E per fortuna che sul caso Morgan doveva calare il silenzio!
Il cantante non è andato a Sanremo, ma la cosa anziché da silenziatore pare abbia funzionato da amplificatore.
Un paradosso dei circuiti della comunicazione di oggi: dei cantanti vincitori dell’Ariston.
Ci siamo dimenticati, del cantante punito, siamo qui tutti ancora a discutere.
E’ una dinamica normale, un film già visto.
Ma una volta tanto dovremmo iniziare a chiederci se questa normalità dei mass media ci va bene, se dobbiamo davvero subirla e, soprattutto, se non ci sia dietro una regia non dichiarata e quasi automatica che porta in primo piano quello che la coscienza comune d’istinto ritiene sbagliato e inaccettabile.
Perché sul caso Morgan, prima ancora che l’oggetto, deve interrogarci il metodo. Sul fatto che il consumo di droga venga considerato, dalla maggioranza degli italiani sbagliato e da condannare, non ci piove.
Eppure, nonostante questo, il nostro immaginario è continuamente sottoposto a una persona comunicativa che alla fine fa diventare la droga un oggetto, per quanto indesiderato o non richiesto, del nostro quotidiano. Su strumento psicologico già formato o solido questo resta un fatto marginale; le strutture psicologiche in formazione o più fragili le conseguenze non sono invece mai preventivabili. Per quanto pesanti suonino le parole di condanna, casi come quelli di Morgan, solo per il fatto di conquistare spazio, producono danno. E’ la cosa che lo sguardo tipico di tanti intellettuali non vuole accettare, o finge di non capire. Così in nome di una presunta libertà si lascia che questioni gravi s’insinuino subdolamente nella vita di tanti. E’un gioco delle parti in cui cadono anche gli apocalittici, che anziché cercare il silenzio accedendo polemiche, magari legittime, finiscono proprio con il rimettere al centro ciò che invece dovrebbe essere trattato con circospezione e senza sensazionalisti. Anche loro diventano funzionali alla logica dell’audience e dell’esasperazione. Invece per una volta, dovremmo porre sul tappeto la questione vera che è quella di quale sia la responsabilità dei media; la loro neutralità infatti non esiste. E il solo mettere in agenda in termini così spettacolari una questione come quella dell’uso, anzi dell’abuso della droga, è una scelta che non è affatto dovuta da conseguenze.
I media infatti sempre più, invece che informare, lavorano alla costruzione di mitologie.
Poco cambia che siano positive o negative. Per fatto stesso di essere mitologie entrano nella vita delle persone determinandone scelte e comportamenti. Capirete bene quando sia fuori luogo parlare di libertà …….. Oggi l’informazione continuamente costruisce e si nutre di queste mitologie. E in particolare questo accade quando l’informazione si deve occupare degli stili di vita, quando mette la quotidianità sotto i riflettori. Non capita solo per la droga, ma ,come siamo stati testimoni ,anche con tutte le vicende a sfondo sessuale che hanno caratterizzato la vita pubblica italiana negli ultimi mesi. Comportamenti privati ,spesso imbarazzanti, hanno ossessivamente conquistato le prime pagine e le prime serate.
Il caso Morgan, come costruzione non dichiarata di una mitologia di vista, è un proposito, conta che ci costringono insistentemente a paragonarci con il suo caso.
Invece sarebbe meglio il silenzio, anche a costo di qualche punto di audience in meno.
Anzi sarebbe meglio parlare d’altro. E non ci dicano che la realtà non fornisce ogni giorno un palinsesto di notizie umanamente più dignitose e più utili alla vita di ciascuno.
Secondo è una questione di scelte, di una convivenza che lascia solo spazio alle cose meno importanti privi di valori di vita.
BUONA LETTURA
....E, per finire, due video: il primo inerente l'esclusione di Morgan da Sanremo e il secondo di ....altre forme di vita....Morgan cantante ad XFACTOR.
In me rimane il dubbio se, questo personaggio ha voluto calcare la mano per un tornaconto di immagine , o di una confessione pubblica.O, ancora, se il tema di cui trattasi è divenuto incontrollabile . Poi è ovvio che i giornali , le antenne etc, hanno messo tutto e di più, come sul dire. Una cosa è certa, io non conoscevo questo personaggio, e mi rimaneva difficile, che fosse lui a \giudicare\ musicalmente parlando i giovani che si presentavano a quel concorso canore.No! Non mi piaceva, e non mi piacevano neanche i collaboratori. Penso che si sia bruciato da solo. Gli auguro comunque di risalire la difficile china della vita , e che sia, in futuro, veramente di Buon esempio . Tutti si può sbagliare
Il silenzio su questi personaggi deleteri per i nostri ragazzi, per primi, ma anche per gli adulti non ancora sufficientemente maturi è d’obbligo.Adesso pare che l’audience si sia quasi spenta. Vogliamo parlarne noi? Non penso sia utile. Chiedo scusa all’autore dello scritto e al blog Incontriamoci , per i quali ho molta stima, ed è per questo che mi permetto di dare un parere sincero
In me rimane il dubbio se, questo personaggio ha voluto calcare la mano per un tornaconto di immagine , o di una confessione pubblica.O, ancora, se il tema di cui trattasi è divenuto incontrollabile . Poi è ovvio che i giornali , le antenne etc, hanno messo tutto e di più, come sul dire. Una cosa è certa, io non conoscevo questo personaggio, e mi rimaneva difficile, che fosse lui a \giudicare\ musicalmente parlando i giovani che si presentavano a quel concorso canore.No! Non mi piaceva, e non mi piacevano neanche i collaboratori. Penso che si sia bruciato da solo. Gli auguro comunque di risalire la difficile china della vita , e che sia, in futuro, veramente di Buon esempio . Tutti si può sbagliare
Il silenzio su questi personaggi deleteri per i nostri ragazzi, per primi, ma anche per gli adulti non ancora sufficientemente maturi è d’obbligo.Adesso pare che l’audience si sia quasi spenta. Vogliamo parlarne noi? Non penso sia utile. Chiedo scusa all’autore dello scritto e al blog Incontriamoci , per i quali ho molta stima, ed è per questo che mi permetto di dare un parere sincero