Più volte ho scritto che sono figlio di un Cavatore. E lo scriverò
sempre maiuscolo perchè, è il Cavatore che ha donato agli artisti la
materia prima: il marmo per le loro sculture. E voglio ricordare un
Poeta Cavatore che scriveva : "E vanno per l'impervio monte fino a
toccar le stelle" Purtroppo morì giovane, ma ha lasciato tante
testimonianze. Una fra queste è -Il Raffreddore- che mi ha sempre
colpito. La cava era un luogo di fatica, e lo è tutt'oggi. Sudore
d'estate e freddo pungente nelle giornate d'inverno.
Un forte raffreddore impediva notevolmente la respirazione, e lavorare
dalla mattina alla sera era una sofferenza.I compagni di lavoro gli
dicevano di andare dal dottore e prendere almeno sette giorni di
certificato. Fra l'altro era giovane e era prossima anche la festa del
paese. Anche la fidanzata lo convinse. Un mattino si presentò nello
studio del medico. C'era tanta gente. Si sedette nell'angolo della
stanza e attese il suo turno. Entrò nell'ambulatorio, si sedette e disse
al dottore che voleva un certificato di almeno sette giorni, perchè
aveva il raffreddore. " E non ti vergogni a chiedermi un certificato per
un raffreddore?" Un attimo di silenzio e rispose: " Ma il mio è un
raffreddore diverso". Il dottore si alzò e si mise a ridere dicendo che
non esistevano raffreddori diversi, che era meglio che tornasse in cava.
Una rabbia invase il giovane, guardò fisso negli occhi il medico e con
voce sicura gli disse: " Si! Il mio raffreddore è diverso! Perchè quando
sei in cava col freddo che ti penetra nelle ossa, che non riesci a
respirare, che ti gira la testa e sei costretto a sederti sul blocco di
marmo. Lassù, non ci sono ripari ma sei esposto alle intemperie. Ecco
perchè il mio raffreddore è diverso". Si alzò e si avviò verso l'uscita
dell'ambulatorio.
Il medico lo chiamò : "Aspetta che ti faccio il certificato". Lorenzo,
questo era il suo nome, scosse la testa e fissando negli occhi l'uomo
dal camice bianco gli disse : "No! Non lo voglio. Spero che abbia capito
perchè il mio è un raffreddore diverso. Almeno se viene qualche compagno
di lavoro, saprà come comportarsi".------------------------------------------------------------------------Giulio Salvatori (Il Maledetto Toscano)
Presentate tutte le arringhe e terminata l’istruttoria, ora questa Corte si ritira per deliberare in Giudizio, sulla base delle vigenti Leggi del Codice Civile riguardanti le modalita’ che regolano il Lavoro.
Esaminate nel dettaglio le specifiche di questo caso giudiziario riguardante il Lavoro, la sentenza di questa Corte e’ semplice e soddisfa tutti i professionisti e lavoratori.
Questa Corte dichiara che da oggi (AD 01 01 2021) in poi per il Bene del Popolo non si deve piu’ lavorare ne per se stessi ne per conto di terzi.
Sentenza emessa dopo peculiare esame dei reperti di Lavoro per eliminare e non incorrere piu’ in qualsiasi forma o maniera di umiliare o esporre il cittadino all’onta e pericolo del lavoro.
Abbiamo visto, documentato e preso atto di eliminare cosi’ la fonte primaria che espone costantemente l’incolumita’ e vita del lavoratore se si continua a lavorare.
Con questa sentenza questa Corte elimina tutti i pericoli d’ infortunio o morte che giornalmente sono causati da impiego o lavoro.
Abbiamo preso in conto con questa sentenza che scienza e teconologia, digitalizzazione, smart work, robotica ed intelligenza artificiale sono i nuovi strumenti di cui servirsi per qualsiasi forma d’ impiego e lavoro che sono indispensabili servirsene per il Tenore di Vita della Societa’.
Il professionista quanto qualsiasi lavoratore sara’ impiegato rimandendo a casa sua e sara’ dotato di un computer personale per e eseguire il suo impiego/lavoro secondo la sua specalizzazione.
Ci sara’ cosi’ l’eliminazione delle responsabilita’ fra datore di lavoro e del professionista/lavoratore e di conseguenza tutte quelle condizioni che possono creare mancanza di Sicurezza del lavoro tradizionale.
La Sentenza di questa Corte intende anche aiutare il rilancio Nazionale su basi moderne e progressive di completa Sicurezza di tutta la Forza lavorativa della Nazione.
Ci viene in aiuto anche questa Pandemia che ci mostra come sia possibile arrivare quanto prima alla decisione della Corte, notando che tutto funziona anche senza andar a lavorare ed e’ solo l’inizio di un costante sicura condizione di lavoro pur rimandendo seduti a casa propria lavorando con un computer.
Contiamo sulla collaborazione di tutte le persone per rendere funzionante e fattibile quanto prima questo nuovo modo di lavorare dove il Pane Quotidiano non necessariamente deve esser ottnuto con Il Sudore della Fronte.
Anche io voglio essere gentile e educato il mio commento caro Giulio Salvadori si riferisce alle tue date che scrivi nel tuo commento di gg fa. In primis so benissimo caro Giulio Salvadori che le condizioni sociali dell’epoca del cavatore in cui fai il post sono diverse…so benissimo come si lavorava e in che condizioni. Io e sottolineo mi riferisco a gli anni 1950/60 in cui mi scrivi. Non voglio trattai delle leghe operaie di quei anni sono informato in tutto e la saluto con il sorriso su le labrra Buona serata Giulio Salvadori.Da un fiorentino Toscano ma non maledetto. Non replico più
Credo che Lorenzo Tarabella, con il suo comportamento, abbia umiliato il dottore.
Guglielmo. Voglio essere gentile e educato. Mi sembrava di aver dato tutte le spiegazioni in merito al mio articolo. E qui viene la domanda: Capisce o non è in grado di capire? Prima di tutto ho riportato la sintesi di un racconto di un Poeta Cavatore come ha scritto Francesca. Ho spiegato che vi erano le Leghe dei Cavatori, e che discutevano e programmavano le lotte per la sicurezza sulla cava. Non può dirmi : “Che non so le regole…” se il racconto è ambientato in quel periodo. Se poi, vuole un Trattato sulle Leghe Operaie, ho tutto il materiale per farne una tesi. Semmai, il problema viene dopo. Non posso certamente venire a Firenze per spiegarle i concetti.
Per Guglielmo in risposta alla nota lasciata in chat: ho fatto una breve ricerca e ho scoperto che il Poeta Cavatore di cui parla Giulio, si chiamava Lorenzo Tarabella nato nel 1927. Siamo in un tempo in cui protezione, sicurezza e diritti venivano poco tutelati e riconosciuti. Non credo sia corretto parlare di “brutte figure”.
Non solo, ma il post parla di una testimonianza. E allora, chi può dire il contrario dei fatti avvenuti, se non il diretto interessato? Infatti, se leggi bene il post, chi ha scritto questo racconto, è proprio il Poeta Cavatore Lorenzo Tarabella. Vogliamo imputargli la “brutta figura”…..??????
Giuliulu,è molto interessante questo tuo post.IL CERTIFICATO…di Giulio,Salvatori.figlio di un Cavatore perche’ha donato agli artisti la materia prima : il marmo per le sue sculture.ma voglio ricordare il Poeta Cavatore, purtroppo molto giovane, lasciando molte Testimonianze, ma fra questo il raffreddore che mi aveva colpito maggiormente.La cava era un luogo di fatica è lo è tutt’oggi,sudore d’estate e freddo pungente in inverno.Un forte raffreddore che impediva la respirazione è lavorando dalla mattina alla sera era solo sofferenza.Decise di andare dal medico , per avere un certificato medico, ricordando Lorenzo.i suoi raffreddori forti diversi da altri, teniamo presente che respirava la polvere di marmo.come poteva respirare. mentre nello studio del medico attendeva, il suo turno entro e spiego’ tutto al medico, cosi si fece una risata, lo guarda e dice ma non ti vergogni chiedere un certificato per un raffreddore.usci dallo studio per andarsene, molto offeso il medico lo chiamo, ecco il certificato.E’ si Giulio questo succedeva un tempo, tutto era sottovalutato,per questo che le persone morivano giovanissime.il certificato lo davano solo agli assenteisti ha’ che non aveva voglia di lavorare,ai pelandroni che esistono ancora di piu. Bravissimo Giulio ,è grazie per questo raconto vero di un tempo.ti apettiamo presto nella nostra valle di Eldy, grazie Giuliu e Francy. Ciao!
Si chiamava Lorenzo come me il lavoratore che chiese il certificato al medico, un lavoratore “diverso”, esposto al caldo ed al freddo nella cava. Non sono tutti così i lavoratori. E oggi, sinteticamente, il lavoro non c’è e speriamo che torni. Ma il certificato ci fu e ne dobbiamo ringraziare Giulio. Grazie a Guglielmo e a Franco.
Carissimo Gugli, saremo negli anni 1950/60. Il lavoro nella cava si svolgeva manualmente e non vi erano ruspe e i marmi venivano calati al “poggio” attraverso le lizze. (La lizzatura). Non vi era certamente il supporto sindacale di oggi. C’erano le Leghe Operaie, che si riunivano per la sicurezza sul lavoro e rivendicazioni salariali….In questo caso del “Raffreddore”, l’autore voleva mettere in evidenza quanto espresso nel racconto.E il dotore, che sicuramente veniva dalla città, non conosceva il lavoro nelle cave. Grazie per le giuste osservazioni.
Caro Giulio Salvatori nel suo post di un racconto struggente di un lavoratore nelle cave di marmo chiede un certificato medico al dottore dell’impresa in cui lavora? anche per il dottore di famiglia. I tempi sono cambiati esiste dopo tante ore di scioperi e anche vittime nelle piazze per avere un abiente migliore in tutti i posti di lavoro. Esiste lo Statuto dei lavoratori anche se qualcuno lo vorrebbe cancellare questo contratto che tutela il lavoratore i tutto quando dico tutto anche nell’ambiete di lavoro. Mi faccia capire ma questo lavoratore questo raffreddore in che anni lo ha avuto?. Non voglio innescare una polemica ci mancherebbe in primis ci sono tutti gli elementi per procedere contro quel dottore. Mi toccano queste vicende perchè mi coinvolgono personalmente. Molte cose e situazini nei posti di lavoro sono cambiate nella sicurezza e nell’ambiente di lavoro per la salute e la sicurezza di chi lavora. Un saluto con simpatia da fiorentino Toscano ma non maledetto. Gu.
Sto leggendo in questi giorni un libro su Carl Marx dove si descrive in maniera preniante lo stato dei lavoratori (proletari) della metà dell’ottocento in Europa e come vedo anche cent’anni dopo la cosa non era molto diversa. Giulio con il solito verismo poetico mette a nudo la situazione del “lavoro” quello delle braccia, della precarietà, del rischio. Ogni anno sono oltre mille le morti sul lavoro teniamolo presente.