Dopo tanti giorni dedicati alla musica: prove, concerti ecc, ho pensato che un po’ di riposo sarebbe stata cosa buona e giusta. Poi gli ordini non si discutono, madre e figlie avevano così deciso.
Sono ritornato al mio paese dove il rumore più intenso è il silenzio. Al mattino presto ho ripercorso sentieri appena accennati nel bosco, ho riassaporato l’orchestra spontanea nascosta fra i rami delle piante. Mi sono dissetato alle sorgenti con “bicchieri” di foglie di castagno intracciate: acqua dal sapore tanninico ma fresca e genuina.
+
Mi sono seduto su rami sporgenti come facevo da ragazzino con tanti ricordi che s’intrecciano come ragnatele, ma che vanno dritti al cuore. Ho visto il piccolo pungitopo con le palline rosse, diventato grandissimo. Mi sono ricordato che, verso il Canale delle Fontanelle, se gridi, si forma l’eco: Ho gridato e la mia voce è ritornata indietro modulata spegnendosi nelle forre.
Impossibile scrivere le sensazioni: l’uomo adulto ritorna bambino.
Nel paese incontri persone, poche, che non conosci. Mi dicono che hanno comprato casa quassù. La domanda viene spontanea: si fermeranno? Non è facile adattarsi a vivere in un piccolo paese dove le giornate sono monotone e tutte uguali.
Il campanile scandisce lo scorrere delle ore e, ogni tanto suona a festa per la Santa Messa.
Più volte sono andato al Cimitero, ho parlato a lungo con mio padre e mia madre. Un dialogo muto, ma mi è sembrato di risentire il suono delle loro voci.
Quanti amici e parenti dormono il sonno eterno. Mi consolo con il titolo di un film che non ricordo il regista : “ Stan tutti bene “. Un pomeriggio mi sono fermato fino all’imbrunire, ho pensato che avrei chiuso il cancello. C’è un tacito accordo: l’ultimo chiude.
Un gatto è uscito sornione da dietro una tomba, che spavento! Ho rincorso la bestiola e ho chiuso abbozzando una preghiera.
Lo so, sento i vostri commenti: “ ma a noi toscanaccio, che ci importa delle tue sensazioni? Delle tue passeggiate fra i boschi? Dello spavento che ti ha fatto prendere il gatto, dei tuoi concerti ? “
Non so cosa risponderVi.
Giulio Salvatori
il maledetto toscano
molro belli i tuoi pensieri Giulio, dove il rumore del silenzio è + forte + i pensieri ti si affollano nella mente e x riempiere questo silenzio tu pensi + forte finchè un gatto ti fa ritornare alla realtà
E per l’ennesima volta devo dire a Francesca : Brava.Ha saputo “cogliere” gli aspetti montani da me appena accennati. Non è facile calarsi nei sentimenti dell’autore.Brava. Non pensavo che, una semplice riflessione fosse accolta così…Il merito è anche Suo .Grazie ancora.
Giulio,dopo parecchi concerti e prove,sei andato nei luoghi dove conoscevi e anche per un relax dove ritornava nella mente cose belle dei tuoi luoghi tanto amati. dove da ragazzo frequentavi piu’ spesso. ti fermavi davanti al cancello di quel cimitero aspettavi qualche parola, invece sentivi solo la voce del silenzio all’improvviso un rumore che ti spaventa,era un gatto che usciva frettoloso.questo post e molto bello cercavi una voce, perche’sei tornato indietro nel tempo,vagando nei luoghi dove avevi molti ricordi cari.Complimenti Giulio,i ricordi sbiadiranno, ma non si possono dimenticare.Un saluto a Giulio,grazie ciaoo.
Non esageriamo, sono cose di tutti i giorni, nei paesetti di montagna anche i sassi parlano. Vi ringrazio tutti e, credetemi, mi sento anche in colpa per la lunga assenza dalla Valle di Eldy. Ma non si possono fare “troppi atti in commedia”.Al mio ferraccio ci tego e, Vi posso dire che, sono state serate bellissime.Se andate su FB e clicate – Orchestra Basilio Band- ci dovrebbe essere qualcosa. Grazie a tutti delle belle parole.Vi Abbraccio
Un ritorno alla natura, il riemergere dei ricordi del passato, l’incontro quasi reale con i propri genitori, la riscoperta del silenzio che in questa vita sempre di corsa, ormai lo abbiamo dimenticato e lo sfogo di un grido per sentire il ritorno dell’eco, Giulio, in poche parole hai scritto un poema.
Mi sorge solo un dubbio: non è che quel gatto non era proprio un gatto ma un’anima che ha voluto spaventarti per qualche marachella che hai combinato? Sai da un toscanaccio, possiamo aspettarci di tutto… anche questi bei raccontini, ciao.
Poche parole Giulio, mi hai commossa, chi vive in mezzo hai boschi sente il rumore del silenzio e si disseta nel ruscello, tu hai usato foglie intrecciate, io le mani unite. Un saluto ciao
Che bella, Giulio, la magìa del tuo racconto. Che cosa, più e meglio del silenzio, ci rende facili i ricordi, le sensazioni? Così ho seguito in rapimento e condivisione il tuo racconto nei luoghi della tua fanciullezza, e mi sono commosso. Allora non tutto è perduto, allora siamo capaci ancora di percepire ed esprimere sentimenti positivi. Il richiamo della natura non è sordo e muto. Meno male, Giulio, meno male. Ti abbraccio e ti ringrazio.
Io dico che a Giulio gli si dovrebbe fare un monumento, qui in Incontriamoci, per la sua capacità di raccontare e di incidere nella nostra mente e nei nostri cuori, le meraviglie delle sue montagne, con i paesini, i campanili, i boschi d’intorno, le genti che le popolano. Lui è protagonista indiscusso d’ogni dove sapendo cogliere il fascino dei luoghi laddove noi, gente comune, non vedremmo nemmeno. Il tutto condito con grande dose di forti ingredienti: sensibilità, emozione, sentimento che ci regalano sensazioni spesso commoventi. Grazie Giulio per saperci sorprendere e stupire ancora una volta coni tuoi scritti. Non smettere mai, mi raccomando. Aspetto il prossimo.
Ciao, un forte abbraccio.
Caro Giulio hai scritto una delle cose più belle che ho letto sino ad ora. “il rumore più intenso è il silenzio ” è da grande poeta. Caro fratello, perchè ti sento tale, un abbraccio.
Non ho mai visto Giulio , ma vi garantisco che lo stimo e gli voglio bene come un fratello, magia del web? No! Magia delle parole , dei sentimenti delle affinità .
Molto spesso nelle nostre abitudini tutto diventa banale, non ci accorgiamo che abbiamo l’oro in mano. Bisogna allontanarsi per poter capire, per assaporare che anche il silenzio ha il suo suono, è nel silenzio che ritrovi gli odori i sapori, e poi dove più che in un cimitero senti quasi parlare i tuoi cari? Tutto assorto nei tuoi pensieri non ti eri accorto che un semplice gatto(magari nero)ti ha attraversato fra i pantaloni e ti sei spaventato.