Ci sono persone che per loro natura devono vivere fuori
dagli schemi. La cosa non ha nessun legame con l’essere buono o cattivo, le
loro azioni a volte varcano la soglia della legalità ma è una soglia scritta
dagli uomini e per questo non sempre è perfetta, spesso, pur disapprovando il
loro modo di agire, ci sentiamo anche di giustificarli perché, in fondo, forse
loro hanno semplicemente il coraggio di fare quello che a volte noi stessi
saremmo tentati di fare.
Un paio di mesi fa Nadia scrisse su una di queste persone (A
spasso…con una bara in auto), raccontandoci dell’uomo che aveva attirato
l’attenzione di tutta la stampa del nord est girando con una bara caricata
sulla sua auto. Ma, sapete com’è, il mondo è piccolo il Web è grande, e può
capitare di incappare in qualche aneddoto legato alla vita di questo
personaggio.
Andare
a caccia di aneddoti è una delle
mie passioni, come l’astronomia, l’informatica …ehm, la
fauna…, dunque vengo a sapere così che il nostro eroe non è nuovo a gesti
clamorosi. Le sue azioni sono in genere la risposta a una qualche forma
d’ingiustizia che non ha trovato risposta attraverso le vie “convenzionali”.Eccolo
quindi uscire dagli schemi come:
Presentarsi presso una pubblica amministrazione armato di
tanica di benzina e accendino per ottenere un’attenzione negata da molto
(troppo) tempo. Per motivi analoghi, salire su di una gru e da li gettare in
strada documenti e verbali, oppure, scavalcare il pannello di protezione di un
cavalcavia sopra l’autostrada costringendo così le autorità a fermare il
traffico per questione di sicurezza; pare che in queste occasioni l’uomo
rimanesse solo pochi minuti oltre il pannello di protezione, in questo modo
avrebbe evitato la denuncia. (interruzione di pubblico servizio)
In un’altra occasione il nostro personaggio andò fino a Roma per mettere in
atto una delle sue proteste. Era accaduto che un paio di “servitori dello
stato” avessero convinto il figlio dell’uomo ad aprire insieme con loro
un’attività commerciale; purtroppo i due personaggi non si erano dimostrati dei
gentiluomini e avevano lasciato in seri guai finanziari il giovane. Tutte le
regolari denunce presentate non portarono alla soluzione del caso così il padre
partì per Roma in occasione di una festa delle forze armate e durante la parata
salì sulla tribuna d’onore creando non poco scompiglio.
Fermato e interrogato uscì la storia del figlio truffato con il risultato che i
due ex soci del giovane furono radiati e i problemi finanziari della sua azienda
risolti in breve tempo.
Anche a livello “personale” l’uomo si è fatto notare. Qualche anno fa aveva
comprato un locale (bar?) alla sua amante di allora; un giorno i due ebbero una
discussione e lei ebbe la pessima idea di dire qualcosa come “esci dal mio locale”. L’uomo con tutta
calma le fece presente che il locare era stato preso anche con i suoi soldi e
che quindi mezzo ambiente era anche suo, così le chiese quale fosse la parte
del locale di sua proprietà.
La donna per assecondarlo indicò all’uomo un punto del locale. Lui raggiunse il
punto e invitò i clienti, lì seduti ad alzarsi e allontanarsi; quindi distrusse
la sua metà del locale.
La storia di quest’uomo non è solo un susseguirsi di gesti clamorosi, c’è
spazio anche per momenti più teneri e, se vogliamo, curiosi come quando trovò
una papera mezza morta e la portò a casa. La curò e poi scavò una grossa buca
in giardino che trasformò in un laghetto per ospitare il pennuto.
Tra i due si creò un forte legame e c’è ancora chi lo ricorda girare in auto
per il paese con la papera accovacciata sulla sua spalla. Come un moderno
pirata e la papera al posto del più classico pappagallo. (girare in auto con
qualcosa di strano pare una sua mania.)
Quante
volte vi è capitato di pensare che per essere ascoltati e quindi per far valere i vostri
diritti bisogna essere ribelli, uscire dagli schemi che la società vuole
proporci e imporci?
i miei ero sono quelli che ogni giorno lottano nel quootidiano con dignità che non hanno voglia di essere sui giornali ma umilmente
e saggiamente vanno avant con la propria dignità
Era il 1969 ed in un freddo pomeriggio di gennaio Jan Palach si immolò tra le fiamme sui gradini del Museo Nazionale guardando prima di morire l’immensa piazza San Venceslao e la sua Praga che non aveva ancora primavere.
Non confondiamo mitomani,originaloidi,paranoici o folli con l’eroismo di chi veramente sa gridare forte e per ragioni che hanno un valore ed un senso.
Ecco, adesso ho trovato il ”coraggio” di scrivere sotto il tuo post, Giuliano.
Tu mi conosci bene, come pochi altri, e sai bene che il coraggio, lo trovo tutti i giorni.
Il coraggio di fare andare le cose nel verso giusto e di far valere i miei (e non solo miei) diritti.
Potrei scrivere un libro su tutte le volte che ho dovuto tirar fuori le unghie o alzare la voce (un aneddoto l’ho raccontato proprio sabato a Mauri e Danilo)ma sempre nel lecito, senza mai offendere o creare danni a cose o persone.
La vita è dura e bisogna saper difendersi e, come dici tu, purtroppo, molto spesso, non siamo ben visti!
Anzi, la classica frase è: quella è pazza o esibizionista o….(tanto altro).
Non è la stravaganza del personaggio, anche perché i fatti potrebbero essere gonfiati, ma il nostro atteggiamento di fronte alla negazione di nostri diritti. Quando a volte ci travolge la rabbia, il nervosismo per queste ingiustizie.
L’aver mai pensato di reagire andando oltre gli schemi, come nel caso dell’estroso personaggio. Avere il coraggio di farlo!
Il coraggio.
Guardandoci intorno, è facile costatare come nel nostro tempo il concetto di coraggio non goda, in termini generali, di troppa considerazione. Il coraggio è una qualità che accomuniamo spesso con il concetto di eroismo, riferendoci ai gesti eccezionali di quanti mettono a repentaglio la propria vita per un bene superiore o per la vita di un’altra persona.
che il personaggio sia un tipo eccentrico e senza ombra di dubbio vero
Ma almeno lui ha il coraggio dell’esposione eccentrica, si scarica del suo nervosismo e a quel modo forse qualcosa ottiene.
Mentre tanti cittadini in Italia subiscono e magari pensano di fare dei gesti incolsunti ma non hanno il coraggio.
Ecco come noi cittadini siamo condizionati dalla burocrazia,
soltanto dopo gesti del genere si muove qualcosa,
diciamo aggiungo ke non esiston persone cattive ma esseri ke non voglion ammmettere la propria infelicità e non cercan la via corretta per esse giustamente felici e credo ke appunto alcuni a volte valikino per infelicità limiti giusti……….ma ai posteri e al Giudice vero l’ardua sentenza….. io parlo così me sbraccio con semplicità anke perkè il vero dialogo non esiste forse ke potrebbe porta’ a conoscenza motivazioni di insubordinazioni….la giustizia carentissima ciao
Io credo che persone come quella che tu hai descritto nel racconto, Giuliano, più che reclamare i propri diritti cercassero la notorietà, sia nelle circostanze negative (appiccare fuoco ai pubblici uffici, scavalcare il pannello del cavalcavia, creare scompiglio alle forze armate ecc..) che in quelle positive (salvare la papera mezza morta). Onore al merito, in questo caso ma, perdonami, che bisogno aveva (ed ha tuttora) di girare con la papera sulla spalla, se non il desiderio di farsi notare? Non voglio entrare nel merito, poi della distruzione del locale che ritengo cosa del tutto priva del benchè minimo cenno di intelligenza. Forse non sarò un’impavida ma non credo che la ribellione attraverso gesti violenti o inconsulti serva a far valere i propri diritti.
O forse, semplicemente, manco di desiderio di protagonismo.
troppo spesso negli schemi della società, ai vertici purtroppo troppo spesso, (e lì ci è arrivata proprio per il falso sgomitamento, non di certo co l’olio di gomito in uso presso i maggiormente corretti ke proprio perkè corretti spesso non vedon le insidie di questi falsi sorridenti)c’è gente falsa ke non sta a fà il proprio dovere bensì il proprio interesse, gente barricata nei loro presunti saperi, tonache ke non han nulla della santità ke presumono retoricamente di volerci indicà, gente infarcita di retorica vekkia assurda oscena, per fortuna ci sono anke tanti samaritani ke amano i deboli del momento, ke a loro volta potrebbero essere nostri soccorritori, gente volemose bene nel rispetto egualitario per tutti, ad ognun il suo semplicismo contagioso verace ke sgorga dal cuore…………ciao me fermo