L’altro giorno sono stata ripresa da una persona che mi chiedeva, con fare quasi disperato, “perché non commenti il mio post?”. Prima di rispondere, tra la gamma infinita di risposte possibili che avrei potuto dare, mi sono interrogata e ho capito che, al di là di tutto ciò che si pubblica, esiste una disperata solitudine da web.
So che non è una novità, che probabilmente ci sono arrivata anche per ultima, ma toccare con mano la disperazione di chi contempla il proprio isolamento sul display di un personal computer, è una cosa che può certo dare una vertigine.
Quell’isolamento è scandito dalla mancanza di commenti o di like.
SE TI COMMENTANO IL POST, ALLORA TU ESISTI!!
C’è una solitudine da computer e un’angoscia da p.c. che può togliere persino il respiro e creare ansia e inquietudine. Addirittura depressione, nei casi più gravi. E il pc, invece di unire più rapidamente e creare comunità solidali con contatti rapidi e veloci, è diventato un mondo virtuale popolato da una comunità digitale impalpabile e amorfa. Di fatto, un mondo parallelo che non ha alcun contatto con la realtà della vita vera. Ci si può perdere nel web e come nel labirinto di Shining ci si può annullare. Il fenomeno è così’ dilagante e diffuso su scala planetaria che ormai molti, attorniati da una folla di fantasmi, sotto stress, soli come cani, stanno lì nel bel mezzo dell’oceano del web convinti di avere intorno centinaia di amici.
È come se si fosse tutto rovesciato: il mezzo è diventato il fine; il contenitore, ha avuto la meglio sul contenuto.
Come si guarisce? Secondo gli esperti, stabilendo regole condivise con i membri della comunità. Dopo una certa ora, niente post, niente like, niente mail ma una telefonata, oppure ci sentiamo domani. Si chiude Pc, tablet, computer e si legge, si esce, ci si incontra o si sta in compagnia di sé stessi.
Ma perché comunichiamo sempre meno guardandoci negli occhi? Qualcuno di voi ha la risposta?
Io posso suggerire: scriviamoci di meno e incontriamoci di più.
Francesca
ho notato in questo lungo tempo di pandemia che, con la mascherina, si cercava di chiacchierare con chiunque, anche se sconosciuti, bastava guardarsi negli occhi e sentivi subito la voglia di “attaccare bottone” forse sono andata fuori tema ma sempre di solitudine si parla- bandirla dalla vita di ciascuno non la vedo facile
Era immaginabile che in questo mare magum ci si potesse perdere,non sono così pessimista perchè il web, se si vuole, è anche un mezzo di acculturamento ineguagliabile e anche di socializzazione. Cara Francesca viviamo in un modo di persone sole anche se sono “in famiglia”. Il ritmo del lavoro, della vita, la lacerazione delle famiglie per mille motivi porta spesso ad essere soli. Guarda i giovani e giovanissimi anche se sono in gruppo sono sempre davanti al loro smartphone una vera e propria second life. Poi Eldy è un’altra cosa… “scriviamoci di meno e incontriamoci di più” come se abitiamo in territori diversi? Come se molti di noi fanno fatica anche ad uscire? Mi pare invece tanto “utile” che questa comunità esprima “vita” anche solo con un piccolo dialogo, con la richiesta di essere ascoltati di essere capiti. Ormai anche se virtualmente ci conosciamo tutti, un frase un comportamento moltiplicato nel tempo è più esplicativo di un incontro fugace. Forse Eldy dovrebbe essere collegato a Skype per sentire ogni tanto la voce e potere guardarci negli occhi. Se combattimamo tanto per farlo sopravvivere vuol dire che è utile e che in qualche modo riempie la vita