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logo_giornaleRiporto qui una Lettera al Direttore, pubblicata sul  "GIORNALE DI VICENZA"  di oggi 10 giugno,  di un partecipante alla "Cena al buio" che si è tenuta la sera del 18 Maggio a Vicenza.

DISABILITÀ

«Cena al buio esperienza da rifare»

  • Giovedì 10 Giugno 2010

  • LETTERE,

  • pagina 54

Ho partecipato ad una cena al buio. Quando mi è stata proposta pensavo che sarebbe stata una esperienza curiosa. Volevo provare, da fortunato vedente, una situazione che per altri invece è una amara costrizione. Dal parcheggio, al ristorante , siamo stati accompagnati bendati. Ci siamo resi conto subito della difficoltà, ma la fiducia nei nostri accompagnatori ci ha aiutato moltissimo. Al ristorante siamo stati accolti in una saletta dove in un buio non ancora totale ci è stato proposto l’aperitivo. Questo per abituarci con gradualità. Poi nella sala, completamente oscurata, è iniziato lo stimolante percorso alla scoperta del cibo, dei sapori, e di noi stessi. Siamo stati molto rumorosi, in alcuni momenti certe risate sono sembrate un po’ fuori luogo. Ripensandoci era sicuramente un modo per esorcizzare il disagio . È veramente brutto non vedere. Noi sapevamo che, finita la serata, sarebbe tutto tornato come prima, ma che per chi ci ha servito in tavola (i camerieri erano ciechi) le cose non sarebbero cambiate. Beh, sicuramente una esperienza da fare. Rienzo Carraro

Ho  trovato questa frase  in Internet che pare venga   usata quasi come motto per  queste cene che si tengono un po' anche altrove; mi è piaciuta e la riporto qui:

IL SAPORE DEL BUIO

L'emozione di assaporare il buio per scoprire la forza dei sensi...

 

4 Commenti a “LE SENSAZIONI DI UN PARTECIPANTE ALLA “CENA AL BUIO” DEL 18 MAGGIO 2010”

  1. franci ha detto:

    Rienzo ha provato le stesse sensazioni che ho provato io la prima volta che ho partecipato alla cena al buio a Vicenza. Vi assicuro, amici che e’ davvero un’esperienza da provare e poi…..continuerete a farlo, ma non solo per un fattore di sensibilizzazione nei confronti dei non-vedenti, si tratta di provare sensazioni uniche nel loro genere, come scoprire quanto è diverso il sapore del cibo senza l’aggiunta “visiva”. Notevole e molto positivo il fatto che sia stata fatta questa pubblicazione su un giornale locale.
    Grazie Nadia di averlo pubblicato.

  2. Lorenzo.rm ha detto:

    Già, “il sapore del buio”. Deve essere bello.

  3. lieta ha detto:

    veramente la reattività tranquilla al non vedere porta a maggiorare gli altri sensi ciao

  4. marcella3.rm ha detto:

    Penso, che sia arrivato per me,il momento di superare
    questa inutile paura del buio. Seguirò il consiglio del Signor Carraro….è un’esperienza da fare.
    Nadia,aggiungi un posto a tavola!!!!!! 😉

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