Non frequento i bar, ma quella mattina , prima di andare a vedere il mio piccolo frutteto, decisi di prendermi un cappuccino e una pasta. Mi sistemai nell’ultimo tavolo nell’angolo e guardavo quante persone, al mattino, fanno colazione al bar, credo sia un'abitudine di molti.
Preferisco la mia tradizionale tazzona di caffè e latte a casa con pane tostato e marmellata.
Mentre mi gusto tranquillo il tutto, si avvicina un signore e si siede al mio tavolo. Abbozzo un buon giorno con la testa perché la bocca è occupata. Non mi risponde e mi fissa intensamente: le altre persone guardano e sorridono, non capisco il perché.
Poi inizia a parlare: < Caro Mario, è tanto che non ti vedevo, mi fa proprio piacere incontrarti di mattina. Come stai? Ti vedo proprio bene! Sai, io ho già fatto colazione a casa: pane, lardo, e un bicchierotto di vino. Qui piglio solo un caffè corretto a grappa. Ti dispiace se fumo? Dopo il caffè, non ne posso fare a meno di una sigaretta, me lo richiede proprio il sangue.> E come facevo a dire che non si può fumare.
Cosa potevo dire? Non lo conoscevo e, pertanto, continuai a sorseggiare il cappuccino e mangiare la pasta. Dissi solamente che non mi chiamavo Mario. Si mise a ridere sonoramente e tutti, ma proprio tutti, si misero a ridere. Rimasi calmo e lo guardai negli occhi: < Le ho detto che non mi chiamo Mario, mi confonde con un’altra persona, forse mi somiglia>
Sembrava Panariello, con un forte accento versiliese:
< Mariannaladra, Maremmacane, io bonino, mi pigli anche per i fondelli? Mario, oh Mariooo, ma un ci fa così, ma un mi riconosci? Sono Alvaro! Al- va- ro ! Hai capito ? >
Ma te guarda chi dovevo incontrare, non sapevo più se era lui ad avere ragione o io che non ricordavo. Cercai di frugare nella memoria, ma quella persona, non la conoscevo per nulla.
Dissi se potevo offrire un caffè, ma lui mi anticipò gridando:
< Franco, Francoooo, portami un bersagliereeeee > Franco, il barista, gli portò un bicchierotto di questo bersagliere.
Dall’odore si sentiva che era un insieme di vino, aperitivo, cognac…insomma un miscuglio di roba forte. Si portò il bicchiere alla bocca e lo scolò d’un fiato.
< Grazie Mario, come hai fatto a sapere che avevo sete? Vedi che mi conosci? Abbiamo passato tanto tempo insieme, ciao, salutami la zia Rosaria>
Inutile dirgli che delle zie che si chiamassero Rosaria io non ne avevo. Pagai il conto e mentre uscivo dal bar, qualcuno alle spalle disse: < Stamani è toccata a te>.
Mi avviai verso la macchina, poco lontano, Alvaro canticchiava felice. Il caffè corretto a grappa e il “bersagliere” iniziavano a fare effetto.
bravo Giulio, quello è stato il tuo giorno fortunato, te la sei cavata pagando un bicchierotto di tutto un pò, hai fatto ridere tutti i presenti che già conoscevano la persona che ti aveva avvicinato e anche tu alla fine ti sei fatto un sorriso, caso mai denti stretti e si sa che ridere fa bene almeno una volta al giorno, spera in qualche altro caso analogo
Grazie per avermi letto e, è tutto vero.Se dovevo mettere tutte le parolacce che ha detto….Brava Francesca. Ripensandoci, l’ho fatto volentieri. Devo assaggiare quel “bersagliere”: deve esere buono, mariannacane .
Ho voluto mettere l’immagine di un dipinto usato spesso in comicità, “Il bevitore” di Teomondo Scrofalo. L’ho fatto in modo scherzoso, spero che Giulio non me ne voglia, ma l’ho fatto per sottolineare la divertentr scenetta contenuta nel suo post. Penso che capiti un po’ a tutti di essere scambiati per qualcun’altro, ma di approfittarne per farsi pagare pure la consumazione è davvero ingegnoso. Davvero una bella storia, Giulio.
la tua storiella mi ha riportato indietro di molti anni, ero bambina ed avevo un padre appasionato di scopone, io endavo nell’osteria e se lui aveva vinto mi prendevo il VOV ne ero ghiotta.
Solo che vi era un signore sempre ciucco che parlava sempre in versi, col tempo ho capito che era la DIVINA COMMEDIA, Mi vedeva e mi chiamava Beatrice, tutti ridevano io solo ero arrabiata, ho dovuto rinunciare al vov per colpa di quel ubriaco, forse per questo sono astemia
Vera o inventata è una storiella simpaticissima Giulio, aei riuscito a farci sottidere. Però, attenzione, tipi come Alvaro esistono veramente e se si limitano a farti pagare solo un bicchierotto, puoi considerarti fortunato. Conosco storie di altri specialisti della truffa mordi e fuggi, tizi tanto convincenti che riescono a strapparti del denaro per un pagamento urgentissimo, multa o altro, spacciandosi per stretto parente del tuo vicino di casa. Conoscono tutto, ti forniscono dei particolari e riescono a strappare 30÷50 €uro al malcapitato con la promessa garantita della restituzione il giorno stesso o al massimo il giorno dopo. Sparicscono, e chi s’é visto s’é visto. Ciaoooo
Mi ricorda un poco la barzelletta di Totò , la ricordo: “arriva un tizio mi guarda e dice Paquale , carogna, prendi uno schiaffo , e io abbozzo. Pasquale è tanto che ti cercavo e via un altro schiaffo e io abbozzo . Pasquale maledetto e …bum un pugno in testa. Bè e perchè non hai reagito ? Ma che c’entra , mica sono Pasquale io !
Bravo Giulio , sempre la piacevole ironia da maledetto toscano.
Ci vuol pazienza, Giulio, te bello tranquillo a fare colazione, cappuccio e brioss ultimo tavolo per stare tranquillo, invece arriva un furbacchione,saperlo ero meglio andare visitare il tuo frutteto, invece sotto sotto ti sei pure fatto delle risate, in compagnia dei clienti Ti conosceva che avevi il cuore buono e che potevi offrire anche le sue bevande mattutine. Al-va-ro e tu sei mario.Sei stato fortunato ti poteva scambiare pe un nemico, Maremmaladra.questo racconto e simpaticissimo,Ciao Giulio sei un grande. almeno abbiamo sorriso anche noi.grazie per il tuo modo simpatico di raccontarti. ricordati porta un saluto a zia Rosariaa hhahahhah
Giulio questa non te la saresti certo aspettata. Eravate solo a colazione pensa se fosse stato pranzo, oltre che pagare il conto averlo al tavolo! Avresti dovuto scappare o far allontanare quel tipo che di rotelle a posto ne aveva poche. Un saluto ciao
Pazienza, Giulio. Anche se non conoscevi l'”amico”, è stato un bell’incontro. Ed è tutto bene quel che finisce bene. Pensa un po’ se ti avesse scambiato per un suo nemico, Maremmaladra. Ciao, grande Giulio. Con affetto e simpatia..