Anche il mio motore ha bisogno di qualche controllo, così, su suggerimento del medico curante, mi sono recato presso un centro diagnostico per la cura del caso. E’ una struttura con molti ambulatori medici e ti trovi in difficoltà a individuare a quale piano, il numero...,e le procedure per superare la burocrazia dell’accettazione e registrazione. Mi consigliano di sedermi e aspettare. Osservo le persone che attendono come me, silenziose, preoccupate, nessuno parla. Ho solamente nove pazienti avanti a me. Ho comprato una rivista ma più che leggere, guardo le figure.
Non so perché l’ho comprata: pagine piene di pubblicità. Una donna torce il collo per
leggere, la ignoro, ma poi le regalo il tutto compreso un piccolo calendario.
Mi ringrazia con un sorriso colorato che le occupa mezza faccia: troppo rossetto
sulle labbra.
Un uomo cammina zoppicando sorreggendosi al bastone avanti e indietro diverse volte per il lungo corridoio, si ferma ogni tanto a leggere le scritte a fianco delle porte degli ambulatori, poi sparisce scuotendo la testa. Finalmente arriva il mio
turno e con sorpresa, il professore è un mio amico che non vedevo da molti anni. Ci siamo messi a parlare di tante cose: era un bravo suonatore di tromba, e il discorso è caduto sulla musica. Il mio problema è rimasto nel dimenticatoio. Mi ha curato leggendo quanto scritto sul ricettario e mi ha misurato la pressione e i battiti del motore. Mi congeda felice di avermi rivisto con una pacca sulla spalla. Ci ritornerò.
Scendo al piano inferiore e ti vedo l’uomo col bastone seduto di fronte ad un ambulatorio, mi guarda con ansia. Gli chiedo come mai fosse ancora in attesa di essere visitato. Mi risponde che alcune donne gli sono passate avanti senza chiedere il permesso. Capisco che ha bisogno di aiuto. Gli chiedo se aspetta la moglie, risponde meravigliato di no. Mi mostra l’impegnativa e leggo: “visita di controllo per dolori artrosi alle anche” Faccio finta di nulla, forse non ha capito che le donne che erano passate avanti, avevano sicuramente l’appuntamento. Si leggeva chiaramente: VISITE GINECOLOGICHE.
L’accompagno all’ambulatorio giusto e busso. Si affaccia l’infermiera e lo fa subito entrare. Ci sono rimasto molto male e non ho sorriso.
Giulio Salvatori
Ciao Giulio bello e vero questo post, visto che ora abbiamo tempo, siamo a casa e tutti vogliono andare dal medico per fare un controllo al motore,Non sapevo Giulio che per rivisionare il motore si deve andare in Genecologia.Ma comunque l’importante saperlo,dopo una lunga fila di pazienti donne che entravano anche se potevano essere dopo di te,ma leggendo la tua rivista le perdevi d’occhio tanto guardavi le figure,ma giulio che fretta avevi tanto la tua signora luccidava ogni angolo della casa.Ma Giulio con questa storia brutta in corso siamo tutte uguale noi donne guardiamo e ammiriamo la casa di piu’ specialmente in questo brutto momento.per non spaventarci psicologicamente di questa brutta guerra, che abbiamo alle spalle.Comunque gtazie per il tuo post,Un saluto a te e la bellissima Versilia.” Viva la Vita” Ciao!
io non ho di questi problemi, non vado da nessuna parte, aspetto che passi tutto, tanto visto che prima o poi bisogna morire, quando è il tuo momento o virus o qualcosa d’altro, nessuno potrà prendere il tuo posto questo è certo- qusto x me è ottimismo
Un racconto che ti avvince e ti rincuora. Siamo tutti in attesa e tutti abbiamo bisogno di qualche riparazione. piccola o grande che sia. Grazie Giulio e Francesca.
Cose che succedono,e che mi fanno arrabbiare anche perchè, ci fosse quacuno che ti accompagna. Comunque, ora il tempo non manca e cercherò di essere più presente.Anche se la mattina, guardo l’ordine di servizio come da militare: la capa non perdona, vede sporco da tutte le parti.Non ho mai visto una casa così pulita. I libri li ho sistemati con la riga, e tutti gli spartiti in perfetto ordine di esecuzione…Scherzi a parte, grazie per quello che avete scritto e.AVANTI TUTTA
Grazie del “giovincello” Francesca .Sono verità nelle quali ci troviamo prima o poi. E la testimonianza che difficilmente trovi qualcuno che ti accompagni. Grazie Franco . Ogni tanto faccio una visita. Ora il tempo non manca.
Caro Giulio per fortuna che quel vecchietto ha trovato un giovincello come te che ha saputo aiutarlo con grande spirito di abnegazione e umanità nei confronti di chi, ad una certa età, ha un pò di confusione nel destreggiarsi tra specialisti e specialità di medicina. Bravo, bel racconto!
Sembra un documentario, prosa visiva efficace e spedita. Ero anche io in quell’ambulatorio con le stesse attese , lo stesso smarrito disagio.