Quando si avvicinano le festività natalizie, il pensiero va a coloro che "sono all'altro lato della strada" come recita un famoso scritto. E sento risuonare nella testa la frase del mi' babbo, o come si dice noi: di mi' pa': <Finchè mi vedete non tremate > Mia madre annuiva in silenzio con la testa. Quel "non tremate", lo risento spesso. Vengo da una famiglia povera, anzi: poverissima. Ma questo, mi riempie di orgoglio perchè non ci siamo mai, mai fermati davanti al più piccolo imprevisto.
All'età di 14 anni, ho iniziato a lavorare, anzi tredici e mezzo. Le scuole superiori erano un miraggio, vi erano le scuole serali e riuscii a prendere il diploma. La mia ambizione, come giovane, era quella di frequentare il conservatorio musicale. Avevo avuto le prime nozioni da un componente la banda: Adriano Giannarelli. Ma anche lì, mi si chiusero le porte. Superai l'esame di ammissione con un clarinetto della Filarmonica del paese, vecchio, brutto, alcune chiavine legate con l'elastico e con una custodia di legno nero bucata dalle tarme, che quando gli altri ragazzi la videro, si misero a ridere. Ma funzionava e quando iniziai a fare gli esercizi dettati dal professore, un silenzio greve calò nella sala. Gli studenti ben vestiti ed eleganti si avvicinarono complimentandosi col figlio del cavatore. Fui ammesso, forse per pietà, al terzo anno come privatista. Ma la gioia durò poco, le condizioni di salute del babbo peggiorarono e mi ritrovai di nuovo in un laboratorio di marmo. In casa mancava il pane e, tutto.
La mia scuola è stata il bosco, il lavoro, le privazioni. Ma ho sempre studiato da solo, sia lettere che la musica. Tante volte mi sono trovato a fianco di laureati o musicisti, e quando alla mia tenera età mi chiedono: < Dove ti sei diplomato ?>. Rispondo: ad una scuola della vita, dove ci sono tanti volumi, tanti metodi, basta saperli sfogliare.
I colori e la melodia non mancano. E ho sempre sentito quella Voce dire: < Non tremate >.
Giulio
Grazie, Grazie e Grazie. Non mi incensate troppo, anche perchè, sotto questa coltre montanara, si nasconde anche un piccolo uomo che si commuove. Vi confido un particolare per me importante. Vedete il libro – Le Autostrade del Silenzio- patrocinato dal Comune di Seravezza, ho voluto che il ricavato -Tutto- andasse in beneficenza ad una famiglia. ( la mamma morì in un incendio della casa. )Non so pregare, ma se quello Lassù mi ascolta, che abbracci quella Mamma e che dia Forza al babbo e al loro bambino. Mi fermo perchè ho un po’ di congiuntivite.
Come ho già avuto modo di dirti, caro Giulio, leggendoti in anteprima sono stata preda di forte commozione. Ho rivissuto parte di quello che tu dici, ritrovandolo nella mia infanzia. Anche noi eravamo tanto poveri, anch’io ho dovuto abbandonare gli studi superiori per andare a lavorare quando mia mamma non ha più potuto farlo a causa di un grave incidente sul lavoro, allora non c’erano sicurezze nè protezioni, tantomeno risarcimenti. I padroni, col loro denaro, vincevano sempre. Comunque non mi lamento, sono felice così e ti dirò che anch’io, come te, ho avuto modo di partecipare a conferenze insieme a personaggi di un certo rilievo culturale. Sono stata applaudita. Come gli applausi che io riservo a te in qualità di scrittore, musicista e tanto altro ancora.
Ciao e tanti Auguri di Buone Feste!
la vita dura forgia il carattere e spesso gli ultimi saranno i primi nel corso della vita- tu hai avuto coraggio- forza e volontà e qualcuno disse: “volli, fortissimamente volli” tu sei arrivato a te e famiglia un milione di…………auguri- tutti belli colorati come le palle dell’albero
Bellissima la tua storia Giulio, intenerisce l’animo di tutti coloro che hanno una coscienza e hanno provato sulla propria pelle le difficoltà della vita in quel duro periodo. É una storia comune a tanti per quei tempi e ne so qualcosa pure io ma che non sto ora a raccontare.
Nella vita frenetica di oggi la lettura della tua storia dovrebbe far riflettere anche gli altri, a maggior ragione perché siamo a Natale, ma guardandoci intorno vediamo troppa incomprensibile e ingiustificata cattiveria in tutte le classi sociali. A questa gente bisognerebbe fargli provare un buon periodo della vita di allora. Sarebbe una giusta condanna educativa.
Grazie e complimenti Giulio, Buon Natale per te e famiglia e anche per il tuo gruppo di musica. Ciao.