Io che, per la maggior parte del mio tempo, vivo tra Langhe, Roero e Monferrato, sono orgogliosa e quanto mai fiera di apprendere che queste terre adesso fanno parte della World Heritage List dell’Unesco, che tradotto non è altro che la “Lista del Patrimonio Mondiale dell’Unesco”.
Un riconoscimento altissimo, che pone le colline del Moscato, della Barbera, del Barolo e del Barbaresco accanto a “mostri sacri” come le Dolomiti, i Sassi di Matera, la città di Ferrara, il centro storico di Roma, le Cinque Terre, Assisi, Venezia, tanto per citarne alcune. Che onore, ragazzi! E tra i 29 Comuni neo-eletti patrimonio dell’Unesco c’è anche la cittadina dove vivo: Asti.
Il merito maggiore va alla viticoltura, eccezionale testimonianza della tradizione storica nella coltivazione della vite. Neppure le tanto decantate colline francesi dove si producono lo Champagne e il Bordeaux ci sono ancora arrivate.
Sta bene il vino, ma non dobbiamo sottovalutare i paesaggi, e soprattutto l’emozione di essere rapiti da panorami che lasciano senza fiato, aperti su territori integri ed immutati nel tempo.
Un reticolo di strade, borghi medievali e dolci colline che come ben descrivono Beppe Fenoglio e Cesare Pavese rende unico questo panorama.
"..C’è una ragione perché sono tornato in questo paese, qui e non invece a Canelli, a Barbaresco o in Alba. Qui non ci sono nato, è quasi certo; dove son nato non lo so; non c’è da queste parti una casa né un pezzo di terra né delle ossa ch’io possa dire “ Ecco cos’ero prima di nascere...”.
Da "La luna e i falò" di Cesare Pavese.
Ma essere patrimonio dell’Unesco è anche la straordinaria opportunità turistica che questo comporta. Immaginate che, adesso, in tutto il mondo milioni di persone condivideranno il rilevante prestigio ed il riconoscimento internazionale dell’Unesco per le nostre terre.
E adesso, cari amici, vi porto un po’ a spasso per le colline della Langa e del Roero, visitando Castelli e residenze medievali e godendo di panorami indimenticabili. Scopriremo in questi luoghi un pezzo della storia d’Italia.
Usciamo da casa mia, imbocchiamo la Statale che va verso Alba e, dopo circa 15 minuti, facciamo una deviazione inerpicandoci su per le prime colline di Langa con l'indispensabile sosta al Castello di Magliano Alfieri.
Castello di Magliano Alfieri
E’ una sontuosa residenza barocca, eretta sulla pre-esistente fortezza medievale, dove è vissuto Vittorio Alfieri, l'indomito e orgoglioso creatore della tragedia italiana.
A proposito di questo sito, devo dirvi che quando ho voglia di mangiarmi qualcosa di buono, oppure un’ottima pizza in compagnia di amici, vengo sempre nell’attiguo ristorante che ha una terrazza affacciata su tutta la Langa. Di notte, con i lampioncini accesi, vi assicuro che fa da meravigliosa e suggestiva cornice che racchiude in un immenso spazio, tutte le Langhe ed anche oltre, a perdita d’occhio.
Ed eccola qua la terrazza del mio ristorante preferito, non è una meraviglia?
Ma adesso scendiamo e proseguiamo in direzione di Alba.
La città di Alba con le sue torri
Altra tappa d’obbligo, considerata la capitale delle Langhe, Alba è anche detta la “città delle cento torri”. Oggi ne sopravvivono una decina racchiuse nel perimetro del centro storico che conserva intatta la sua fisionomia medievale. Iniziamo a percorrere il centro storico fiancheggiato da nobili edifici e giungiamo in piazza Duomo. Qui sorge il Palazzo Comunale ma la piazza è dominata dalla Cattedrale di San Lorenzo del XII secolo, e sempre del XII secolo, a pochi passi troviamo la Chiesa di San Domenico in stile gotico primitivo.
C’è molto da vedere ad Alba, e magari anche farci una “grattatina” di tartufo bianco su un piatto di tagliolini, ma tanto altro ci aspetta ancora.
Castello di Guarene
E allora, via alla volta di Guarene, piccolo borgo arroccato sulla cima di un colle e dominato da un Castello barocco.
Pochi chilometri ci separano da Grinzane Cavour dove visitiamo il bel Castello del XIII secolo e dove soggiornò, in età giovanile, Camillo Benso Conte di Cavour (appunto si chiama così, no?).
Castello di Grinzane Cavour
Proseguiamo il nostro tour alla volta di Serralunga d’Alba e, a piedi, saliamo al castello duecentesco, allora adibito a fortezza con torri angolari. E ancora una volta il nostro sguardo spazia tra il fascino delle colline circostanti ricoperte da vigneti, in riga perfetta come squadriglie di soldati.
Serralunga d'Alba
Ci dirigiamo adesso verso l’’Alta Langa e, con una breve tappa a Cravanzana, raggiungiamo il paese più alto delle Langhe, Mombarcaro (896 metri) e passeggiamo per le strette vie del paese che conserva intatta la struttura medievale.
E per gustarci anche un po’ di Roero ci spostiamo verso Bra, la capitale del barocco piemontese. Ci concediamo una piacevole passeggiata tra gli eleganti caffè storici e i numerosi cortili, segreti e suggestivi.
La Città di Bra
Proseguiamo per Cherasco ed ammiriamo, in questa cittadina fondata sicuramente dall’impero romano, un intatto centro storico, una splendida torre comunale, un arco napoleonico, un castello, la Chiesa di Santa Maria del Popolo, un viale mantenuto in vita con grande cura e di rara bellezza, e poi case e palazzi nobiliari in perfetto stato di conservazione.
Cherasco - Arco Napoleonico
Ed ora non possiamo evitare una visita a Pollenzo, la città romana di Pollentia, già citata da Plinio e fondata nel II secolo a.C. Qui si possono vedere le case costruite in forma circolare, sopra i gradoni di un anfiteatro romano. Numerosi sono i reperti che testimoniano le attività della vita sociale dell’antica Pollentia:ceramiche, vetri, metalli e monete, recuperate nel corso di scavi e oggi custodite al Museo Civico di Storia, Arte e Archeologia di Palazzo Traversa a Bra.
Pollentia - Pollenzo
Facciamo un’ultima tappa al Castello di Barolo perché voglio portarvi al Museo del Vino e farvi degustare uno dei più prestigiosi vini delle Langhe, il Barolo appunto.
Castello di Barolo
Mettetevi comodi e apprezzate il suo colore rosso granato con riflessi aranciati, dal profumo intenso e persistente, con note fruttate, floreali e anche un po’ speziate. Il sapore è equilibrato da componenti “dure” e “morbide” che fanno di questo nettare un vino potente, elegante e di grande personalità.
Per ora credo possa bastare, vero amici? Sarete un po’ stanchi di seguirmi nelle mie scorribande naturalistiche, storiche e artistiche.
Mi fermo qua, la prossima volta vi accompagnerò per altri percorsi della mia terra, magari nell’Alto e Basso Monferrato.
Orgogliosa di accompagnarvi nelle belle terre dell’Italia tutta, vi ringrazio e, brindando con voi, vi saluto col mio solito abbraccio.
bel blog! comunque una precisazione…anche Magliano Alfieri e Guarene sono nel Roero, non solo Bra e Pollenzo
Si, effettivamente come dice Nadia, con la foto di Bra ho combinato un pasticcio. Deve essere successo che cercando tra le mie foto, “Bra” m’è uscita quella dei “portoni del Brà” anzichè la città di Bra. Un refuso come può capitare. Ho provveduto a sostituire la foto “incriminata” con quella pertinente. Chiedo scusa a tutti e ringrazio Nadia per avermelo fatto notare.
Chiedo scusa per l’intrusione ma, dopo moltissimo tempo mi sono imbattuta in questo blog di ”incontriamoci” e ho letto l’ultimo articolo molto interessante. Ma c’è un ma….. ho puntato l’occhio su una foto che conosco molto bene perchè fotografata da Rosaria e da me durante una nostra visita a Verona. Si tratta della citata ”città di Bra” In realtà si tratta di ”i portoni della Brà”. qui sotto riporto la descrizione (fonte Wikipedia). Credo che tutta l’arte e i monumenti meritino di essere chiamati col loro nome.
Sarà stata sicuramente una svista.
Saluto cordialmente tutti e buon proseguimento.
http://it.wikipedia.org/wiki/P.....ona_03.jpg
Portoni della Brà. Tale porta, con annessa pusterla, vengono citate per l’ultima volta due secoli più tardi, nel 1459. Gli attuali portoni sarebbero stati edificati – secondo il Simeoni – in occasione della realizzazione del passaggio coperto che univa la Cittadella al Castelvecchio. La doppia arcata avrebbe trovato spiegazione nel fatto che quello occidentale sarebbe servito da porta, mentre quello orientale per il fossato. Per quanto riguarda la costruzione, essa va attribuita ai Visconti (1389-1402), dal momento che nel 1404 alla venuta dei Carraresi già esisteva il collegamento coperto.
Edis, certo che lo puoi dire. E visto che il Piemonte è anche un pò mio, diciamolo insieme: “COM’E’ BELLO IL NOSTRO PIEMONTE..!!” Ciao e grazie. Un abbraccio.
Che bello il MIO PIEMONTE! Posso dirlo con orgoglio?
Ma che bello scoprire che tanti di voi,amici,conoscete la mia terra. A nche tu Sandra hai bellissimi ricordi delle Langhe e questo mi fa molto piacere, anche se a te, il ricordo di quei bei momenti dara’un po’di nostalgica malinconia.
Ricevi il mio immenso abbraccio. E grazie
Mi fa molto piacere apprendere che anche tu hai visitato queste terre, Pino. Eri bimbo eppure le ricordi ancora. Credo tu debba ritornarci per fare un bel ripasso, lo apprezzeresti con altri occhi. Grazie, un abbraccio.
Caro toscano,non sei assolutamente fuori tema. Hai visto cosa succede ad andar con Bacco? Ma ne val ben una notte sul tavolaccio se si e’giovani e impulsivi. Adesso ti godresti tutto con piu’piacere. Ma sei sempre un gran simpatico,raccontacene ancora di questi aneddoti. Ciao
Grazie Francesca per questa bellissima descriziene delle Langhe e del Monferrato.sai che qando racconti io chiudo gli occhi e ti seguo ,questa volta e’ stato un Revival perche’ mio marito amava le Langhe ,il MONFERRATOaveva fatto l;uffivciale a Pinerolo ,aveva amici a Bra e Acqui e spesso eravamo invitati,specie nella stagiobne dei funghie..tartufi,sulla ns tavola naturalmente ivini erano solo Piemontesi Barolo poi IL RE dei Vini ,il Vino dei RE,naturalmente ho amato le langhe e il Monferrato e li ricordo con tanta nostalgia ………….
Grazie a te, Elisabetta. Sai che a me piace viaggiare, sono spesso in giro. Ma quando torno a casa non perdo occasione per andare a scoprire nuovi angoli della mia bella terra. E’ affascinante in tutte le stagioni. Con la neve d’inverno, con la prima fioritura in primavera, con l’esplosione di verde e di colori d’estate, col giallo, il rosso e il marrone in autunno. Devi proprio venirci, sai? Ti abbraccio.
Francesca sono stato in questi luoghi, molti anni fa, avevo sette od otto anni,quando con la mia famiglia in maggio o settembre usavamo fare dei viaggetti, in auto, per l’Italia. Pur ricordando la complessiva bellezze delle tue terre non avevo più il ricordo delle cose visitate, mi ha fatto piacere rivederle nel tuo articolo così ben presentato, che lascia trasparire l’amore che nutri per la tua terra e del bello in generale ti ricambio l’abbraccio e ti ringrazio.
conosco un pocchino le Langhe venivo in campagna a Boves (Cuneo)e poi giravo per paesi meravigliosi ma oggi tu hai saziato la mia curiosità, mi ha fatto veramente piaceretutto quello hai scritto.
Io ora aggiungo una persona per voi delle Langhe cara Cesare Pavesi che nei suoi scritti non ha mai dimenticato i suoi posti natali.
Ecco una sua poesia Notturno
La collina è notturna, nel cielo chiaro.
Vi s’inquadra il tuo capo, che muove appena
e accompagna quel cielo. Sei come una nube
intravista fra i rami. Ti ride negli occhi
la stranezza di un cielo che non è il tuo.
La collina di terra e di foglie chiude
con la massa nera il tuo vivo guardare,
la tua bocca ha la piega di un dolce incavo
tra le coste lontane. Sembri giocare
alla grande collina e al chiarore del cielo:
per piacermi ripeti lo sfondo antico
e lo rendi più puro.
Ma vivi altrove.
Il tuo tenero sangue si è fatto altrove.
Le parole che dici non hanno riscontro
con la scabra tristezza di questo cielo.
Tu non sei che una nube dolcissima, bianca
impigliata una notte fra i rami antichi.
Questa volta la palla finisce in rete: gol! Anche le Langhe diventano patrimonio Unesco. È il cinquantesimo riconoscimento per l’Italia. Per la sua bellezza. Per la sua creatività. La sua qualità. Con le Langhe sono premiati il paesaggio vitivinicolo e la cultura del vino. Questo è il Bel Paese: campione del mondo con più siti. Con la decisione presa a Doha, domenica 22 giugno 2014, in occasione della trentottesima sessione annuale del Comitato mondiale Unesco, l’Italia tocca quota cinquanta. La Germania si inchina facendo i complimenti nel pieno dei lavori. Inchiniamoci tutti per un’Italia sempre più bella. E per alimentare ogni giorno di più la nostra straordinaria cultura. Lavorando a testa bassa.
scritto dal giornasta Roberto Ippolito
Si Franci, ero io , anzi eravamo noi gli Alpini che suonavano nelle Tue Città…Ragazzi di ieri.Perdonami se “vado fuori tema”, ma dai paesi vicini venivano a chiedere al maestro dei suonatori per dare una mano alle loro piccolissime Filarmoniche.Si indossava, in quelle occasioni, la loro divisa oppure in borghese.Noi eravamo felici di andare e ci trattavano veramente bene.Una volta eravamo in un paese vicino Bra, finito il servizio si trascorse il resto della giornata a braccetto con Bacco cantando, suonando e soprattutto , si alzò tanto il gomito.Quando i cinque eroi rientrarono in caserma , l’ufficiale di picchetto ci mandò a passare la notte sul pancaccio,ma ci fece una bella romanzina, soprattutto a me che ero il graduato e dovevo dare il buon esempio.Ricordo che risposi:-signor tenente, io vado dentro ma non dormo.Mi costò cinque giorni di punizione .Tutta colpa del Buon Vino delle Tue Terre .
Grazie a te, Lorenzo. E se ti capita di passare da queste parti fammi un fischio, saro’ ben felice di farti da cicerone. Ciao
franci ,mi hai fatto visitare dei posti stupendi con la tua descrizione dettagliata e delle bellissime foto.abbiamo la fortuna di vivere in questo paese da tutti invidiato x tutte le sue bellezze ,Giulio aveva ragione nel dire che potevamo girare la nosrta Italia stando comodamente seduti sul meraviglioso treno di eldy,grazie Franci mi hai dato una buona opportunita’di vedere quanto nn conoscevo,,,,,,,
Eh si Riccardo, qui c’e’ solo l’imbarazzo della scelta
Guarda che ti aspetto, eh? Abbraccione e grazie
Luoghi incantevoli, descritti in modo bello e ispirato. Grazie, Franci.
Alba valle Taloria d’Alba, Gallo d’Alba, eravamo alla ricerca di un buon pasto, ma era arduo, perche avendo l’imbarazzo della scelta non sapevamo dove fermarci, è cosi che ci siamo ritrovati nel ristorante del presidente dell’Azienda autonoma di soggiorno di Gallo d’Alba, pranzo che ricordo ancora dopo vent’anni, posti incantevoli, turbati solo dal ricordo della recente alluvione che aveva mietuto vittime, nel vicino Monferrato, e nelle zone a sud di Alba, non sono più tornato da quelle parti, ma ora una visita è d’obbligo, grazie Fracesca, per avermi fatto tornare in dietro di vent’anni.
Ecco chi era quell’alpino che suonava nella banda per le vie della citta’. Eri tu caro Giulio. Allora sai quanto sono belle queste terre! Che piacere mi fa sapere che sei stato da queste parti. Grazie toscano, ti abbraccio.
Quando scrissi -Il treno di Eldy-…dissi che si poteva visitare la nostra Italia stando comodamente seduti.Non mi sbagliavo, e sono fermamente convinto che, tutti noi, diamo una mano per contribuire a questo. Brava Franci, una bella panoramica di terre splendide. Mi hai riportato indietro negli anni (qualche mese), quando ero militare negli Alpini a Cuneo e con la Banda Reggimentale giravamo molti paesi e città.Grazie.
Alessandro, tu abiti a poca strada da me e, anche se sei astemio, sai bene quanto sono belli i paesaggi che ci circondano. Meritano proprio tutti di essere visitati. E poi, anche senza il buon bicchier di vino, ti puoi fare una sana e gustosa mangiata di specialita’ monferrine o langarole
E noi sappiamo bene quanto sono prelibate, vero? Grazie e un abbraccio.
Non sono un appassionato ed esperto intenditore di vini,sono astemio,ma grande appassionato di paesaggi come quelli descritti dalla sapiente penna!!!!!!! di Franci,posti che conosco in modo superficiale,ma ora,dopo la lettura del racconto cercherò di fare un giro appena si presenta l’occasione,una scrollata alla pigrizia e via.Grazie Franci.