Al mio paese quando una persona inchecca, o è balbuziente, si dice: E’ Greco. E Gedeone, era proprio greco da non capire nulla o poco; poi chiudeva anche gli occhi quando cercava di parlare. Quindi rimaneva ancora più difficile, la mimica facciale spariva.
Come nelle favole, viveva al limite del paese con la moglie, una casetta su tre piani e un piccolo appezzamento di terra . Aveva anche una capanna dove teneva qualche coniglio, delle galline e un mulo.
Io, ragazzino, andavo spesso a trovarlo perché quando aveva finito di portare la legna alle famiglie, qualche volta mi dava il permesso di cavalcarlo. Quando era matura, mi regalava anche qualche pigna d’uva “galletta”.
Ricordo che aveva dei chicchi molto grossi. < E’ uuvvaa aameericcana> .
Io, non avevo difficoltà a capirlo e stavo volentieri con lui, mi insegnava tante cose: come si potano le piante, come si innestano, come si affilano accette, falci, roncole ecc. Mi diceva che, quando il coltello è affilato, non deve scivolare sul bordo dell’unghia, ma la deve leggermente incidere. Capito? queste cose non si trovano in nessun libro scolastico. Poi le fasi lunari…ma questa è una storia che Vi ho già raccontato.
Una mattina, era domenica, aveva tirato il collo a tutte le galline, penzolavano al filo dove la moglie stendeva i panni: < così fanno il collo> mi disse. Non feci domande, ma mi tranquillizzò strizzando l’occhio. Quando la moglie ritornò dalla Messa e vide lo spettacolo andò su tutte le furie; ma lui rimase impassibile con un sorrisetto sulle labbra. La Palma, questo è il nome della consorte, ritornò a vedere la scena, ma lui non disse nulla e si mise a fischiettare. Era molto bravo a fischiare, anche se era sempre il solito motivo: suonava la tromba nella Banda paesana e sapeva a memoria la marcia trionfale dell’Aida.
Qualche compagno di lavoro era passato e aveva visto gli strani panni appesi al filo e aveva diffuso la notizia. Volevano sapere il perché di quella strage, ma lui non diede spiegazioni a nessuno, anzi, aveva incominciato a spennarle in acqua bollente. Poi, le tagliò a pezzi: cosci, petti, ali, colli, e li mise in una capace pila di marmo con tutti gli aromi come si fa con il maiale. Io l’aiutavo in silenzio.
Ritornò la moglie all’attacco, voleva delle spiegazioni, e questa volta si decise .
< Veedii Paaalllma, cche un caapisscci nuullla ! E’ uunn ppo’ cche ttti dddicco che uun mmerita , è ppiùùù lasspeeesa cchee iill guuaadaggno. L’oovo lo veenndii a 40 liiree e lee gaallinee nne maangiaanno 50. E’ uunaa riimessaaa. Coossìì glii hoo tiiraatoo iil coollooo e si mmanngiiano. Caapiitooo ?>
Tradotto dal Greco.” Vedi Palma, Non capisci nulla! E’ tanto che ti dico che non merita allevare le galline, è più la spesa che il guadagno. L’uovo lo vendi a 40 lire e la gallina ne mangia 50…”
La Palma abbozzò un sorriso amaro rassegnato e spalancò le braccia verso il cielo. L’unico gallo del pollaio cantò, era sul tetto della capanna. Forse cercava le compagne di tutti i giorni. Gedeone fischiò ancora una volta la marcia trionfale dell’Aida.
Credo sia una lezione di economia domestica, mi hanno sempre insegnato che: I rami secchi che non danno frutti, vanno tagliati. Immaginate quante potature andrebbero fatte in questa Italia.
E questa volta : Giulio Salvatori, il solito Maledetto Toscano
15 sett. 2018
Veramente simpatico il tuo racconto GIULIO,pieno di quella sottile arguzia contadina che solo tipi come il tuo GEDEONE possiedono,certo tagliamo,taglamo i rami secchi ,quanti ne abbiamo ,,,,,grazie GIULIO,Valido insegnamento
Lo so che è ripetitivo, però, come si fa a non dire almeno grazie ? Ormai ci “conosciamo” da tanti anni e questo non giustifica non tener conto dei Vs commenti . Magari con gli elogi, non esageriamo.Per me è facile raccontare questi episodi; basta accendere la luce nella stanza dei ricordi e tutti i personaggi della mia infanzia sono seduti sulla scrivania: a turno ve li facio conoscere.Per me, è un tuffo nel passato, a volte bello, altre meno piacevole.Poi, ora che i nipoti mi girano intorno, sento maggiormente il desiderio di far rivivere certi periodi. Fra l’altro, ci tengo a chiarirlo, sono tutti veri. Non potrei falsare i loro caratteri , i loro insegnamenti:soprattutto gli insegnamenti.Capisco che, vivere in città fra vetrine ecc, queste cose sono astratte. Invece sono realtà. Forse appartengo a quella -gente de’ monti- che, come scriveva Enrico Pea, dialogano con la natura e sanno piegare anche il marmo.Vedete, se mi faccio prendere la mano dalla penna, non finisco più. Un abbraccione a tutte e tutti.
E doverosamente ringrazio ancora Francesca.
Una bella lezione di economia spicciola del bravo Gedeone ed anche un richiamo a tagliare i rami secchi. Sarebbero tanti i rami secchi da tagliare in Italia ma quelli di Gedeone si posso mettere al fuoco e producono calore ma gli altri come si possono riciclare? Ardua risposta!
Grazie caro Giulio ma il merito è tutto tuo, io semmai sono solo editor e grafico. Devo dire che quando ho letto il tuo racconto e prima ancora di pubblicarlo, due sane risate me le sono fatte. Che dirti ancora che non sia già stato detto da chi mi ha preceduto? Sei grande, grande, grande. Come te sei GRANDE solamente tu! Ciao Gedeone, tu si che hai capito tutto della vita. Abbraccione.
Per ora: Grande Francesca. Hai impreziosito questo breve spaccato di vita contadina come un libro illustrato.
al paese di Giulio quando si inchecca o e balbozziente si dice. E’GRECO,da non capire nulla o poco,mentre parlava chiudeva gli occhi quindi era molto difficile la mimica facciale.Come nelle favole viveva ai imiti del paese con la moglie ,una casetta a tre piani e un piccolo appezzamento di terra.aveva una capanna dove teneva qualche conoglio delle galline è un mulo,io ragazzino andavo spesso a trovarloperche’ quando feniva la legna alle famiglie mi dava il permesso di cavalcare quando era l’ora dell’uva”Galletta”ricordo che aveva i chicchi grossi grossi diceva che era uva Americana, ma giulio non aveva difficolta’ capirlo e stava molto volentieri con lui, forse con molte risate, sapeva insegnare molte cose, come si potava una pianta insomma bravo insegnava cose utili ecc..diceva qeste cose non si trovano nei libri scolastici(CAPITO) ma una domenica mattina uccise tutte le galline, il gallo scappò sopra il pollaio ormai rassegnato dalla vedovanza delle galline.Arriva la moglie dalla messa e troa questa sorpresa quando non si guadagna da 40 a 50 megli tirarle il collo e mangiarle la moglie si mise le mani nei cappelli e lui un piccolo sorriso e niente discussioni.nel filo che la moglie stendeva i panni lui lego le galline cosi le veniva il collo piu’ lungo.credetemi quante risate,ma Giulio lo conosceva si divertiva per il suo modo di fare, La Palma questo e il nome del consorte.Ritorno’ vedere la scena ma lui non disse nullasi mise a fischiettare era il solito motivo.Suonava la Tromba sulla banda del paese. e sapeva a memoria la marcia Trionfaledell’AIDA. L’unico gallo rimasto era sul tetto della capanna a cantò,Mi hanno detto che i rami secchi vanno si tagliati Immaginate quante potatuRE andrebbero fatte in questo Italia…..E’ questa volta: il solito Giulio Salvatori, non maledetto, ma simpaticissimo Toscano, bravissimo ricordare i suoi racconti. Grazie. Giulio torna presto tra noi.molte risate nei tuoi racconti.Un caro saluto.
Sono al cinema vedo un film muto, le parole sottolineate sono il racconto
di un registra che ti fa innamorare per la semplicità dei soggetti.
Fare la recenzione del film io la definerei in una sola parola “tutto uscito fuori da un cilindro magico”
De fascinat affascinante
DE enchautenr incantevole
Très gentil moltobello
charmant bello
grazie del tuo cuore e la penna che tieni tra le mani la fai parlare
Gedeone il greco ci ha dato una lezione di economia nuda e cruda. E non fa una grinza. Inutile arrabbiarsi, come quando si dice che due più due fa quattro. Incontrovertibile. Solo che è un punto di vista, e Gedeone ha quello e gli basta. Hai capito, Palma? Ora avete voglia di mangiare, almeno per un po’. E del povero gallo frega a nessuno. Ciao Giulio, la tua storia, stavolta, ha dei riflessi tristi.
Scusa gli errori con lo smart sono una frana!!!!
Favoloso Giulio, il tuo racconto di una semplicità se ci si pensa da non credere. Per finire davvero la quanti rami secchi si dovrebbero potare in questa n o
Stra Patria. Un saluto di cuore
Oltre alla fresca arguzia che scaturisce nei racconti di Giulio è l’anima dei suoi luoghi che forse si può vedere solo in certi paesaggi di Fattori, di Lega o di qualche altro macchiaiolo che è stato in Vesilia e nelle Apuane .
Concordo dovremmo essere un po’ tutti come Gedeone, tagliare i rami secchi che non danno frutti. Bellissimo insegnamento.
Grazie Giulio