Leggendo una recensione del libro del Cardinal Vincenzo Paglia intitolato " Il crollo del NOI " , ho voluto fare alcune considerazioni sull'indivi-dualismo dilagante.
Nel libro l'autore fa un 'appello a non cedere alla paura della globaliz-zazione che porta a chiuderci in noi stessi. "L'ego sum " su cui si forma ogni identità personale , non può poi prescindere dal "nos sumus " . Siamo animali sociali e abbiamo bisogno degli altri , siamo connessi per sopravvivere , per soddisfare le pulsioni dell'amore , perché senza gli altri non esistiamo.
Purtroppo però "l'altro" e visto solo in senso utilitaristico ed in questo momento l'umanità sta attraversando una gravissima crisi di solidarietà.
Siamo passati dai "diritti dell'uomo" alla declinazione singolare ed individualistica dell'assunto. Il risultato è il vuoto morale !
Che cosa ostacola allora il "senso del noi"? Cosa che ad esempio è normale tra i bambini e tra loro e i genitori .
Perché questo senso di appartenenza e di interscambiabilità fa fatica ad uscire dagli ambiti infantili e dei vincoli di sangue ?
Hanno scoperto i "neuroni specchio" che creano empatia con gli altri e che ci permettono di cogliere anche solo dagli sguardi e dagli atteggiamenti i loro sentimenti.
Prendo dal web : " le menti degli uomini sono specchi di altre menti ".
Certamente la società post-capitalistica e post-consumistica ha eroso e sta erodendo le basi della vita sociale , creando insicurezza e paure che mettono in crisi la convivenza umana .
Nasce così "l'individuo" , che è spinto solamente a ricercare la propria soddisfazione e il proprio tornaconto.
Ora , come fanatico eldyano , penso che già in una piccola comunità come questa , stiamo cercando di non far crollare il NOI , con tutte le difficoltà caratteriali ed interpersonali che inevitabilmente esistono.
Anche se è un piccolo "noi", coltivandolo con amore e solerzia può però marcare uno stile di vita che deve recuperare il senso globale di comunità e il rispetto dell'altro.
Condivido Franco. Bisogna imparare a dire la verità. Per dire la verità, bisogna essere diventati capaci di conoscere che cos’è la verità e che cos’è la menzogna, soprattutto in se stessi. G.I.Gurdjieff
Caro Nembo …”l’io” è come un “carro di tespi” , ad ogni azione e in ogni momento mettiamo una maschera diversa. La prima è quella del mattino con lo specchio , una piccola maschera narcisistica per sopravvivere, poi pirandellianamente continuiamo la recita con altre maschere…per poter essere “noi”.
Una cosa che ci dà motivo non lieve d’inquietudine è la mancanza di spontaneità e naturalezza. Si è costretti troppo spesso ad assumere pose forzate, a non mostrarsi al prossimo per quello che si è. La vita di molte persone è condizionata dall’ostentazione. Non è piacevole nè rilassante la vita di chi indossa perennemente una maschera. È preferibile essere disprezzati per la propria spontaneità che tormentati da una continua, soffocante finzione.” (Seneca)
La conoscenza silenziosa è qualcosa che noi tutti abbiamo, è qualcosa che ha completa padronanza su tutto e sa tutto ma non può pensare, e perciò non può parlare di quello che sa. L’uomo antico sapeva, nel modo più diretto, cosa fare e come farlo nel migliore dei modi. Ma, poiché agiva così bene, cominciò a sviluppare un senso di solipsismo che gli diede la sensazione di poter predire e programmare le azioni che era solito fare. E così comparve l’idea di un sé individuale; … Man mano che la sensazione di un sé individuale diventava più forte, l’uomo perdette la sua naturale connessione con la conoscenza silenziosa. L’uomo moderno, erede di quello sviluppo, si trova perciò senza più speranze, talmente staccato dalla fonte di ogni cosa da non poter far altro che esprimere la propria disperazione in atti cinici e violenti di autodistruzione. Don Juan Matus
Dio creando l’uomo ha visto che era solo allora gli ha dato una compagna per fargli sentire ancora di più la solitudine (Paul Valery)
La solitudine può essere una tremenda condanna o una meravigliosa conquista (Bernardo Bertolucci )
Quando si è soli si vorrebbe stare con gli altri e quado si è con gli altri si vorrebbe stare da soli. Dopo tutto gli esseri umani sono così .(Gertrude Stein )
L’uomo ama la compagnia anche se è soltanto quella di una piccola candela accesa (C.G. Lichtemberg)
e l’ultimo che faccio mio…
La solitudine è bella , ma abbiamo bisogno di qualcuno a cui dire che è bella la solitudine. (Honorè de Balzac )
Vivere e crescere in una piccola comunità, l’io diventa noi. A volte neanche te ne accorgi di esere partecipe di certe circostanze, Ti ci trovi in mezzo. Magari, è ben diverso nella città dove mi viene in mente un brano di una canzone .” sentirsi soli in mezzo a tanta gente “-
LA MATRICE DEL NOI.
Come individui nasciamo solo come Io e poi altri ci mettono un Nome.
Questo evento di Essere non trova nessuna contestazione all’Io di ognuno di noi.
Immediatamente ognuno di noi, nato vivo, entra nella Societa’.
La fine, piu’ o meno del nostro Io.
Io goduto inconscamente e vuoto di ogni conoscenza del suo Essere .
Provvide attenzioni sostengono le nostre necessita’ di alimento fisico, sentimentale, spirituale.
Addetti a questo faticoso impegno altre persone: i Noi.
Gradino per gradino cosa rimane del nostro Io diventa il loro Noi in formazione iniziale fino a prodotto finito che dura quel che dura.
Altri inducono/formano il presunto Io al loro modo di vivere, pensare, agire.
Non ci scappa nessuno.
Con il tempo e la vita, il nostro Io, per quando pensi e si prodighi di fare fisicamente e spiritualmente, e’ il “prodotto”=copia dell’imbibimento in cui si e’ trovato a vivere o vive.
Non ci scappa nessuno.
Alla fine il nostro Io esaurito, mai conosciuto come tale e sempre piu’accondiscendente accetta per compiacenza o induzione la Societa’ del Circondario diventando anche lui un Noi.
(un Napoletano e’ un napoletano, un Milanese e’ un Milanese e un Cinese non e’ un Brasiliano)
Il risultato e’ sempre lo stesso: si parli di un milione di Io o di miliardi di Io.
Quello che rimane, della credenza del proprio Io, in realta’ e’ la trasfomazione da Io, che pensiamo di avere e controllare come concetto, all’ Io diventato Noi.
Rimangono qua e la’ sbiaditure di colore, ma sempre nel brodo di questa o quella societa’ che fa da matrice a tutti I NOI.
Non ci scappa nessuno.
Cordiali saluti, Paul
E’ chiaro che “l’io” è l’unica certezza che abbiamo noi esseri umani (pensanti). Nasciamo “io” e muoriamo “io” come dice Mario . Ma tra l’io della nascita e l’io della morte c’è la vita, quindi per fare sintesi il “noi” è la vita.
Bellissimo è il concetto di Mario di questa coscienza cosmica “del dopo” , che più che “noi” , penso sia “il tutto”.
IO NOI ha un significato spirituale bisogna prendere coscienza della realtà vera che si verifica per tutti. Nascita Vita e Morte. Dove stà la differenza tra mè e tutti voi? Questa realtà vale per tutti senza eccezioni Credere che siamo estranei è un illusione Domanda dopo la morte che succederà dell’IO e del NOI? Sicuramente senza corpo si azzerano L’illusione è finita, ritorniamo a far parte del niente? Oppure succederà che il nostro spirito si unifica in una grande coscienza dove IO sono TU e TU sei IO VEDREMO nel frattempo BUONA VITA
FRANCO,Questo tuo post e parecchio interessante,dobbiamo smettere di chiederci chi sono io E’chiediamo invece per chi sono io? solo cosi possiamo ragionare su una nuova forma di prossimità.Se vogliamo ritessere in “Noi”del convivere contemporaneo , sfidato e indebolito della globanizzazione. dobbiamo porci la forza di intelligenza questa domanda che apra la nostra frontiera della liberta’ Liberta’ che non è sinonimo di autonorma, ma di pienezza di legami la sola che puo’ riportare al centro un contenuto esenziale del testo Biblico: Non è che l’uomo e solo.Una delle voci piu’ autorevoli e rispettato da tutti Un’Analisi lucida ma non rassegnata sulle piu’ gravi emergenze del presente.Il crollo dei legami umani.Connessi gli uni agli altri. Non per questo siamo davvero interessati al destino di chi ci è prossimo.Al contrario l’Umanita’sta attraversando una gravissima crisi di solidarieta’ . Ciascuno pensa a se stesso. si è passato dai giusti riconoscimenti dei diritti dell’Uomo a una sorta di egograzia il risultato e un vuoto insostenibile , tanti sono i sintomi di un malessere esteso che testimoniano la richiesta d’ascolto e di aiuto attraverso una lettura del presente, che trae spunto e intellettuale .dell’autore questo libro ci parla di cultura di nuovi sogni di visione , fondata sul riconoscimento.Un saluto
Sorrido a certe affermazioni. Siamo tutti pronti a dichiararci propensi ad adottare il NOI come nostra condotta morale e dedizione verso gli altri: tutti bravissimi ma solo a parole… poi anche nel più umile, nel più buono, nel più comprensivo degli esseri umani, alla prima occasione emerge l’individualismo dell’IO, vuoi per spirito di difesa, vuoi per orgoglio e per altri mille inspiegabili motivi. È vero che nessuno è senza peccato e ne abbiamo tanti esempi attorno a noi. Quando sbagliamo ci manca il coraggio morale di chiedere scusa al nostro prossimo che abbiamo offeso, pur sapendo di aver commesso un errore. Sono il primo ad ammettere di sbagliare e, almeno in questo, ritengo di essere onesto, con me stesso e con gli altri.
Grazie Franco per questa bella panoramica… anche io ascolto con ammirazione le parole di Papa Francesco e capisco le sue fatiche a voler ricondurre gli animi all’umana bontà.
Cara Francesca scusa se puntualizzo , Eldy penso non sia una “squadra” ma un gruppo eterogeneo di persone che vivono ANCHE in un blog leggendo , commentando e chiacchierando …in vari modi !!!!
Una “squadra” c’è , ma è limitata e non può essere riconosciuta in toto in Eldy, che ha anche la sua funzione sociale nella chat molto diversa dai blog tenatici. Sarebbe tanto avere la consapevolezza che siamo una comunità con diversi interessi e diverse conmnotazioni, un NOI che assomiglia molto alla società e quindi è difficile da amalgamare, ecco perchè il rispetto degli altri è basilare e soprattutto in un “ambiente” così vario è sbagliato portare personalizzazioni ed esperienze private che nulla hanno a che fare con un NOI così articolato.
Le relazioni umane sono importanti perchè non dobbiamo dimenticare che gli altri sono importanti! Come persone siamo chiamati a riconoscere l’altro come individuo e sentirci responsabili nei suoi confronti. La relazione dev’essere inevitabilmente educativa, sia per noi che per gli altri, perchè lo scambio si realizza solo se c’è rispetto dei ritmi e degli spazi del dare e del ricevere. L’importanza dello stare con gli altri, di condividere, fidarsi e creare legami è uno dei capisaldi della nostra esistenza. E’ un dovere. Riprendo un attimo il pensiero di Franco per dire che proprio nel mio ultimo intervento al Convegno di Aism, ho ribadito più volte questa frase: “Qui non esiste l’IO, esiste il NOI, una squadra compatta e omogenea di persone che credono in ciò che fanno e lo fanno con passione, entusiasmo …ecc…ecc…”. Ecco, anche noi eldyani siamo una SQUADRA. Io credo in ciò che faccio e lo faccio con passione ed entusiasmo e sono certa di farlo anche nel totale ed assoluto RISPETTO verso TUTTI.
Uguaglianza e Libertà se ci mettiamo anche la Fraternità è il senso di una rivoluzione che ha cambiato il mondo , sono d’accorissimo Nembo ! Poi proprio perchè agnostico sono aperto a tutto ciò che è frutto del pensiero umano.
Giusto Lorenzo l’amicizia , il rispetto , la solidarietà , il socialismo come è possibile abbinarli all’IO ? Sono nate per il NOI !
Ho qualche perplessità per la morale ,perchè quella dei nostri nonni e dei nostri padri che discriminavano “una donna libera” (cioè che si comportava come un uomo ) , una morale spesso bigotta e maschilista non mi va bene , se per “morale ” intendi il senso del dovere, l’onestà di fondo , il senso di uguaglianza tra i generi e tra gli uomini in senso lato , allora sì quella anche per me è “morale”.
Le “religioni sono un “fatto personale” , anche se la Cristiana è quella “dell’ama il prossimo tuo….” quindi più NOI di così….e lo dice uno che non crede , ma che ascolta con interesse ed entustica partecipazione tutte le parole di Papa Francesco.
Ecco un Post che fa riflettere come siamo noi oggi,dimenticando i valori,il dialogo,e altro ancora però vorrei dire a Franco che mi fa piacere che nonostante tutto che si dichiari agnostico, non manca di leggere libri scritti da un arcivescovo cattolico quotato, questo vuol dire avere saggezza. Vorrei iniziare con il dire…Noi e la sovranità monetaria che in qualche modo centra con il consumismo, ma tralascio per un altro eventuale Post. Il crollo dei legami umanitari è un malessere sempre più esteso che porta all’individualismo e al pari del egocentrismo gli stessi sono comportamenti che negli ultimi anni colpiscono sempre più persone che poi confluiscono in situazioni che diventono ormai presunzione per essere al centro nelle più svariate relazioni interpersonali nel concentrare tutte le attenzioni su di se, portando alla fine all’egoismo. Es. questi personaggi chiamiamoli “Iperindividui” che agisco nel proprio IO di norma avvertono un certo disagio e per nasconderlo, tentano di presentarsi simpatici, amabili, ma appena si sentono contraddetti, cambiano completamente in varie forme di aggressività. Il capitalismo è sinceramente uno dei fenomeni sociali dei giorni nostri e ci sarebbe molto da dire e ridire, lo stesso è un modo di vivere, il cui scopo è la creazione di un profitto che con il suo ricavato oltre ad essere speso per se stesso serve per migliorare e ottenere altri profitti, tutto questo però invece di portarci all’uguaglianza, ci ha portato al menefreghismo verso gli altri con effetti di non equità sociale specialmente sulle nuove generazioni che restano svantaggiati rispetto ai propri coetani innescando problemi sociali. Questo individualismo lo si nota anche nel mondo sociale che è sempre più in difficoltà meno contributi e meno progetti, la solidarietà dovrebbe essere data a tutti non come richiesta di assistenza, ma come diritto sancito dalla Costituzione, invece su questo, noi rimaniamo divisi in primis lo Stato. In una società equa dovrebbe avere l’opportunità di costruirsi la vita secondo i propri desideri come dice Amartya Sum: Uguaglianza e Libertà.
Sì, Franco, questa “voce” a favore del “noi” non può mancare in questa strana società fatta di vuoto E di ego. E di ritrosìa verso il dialogo ma non verso la polemica (certe volte fatta davvero di “niente”). Il problema è trovare i capisaldi del “noi”. Vecchi principi? Io sarei più d’accordo. Nuovi? Ci sono o ci prendiamo in giro? Io, date anche l’età e le ptropensioni personali, sono per gli antichi valori, mai tramontati e mai compiutamente realizzati: l’amicizia, la tolleranza, il rispetto, la solidarietà, il socialismo, la morale, i credi religiosi fondati sull’amore… E ditemi se è poco. Sono un illuso? Mah. Grazie Franco. Grazie Franci.
Condivido Franco. Bisogna imparare a dire la verità. Per dire la verità, bisogna essere diventati capaci di conoscere che cos’è la verità e che cos’è la menzogna, soprattutto in se stessi. G.I.Gurdjieff
Caro Nembo …”l’io” è come un “carro di tespi” , ad ogni azione e in ogni momento mettiamo una maschera diversa. La prima è quella del mattino con lo specchio , una piccola maschera narcisistica per sopravvivere, poi pirandellianamente continuiamo la recita con altre maschere…per poter essere “noi”.
Una cosa che ci dà motivo non lieve d’inquietudine è la mancanza di spontaneità e naturalezza. Si è costretti troppo spesso ad assumere pose forzate, a non mostrarsi al prossimo per quello che si è. La vita di molte persone è condizionata dall’ostentazione. Non è piacevole nè rilassante la vita di chi indossa perennemente una maschera. È preferibile essere disprezzati per la propria spontaneità che tormentati da una continua, soffocante finzione.” (Seneca)
La conoscenza silenziosa è qualcosa che noi tutti abbiamo, è qualcosa che ha completa padronanza su tutto e sa tutto ma non può pensare, e perciò non può parlare di quello che sa. L’uomo antico sapeva, nel modo più diretto, cosa fare e come farlo nel migliore dei modi. Ma, poiché agiva così bene, cominciò a sviluppare un senso di solipsismo che gli diede la sensazione di poter predire e programmare le azioni che era solito fare. E così comparve l’idea di un sé individuale; … Man mano che la sensazione di un sé individuale diventava più forte, l’uomo perdette la sua naturale connessione con la conoscenza silenziosa. L’uomo moderno, erede di quello sviluppo, si trova perciò senza più speranze, talmente staccato dalla fonte di ogni cosa da non poter far altro che esprimere la propria disperazione in atti cinici e violenti di autodistruzione. Don Juan Matus
….e aforismi siano :
Dio creando l’uomo ha visto che era solo allora gli ha dato una compagna per fargli sentire ancora di più la solitudine (Paul Valery)
La solitudine può essere una tremenda condanna o una meravigliosa conquista (Bernardo Bertolucci )
Quando si è soli si vorrebbe stare con gli altri e quado si è con gli altri si vorrebbe stare da soli. Dopo tutto gli esseri umani sono così .(Gertrude Stein )
L’uomo ama la compagnia anche se è soltanto quella di una piccola candela accesa (C.G. Lichtemberg)
e l’ultimo che faccio mio…
La solitudine è bella , ma abbiamo bisogno di qualcuno a cui dire che è bella la solitudine. (Honorè de Balzac )
“Trovarsi insieme è un inizio,
restare insieme un progresso,
e lavorare insieme un successo”
(Henry Ford)
“Nessuno di noi è intelligente come tutti noi insieme”
(proverbio giapponese)
Vivere e crescere in una piccola comunità, l’io diventa noi. A volte neanche te ne accorgi di esere partecipe di certe circostanze, Ti ci trovi in mezzo. Magari, è ben diverso nella città dove mi viene in mente un brano di una canzone .” sentirsi soli in mezzo a tanta gente “-
LA MATRICE DEL NOI.
Come individui nasciamo solo come Io e poi altri ci mettono un Nome.
Questo evento di Essere non trova nessuna contestazione all’Io di ognuno di noi.
Immediatamente ognuno di noi, nato vivo, entra nella Societa’.
La fine, piu’ o meno del nostro Io.
Io goduto inconscamente e vuoto di ogni conoscenza del suo Essere .
Provvide attenzioni sostengono le nostre necessita’ di alimento fisico, sentimentale, spirituale.
Addetti a questo faticoso impegno altre persone: i Noi.
Gradino per gradino cosa rimane del nostro Io diventa il loro Noi in formazione iniziale fino a prodotto finito che dura quel che dura.
Altri inducono/formano il presunto Io al loro modo di vivere, pensare, agire.
Non ci scappa nessuno.
Con il tempo e la vita, il nostro Io, per quando pensi e si prodighi di fare fisicamente e spiritualmente, e’ il “prodotto”=copia dell’imbibimento in cui si e’ trovato a vivere o vive.
Non ci scappa nessuno.
Alla fine il nostro Io esaurito, mai conosciuto come tale e sempre piu’accondiscendente accetta per compiacenza o induzione la Societa’ del Circondario diventando anche lui un Noi.
(un Napoletano e’ un napoletano, un Milanese e’ un Milanese e un Cinese non e’ un Brasiliano)
Il risultato e’ sempre lo stesso: si parli di un milione di Io o di miliardi di Io.
Quello che rimane, della credenza del proprio Io, in realta’ e’ la trasfomazione da Io, che pensiamo di avere e controllare come concetto, all’ Io diventato Noi.
Rimangono qua e la’ sbiaditure di colore, ma sempre nel brodo di questa o quella societa’ che fa da matrice a tutti I NOI.
Non ci scappa nessuno.
Cordiali saluti, Paul
E’ chiaro che “l’io” è l’unica certezza che abbiamo noi esseri umani (pensanti). Nasciamo “io” e muoriamo “io” come dice Mario . Ma tra l’io della nascita e l’io della morte c’è la vita, quindi per fare sintesi il “noi” è la vita.
Bellissimo è il concetto di Mario di questa coscienza cosmica “del dopo” , che più che “noi” , penso sia “il tutto”.
IO NOI ha un significato spirituale bisogna prendere coscienza della realtà vera che si verifica per tutti. Nascita Vita e Morte. Dove stà la differenza tra mè e tutti voi? Questa realtà vale per tutti senza eccezioni Credere che siamo estranei è un illusione Domanda dopo la morte che succederà dell’IO e del NOI? Sicuramente senza corpo si azzerano L’illusione è finita, ritorniamo a far parte del niente? Oppure succederà che il nostro spirito si unifica in una grande coscienza dove IO sono TU e TU sei IO VEDREMO nel frattempo BUONA VITA
FRANCO,Questo tuo post e parecchio interessante,dobbiamo smettere di chiederci chi sono io E’chiediamo invece per chi sono io? solo cosi possiamo ragionare su una nuova forma di prossimità.Se vogliamo ritessere in “Noi”del convivere contemporaneo , sfidato e indebolito della globanizzazione. dobbiamo porci la forza di intelligenza questa domanda che apra la nostra frontiera della liberta’ Liberta’ che non è sinonimo di autonorma, ma di pienezza di legami la sola che puo’ riportare al centro un contenuto esenziale del testo Biblico: Non è che l’uomo e solo.Una delle voci piu’ autorevoli e rispettato da tutti Un’Analisi lucida ma non rassegnata sulle piu’ gravi emergenze del presente.Il crollo dei legami umani.Connessi gli uni agli altri. Non per questo siamo davvero interessati al destino di chi ci è prossimo.Al contrario l’Umanita’sta attraversando una gravissima crisi di solidarieta’ . Ciascuno pensa a se stesso. si è passato dai giusti riconoscimenti dei diritti dell’Uomo a una sorta di egograzia il risultato e un vuoto insostenibile , tanti sono i sintomi di un malessere esteso che testimoniano la richiesta d’ascolto e di aiuto attraverso una lettura del presente, che trae spunto e intellettuale .dell’autore questo libro ci parla di cultura di nuovi sogni di visione , fondata sul riconoscimento.Un saluto
Sorrido a certe affermazioni. Siamo tutti pronti a dichiararci propensi ad adottare il NOI come nostra condotta morale e dedizione verso gli altri: tutti bravissimi ma solo a parole… poi anche nel più umile, nel più buono, nel più comprensivo degli esseri umani, alla prima occasione emerge l’individualismo dell’IO, vuoi per spirito di difesa, vuoi per orgoglio e per altri mille inspiegabili motivi. È vero che nessuno è senza peccato e ne abbiamo tanti esempi attorno a noi. Quando sbagliamo ci manca il coraggio morale di chiedere scusa al nostro prossimo che abbiamo offeso, pur sapendo di aver commesso un errore. Sono il primo ad ammettere di sbagliare e, almeno in questo, ritengo di essere onesto, con me stesso e con gli altri.
Grazie Franco per questa bella panoramica… anche io ascolto con ammirazione le parole di Papa Francesco e capisco le sue fatiche a voler ricondurre gli animi all’umana bontà.
Cara Francesca scusa se puntualizzo , Eldy penso non sia una “squadra” ma un gruppo eterogeneo di persone che vivono ANCHE in un blog leggendo , commentando e chiacchierando …in vari modi !!!!
Una “squadra” c’è , ma è limitata e non può essere riconosciuta in toto in Eldy, che ha anche la sua funzione sociale nella chat molto diversa dai blog tenatici. Sarebbe tanto avere la consapevolezza che siamo una comunità con diversi interessi e diverse conmnotazioni, un NOI che assomiglia molto alla società e quindi è difficile da amalgamare, ecco perchè il rispetto degli altri è basilare e soprattutto in un “ambiente” così vario è sbagliato portare personalizzazioni ed esperienze private che nulla hanno a che fare con un NOI così articolato.
Le relazioni umane sono importanti perchè non dobbiamo dimenticare che gli altri sono importanti! Come persone siamo chiamati a riconoscere l’altro come individuo e sentirci responsabili nei suoi confronti. La relazione dev’essere inevitabilmente educativa, sia per noi che per gli altri, perchè lo scambio si realizza solo se c’è rispetto dei ritmi e degli spazi del dare e del ricevere. L’importanza dello stare con gli altri, di condividere, fidarsi e creare legami è uno dei capisaldi della nostra esistenza. E’ un dovere. Riprendo un attimo il pensiero di Franco per dire che proprio nel mio ultimo intervento al Convegno di Aism, ho ribadito più volte questa frase: “Qui non esiste l’IO, esiste il NOI, una squadra compatta e omogenea di persone che credono in ciò che fanno e lo fanno con passione, entusiasmo …ecc…ecc…”. Ecco, anche noi eldyani siamo una SQUADRA. Io credo in ciò che faccio e lo faccio con passione ed entusiasmo e sono certa di farlo anche nel totale ed assoluto RISPETTO verso TUTTI.
Uguaglianza e Libertà se ci mettiamo anche la Fraternità è il senso di una rivoluzione che ha cambiato il mondo , sono d’accorissimo Nembo ! Poi proprio perchè agnostico sono aperto a tutto ciò che è frutto del pensiero umano.
Giusto Lorenzo l’amicizia , il rispetto , la solidarietà , il socialismo come è possibile abbinarli all’IO ? Sono nate per il NOI !
Ho qualche perplessità per la morale ,perchè quella dei nostri nonni e dei nostri padri che discriminavano “una donna libera” (cioè che si comportava come un uomo ) , una morale spesso bigotta e maschilista non mi va bene , se per “morale ” intendi il senso del dovere, l’onestà di fondo , il senso di uguaglianza tra i generi e tra gli uomini in senso lato , allora sì quella anche per me è “morale”.
Le “religioni sono un “fatto personale” , anche se la Cristiana è quella “dell’ama il prossimo tuo….” quindi più NOI di così….e lo dice uno che non crede , ma che ascolta con interesse ed entustica partecipazione tutte le parole di Papa Francesco.
Ecco un Post che fa riflettere come siamo noi oggi,dimenticando i valori,il dialogo,e altro ancora però vorrei dire a Franco che mi fa piacere che nonostante tutto che si dichiari agnostico, non manca di leggere libri scritti da un arcivescovo cattolico quotato, questo vuol dire avere saggezza. Vorrei iniziare con il dire…Noi e la sovranità monetaria che in qualche modo centra con il consumismo, ma tralascio per un altro eventuale Post. Il crollo dei legami umanitari è un malessere sempre più esteso che porta all’individualismo e al pari del egocentrismo gli stessi sono comportamenti che negli ultimi anni colpiscono sempre più persone che poi confluiscono in situazioni che diventono ormai presunzione per essere al centro nelle più svariate relazioni interpersonali nel concentrare tutte le attenzioni su di se, portando alla fine all’egoismo. Es. questi personaggi chiamiamoli “Iperindividui” che agisco nel proprio IO di norma avvertono un certo disagio e per nasconderlo, tentano di presentarsi simpatici, amabili, ma appena si sentono contraddetti, cambiano completamente in varie forme di aggressività. Il capitalismo è sinceramente uno dei fenomeni sociali dei giorni nostri e ci sarebbe molto da dire e ridire, lo stesso è un modo di vivere, il cui scopo è la creazione di un profitto che con il suo ricavato oltre ad essere speso per se stesso serve per migliorare e ottenere altri profitti, tutto questo però invece di portarci all’uguaglianza, ci ha portato al menefreghismo verso gli altri con effetti di non equità sociale specialmente sulle nuove generazioni che restano svantaggiati rispetto ai propri coetani innescando problemi sociali. Questo individualismo lo si nota anche nel mondo sociale che è sempre più in difficoltà meno contributi e meno progetti, la solidarietà dovrebbe essere data a tutti non come richiesta di assistenza, ma come diritto sancito dalla Costituzione, invece su questo, noi rimaniamo divisi in primis lo Stato. In una società equa dovrebbe avere l’opportunità di costruirsi la vita secondo i propri desideri come dice Amartya Sum: Uguaglianza e Libertà.
Grazie a te, Lorenzo. Sempre preciso, attento, cordiale e rispettoso. Un esempio per tutti noi. Ciao e buon w.e.
Sì, Franco, questa “voce” a favore del “noi” non può mancare in questa strana società fatta di vuoto E di ego. E di ritrosìa verso il dialogo ma non verso la polemica (certe volte fatta davvero di “niente”). Il problema è trovare i capisaldi del “noi”. Vecchi principi? Io sarei più d’accordo. Nuovi? Ci sono o ci prendiamo in giro? Io, date anche l’età e le ptropensioni personali, sono per gli antichi valori, mai tramontati e mai compiutamente realizzati: l’amicizia, la tolleranza, il rispetto, la solidarietà, il socialismo, la morale, i credi religiosi fondati sull’amore… E ditemi se è poco. Sono un illuso? Mah. Grazie Franco. Grazie Franci.