Riporto integralmente quanto trovato fra le mie scartoffie e vi propongo qualcosa della vecchia Toscana. Lo lascio integralmente , troverete qualche parola o frase in dialetto o parlata. Dice il dattiloscritto:
“Questi canti, non sono precisamente del mio paese –Basati- o della Versilia, ma toscani (…) Cantati durante le fatiche nei campi o nel bosco. Alcuni sembrano scritti da poeti, altri difettosi nella metrica che il cantore corregge con la lunghezza della nota”.
Chi canta per amore e chi per rabbia / E chi per iscacciar malinconia.
Hai ditto che di me non ti dai cura / Anch’io di te non ho gran fantasia
Questo è un fiore e ve lo manda il vostro amore/ Voi che l’accettate che risposta gli mandate/ Il fiore è bello , il giovane è garbato, bacio il fiore e chi me l’ha mandato.
Se il cielo fosse foglia e il mare inchiostro/ e nel mezzo ci fusse uno scrivano, per ditti il bene che ti voglio, sarei sempre con la penna in mano.
Ora che son maritata son finiti i miei giorni contenti, son entra in un mar di lamenti, non riposo ne notte né dì. Questo è il mio consiglio, per le ragazze che cercan marito.
Affacciati alla finestra o muso nero, se veni alla fontana te lo lavo con un chil di sapone e asciugamano.
M’affaccio alla finestra per vedello, mi ven la tentazione d’ammazzallo, mi ruma in tasca ma non ho neanche il coltello.
O ragazzina che ne avete due, uno o l’altro mandatelo via, se no vi se ne vanno tutti e due.
O suocerina un me la date a bere l’acquetta amara, se non vi torna, sono la vostra nora. Se in casa non mi ci volete, me ne vado a letto, tanto son la vostra nora per dispetto.
Fiorin di noce, giri e rigiri per rifar la pace, tanto il mio cor col tuo un se la dice.
Se tu fui far con me a stornellare, il muso rosso ti farò venire.
La foglia dell’olivo assai mi piace , da po’ che lo lasciato son felice e mai più ci farò la pace.
Ecc Ecc Ecc.....
Giulio
questi strambtti, stornelli, fann sentire l’Itaia tutta unita in una sola voce, finalmente
Cantata da Pavarotti ….e da me!
Ghirlandèina
C’uma t’è bela chèra Ghirlandèina
te per un quèl d’insàni una visioun
bianca in t’la prèma lus ed’la matèina
t’e per un’urazioun.
Ghirlandèina vèta mia
tè por bèla csa t’emm pies
vè che tarr che maravia
ciapa tò ch’at bott un bès !
Capisco che possa sembrare runico , ma ascoltatela dal grande Luciano http://www.youtube.com/watch?=PamqC897cY
https://youtu.be/W0VvJqGru28 è l’indirizzo di una canzone in genovese molto comprensibile, chi la canta è un padre anziano che dopo essere rimasto vedovo e aver fatto studiare il figlio da ingegnere questo sposato non riconosce più il padre e non conosce neppure la figlia, ma di una cosa è felice di dire che è bello averlo guadagnato il pane.
le canzoni in dialetto a volte esprimono il quotidiano di una vita difficile
difatti la canzone è intitolata LA RICONOSCENZA
Bravissimi tutte belle queste canzoni, Uvunque paese vai usanza che trovi,sono tutte piacevoli in qualsiasi lingua ,vergono scritte e cantate. Allora dico Avanti tutta. come le persone simpaticissime della nostra bella Versiglia:Buon pranzo a tutti.Buone e felice domenica delle Palme a tutti.Un caro saluto diviso in tutti.
Credo che ci volesse proprio una bella stornellata. Questo nostro STIVALE è un pentagramma intriso di tanta melodia. Brava Francesca, ancora una volta hai trovato tutto quanto potesse abbellire queste pagine. Mi dimenticavo: Il solito Maledetto Toscano
Questo non è uno stornello ma ha fatto la storia della canzone dialettale milanese. E’ del grande Maestro Giovanni D’Anzi, che io ho avuto la fortuna di conoscere personalmente. Tutti la conoscono, è un classico, ma permettetemi cari amici, di riportarla qui. Sono certa non serva la traduzione, da nord a sud, da est ad ovest, la “Madonina” è conosciuta e cantata, ma se lo desiderate, ve la tradurrò con piacere.
Madonina
(G. D’Anzi)
A disen la canzon la nas a Napoli
e certament g’han minga tutt’i tòrt
Sorriento Margellina tutt’i popoli
i avran cantaa almen on milion de vòlt
Mi speri che se offenderaa nissun
se parlom un cicin anca de nun.
O mia bella Madonina
che te brillet de lontan
tutta d’òra e piscinina
ti te dòminet Milan.
Sòtta a ti se viv la vita
se sta mai coi man in man.
Canten tucc: «Lontan de Napoli se moeur»
ma poeu vegnen chì a Milan…
Adess gh’è la canzon de Roma magica,
de Nina er Cupolone e Rugantin
Se sbatten in del Tever, ròba tragica
esageren, me par on cicinin
Sperem che vegna minga la mania
de mettes a cantà: “Malano mia!”.
…
Si, vegnì senza paura
num ve slongaremm la man
tutt el mond a l’è paes, a s’emm d’accòrd,
ma Milan, l’è on gran Milan.
P.S. – Buona Festa delle Palme a tutti!!
Visto? Una carrellata che conferma il detto : ” tutto il mondo è paese.”
Mi piaccono tanto le canzoncine in dialetto,perchè sono sempre spiritose e ci obbligano a ricercare la traduzione in italiano,che ci permettono di fare una bella ” scarrozzata, nel nostro BEL PAESE!
Stornelli davvero belli, e di tutte le regioni, Giulio non ti posso mettere i miei perchè son tedeschi e se gli copiassi non si capirebbe niente. Quelli italiani son cinquanta anni che non li sento e gli ho dimenticati. Quelli tedeschi sono obbrobri e non esagero. Un caro saluto ciaoo
TRADUZIONE
Oh villano para su quei buoi
….campane (din don ecc.)
C’è tua moglie
che è a letto ammalata
o vilanella viva l’amor .
Se è malata guarirà
….campane ….
ma non per questo
voglio perder giornata
o vilanella…..
Sono andato per suonare le campane
…..campane….
Mi è arrivato
il battacchio nella testa
o vilanella……
Ovviamente si canta in coro !
Giulio .Salvatori, Molto simpatico questo post, porta allegria perche’ parlato in dialetto,bello questo commento di Franco,perche’ certo conosce bene la lingua dialettale, ringrazio anticipatamente se ci fosse la traduzione, grazie bravissimi.Un saluto
Sempre in siculo:
“L’aceddu ‘nta jaggia canta p’amuri o pi raggia”
“Mamma Ciccu mi tocca, toccami Ciccu c’a’ mamma non c’è”
Grazie Giulio.
In siculo:
“Mizzica ch’è lisciu. Cridiri non si pò”.
“Itavinni, nora, ca’ ‘a socira veni”.
” Si ti viru, t’allisciu ‘u pilu”.
A questo punto come posso non mettere la “canta” più nota in tutte le osterie emiliane :
Oh vìlan
Oh vìlan pèra sòo chi bòo
din don dindela dindoun
Gh’è tò mùiera
cl’è a lèt amalèda
ohi vìlanèla viva l’amòr.
Sl’è malèda la guaarirà
din don dindela dindoun
mò gnanc’ pèr quèst
a voi perder giurnèda
ohi vìlanèla viva l’amòr.
Sùn andè per sùner al campàn
din don dindela dindoun
a mè rivè
al bacìoc in d’la testa
ohi vìlanèla viva l’amòr.
Se desiderate la traduzione ditelo!!!!!!!!
PS: Ne trovate piacevoli versioni in youtube.