Ripescando nei ricordi mi frullano per la mente personaggi della mia infanzia. Volevano fare di me un religioso: un prete o un frate. Mi avrebbero fatto dormire anche in chiesa. Anche se, come ho già svelato, mi garbava l'appalto, il piccolo bar di fronte alla chiesa. Capitava che mi offrissero il Vinsanto, buono, con qualche biscotto fatto al forno. In chiesa erano ostie e quando era il momento della comunione, dovevo accompagnare il prete che metteva in quelle bocche spalancate piccole ostie bianche. Ed io con un vassoietto sotto il mento per parare qualche piccolo frammento: sarebbe stato il Corpo di Cristo che cadeva in terra, ammoniva Pietrofrate.
C'era la Palma di Paccio', la Teresa, la Santa e altre donne che spalancavano la bocca come il forno della Gliole. Che poi, per timore che cadesse qualche frammento, tiravano fuori anche la lingua. Finito, il
prete voleva comunicare anche me. Ho sempre rifiutato: il Don mi capiva.
Giulio Salvatori
Ogni Persona ha il suo Libero Arbitrio, per cui puo’ credere o non credere alla Verita’ Evangelica di Gesu’ Cristo: Il Cielo e la Terra passeranno ma le MIE PAROLE NON PASSERANNO.
Siamo a conoscenza della Verita’ del Tesoro della Vita Eterna…CRISTO RISUSCITO’ da morte il terzo giorno secondo le Sritture. Cordiali saluti, Paul
meno male che non ti sei fatto nè prete nè frate – ma fai parte della maggioranza delle persone come “maledetto” toscano pieno di risorse che rriempiono la tua vita e quella degli altri
Vi ringrazio….ma corro,mi aspettanoi. Vado un po’ al mio paesello. Non ho il computer . Ma….sono vivo
Giulio, ti preferiamo come sei, sotto la ipotetica veste di “Maledetto Toscano” perché in fondo hai un cuore buono.
Non avevi la vocazione e non saresti stato un buon prete, come altri che ce ne sono in giro… purtroppo. Molto meglio un cultore di musica e suonatore di sax… Grazie, Buona Domenica, ciao.
Giulio, una volta nelle famiglie era uso cercare di avere un prete o frate. I figli di solito erano tanti,ma ho potuto constatare che chi lo faceva per vocazione erano pochi. Tu hai fatto piu’ alla svelta. Un saluto ciao
E anch’io caro Giulio ti capisco e condivido molto di quello che scrivi. Non ti ci vedo proprio come prete o frate. Meglio il “maledetto” toscano che sei, grande suonatore di sax e eccelso scrittore. Chi li avrebbe trasportati tutti quei ricordi, altrimenti? Chi avrebbe saputo conservarli e raccontarli così bene?
Ciao e grazie.