Il raduno svoltosi a Vicenza mi ha dato anche la possibilita' di visitare, in parte la città. Io amo molto viaggiare e posso dire di aver visto un po' della nostra bella Italia e non solo, pertanto quale migliore occasione di vedere le bellezze anche di Vicenza ?
Da visitare a Vicenza
Piazza dei Signori e Basilica Palladiana
Vicenza, città del Palladio, inserita dal 1994 nella Lista del Patrimonio Mondiale dell'Unesco, conserva ancora oggi intatto il fascino di una volta, con le sue chiese e i suoi antichi e bellissimi palazzi, per la maggior parte progettati da Andrea di Pietro della Gondola, meglio conosciuto come Andrea Palladio (tra i maggiori architetti della storia).
La visita alla città non può non iniziare dalla centralissima Piazza dei Signori, fulcro della città e luogo di incommensurabile bellezza.
Nella Piazza troviamo alcuni degli edifici più importanti di Vicenza, tra cui la Basilica Palladiana, una costruzione medievale che fu completamente ridisegnata nel XVI secolo da Andrea Palladio, il celebre architetto nativo di Vicenza, che qui introdusse (forse per la prima volta) la cosiddetta serliana, cioè una finestra caratterizzata dalla presenza di colonne che ne accentuano la luminosità e la grandiosità.
Teatro Olimpico
Costituisce l'ultima opera dell'architetto Andrea Palladio ed è considerato uno tra i suoi più grandi capolavori, assieme a Villa Capra, detta La Rotonda, alla Basilica Palladiana e al vicino Palazzo Chiericati. Il celebre architetto veneto, rientrato da Venezia nel 1579, riportò in quest'opera gli esiti dei suoi lunghi studi sul tema del teatro classico, basati sull'interpretazione del trattato De Architectura di Vitruvio e sull'indagine diretta dei ruderi dei teatri romani, ancora visibili all'epoca (in particolare del Teatro Berga di Vicenza).
Il teatro venne commissionato a Palladio dall’Accademia Olimpica di Vicenza, nata nel 1555 con finalità culturali e scientifiche, tra le quali la promozione dell'attività teatrale. Tra i membri fondatori dell'Accademia vi era lo stesso Andrea Palladio, che per essa progettò numerosi allestimenti scenici provvisori in vari luoghi della città, com'era d'uso all'epoca, fino a che nel 1579 l'Accademia ottenne dalla municipalità la concessione di un luogo adatto ove poter realizzare stabilmente un proprio spazio scenico, all'interno delle prigioni vecchie del Castello del Territorio. Il contesto era una vecchia fortezza di impianto medioevale, più volte rimaneggiata ed utilizzata nel tempo anche come prigione e polveriera prima del suo abbandono.
La costruzione del teatro iniziò nel 1580, lo stesso anno in cui Palladio morì, ma i lavori furono perseguiti sulla base dei suoi appunti dal figlio Silla e si conclusero nel 1584, limitatamente alla cavea completa di loggia e al proscenio.
Si pose dunque il problema di realizzare la scena a prospettive, che era stata prevista fin dal principio dall'Accademia ma di cui Palladio non aveva lasciato un vero progetto. Venne quindi chiamato Vincenzo Scamozzi, il più importante architetto vicentino dopo la morte del maestro. Scamozzi disegnò le scene lignee, di grande effetto per il loro illusionismo prospettico e la cura del dettaglio, costruite appositamente per lo spettacolo inaugurale, apportando inoltre alcuni adattamenti e i necessari completamenti al progetto di Palladio. A Scamozzi vengono inoltre attribuite le contigue sale dell'Odèo e dell'Antiodèo, oltre che il portale d'ingresso originale.
Il teatro venne inaugurato il 3 marzo 1585 con la rappresentazione dell' Edipo re di Sofocle ed i cori di Andrea Gabrielli (ripresa nel 1997 per l'Accademia Olimpica con la regia di Gianfranco De Bosio).
In questa e altre rare occasioni le scene (che rappresentano le sette vie della città di Tebe) furono illuminate con un originale e complesso sistema di illuminazione artificiale, ideato sempre da Scamozzi. Le scene, che erano state realizzate in legno e stucco per un uso temporaneo, non furono tuttavia mai rimosse e, malgrado pericoli d'incendio e bombardamenti bellici, si sono miracolosamente conservate fino ai giorni nostri, uniche della loro epoca.
Villa Capra detta la Rotonda
E’conosciuta anche come Villa Almerico-Capra o Villa Capra-Valmarana ed è una villa veneta a pianta centrale costruita da Andrea Palladio a partire dal 1566 a ridosso della città di Vicenza. Il nome "Capra" deriva dal cognome dei due fratelli che completarono l'edificio dopo che fu ceduto loro nel 1591. Villa più famosa del Palladio e probabilmente di tutte le ville venete, la Rotonda è uno dei più celebrati edifici della storia dell’architettura dell’epoca moderna.Palazzo Barbaran Da Porto
E’ un edificio realizzato a Vicenza fra il 1570 e il 1575 dall'architetto Andrea Palladio. È attualmente la sede del Museo Palladio e del Centro Internazionale di Studi di architettura di Andrea Palladio CISA). La fastosa residenza per il nobile vicentino Montano Barbarano è il solo grande palazzo di città che Andrea Palladio riuscì a realizzare integralmente. A testimonianza degli interessi culturali del committente, nella sua Historia di Vicenza del 1591, Iacopo Marzari ricorda Montano Barbarano come “di belle lettere e musico eccellentissimo”; nell'inventario del 1592 figurano diversi flauti, che confermano l’esistenza nel palazzo di un’intensa attività musicale.
Descrizione: Al pianterreno, un magnifico atrio a quattro colonne salda insieme le due unità edilizie preesistenti. Nel realizzarlo Palladio è chiamato a risolvere due problemi: quello statico di sostenere il pavimento del grande salone al piano nobile, e quello compositivo di restituire un’apparenza simmetrica a un ambiente penalizzato dall’andamento sghembo dei muri perimetrali delle case preesistenti. Sulla base del modello delle ali del Teatro di Marcello a Roma, Palladio ripartisce l’ambiente in tre navate, disponendo al centro quattro colonne ioniche che gli consentono di ridurre l’ampiezza della luce delle crociere centrali, controventate da volte a botte laterali. Pone così in opera un sistema staticamente molto efficiente, in grado di reggere senza difficoltà il pavimento del salone soprastante.
Santuario di Monte Berico
Il Santuario della Madonna di Monte Berico si staglia, con la sua sagoma inconfondibile, in vetta al colle che sovrasta a sud-ovest la città di Vicenza. Giungervi e' facile. Per chi sceglie di salire a piedi non e' che una breve passeggiata, durante la quale gli e' dato di godere la vista della città, che gli si stende ai piedi, e della pianura circostante. Il percorso inizia ai piedi del colle ed una lunga teoria di 'portici' accompagna il pellegrino. Chi arriva da est, può invece giungere al Santuario salendo le 'Scalette', una pittoresca scalinata di 192 gradini che inizia dal piazzale Fraccon con il palladiano arco trionfale. In automobile invece vi si arriva in qualche minuto percorrendo Viale Dante e salendo Viale X Giugno, che porta davanti alla Basilica, ove il Piazzale della Vittoria offre ampio spazio per parcheggiare. A chi dalla città giunge al ripiano del 'Cristo' (alla metà del percorso dei 'portici'), il Santuario offre in un solo colpo d'occhio, sulla sommità del viale, la sua complessa archittetura. La monumentale costruzione incorpora le due chiese: la gotica del 1428 e la seicentesca del Borella.
La chiesa gotica, a ponente del complesso, venne costruita in appena 3 mesi, dal 25 agosto 1428, con il concorso del popolo, fatto convinto della prodigiosa liberazione della peste che durava da quasi un quarto di secolo.L'attuale facciata non è quella originaria, perchè un radicale rinnovamento operato nel 1860 ne ha appesantito l'aspetto.
La chiesa seicentesca, è opera dell'architetto vicentino Carlo Borella, iniziata nel 1688 e terminata nel 1703. Anche questa imponente opera venne eseguita per volere della città di Vicenza, quale segno ed espressione del continuo legame di fede tra i cittadini e la Madonna. All'esterno l'architettura si ripete identica nei tre lati, a oriente, settentrione e ponente. Tre ampie gradinate simmetriche introducono alla chiesa che, maestosa ed incisiva nelle sue masse e nelle sue numerose statue, lancia in alto a corona delle tre fonti la sua cupola aerea, donando all'edificio una spiccata snellezza.
Le origini del Santuario sono legate alle due apparizioni della Beata Vergine su questo colle: la prima del sette marzo 1426, la seconda del primo agosto 1428. Di questi due eccezionali avvenimenti venne istruita formale inchiesta da parte del Comune di Vicenza per mezzo di notai pubblici, i quali nel novembre 1430, stilarono un vero ed autentico 'Processus', il cui manoscritto è conservato oggi nella Biblioteca Civica Bertoliana.
Non conosco Vicenza ma il tuo servizio fa venire la voglia di vederla e apprezzarla. Poi, dopo avere saputo che è la città di Nadia!
rosà lo sai, sono stata a napoli, l’ho vista x un solo giorno, ma credo di averla vista meglio leggendo quello ke tu hai scritto su di essa. Lo hai fatto così bene ke quasi quasi non ci ritorno più a visitarla…..skerzo naturalmente. La voglia di venirci è aumentata grazie a te! Inutile scrivere ke sei stata bravissima….
Rosaria…..grazie, hai messo in risalto la parte migliore della mia città…..merita di essere visitata…
Rosà, farai una cosa analoga per Napoli?
dai che sei davvero bravissima…
grazie rosaria
mi hai fatto conoscere una spendida città il tuo lavoro merita davvero un elogio
io che amo la cultura enon smetto mai di cercare angoli della nostra terra
tu con la tua semplicita proffessionale mi hai fatto apparire
ancora più bella Vicenza