Ritratto da giovanetto di Luca della Robbia
Il capostipite della famiglia fu Luca. Pur avendo operato con le tecniche tradizionali, ai suoi inizi, legò indissolubilmente il suo nome a quella particolare tecnica artigianale della terracotta “invetriata”.
Giovanna grazie ancora una volta per questo bel video che mostra le meravigliose opere scultoree dei Della Robbia che al Rinascimento hanno dato un’impronta particolare lasciando in eredità questa forma di scultura invetriata. Ah quei volti di Madonna, che dolce perfezione contengono, lucentezza e serenità trasmettono. Convengo con te Flavio che le sculture di Luca hanno la bellezza e la forza espressiva al pari di quelle di Donatello.
Continuiamo a parlare di arte, in tutte le sue forme, in tutte le sue espressioni. Grazie a tutti quelli che qui ne lasceranno traccia, sarà appagante pr me che l’adoro.
Giovanna, dalle mie parti si dice che le cose belle :- Ingentiliscono il cuore. con questa definizione paesana, ma genuina,penso si possa racchiudere il tutto.Ancora una volta grazie degli elaborati che ci doni .
Grazie Flavio per aver gradito l’articolo e per la tua preziosa dissertazione sui Della Robbia: una famiglia straordinaria di talenti eccezionali.
Secondo me, è molto gratificante vivere in un Paese nel quale esistono capolavori d’arte incomparabili, e non mi stancherò mai di ammirarli.
Sicuramente il nostro Paese non può vantare uno sviluppo adeguato in molti settori, specialmente in quello sociale, ma nulla si può dire di quello artistico. Almeno sapessimo conservare le pregiatissime e invidiate opere d’arte: anche in questo campo siamo molto “deficienti”, ma che fare? E’ un nostro patrimonio eccezionale e una “politica” adeguata avrebbe potuto sfruttarne al meglio le sue potenzialità. Purtroppo, non è stato così.
Un cordiale saluto.
Cara Giovanna.
Da me non puoi che ricevere un grande applauso e eterno consenso, perché sai che vorrei che nelle chat, e non solo in questa, si trovi sempre una sollecitazione verso il bello, verso tutte quelle espressioni che stimolino il lettore a mettere da parte smanie di incerto traguardo per dedicarsi piuttosto ad apprezzare momenti di cultura produttrici certamente di sensibilità accorte e attente alle proprie radici, ma certamente custodi di sapienza e civiltà volte al costante progresso e miglioramento dei costumi attuali che vedono una caduta libera di etica e di morale.
Ma la speranza è ultima a morire e io credo che LUCA DELLA ROBBIA possa darci un segnale estremamente costruttivo per la sua opera e per la sua continua ricerca di serenità in ambienti di grande spiritualità, come anche evidentemente fanno i grandi artisti di qualsiasi cultura e provenienza.
Ma tornando a bomba, si dice a Como, credo che il Luca non sia famoso solo per le sue terrecotte invetriate dai meravigliosi effetti coloristici degli smalti; in verità fu grandissimo scultore alla pari di Donatello e altri del suo tempo.
Dalle sue opere traspare sempre vigore e grazia, e una purezza di forme espressive e serene, come è facile verificare nei disegni di frutta e fiori delle sue lunette o quando incorniciano i suoi tondi o quelli che circondano i suoi tabernacoli
Comincia con il gotico, con il Ghiberti, ma poi aderisce più intimamente alla realtà che lo porta verso una produzione ricca di sensibilità plastica ed emotiva.
Proprio nella Cantoria, realizzata fra il 1431-1438 per il Duomo di Firenze, distante dagli schemi di Donatello, dove dieci riquadri di gruppi bambini e ragazzi composti e sereni intonano il cantico d’un salmo di David egli mostra una personalità serena, solenne quasi austera, prova certa anche di una entusiastica esaltante raffigurazione religiosa.
Stupende le testine affacciate a finestrelle sulla porta di bronzo per la sagrestia del Duomo che richiamano l’attenzione del visitatore il quale resta estasiato e quindi catturato da quelle immagini .
Che dire della Madonna delle rose? Opera permeata di dolcezza e di grazia, che esprime una profonda spiritualità anche attraverso la mirabile siepe fiorita.
Non posso che ringraziarti di quanto esprimi perché mi ricorda il tempo della scuola quando dietro pensieri banali di giovanili frivolezze, nostro malgrado, eravamo costretti a seguire pensieri ed emozioni di questi grandi uomini dei quali solo col tempo abbiamo imparato ad apprezzare il grande messaggio che nasconde la loro genialità, proprio come diceva la mia professoressa di Lettere classiche a proposito di Dante Alighieri: “gusterete il contenuto della Commedia solo quando avrete superato “il mezzo del cammin di nostra vita””, parafrasando i versi del divin poeta.
Ma forse se ne parla poco, o forse, ancor peggio, interessa a pochi. Non per questo penso, tu ed io, consentimi, smetteremo di parlarne per diffondere i messaggi di pace e d’amore che da loro abbiamo appreso.
Cara Giovanna non so chi sei ma adesso ti conosco bene perché in te scopro il gusto e lo stimolo verso la scoperta di culture e civiltà che hanno offerto a noi e a quelli come noi l’opportunità, l’alibi per soggiornare dove risiede gusto e qualità, eterno rifugio di sensibilità e commozione.
Scusa per la eccessiva verbosità, è un difetto che non riesco a correggere.
Ciao. Ad meliora!
Flavio
Ho riflettuto e mi sembra scarna la riflessione. Prendetela come un modo per dire che ho letto. Ma ci tornerò su. Del resto in arte sono un somaro. Scusate.
Ottimo lavoro.