioni Comunali.
Lo scorso anno nel nostro paese si sono registrate 56 milioni di presenze di turisti, occorre tentare di decongestionare i grandi attrattori a favore di percorsi alternativi, meno noti. A Roma, per esempio, il Colosseo registra 6 milioni di visitatori all'anno, ma Palazzo Venezia che è bellissimo e si trova ad appena 600 mt. di distanza da lì, ne ha contati appena 50mila lo scorso anno. In milioni accorrono a visitare gli splendidi Musei Vaticani ma pochi passeggiano tra le navate della splendida Chiesa di S. Pietro in Vincoli dove c'è il Mosè di Michelangelo. Piazza di Spagna non è stata solo una devastazione di un'opera d'arte, ma la sua umiliazione, ridotta ad un vespasiano dagli hooligans olandesi sotto gli occhi del mondo.
Bisognerebbe spiegare ai turisti, ancora prima del loro arrivo, che qui da noi c'è arte dappertutto, in ogni angolo del paese. Insomma, siamo sempre lì. E' una questione di educazione. Ecco, forse a salvare la bellezza potrebbe essere proprio l'educazione, la cultura, lo studio. Mi rendo conto che è una strada lenta, ma non impraticabile.
Voi che ne pensate?
Concordo con Nembo e penso che adeguarsi al malcostume sia cosa indegna e incivile, al di là di tutto. Sono stata parecchio all’estero, ho visitato quasi tutta l’Europa e anche oltre confine, e devo dire che città sporche esistono così come esistono città pulitissime che, peraltro, sono la maggioranza. E allora, mi spiegate perchè i “civilissimi” abitanti delle città rigorosamente pulite dovrebbero, allorquando vengono in Italia, comportarsi da incivili? Delle due, l’una: o sei civile sempre o non lo sei mai. Al di là di ogni irragionevole e inaccettabile scusante.
Tutte le nostre città d’arte e non solo, hanno lo stesso problema la sporcizia perchè i turisti sporcano senza ritegno mentre nel loro paese gli stessi sono ligi, senza parlare poi dell’Abbigliamento poco consono per visitare certi luohgi. Non è vero il detto…paese che vai usanze che trovi, ovvero se vai e trovi sporco, non è giusto sporcare, anzi un motivo in più di comportarsi diversamente dai padroni di casa,sarebbe utile sanzionare subito questi maleducati in loco e, non passare poi tramite consolato o altro, ma purtroppo siamo un paese alla deriva in tutto senza andare oltre.Le nostre città d’arte meritano molto di più come la nostra bella Italia, ma per alcuni turisti forse comportandosi male fa molto pittoresco e fa parte della vacanza.
Hai ragione Francesca, ma il gran Tour di sette/ottocentesca memoria ,non aveva per gli europei di allora tante alternative. Quello che mi fa stupire è che Roma .”caput mundi”,centro del Cattolicesimo,con oltre duemila anni alle spalle e i tesori d’arte più importanti del mondo …sia solo 13°. Non è che la recettività è scarsa ? La città è sporca e male amministrata ? Il turista costantemente “depredato” ? Il fatto che la capitale sia “aiutata” nei numeri dalle altre immense città d’arte italiane mi pare che sia un discorso persin peggiorativo,
D’accordo, secondo le statistiche Hong Kong è al primo posto tra le 100 città più visitate al mondo. Ma qualche considerazione è d’obbligo farla: innanzitutto il boom nel turismo dell’Estremo Oriente, è dovuto soprattutto alla crescita economica di una nuova classe media asiatica facente parte di un’immensa popolazione, che permette di viaggiare per turismo e per affari. Hong Kong, città semi-stato cinese, un tempo era colonia britannica, oggi è associata alla repubblica popolare, per cui è spesso visitata come porto verso altre mete, più che per meriti propri. Ciò premesso, prendiamo ora come riferimento i nostri 4 gioielli: Roma, Milano, Venezia e Firenze. Se le nostre “big 4” fossero considerate come una sola entità, e in un certo senso lo sono perché il turista medio le visita nell’ordine, una dopo l’altra, nell’arco di un Gran Tour che dura dai tempi di Byron, allora questa “città diffusa” italiana sarebbe la seconda meta più visitata del mondo, con quasi 25 milioni di presenze annue, alle spalle soltanto di Hong Kong; se non la numero uno in assoluto.
Credo non ci sia niente da copiare dalle altre città. Soltanto un pò più di senso civico e educazione da parte di tutti, turisti e non.
L’articolo mi riporta a Pasqua dove alle Cinque Terre vi è stata una vera invasione di turisti, portati con grossi pulman dalla Spezia. Erano i passeggeri delle monotavi da crociera, circa 3000 persone.
Chi conosce le Cinque Terre sa che sono 5 paesini stretti tra mare e terra, con poco spazi oall’interno, perciò questa massa di persone, anche abbastanza maleducate, hanno tenuto un indecoroso contegno gettando roba per terra e urinando ovunque.
I giornali locali hanno dato risalto alla cosa facendone grandi articoli, e sollecitando i sindaci a chiudere le strade, e introdurre un numero chiuso per i visitatori. Penso che sia la cosa più giusta per non sciupare tutto e rovinare bellezze uniche al mondo.
Il turismo di massa dà l’impressione di tante pecore al pascolo, che camminano con occhi bendati, perchè talmente tanta è la confusione che non vedono niente delle bellezze che hanno attorno, non potendo così nemmeno apprezzarle.
Franci bello questo post, dovremmo imparare il rispetto per la citta’ che stiamo visitando con piacere, ovunque luogo entriamo a visitare centri culturali, Monumenti d’arte, tutti abbiamo in emergenza, acqua ,succhi di frutta carte da panini o briosc, cercare gli appositi cestini ,mai gettare per terra queste cose per rispetto di tutti i visitatori e la città, Siamo noi che dobbiamo essere civili,mantenere i luoghi sempre con il massimo rispetto. se vogliamo dare un buon esempio di civiltà. Un saluto
beh, che dire?
se molte delle nostre citta anche se non hanno vocazione turistica sono sommerse dalle immondizie che noi produciamo a causa dei tagli sconsiderati al personale, non possimo chiedere al turista di riportarsi a casa la bottiglietta ed il sacchetto ma forse potremmo usare il deterrente della presenza di qualche agente in piu’ nei punti piu’critici.
Il rispetto parte da noi, ovviamente. Avete ragione, Franco e Paul. Mi ricordo, come se fosse ora, la prima volta che per lavoro andai a Milano. Senza accorgermene mi cadde al Parco il biglietto della metropolitana. Un signore di fronte a me mi fece segno con la mano. Lo raccolsi e, scusandomi con lui, ebbi l’impressione di essermi scusato con la città.
Signor Franco, che grande verita’ che scrive: “Forse dovrebbe partire da noi una civile gestione del “turista””. Quanto scrive doveva essere la priorita’, da decenni mai capita, del Ministero del Turismo.
Ammodernizare la maggiore Industria Italiana a un livello pari alla competizione turistica mondiale.
“Vetusti, storici edifici ed arte di millenni e secoli fa” non sono piu’ sufficienti a giustificare “l’investimento” che il turista fa per le sue vacanze.
La competizione turistica mondiale ha molte piu’ attrattive per attirare il turista che vuole le migliori, e ne ha il diritto, moderne facilita’, comodita’ ed intrattenimento.
Il turismo, come un’ industria automobilistica, o offre il meglio al consumatore o perde clienti.
Cordiali saluti,Paul
(P.S.: Signor Franco, mi creda, basta copiare da altre Nazioni}
Intanto con il maggior numero di siti culturali e d’arte del mondo noi non siamo certo i più visitati. Roma è al 13° posto dietro Londra,Parigi, Istambul ,ma Hong Kong (che è la prima), poi New York, Praga ecc. con numeri di visitatri che in Italia non ci sognamo neppure.Siamo i 30° per pulizia ed igiene!!!Evidentemente chi viene in “casa nostra” si adegua in fretta anche se a casa sua non butterebbe una carta per terra per nessuna ragione, non bivaccherebbe sui monumenti, farebbe educatamente file e tragitti. Forse dovrebbe partire da noi una civile gestione del “turista”