Ecco una suggestiva proposta per l’autunno: una passeggiata fra le strette o ombrose vie del centro storico di Vicenza, lasciando ai margini, per una volta, i capolavori palladiani, per andare a scoprire ciò che è rimasto della città medievale e gotica.
E per farlo non si può che partire dalla Basilica palladiana in piazza dei Signori, o meglio dall’antico Palazzo della Ragione che le logge palladiane nel Cinquecento hanno rivestito. Sì perché il nucleo antico di questo famoso edificio risale al Quattrocento, quando si ristrutturarono e riunirono i palazzi comunali duecenteschi al fine di ricavare un grandioso salone, tuttora coperto dal caratteristico tetto a carena di nave rovesciata.
Nella città medievale, al potere comunale si affiancava quello vescovile, ben rappresentato dalla Cattedrale dedicata a S. Maria Annunciata, con la sua splendida facciata quattrocentesca rivestita da conci di pietra bianca e rossa.
Per quanto riguarda l’edilizia privata più antica, purtroppo non si è salvato molto: Vicenza era chiamata “la città dalle cento torri”, ma le lotte fra le fazioni avverse ne provocarono spesso l’abbattimento. Quindi non ci resta che godere dei pochi esempi rimasti, come le case-torri dei Loschi, che conservano ancora le arcatelle originali del sottotetto.
Dell’antico e grandioso Castelvecchio, che anticamente arrivava ad occupare quasi tutta l’attuale piazza Castello, resta integro solo il poderoso Torrione: grazie ad un ingegnoso sistema di collegamento visivo tra torri e campanili, di notte da qui si potevano trasmettere messaggi luminosi che arrivavano velocemente fino a Verona.
Un piccolo gioiello si incontra passando accanto al Liceo Pigafetta: si tratta dell’oratorio dei SS. Maria e Cristoforo, che faceva parte dell’ospedale degli Esposti, dove venivano accolti bambini orfani o abbandonati. Si tratta di un bell’esempio di gotico locale, con la facciata caratterizzata da un insolito coronamento curvilineo e dalle statue a tutto tondo sul portale, la Madonna e i santi Cristoforo e Vincenzo (patrono della città). A dire il vero, le sculture originali in pietra tenera, minacciate dagli agenti atmosferici, si trovano conservate al Museo Civico dagli anni Cinquanta; queste sono delle copie realizzate da Neri Pozza, valente scultore, oltre che scrittore ed editore.
Poco distante, troviamo il tempio francescano di San Lorenzo, una delle più significative chiese realizzate in città dagli ordini mendicanti nel Duecento. In particolare merita uno sguardo attento il bellissimo portale, opera di Andriolo de’ Santi del 1344. Esso fu voluto e finanziato da un personaggio vicentino molto autorevole presso la corte veronese di Cangrande della Scala, Pietro Nano da Marano, che voleva così rimediare al fatto di essersi arricchito grazie all’usura e che pretese di farsi ritrarre inginocchiato davanti alla Vergine nel timpano, insieme alle figure sacre.
Ma, se vogliamo godere del gotico fiorito veneziano più raffinato ed elegante, dobbiamo spostarci in contra’ Porti, che prende il nome proprio dalla famiglia Da Porto, che possedeva quasi tutti i palazzi che vi si affacciano. Trattandosi di una delle famiglie più ricche e prestigiose di Vicenza, si teneva costantemente aggiornata rispetto alle mode ed agli stili costruttivi. Quindi, quando Vicenza nel 1404 decise di porsi sotto l’ala della Serenissima Repubblica di Venezia, i Da Porto si fecero qui realizzare degli splendidi palazzi secondo lo stile della capitale, con facciate affrescate e arricchite da monofore e quadrifore dagli archi inflessi e lobati, trasformando questa contrada nella via più bella ed elegante della città.
La chiesa domenicana di Santa Corona, luminosissima grazie ai recenti restauri, testimonia un evento cruciale per la storia religiosa di Vicenza: nel 1260 il vescovo Bartolomeo da Breganze entrò in città portando con sé una preziosa reliquia ricevuta in dono dal re di Francia Luigi IX, una spina della corona di spine di Gesù Cristo. Proprio per ospitarla degnamente si costruì questa chiesa, come se fosse un gigantesco reliquiario.
L’edificio è stato più volte rimaneggiato nelle epoche successive, ma conserva ancora la Cappella Aurea con le bellissime sepolture in marmo rosso della famiglia Thiene e soprattutto il coro ligneo quattrocentesco, i cui dossali intarsiati ci consentono di ricostruire alcuni scorci della Vicenza prepalladiana.
Manuela - Animatrice Culturale e Ambientale del Centro Turistico Giovanile di Vicenza
io nn avevo visto questo articolo sono stata a gennaio a Vicenza in occasione della mostra alla Basilica Palladiana, con un amico ho visitato un po’ la città purtroppo il mio tempo era poco, comunque complimenti è veramente bello questo articolo grazie a chi lo ha scritto
Manuela, se non ti avessi incontrata ieri sera non avrei notato il tuo commento e quindi non ti avrei risposto. Eccomi qui, anche se in ritardo, per confermare che sarò ben felice di collaborare con te per un’altra ”suggestione vicentina”.
Grazie e a presto. Colgo l’occasione per augurare a te e ai tuoi genitori un sereno Natale e un 2013 pieno di soddisfazioni.
Un abbraccio.
Sono felice che le mie brevi note sulla Vicenza medievale vi siano piaciute. Lo scopo era proprio quello di incuriosirvi presentandovi qualcuno dei suoi aspetti meno noti. La presenza dei capolavori palladiani, infatti, tende ad oscurare tutto il resto, mentre Vicenza è una città dalla lunga storia, che va assaporata con lentezza e con la curiosità di infilare le contrade più strette e di sbirciare dietro ai portoni.
Contando sulla preziosa collaborazione di Nadia, spero di inviarvi presto qualche altra “suggestione vicentina”.
Grazie Riccardo, ma questa volta non sono io l’autrice di questo articolo di storia dell’arte, ma Manuela, alla quale vanno tutti i nostri complimenti in attesa di rileggerla ancora. Sono anche sicura che i vicentini ti accompagneranno volentieri in una tua prossima visita alla loro bella città.
Come dice Alba due sono le città più conosciute del Veneto, io aggingerei anche Padova, E devo fare ammenda perche come nipote di Vicentini non ho mai visitato la città se non di passaggio per altri luoghi del veneto.
Poi ci si mette anche Franci e allora ho deciso questa primavera mi rifarò e se gli amici vicentini lo vorranno mi faranno da cicerone nella visita della città dei miei avi.
Tu Giuliano, purtroppo hai visto molto poco della mia città (poco tempo) ma penso e spero ti sia rimasta nel cuore. La tua guida è stata ottima anche se non è vicentina.
La prossima volta, dedicheremo più tempo perchè Vicenza, merita di essere visitata in tutti i suoi angoli più nascosti.
Ho partecipato a qualcuna di queste ”passeggiate” nel cuore della mia città e, io che non capisco molto di arte, devo dire che si rimane ad ascoltare con molto piacere. Manuela e i suoi colleghi sanno parlarti della città in modo coinvolgente.
Voglio ringraziare Manuela che gentilmente ha accettato di collaborare con questo articolo, Franci e Maurizia per i complimenti al video.
Spero di poter collaborare ancora.
Un caro saluto a Manuela e….alla prossima ”passeggiata”.
video accezionale ,complimenti alla regista
Ho avuto la fortuna di visitare Vicenza con una guida eccezzionale!!!Non dico il nome ma la indico con il naso!
A parte le battute si mi è piaciuta ma che freddo quel giorno,per fortuna i locali sono molto…caldi!!
solo chi ama la sua città ci può parlare con tanta enfasi.
ho passeggiato in una città a me sconosciuta e forse per il grande pubblico poco valorizata, Perchè del Veneto due le città conosciute Venezia e Verona.
grazie ate è stato veramente bello conoscere l’arte che racchiude questa città, tanto è vero che ho approfondito la mia conoscenza in web e vedendo dei video grazie ancora
Grazie Emanuela pur avendo visitato Vicenza recentemente non conoscevo la storia .Grazie
E faccio anche i miei complimenti a Nadia per il bel video che propone, passo dopo passo, tutte le bellezze artistiche descritte nell’articolo di Manuela.
Ho visitato molte volte la tua bella città, Manuela e, da innamorata dell’arte quale sono, ne ho apprezzato le bellezze artistiche. Recentemente ho avuto la fortuna di ammirare anche la Chiesa di Santa Corona, completamente restaurata, con quel capolavoro del Bellini, il “Battesimo di Cristo” nell’altare Garzadori. E che dire di quel monumentale altare sul presbiterio, in pietre dure fiorentine, stupenda opera d’arte, transitando dietro al quale si apre un magnifico coro ligneo intarsiato e istoriato. Naturalmente non mi sono lasciata sfuggire l’occasione di ammirare la Basilica Palladiana anch’essa restaurata facendomi accompagnare dall’emozione di ciò che essa contiene, l’impareggiabile mostra “Raffaello verso Picasso”. Non vado oltre altrimenti finisco per fare l’articolo all’articolo e non è cosa corretta ma ti posso dire, cara Manuela, che la tua città mi ha preso la “penna” più volte procurandomi emozioni e obbligandomi a scrivere delle sue bellezze artistiche e storiche.
Ma quanto è stata bella questa passeggiata! Grazie a Manuela.