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La rana bollita

 

Noam Chomsky, linguista statunitense, filosofo teorico della comunicazione, conduce da anni un accurato studio sul ruolo dei mass media nelle democrazie occidentali ed è considerato uno degli intellettuali più celebri e seguiti del pensiero progressista americano e mondiale, ha pubblicato una lista delle strategie di manipolazioni mediatiche, molto interessante è quella della “Gradualità”. Lo studioso afferma, che per far accettare una misura inaccettabile, basta applicarla gradualmente, col contagocce, per un po’ di anni consecutivi. Questo è quello che è accaduto negli ultimi decenni, abbiamo accettato condizioni socio-economiche inaccettabili, come privatizzazioni, precarietà, flessibilità, disoccupazione, salari che non garantivano più redditi dignitosi, cambiamenti che avrebbero provocato una rivoluzione se fossero stati applicati in una sola volta. Una metafora che viene utilizzata per illustrare la “strategia della gradualità”, è quella della “Stagnazione”, molto bene spiegata in questo racconto:

 

Il principio della rana bollita (di Noam Chomsky)

rana

Immaginate un pentolone pieno d’acqua fredda nel quale nuota tranquillamente una rana. Il fuoco è acceso sotto la pentola, l’acqua si riscalda pian piano. Presto diventa tiepida. La rana la trova piuttosto gradevole e continua a nuotare. La temperatura sale. Adesso l’acqua è calda. Un po’ più di quanto la rana non apprezzi. Si stanca un po’, tuttavia non si spaventa. L’acqua adesso è davvero troppo calda. La rana la trova molto sgradevole, ma si è indebolita, non ha la forza di reagire. Allora sopporta e non fa nulla. Intanto la temperatura sale ancora, fino al momento in cui la rana finisce – semplicemente – morta bollita. Se la stessa rana fosse stata immersa direttamente nell’acqua a 50° avrebbe dato un forte colpo di zampa, sarebbe balzata subito fuori dal pentolone. Questa esperienza mostra che – quando un cambiamento si effettua in maniera sufficientemente lenta – sfugge alla coscienza e non suscita – per la maggior parte del tempo – nessuna reazione, nessuna opposizione, nessuna rivolta.

Lucia-05  

15 Commenti a “LA RANA BOLLITA……di Lucia.tr”

  1. edis.maria ha detto:

    La metafora della “rana bolita” vale solo per coloro che non hanno le stesse nostre idee, che dissentano da noi, che ci contraddicono , vero? Per noi no! Noi siamo coloro che sono riusciti a non lasciarci coinvolgere, ad essere ragionevoli,a usare il nostro raziocinio! Mi pare che siamo ancora in tanti, meno male!

  2. lucia1.tr ha detto:

    Punto 7) = “Esaltazione dell’ignoranza e della mediocrità.” In quest’ affermazione sono racchiusi i problemi della scuola pubblica odierna, s’investe sempre di meno sull’istruzione, la qualità dell’educazione offerta dalla scuola pubblica, sta diventando sempre più mediocre, non si investe sulla cultura, in modo da creare una netta differenza tra le classi sociali, i ricchi sempre più ricchi e istruiti i poveri sempre più poveri con meno capacità decisionali. Perché un cittadino poco istruito e informato si può raggirare e convincere facilmente, questo lo possiamo vedere ogni giorno, le ultime esternazioni di un politico che si rivolge ai pensionati definendoli; stanchi, passivi e inerti, chiusi ad ogni cambiamento, poco propensi ad uscire dalla loro tane, rispecchia molto il pensiero di questa “Favoletta” su cui Lorenzo ironizza! Per ora abbiamo cambiato la Pentola, mi sembra che l’acqua inizi a raffreddarsi, buon segno..

  3. lorenzo.rm ha detto:

    Consigli per il cuoco? Per la rana? Io tengo per la rana.

  4. sandra vi ha detto:

    I
    o nn condivido tutto quanto afferma Noame Chhomski,la sua metafora della rana e’ davvero interessante ,ma nn voglio per niente arrivare lalla cottura.Si in questi anni ci hanno frastornati di belle parole ,lasciamdosi sprofondare pian piano,ma un bel colpo di tallone e si torna a galla .Ne siamo usciti altre volte e dobbiamo uscire anche questa volta ,certo ,inutile piangere sul latte versato .Rimboccarci le maniche ,come ci hanno insegnato i nostri vecchi,inventare nuovi lavori,e con tutte le nostre forze piu sane ne usciremo

  5. marc52 ha detto:

    D’accordissimo con Cromsky, da bambini si è come delle spugne che apprendono gli atteggiamenti dei genitori, dei grandi, degli amici, della società tramite i media, della scuola, degli amici adeguandosi ai loro comportamenti ripetendo certi atteggiamenti. Da adulti, come una goccia che ci cade sulla testa e scava e scava, noi apprendiamo, ci adeguiamo, senza neanche accorgecene. Non è questione di modello americano, quello noi lo abbiamo già acquisito con i media con i film(la maggior parte sono made in USA)la globalizzazione a avvicinato le mentalità gli atteggiamenti i comportamenti. Ciò che prima gli americani facevano noi ci arrivavamo 10 anni dopo. Oggi non è più così! Di fatti se oggi noi subiamo di più la crisi è perché ci siamo adagiati su di un modello consumistico che piano piano a scavato nelle nostre teste, nel modo di vivere, nella nostra mentalità, nei nostri comportamenti economici. I nostri genitori hanno contribuito in parte a questo cambiamento /adeguamento, dandoci quello che a loro e mancato per anni, avendo subito ristrettezze finanziarie. Oggi sta avvenendo il contrario ci stiamo adeguando piano piano a tali ristrettezze. Mi sembra una cosa nella natura dell’uomo l’adeguamento l’accettazione. Cromsky mi sembra che abbia inventato l’acqua calda affermando tutto ciò. Avviene quasi sempre, non e una questione di combattere tale atteggiamento, esso… si insinua lentamente, lavora nel nostro io, è come (cosa criticata molto spesso) i terremotati arrivano ad adeguarsi, ad adattarsi, a vivere, in baracche, in container per anni e anni, senza più avere la forza di reagire, ciò e successo con i terremotati del Belice, forse ancora oggi baraccati, tutto questo è forza di adeguamento? Di accettazione? O mancanza di ribellione?

  6. lucia1.tr ha detto:

    Noam Chomsky ha scritto molto in merito alla strategia del controllo sociale, riporto in sintesi le dieci regole:
    1) la distrazione, mediante un profluvio di informazioni irrilevanti;
    2) l’occupazione, ossia distrarre creando nuovi problemi;
    3) la gradualità, vale a dire l’applicazione del “principio della rana bollita”;
    4) il differimento, con annunci a catena;
    5) l’infantilizzazione, ossia il trattare i cittadini come bambini neanche troppo intelligenti;
    6) lo sfruttamento dei registri emotivi piuttosto che quelli della razionalità;
    7) l’esaltazione dell’ignoranza e della mediocrità;
    8) il far credere che sia di moda essere mediocri;
    9) la stimolazione dell’auto colpevolizzazione;
    10) la conoscenza degli individui migliore di quanto loro stessi non si conoscano.

    Quale di queste regole, secondo il vostro parere, non corrisponde alla nostra realtà?

  7. alba morsilli ha detto:

    Il principio della “Rana bollita”è una metafora, essa serve per illustrare la strategia della gradualità.
    Quessta venne usata dai nostri politici facendo credere che non vi era crisi. Ricordate le parole “I ristoranti sono pieni dov’è la crisi” Piano piano come la rana siamo cadutinella trappola perchi voleva cucinare.
    Questo articolo viene a faggiolo dopo la grande vittoria del PDalle elezioni Europee.
    Abbiamo dimostratosolo con l’arma della mattita che non vogliamo cuocere in pentola come la rana.
    é stato il voto della speranza, del cambiamento,non quello della rana, Il popolo ha rispostoabbiamo solo da aspettareche non si accende il fuoco sotto la pentola

  8. elisabetta8.mi ha detto:

    Lucia,nn penso propio di paragonarmi alla tua povera rana,nn lo permetterei mai a nessuno ,fino a quando saro’ in grado di intendere e di volere,anche se il paragone ci sta’ con la nostra situazione politica,tutti abbiamo un cervello e nn dobbiamo metterlo all’ammasso,quello che i media propongono nn è realta’occorre saper guardaci dentro,vedremo che cosa riescira a fare questo ragazzo pieno di buona volonta’o meglio quello che le permetteranno di fare,mi dispiace x la rana,poverina,,,,,,,,,,,

  9. Giuseppe3.ca ha detto:

    Si la metafora della cottura lenta calza perfettamente! Ogni giorno, ormai da anni ma dire da sempre, subiamo i condizionamenti psicologici di coloro che si propongono di dominare le masse. Le nostre coscienze, anche nell’animo più puro e obiettivo possibile, subiscono i condizionamenti della persuasione occulta, lenta e distribuita a piccole dosi ma con costanza crescente. Purtroppo, nella maggior parte dei casi, senza rendercene conto oppure, quando ce ne rendiamo conto, siamo già coinvolti e sommersi fino al collo. Però è proprio quello il momento di raccogliere le forze rimaste, scrollarci tutto di dosso e ricominciare da capo. Coraggio!

  10. lucia1.tr ha detto:

    Leggo con piacere, i messaggi di positività e di speranza di Giulio e Pino, entrambi consapevoli che non bisogna arrendersi alla negatività che la rana ci racconta. Non c’è dubbio che le cose dice Chomsky, non sono tutte condivisibili, alcune sacrosante, altre relative e discutibili, lui si rivolge, in modo critico, ad una società statunitense in grave crisi politica, economica e manipolata da una informazione distorta. Noi italiani abbiamo nel nostro DNA la capacità di risollevarci e trovare soluzioni geniali per la ricrescita, l’hanno già fatto le generazioni che ci hanno preceduto, lo faremo anche noi, se lasciamo da parte quel pizzico d’individualismo che regna in ognuno di noi e determinati, facciamo le scelte giuste.

  11. franco muzzioli ha detto:

    Non sono d’accordo con Chomski , non darei la colpa di questi
    cambiamenti ai media ed al loro modo di esprimersi, non si tratta solo di parole ,ma di cambiamenti drastici della società dovuti alla globalizzazione e ad un colpevole capitalismo finanziario liberista. Nessuna “gradualità ” voluta da grandi vecchi o da poteri occulti. La precarietà socio-economica , i salari decurtati, i cassintegrati, i disoccupati ecc. ecc. non sono il frutto di una strategia dell’assuefazione, sono la tragica constatazione della realtà .
    Nessuno si bea tranquillo nel constatare una crisi economica dilagante… è necessario prendere atto che le cose sono cambiate e cambieranno ancora (in peggio), consideriamo che siamo sempre vissuti al di sopra delle reali possibilità e che è venuto il momento di cambiare e tirarsci su le maniche…..se mai comperare un termometro ed evitare che l’acqua possa bollire .

  12. pino vangone ha detto:

    Risulta difficile commentare, quasi come se oramai non ci fosse più rimedio, invece a me piace pensare ad una rana che anche nel pieno dei condizionamenti, è capace di nuotar contro corrente per trovar magari quella poca acqua fredda, o magari capace ancora di saltar sulla foglia della Victoria regia o confrontarsi col grillo parlante, insomma darsi da fare per quanto possibile. Magari cambiar spesso canale per attingere da fonti diverse e comunque pensare con la propria testa, meglio sbagliare e cuocersi per affermare le proprie idee ed i propri principi che sorbire passivamente e gradualmente quelli sbagliati degli altri.

  13. Giulio Salvatori ha detto:

    E’ amaro ammetterlo, però, siamo tutti nel calderone bolliti al punto giusto.A poco a poco ci hanno ridotti a coteghini, insaccati nelle trame , apparentemente indolori della nostra malsana politica. Una farsa collettiva della democrazia che ci ha spennati da oltre vent’anni.Non è che non ce ne siamo accorti, ma speravamo che ci fosse un cambiamento, invece ci siamo trovati nelle sabbie mobili fino al collo.Si sprofondava consapevolmente ma non siamo stati capaci di nessuna rivoluzione. quando ce ne siamo accorti, il giogo era troppo strett e l’aratro della -buona semina- spariva fra zolle di mota.Generazioni sono finite, complice la disinformazione, nel pentolone come la rana descritta da Lucia.Credo, spero, che le nuove generazioni non si facciano spennare ma che abbiano le giuste reazioni, tuffando gli artefici dell’ingordigia e della falsità nel cratere della sana giustizia.

  14. lucia1.tr ha detto:

    Ho pensato di proporre quest’argomento per approfondire il tema iniziato nell’articolo precedente, quello dell’assuefazione e dell’indifferenza verso tutte quelle cose che fino a poco tempo ci avrebbero fatto orrore. Spesso pensiamo che, essere considerati al passo con i tempi, significhi lasciare agli altri il compito di tutelare i nostri diritti; quelli dell’individualità personale e della riservatezza, della dignità della persona, della tutela della natura, della possibilità di vivere tranquilli. Si prevede un futuro incerto e pieno d’incognite, ma non siamo spaventati, accettiamo passivamente, il continuo bombardamento da parte dei media di notizie che, ci confonde a tal punto, da non riuscire a distinguere quello che è veramente bene per noi.

  15. francesca (franci) ha detto:

    Molto interessante la metafora della rana bollita. Insegna molto, soprattutto nel finale dove ci fa comprendere che ci si può adeguare così tanto alla vita fino a morire di apatia. E’ uno sprone a non accettare sempre tutto senza reagire, per paura di essere inadatti o di ciò che potrebbe succedere. A volte sono paure derivanti da bassa autostima, mancanza di coraggio. A volte è quel “vivacchiare” che si ritiene più comodo del fare nuove esperienze, nuove conoscenze o addirittura cambiare quello che ci viene imposto e che riteniamo ingiusto. Ma il tempo trascorre inesorabilmente e noi restiamo sempre più insoddisfatti. Diamo la colpa alla sfortuna, agli eventi esterni, al governo, agli altri che non ci comprendono. E’ inutile, siamo noi che dobbiamo cambiare dentro, modificarci per crescere e cambiare ciò che non va.

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