NO, QUI NON CI SONO COLORI, QUI NON CI SONO IMMAGINI, QUI NON SI PUO' PIU' SCRIVERE, QUI NON SI PUO' PIU' LEGGERE. QUI NON CI VOGLIONO PIU'. E ALLORA, CARI AMICI, VI VOGLIO RACCONTARE UNA STORIA. ERA IL 2008 QUANDO UN GRUPPO DI PERSONE SI RITROVAVA OGNI SERA NEL SITO DI ELDY, NELLE SUE STANZE, PIAZZA, TEATRO E BAR. ERA ELDY 2.0 E TRA QUELLE PERSONE C'ERO ANCH'IO. CI SI DIVERTIVA, SI CHIACCHIERAVA IN ARMONIA, CI SI RACCONTAVA, SI RIDEVA. IL GRUPPO ERA OMOGENEO, DIALOGAVA ARMONIOSAMENTE CON FINALITA' DI INCLUSIONE SOCIALE NEI CONFRONTI DI CHIUNQUE SI FOSSE AVVICINATO ALLE CHAT. FU COSI' CHE, GRAZIE AD UN'AMICA DI VICENZA, COLLABORANDO IN SINTONIA COL DESIDERIO DI INCONTRARCI PER CONOSCERCI DI PERSONA, ORGANIZZAMMO IL PRIMO INCONTRO DI ELDY A VICENZA, APPUNTO. C'ERA CHI ARRIVAVA DA VENEZIA, CHI DA FIRENZE, CHI DA MILANO, CHI DA ROMA, CHI DA BOLOGNA E CHI, ADDIRITTURA, DA NAPOLI. FU UN INCONTRO SPETTACOLARE E IN QUELL'OCCASIONE EBBI MODO DI CONOSCERE PERSONALMENTE, OLTRE A TANTI ELDYANI, ANCHE ENRICO NERI E ANNA BIANCO. A QUELL'INCONTRO NE SEGUIRONO ALTRI AI QUALI CONTINUAI A PARTECIPARE, ASSISI, ROMA, MILANO. ENRICO ERA SEMPRE PRESENTE COL SUO STAFF. SI ERA DIVENTATI AMICI, ALLA PARI, CI SI SCAMBIAVA IL NUMERO DI TELEFONO E SE QUALCOSA NON FUNZIONAVA, DOPO LA NASCITA DEI BLOG, BASTAVA UNA SEMPLICE TELEFONATA, ENRICO RISPONDEVA ED AIUTAVA A SISTEMARE L'INTOPPO E A RISOLVERE IL PROBLEMA. ALTRI TEMPI, DIRETE. PUO' ESSERE, MA L'ONESTA' E L'EDUCAZIONE NON HANNO TEMPO. O C'E' O NON C'E' MAI STATA. ONESTA' DI DIRE LE COSE COME STANNO. EDUCAZIONE DI RISPONDERE ALLE MAIL. NESSUNO RISPONDE ALLE MIE RICHIESTE, C'E' UN SILENZIO ASSORDANTE MA CHIARISSIMO. IO NON RIESCO A CONTINUARE IN QUESTO MODO, NON E' POSSIBILE MANTENERE UN BLOG IN QUESTO STATO. CI RINUNCIO. HO PROVATO DI TUTTO, MA ANCHE LA TENACIA, LA PERSEVERANZA, LA TESTARDAGGINE PIU' COCCIUTA, ALLA FINE CROLLANO. E IO RINUNCIO A COMBATTERE CONTRO UN NEMICO INVISIBILE, PAVIDO E CODARDO CHE NON HA IL CORAGGIO DI DIRMI/DIRCI LA VERITA'. RINUNCIO, A MALINCUORE RINUNCIO, CON L'ANIMO RATTRISTATO CEDO LE ARMI A CHI VERRA' DOPO DI ME. Francesca

15 Commenti a “NO”

  1. carlina ha detto:

    cara Francy va dove ti porta il cuore un caro caloroso abbraccio

  2. carlina ha detto:

    Francesca cara va dove ti porta il cuore un caro caloro abbraccio

  3. Paul Candiago ha detto:

    Signori non abbandoniamoci alla confusione che i soliti disfattisti vogliono creare.
    Diciamoci la Verita’, senza mescolarla con la falsita’, ignoranza, assenza della logica piu’ elementare di come interagisce/funziona un programma digitale nella Rete Internet= Programma Eldy e lo sgocciolio apogrifo di copia/incolla da riviste/libri da parte di mugognatori, che non hanno altro da fare che lamentarsi continuamente.
    Hanno trovato un gioco con con cui intrattenersi, via questi giocattoli telematici, per farsi passare l’ozio della giornata.
    Calcio come spieghi bene e semplice tutto e per tutti: (calcio4.ce: sono entrato nel Bosco…lì funziona tutto.. allora non e’la macchina (= programma Eldy, come erroneamete qualcuno pensa, dovuto ad incompetenza del modo operandi di un programma digitale, cercando di far credere agli Utenti di Eldy fischi per fiaschi e che nulla a che fare con la digitalizzazione telematica di Internet) ..ma il manico che non e’ buono!
    (Solo se l’acume/memoria di queste persone che criticano il Programma Eldy si potessero ricordare che Eldy funziona bene da 10 anni…ecc).
    Con il tempo maturano le nespole dicono al paese mio…e da acerbe diventano cremose e dolci.
    La gestione di una Proprieta’ Privata= programma Eldy e’ priorita’ assoluta di chi e’ il Proprietario/ Soci/Azionisti, escluso guasti o conseguenze dovute a viabilita’ economica.
    Da quando in qua gl’Utenti pensano di Bullare i Padroni o Gestori…ecc.?

    Ritengo che questa Proprieta’ Privata partecipa/decide/agisce pianamente nell’ambito dei loro Diritti e sono certo, dopo 10 anni di Servizio, sanno piu’ che bene le Regole del loro Commercio.
    Cordiali saluti Paul.

  4. franco ha detto:

    Il regalo di Santo Stefano

    Negli anni cinquanta per Santo Stefano ,si doveva andare dai cugini di Sorbara per la cena , era ormai una questione di tradizione , poi Ada era una cuoca esagerata . Oltre all’immancabile “gnòc frèt” ( lo gnocco fritto come dicono quelli che sanno parlare bene ), faceva uno zampone con i fagioli e le lenticchie che si sentiva il profumo un chilometro prima d’arrivare…
    Ma erano i dolci ,che per me ragazzotto, facevano andare in sollucchero. La zuppa inglese con l’alkermes ed una crema e un cioccolato che leccavi il cucchiaino per un quarto d’ora perchè attaccato rimaneva sempre qualcosa.
    C’era poi la tenerina , una torta di caffè e cioccolato che veniva servita con il mascarpone e che piaceva tanto a mio padre.
    Andavamo tutti, quattro famiglie, circa una ventina di persone , lo spazio c’era perchè l’appartamente era grande come la farmacia sottostante. A dimenticavo, mia cugina era la farmacista del paese.
    Quello che mancava sempre era il Sassolino ,che a Gigi marito dell’Ada non piaceva , ma che tutti ne andavano matti soprattutto con i dolci. Che cos’è il Sassolino ( o liquore di Sassuolo) ? Una specie di parente povero del Pernod francese fatto con anice, cumino, assenzio e finocchiella.
    Qualche giorno prima la mamma disse “compriamo una bella bottiglia di Sassolino che non c’è mai e che piace a tutti “.
    Arriva il tanto desiderato giorno e noi ci presentiamo con la nostra bella bottiglia in mano , ma anche la zia Iole ha una bottiglia , lo zio Vittorio e la Giuseppina con i suoi figli , insomma quattro bottiglie di Sassolino.
    Ada sorrise e disse “tanto i liquori non vanno a male , così siete obbligati a venire anche il prossimo anno”.
    …. pèr fùrtuna !

  5. francesca ha detto:

    Rispondo a Franco: io mi limito ad approvare i vostri commenti. Questo per la correttezza ed etica morale che mi contaddistingue da sempre.
    Seguirò il tuo consiglio per quanto riguarda il suggerimento propostomi.
    Ciao

  6. alfred-sandro1.ge ha detto:

    Pubblichiamo nei commenti su consiglio( giusto) di Franco Muzzioli in attesa che si risolvano i problemi dei blog. Qui nei commenti i post rimarranno accessibili a tutti per un tempo più lungo che non nella chat a dx dove sarebbero superati giornalmente dalle entrate.
    BULLISMO
    Sono accaduti molti fatti spiacevoli di bullismo ultimamente in Italia e nel mondo.
    Ne parla spesso anche la tv.
    Anche ieri ne ha parlato un commissario della Polizia Postale in una trasmissione televisiva.
    Ma che sta succedendo? Perchè tanta violenza? Tanta rabbia? Da che dipende? È un fenomeno

    nuovo o esisteva già. È disagio giovanile? È una forma di rivoluzione?
    Non credo: i bulli ci sono sempre stati.
    Infatti la parola bullo non è affatto un neologismo.
    I bulli erano all’asilo, a scuola , al lavoro, al bar.
    I bulli li trovavi per strada , sul tram, al cinema.
    I bulli irridevano i vecchi, gli ubriachi, gli storpi, i diversi.
    Il bullo sapeva e sa trascinare altri nel suo atteggiamento di uomo forte facendo cosi divertire gli

    amici che lo idolatrano.
    Il bullo era anche l’impiegato comunale arrogante,
    il capetto lecchino del principale, l’infermiere che faceva mal volentieri il suo lavoro.
    I vigile urbano forte della sua divisa. il commilitone anziano nei confronti della “burba”
    spalleggiato da altri commilitoni frustrati che scaricano le loro malinconie sugli ultimi arrivati
    per sentirsi forti con se stessi e di fronte agli altri sapendo di poter godere di una impunita

    atavica del sistema!
    Anche tra le donne le cose non sono migliori: nelle fabbriche come nei piccoli uffici c’è sempre

    chi vuole e riesce a sopraffarre altri con forza, violenza e spesso vigliaccheria.
    Una capa che vuole attirare le attenzioni del principale, o al contrario, invidiosa…….
    La rete , poi, oggi, accentua ancor più questo sgradevole fenomeno proteggendo il bullo con

    l’anonimato.
    Ma che bisogno ha il bullo di fare il bullo? Perchè lo fa? Lo sa di fare del male? Si rende conto di

    quello che fa e delle conseguenze che può provocare il suo comportamento?
    Forse che il bullo diventa un bullo in casa? Segue degli esempi?
    Spesso i genitori del bullo sono all’oscuro dei comportamenti del figlio! ed allora?
    Cosa vuole dimostrare il bullo? Che è lui il più forte? Ma a chi lo sta dimostrando?
    A se stesso? Agli amici che lo attorniano in quel momento?
    Ma forse , allora, se ha bisogno di dimostrare è perche sa di non essere quello che si sforza di

    dimostrare di essere e che vorrebbe essere?
    Doppia Personalita???? Insicurezza? Paura?
    L’uomo, colto, intelligente, forte, sicuro di se, non deve dimostrare niente.
    Le sue doti, le sue qualità, usciranno al momento opportuno, senza necessariamente forzarle,
    senza necessariamente dover dimostrare di possederle.
    La forza d’animo, l’educazione, l’amore per il prossimo non sono abiti da indossare e mettere in

    mostra ma essere dentro ed uscire spontanemente e quando necessario.

  7. Franco ha detto:

    Cara Francesca hai fatto benissimo a postare i “119 gradini di Alfred “, se fossi in te ,proprio per invitare a leggere i commenti , toglierei il tuo sfogo ormai giustamente postato e letto e inizierei a mettere un argomento (quattro righe , giù di lì ), o se non ti vuoi sbilanciare per continuare una giusta protesta , anche un lapidario “COMMENTATE CIO’ CHE VOLETE ” (spazio per gli amici di Eldy)

  8. alfred-sandro1.ge ha detto:

    119 gradini
    se non cantavo a squarciagola, fischiavo,
    se non fischiavo cantavo squarciagola.
    La luce del lucernaio arrivava al quarto piano e solo al terzo c’era una piccola lampadina.
    Un’altra piccola lampadina illuminava appena il portone. Un vecchio portone di legno sempre aperto perchè gonfio e storto dalla pioggia e dall’età. Spelacchiato e bucherellato dalle pallonate dei ragazzini che lo usavano anche come bersaglio per gli archi fatti con le stecche degli ombrelli.
    1900 era scritto in terra con piccoli quadretti di marmo. Solo quello, senza una cornice, un ricamo, una greca.
    Poi la prima rampa di scale: tredici scalini…. una ringhiera in ferro con un corrimano in legno segnato dai coltellini di tutti i ragazzini che li avevano abitato, nel corso degli anni.
    Poi la scala deviava a destra con altri cinque scalini e poi, ancora a destra, con altri sette per arrivare al primo di sei pianerottoli. Non ho mai saputo perchè da noi si chiamasse ” ballatoio”
    Da li era già buio… due porte per piano….
    Al numero uno abitava “o Persego”: so che doveva essere vecchio ma non l’ho mai visto una sola volta ed avevo paura solo che passare davanti a quella porta.
    Tutti ne parlavano male.
    Da li cominciavo a cantare a squarciagola davanti a quella porta.
    Li al primo piano era l’interruttore delle luci che ogni sera, al calar del sole, Giannini, un vecchio pensionato il quale aveva l’incarico di passava ad accendere. Avrei voluto avere la possibilità di accenderle da me ma era impossibile. era necessaria una chiave speciale che solo lui aveva.
    Le scale, una chiocciola quadrata con tre rampe di sette , cinque e sette gradini,
    salivano sempre più buie fino ad arrivare al quarto da dove cominciava a filtrare un po’ di luce dal piccolo lucernaio, sempre che fosse una giornata luminosa.
    Poi, finalmente, arrivato al centesimo gradino……….la luce……
    Ancora diciannove e sarei stato a casa.
    Beh! ancora oggi, se devo spostarmi da una stanza all’altra, accendo tutte le luci, ma non canto più!
    alfred-sandro1.ge

  9. paul candiago ha detto:

    Gentile Signora Francesca, indipendentemente da qualsiasi sorta di risultati cio’ che le dara’ sempre grande soddisfazione personale e l’aver dimostrato a se stessa di aver fatto il suo dovere. Tutto il resto dello spettacolo va e viene e a lei/ci rimarra’ nell’animo la gioia di aver lavorato con onesta’ e dedicazione. L’acqua del fiume va al mare e altri prenderanno il suo posto o forse ritorna lei di nuovo. Pazienza e tempo. Le auguro il meglio e auguri di Santo Natale. Paul

  10. Giulio Salvatori ha detto:

    Francesca , non cede le armi.Franco, non è così. Semmai le conserva ben affilate. Quello che stona e che fa male, è questa “oscurità” che non ti permette di vedere oltre la cortina fumogena.Qualcuno, prima o poi, si accorgerà che non è un comportamento chiaro, corretto, rispettoso …Anche noi che si commenta, siamo sicuri che qualcuno leggerà? Credo di no. Perchè altrimenti, il più cocciuto e testardo, capirebbe che non va bene.

  11. sandra.vi ha detto:

    Anch’io mi associo e ripeto ,FRANCY nn abbandonare ,nn andartene ,si trovera’ pure la maniera di uscirne ,se hanno lasciato uno spiraglio cerchiamo modo di allargarlo,auguri

  12. anna b. ha detto:

    Forza Francesca, non darti per vinta.Fai come hai sempre fatto,resisti e come dice Franco non gettiamo il bambino con l’acqua calda. SI

  13. franco ha detto:

    Ti fornisco ,se credi , il titolo di un eventuale dibattito che avverà ovviamente mediante i commenti :

    SONO UTILI LE CHAT PER GLI ANZIANI ?
    DOVREBBERO ESSERE PILOTATE CON TEMATICHE PRECISE ?
    AD ESEMPIO : ” Parliamo della lettura – quali libri leggere – esperienze di lettura e consigli “

  14. lorezo12.rm ha detto:

    Mi dispiace, Francesca. Mi dispiace. C’è la possibilità di un miracolo?

  15. franco ha detto:

    “No …non ci stò “…Prendo la frase da un noto Presidente ,perchè non mi pare giusto che Francesca ceda le armi , anche se tutto sembra remare contro. A me piace anche così incontriamoci ,una specie di chat elaborata ed intelligente . Poi si vedrà ! Non vorrei che realmente ci fossero dei “lavori in corso” e che andarsene così , sia un pò come gettare il bambino con l’acqua calda. Francesca è forte, giustamente scoglionata (pardon) , ma forte , quindi spero proprio che ci ripensi .

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