Argentina, questo è il nome di una signora che vive sola ai margini della città. Una donna molto attenta e con una cultura eccellente: grande lettrice. Ha novant’anni e non usa gli occhiali neanche se i caratteri sono piccoli. A me servirebbe la lente di ingrandimento. Ogni tanto la vado a trovare e le porto un libro o un giornale,ma preferisce il cioccolato fondente: dice che le da’ forza e grinta.
Appena mi vede con la mano mi indica il divano, si avvicina con la sua poltrona e incomincia a parlare di tante cose; non hanno un seguito logico, i racconti si accavallano ma questo non ha importanza per lei. La solitudine è una brutta cosa: devi ascoltare e basta .
“L’ hai sentito quel Renzi? Dice che va bene e che la disoccupazione è calata, tutti dicono che va bene e che la ripresa c’è. La gente risparmia e spendono di più così l’economia è in netta ripresa. Ma! Sono tutti uguali, quando sono alla greppia pensano solamente alla loro pancia. Io ho la pensione minima, li vorrei far provare cosa significa. Sono dei mascalzoni.
L’hai visto il film di ieri sera sul cinque ? Non mi ricordo il titolo ma era proprio bello, però è finito male, l’amava quella donna e l’ha ammazzata. Ma cosa insegnano ai nostri ragazzi? Quando ero giovane andavo al cinema con le mie amiche: purtroppo li hanno chiusi, peccato: era anche un modo per stare insieme, oggi, questa gioventù ha la testa nella tecnologia, mi sembrano tutti scemi con quei telefonini appiccicati agli orecchi.”
Il mio ruolo è quello di dire – si o no muovendo la testa – in silenzio, la prima attrice è lei, il palcoscenico è tutto suo e non bisogna interromperla.
“Sai, oggi mi sono fatta la pasta con gli zucchini del mio orto,li ho fatti a dadini e li ho rosolati in una padella con uno spicchio di aglio, olio e un peperoncino, dicono che fa bene al cuore.Nel frattempo, ho messo la pasta a cuocere, ci vogliono gli spaghetti, quando sono stati al dente, li ho versati nella padella per pochi minuti, aggiungendo ogni tanto l’acqua della pasta. Una bella passata di formaggio romano e parmigiano e me li sono pappati: erano b u o n i s s i m i. E’ mio genero che lo coltiva, io gli dico di non esagerare perché dice un proverbio che-L’orto vole l’omo morto-. A volte mi porta certi zucchini che sembrano tromboni tanto sono grossi, ma io non butto via nulla, con quelli un po’ passatelli ci faccio lo sformato. Mi è sempre garbato cucinare. Se non avessi pensato anche alla pancia, ero al cimitero da anni. No, no e no, dico anche qualche preghiera, però a stomaco pieno. La vita è così, si partirà quando arriverà la cartolina”.
Si mette a ridere e rido anch’io. Sprofondato nel divano, duro fatica a tenere gli occhi aperti, mi prende il sonno ma devo essere vigile e attento. Accenno a fare qualche domanda ma mi interrompe subito:
“ Stasera alla televisione ci sono le canzoni degli anni sessanta, conduce Carlo Conti, mi è antipatico, preferisco Frizzi. Speriamo che ci sia –Marco Polo- , guarderò quello. Tinaaaa, Tinaaaa, vieni piccolina della mamma, ora ti preparo la cena”.
Pensavo chiamasse la vicina di casa, invece entra un gattaccio spelacchiato che le salta sulle gambe e incomincia a fare le fusa, lei l’accarezza con amore, poi continua:
“ Una volta i gatti mangiavano i topi, oggi sono abituati a mangiare i chicchetti al pollo, al manzo, al pesce; io lo governo solo la sera, il giorno si arrangerà, non posso spendere dei soldi per il gatto”.
Sento che è affaticata , è un'ora che parla in continuazione, vado in cucina e le porto un bicchiere d’ acqua, così provo a congedarmi. Capisce al volo la mia intenzione , mi blocca prima che potessi parlare:
“Aspetta, non andare via, ormai ti racconto anche questa. Quando mi sposai, eravamo poveri e non si poteva andare in viaggio di nozze, così si rimase a casa e...”.
Il mio cellulare interrompe la scena, rispondo subito: dissi a Argentina che dovevo andare via , ma che sarei ritornato.
La signora Argentina mi perdonerà, ma tutta la cerimonia nunziale l’avevo già ascoltata tante volte.
E il nostro amico Giulio ha colpito ancora. Si definisce un duro, invece è di un’estrema sensibilità, io gli assegno un posto di rilievo nella letteratura di questo blog. Senza nulla togliere agli altri, ben inteso. Lei, la protagonista Argentina non finirà mai di stupirci: parla col gatto che è forse uno degli animali più affascinanti e misteriosi del creato. Ma lei è lucidissima, creativa, attenta e con una marcia in più. Chi, a novant’anni, si farebbe una pasta alle zucchine con aglio, olio e peperoncino? Unica e straordinaria Argentina, come unico e straordinario è Giulio Salvatori, sia nello scrivere che nel suonare il suo sax. Stupendo video, brava Francesca ad averlo postato, ci fa sognare!
Dimenticavo: il gatto era più spelacchiato di quello della foto. Ma a lei piaceva lo stesso .
Eccomi! Ho trovato un momento di connessione. Acc! Troppi complimenti, e Brava Franci che sai trovare le foto giuste. Non so quanto durerà…ma comunque ero aggiornato da Francy. Hai trovato anche un mio brano, grazie e buon ascolto.Non esageriamo con i complimenti,avevo tutto a disposizione, bastava metterlo sulla carta. Poi, fra le righe, avete scoperto più di quanto io avessi scritto. Grazie ancora e alla prossima. E, dopo tante belle cose, non posso certo firmarmi “maledetto toscano” Grazie ancora
Oscurità vecchia amica, sono di nuovo a parlare con te. la luce dei pensieri e dei ricordi, mi avvolge in una luce opaca. Ascolto la voce del silenzio, le note dei ricordi, sfiorano il mio presente di cui sento ancora il suono dei passi di un cammino insieme mano nella mano. Gocce di pioggia cadono su quei momenti che abbiamo vissuto insieme. Non ascolto il brusio della gente, mi avvolge un soave ricordo sotto quella luce opaca della lampada nel silenzio della stanza. La pioggia continua a cadere lentamente le gocce cadono su i miei pensieri si trasformano in segni di quel bene voluto, come un grido nell’infinito. I miei pensieri fanno eco nella stanza, nel silenzio la tua voce, come rose rampiacanti verso il cielo, profumo d’amore. Profumo di te.
Purtroppo Giulio ha ancora il computer fuori uso e non può essere presente. Io però lo tengo informato sull’indice di gradimento ottenuto dal suo pezzo. Mi prega di ringraziare tutti voi e dirvi che appena riavrà la possibilità di collegarsi, lo farà personalmente.
Il soggetto sarà forse la simpaticissima novantenne , ma il cuore del racconto è Giulio. Non so che legame lega il nostro amico ad Argentina ,ma spendere il proprio tempo per riempire un pò di ore di un vecchio con pazienza e amore e da brava e buona persona…. benedetto toscano !!!!!!!!
Tu sai toccare sempre dentro al cuore, una semplice vita di un’anziana la trasformi in un racconto di grande sensibilità,
Vedi tu ti ricordi di lei, e ogni tanto ti fai vivo, posso solo imaginare la gioia che prova quando ti apre la porta, non è da tutti ricordarsi degli anziani.
Ora viviamo in un mondo che non conosciamo neppure il nostro vicino di casa, scometto che a volte non sente neppure la sua voce, se no il momento che parla con il suo gatto, e tu con la tua visita hai dato un momento di gioia a questa signora.
Giulio, penso che voi siete di animo buono dunque per me non siete i Maledetti Toscanacci come vichhiamate .E’ vero i tuoi racconti sono della tua vita vera,vedo che sai anche cucinare grazie per la tua ricetta,spaghetti e zucchine buonissimi, ascoltavo il video purtroppo il Sax è come una magia che esprime la sua espressione, bravissimo Giulio ci piacciono i tuoi racconti,moltissimo la tua meravigliosa musica Sax , nel tuo modo simpatico,ora ti aspettiamo presto senza scuse. Un saluto
Giulio, fai parte dei toscani che amo, pochi ma buoni, e la signora Argentina, tua amica , mi somiglia: dice quello che pensa e non sbarella. Sai che mi trovo d’accordo con lei su tutto? Se questo vuol dire che sono vecchietto, ebbene sì, lo sono e non me ne vergogno. Meglio i tempi antichi dei moderni. Vero, Argentina?
Giulio non si smentisce mai.I suoi racconti, peraltro di vita vera, sono scritti con la penna intinta nell’inchiostro del cuore. Carichi di sensibilità e di emozione, mi lasciano sempre un pò spiazzata. Lui racconta di sentimenti che rimangono intatti nel tempo, anzi crescono a dismisura entrando a viva forza nell’anima di chi li sa ascoltare e apprezzare. Io sono una di quelle e ti dico, caro Giulio, non smettere mai di raccontarci pezzi della tua vita, non possiamo più farne a meno. Capito?
Argentina, una donna d’altri tempi con una mente molto lucida, la stessa dimostra di essere intelligente e saggia, un plauso a questa Signora. Il Sax è sempre una magia che esprime il massimo raggiungimento della sua espressività. Complimenti a Giulio.