Nella vita si ha un DNA anche per le predisposizioni lavorative.
Già da bambina sentivo un grande trasporto nei confronti dei bisogni della gente, non sapevo che cosa era quello che sentivo dentro di me, ma so che ero felice se potevo rendermi utile.
Così molto spesso mi trovavo in situazioni più grandi di me, prendendomi anche delle belle sgridate. " Fatti i fatti tuoi", era la frase che spesso mi sentivo dire, insomma passavo come una ficcanaso.
Nel lontano 1958 entrai come inserviente nella grande cucina del Gaslini gestita da suore che della parola "amore "non conoscevano neppure il significato.
Perciò tante furono le angherie che io subii( niente caffè, sei stonata, messa alle 6,30 del mattino e poi ti davano la brodaglia).
Eppure io ringrazio le loro angherie perchè da un male ne è uscito un bene.
Mi facevano ruotare per sostituire persone mancanti, perciò molto spesso mi ritrovavo in cucina dietetica. Qui ho imparato a conoscere vari tipi di alimentazione indispensabili per le varie malattie, e con la dietista pesavo al mg. gli ingredienti che servivano alle diete da somministrare. E questo mi piaceva molto.
La dietista un giorno mi disse "Alba lei qui è sprecata, la sua intelligenza merita altro, faccia il corso da generica".
A quei tempi il livello di istruzione era molto inferiore ad oggi e per essere diplomate bastavano 2 anni di scuola superiore, mentre per la generica era sufficiente la 5 elementare.
Avevo paura,erano anni che non prendevo la penna in mano, ma soprattutto non avevo i soldi per i libri.
Tutto questo lei lo capì al volo, mi diede i suoi libri e fece in modo che gli orari di lavoro coincidessero con la scuola. Non solo ma mi ha aiutato anche a studiare.
Mi impegnai con grande forza di volontà, era quello che io in fondo avevo sempre desiderato.
La sveglia era alle 5 del mattino e a causa della grande lontananza casa- lavoro, la mia giornata terminava alle 23. Tutto questo durò un anno.
Finché giunse il sospirato giorno che lessi in bacheca: " promossa con 59 su 60 sessantesimi".
Non dimenticherò mai più la prima volta che ho indossato la divisa e sono entrata in corsia.
Rubavo con gli occhi il lavoro, ascoltavo i medici in visita, e leggevo molti trattati di medicina.
Dovevo essere pronta ad aiutare, il mio sangue freddo che non perdeva lucidità nei momenti difficili, è stato il mio sostegno reale.
Dopo anni, già mamma di due bambini Luigi e Lia, mi iscrissi ad un corso di specializzazione in neuro psichiatria pediatrica.
Mi affascinava la materia, così entrai nel più brutto reparto che il Gaslini potesse avere, con bimbi convulsivi, microcefali, idrocefali, malformazioni neonatali, ecc ecc.
La mia rabbia era la mia impotenza di fronte a queste tremende patologie.
Molto spesso i miei piccini avevano tragedie famigliari alle spalle, abbandonati a loro stessi e alla bontà di chi poteva prendersene cura.
Poi se sei mamma la tua sensibilità aumenta. Ricordo che di notte stiravo e lavavo i loro camicini indossati dai miei figli, e siccome anche l'occhio vuole la sua parte, i piccini, così, sembravano meno malati.
Rientrata in servizio dopo la terza figlia Laura, mi innamorai di una bimba, Angelica. Aveva 12 mesi,due occhietti vispi, mora e capelli ricci, era sana in assoluto ma aveva alle spalle vicissitudini famigliari molto tristi e dolorose.
Era veramente proibito baciare i bambini ma lei ne ha presi tanti, ma tanti di baci a "scrocco", da me. Divenne la mia quarta figlia.
Dio sa quanto bene le ho voluto, ero riuscita ad ottenere dei permessi dalla direzione sanitaria per portarmela a casa. Visse con noi 6 anni finché la procura minorile ce la tolse. L'ho cercata ovunque ma non l'ho mai più ritrovata. E' un pezzo di vita che manca a completare il mosaico del mio cuore.
Infermieri si nasce non si diventa.
Alba
C’è tanto amore in questo racconto, ma più che essera nata infermiera, Alba, sei nata con un cuore disposto al bene del prossimo e questo è un grande dono che non tutti hanno. Brava.
voglio rispondere in generale per far capire anche in quel campo come sono cambiate le cose, è vero quello che dice Edis, maio ti dico anche il perchè.
Una volte c’erano le scuole convitto dove le aglieve stiavano e vivevano in ospedale per due anni.
Dopo di che assunte dallo stesso ospedale con contratto indeterminato, perciò nnon vi erano bandi di concorso tutto era locale. e questo comportava meno stresse di conseguenza ci guadagnavano gli ammalati.
Poi lasciatemelo dire la capo sala era una suora ( e lo sapete che io non ho grossa simpatia per loro )però bisogna dare il merito a chi ce là, tutti filavano dritti e gli ammalati erano assistiti con più cura.Perciò era un mondo diverso una preparazione diversa e un spirito diverso.
Nel mio caso lavore con bambini era una preparazione speciale,
attualmente hanno la loro mamma vicino 24ore e penso che meglio di così non può essere
Cara Alba, ogni episodio della tua vita dimostra che sei una donna risoluta, capace di affrontare le tue responsabilità con carisma infinito in ogni campo. Sei stata un’infermiera impeccabile mettendo, nel tuo lavoro cuore e sacrifici,per cui i tuoi pazienti ti avranno adorato e stimata! Voglio però aggiungere, una mia recente esperienza! L’anno scorso fui ricoverata, in ospedali diversi, per 8 mesi.! Non tutte le infermiere erano come te e dovetti protestare per il loro comportamento! Mancanza di igiene, incuranza nel somministrare i medicinali, in un solo ospedale tutto funzionava. Per fortuna la Direzione provvedeva! Bisogna dire che era personale avventizio e , quasi tutto, straniero! Alba carissima, infermiere come te ,dovrebbero avere una medaglia!
Cara Sandra devi sapere che Angelica aveva la mammain prigione, aveva ucciso il marito e viveva con i nonni, quando una assistente sociale la vide che il suo posto era in mezzo alle pecore, sporca carica di pidocchi e mal nutrita, gliela torlsero.
è Venuta da noi perchè aveva il tendine di Achille più corto e fu operata in otpodedia dove noi a turno ci facemmoda mamme.
Forse non mi sono espressa bene io di legale non avevo niente perchè la mamma che aveva tutti i diritti non gli mai concessi. perciò era un affido temporaneo, autorizato dalla direzione del Gaslini con la magistratura minorile.
Sapevo che un giorno avveniva che me la portavano via, sperando il più tardi possibile, ma come le cose belle finiscono presto
Penso di aver chiarito il suo affidamento
Brava Alba, come sempre dai lezioni di vita a tutti noi. Da questa storia si potrebbe trarre una fiction e vedere come attraverso gli anni, con sacrificio e tanta determinatezza, una donna sola con dei figli a carico, riesce a realizzarsi nel lavoro fatto con amore e passione, ammirevole il gesto di portare nella sua modesta famiglia un bambino bisognoso di cure e di assistenza. Sono certa che l’amore che ha gli ha donato, sarà un merito che non andrà perduto, quanto sarebbe poter rincontrare il piccolo bimbo, chissà mai dire mai…
Anch’io ho letto tutto d’un fiato l’eccezionale scritto di Alba, una donna che appare “splendida” per ciò che sta facendo come infermiera , la quale sa curare con affettuoso amore i bambini e tutte le creature affette da gravi malattie. L’ Umanità deve essere grata al corpo infermieristico che affianca i medici che operano nella cura dei malati. Il suo scritto mi ha commosso, meriterebbe elogi infiniti per come ha esercitato ed esercita la sua professione di infermiera che la impegna molto per far guarire chi è malato. Signora Alba la ringrazio per quanto sta facendo. Le formulo anche tanti auguri di ogni bene, estendibili a tutta la sua famiglia.
Renato Sacchelli
Anch’io ho letto tutto d’un fiato l’eccezionale scritto di Alba, una donna che appare “splendida” per ciò che sta facendo come infermiera , la quale sa curare con affettuoso amore i bambini e tutte le creature affette da gravi malattie. L’ Umanità deve essere grata al corpo infermieristico che affianca i medici che operano nella cura dei malati. Il suo scritto mi ha commosso, meriterebbe elogi infiniti per come ha esercitato ed esercita la sua professione di infermiera che la impegna molto per far guarire chi è malato. Signora Alba la ringrazio per quanto sta facendo. Le formulo anche tanti auguri di ogni bene, estendibili a tutta la sua famiglia.
Renato Sacchelli s
scusa Alba ,come ex assistente sociale posso dirti che dopo 6 anni la bimba ti poteva essere data in affido ,se il tribunale nn l’ha fatto volebva dire che qualcosa nella tua famiglia nn era a posto .Affidata ad altra famiglia immediatamente la cosa era segreta ,nn veniva certo rivelato dove era l’affido . Tanto per la precisione.
Be, credo che il “sor giovanni” si aspettasse le reazioni che i miei amici hanno avuto. E credo anche che le sue provocazioni siano mirate. Perciò non risponderò a lui, l’avete già fatto degnamente voi che mi avete preceduta.
Dirò invece ad Alba che il suo scritto, già prima di postarlo, mi ha commosso. Perchè lei sostiene che infermieri si nasce? Ma semplicemente perchè, al contrario di altre professioni, quella di Infermiere (e lo scrivo con la I maiuscola), è una vocazione. E’ qualcosa che è focalizzato sul prendersi cura delle persone. Indipendentemente dalla loro patologia. Ciò significa assistere tutti coloro che hanno bisogno di cure, sia fisiche che psicologiche (e non è facile…), senza mai considerare costoro degli “oggetti” e tenendo presente la persona nella sua totalità cercando di soddisfare tutte le sue necessità. Ed è quello che Alba ha fatto per anni e anni. E non solo, ma l’ha fatto nel reparto più difficile, quello che non dovrebbe esistere, quello dove c’è la sofferenza dei piccoli malati, i bambini. Ma ci rendiamo conto? Provino a pensarci un pò, quelli che denigrano e disprezzano. Certo, se poi ci riferiamo ad alcuni infermieri che oggi si trovano nelle corsie di ospedali che, vuoi per un surplus di lavoro, vuoi per insoddisfazione personale o quant’altro, sono sbrigativi, insensibili, aridi e poco umani, allora il discorso cambia.
Ma questa è un’altra storia.
Brava Alba, hai tutta la mia ammirazione.
Lo so che non è bello scendere in polemica….ma sapete come sono fatto ! Dire che “l’attività” di una donna che con caparbietà , amore e dedizione, ha dedicato la vita agli altri….”è un mestiere come un altro” ,mi pare ingiusto e riduttivo.
Forse si incontreranno infermieri che fanno “un mestiere” …ma nel racconto di Alba traspare una maternità dilatata a tutti i bambini sofferenti che ha aiutato….Quando incontriamo persone così ,dobbiamo solo ringraziarle perchè sono una luce in un mondo sempre più egostico …..e mestierante.
Sei una bella bersona…grazie di essere con noi
giovanni
chi tu sia non lo so, ed ho scritto il tuo nome in minuscolodi proposito.
penso che nella vita tu fai il carpentiere maneggi dei ferri, insensibili, freddi, arruginiti, che solo con le teneglie puoi piegarle.
mentre io nelle mani avevo delle creature che non sapevano parlare, ma gli loro occhi parlavano per loro, e quei piccini che parlavano molto spesso mi sono sentita chiare “mamma”
e tu il ferro come ti chiama ?
se non fai il carpentire tocchi cose fredde come il cuore
insensibile forse lo sei davvero.
Mai mi era capitoato di dover dare lezione di sensibilità. sai che ti dico”l’avar la testa a l’asino perdi tempo e sapone”
si perchè solo un asino può dire che è un lavoro come un altro
Alba,sei stata meravigliosa,siamo allibiti dal grande impegno infermieristico che hai portato avanti con degnità e tanta passione,hai fatto diversi lavori per potere inserirti in questo lavoro, con bambini con tanti problemi, hai sacrificato anche la tua famiglia con orari molto difficoltosi avendo gia’ due figli, tu sei nata con il DNA girardo vari reparti rubavi con gli occhi il lavoro, Alba quella bimba ricorderà sempre i tuoi i baci, di una donna, mamma che ha saputo dare tanto affetto e amore a tutti, e che tutto avrebbe fatto per farla crescere con i suoi figli, per poi portarla via senza sapere piu’ nulla nemmeno una tracce di quella bimba ,questo Mosaico e completo Alba credici tu hai saputo completare una parte mancante,dando sollievo e amore a qui bimbi facendo crescere quella bimba come figlia tua,il tuo diploma era arrivato brava le tue parole sono vere!Infermiere si nasce non si diventa. Bravissima ciao….
E’ un lavoro come un’altro ne più, ne meno, ma che infermieri si nasce…,non adoperiamo queste frasi da libro Cuore. Certamente bisogna essere preparati per chi vuole iniziare questo lavoro. Lo si vede nelle corsie di ospedale e nei pronto soccorsi delle varie città la loro professionalità. Senzaltro tocchero’ la suscettibiltà di qualcuno e le darà molta noia questo commento. Immagino già,chi chi userà subito la tastiera, oppure staserà la sua penna per commentare.Io la vedo cosi. Cordiali saluti.
Ciao Alba, sapevo di questo tuo lavoro e, ti dico brava, ma con il tuo racconto hai espresso tutta la tua passione che hai donato per questi bambini, il lavoro di infermiera è pieno di difficoltà, sacrifici e sofferenze quotidiane nel vedere il dolore degli altri, ci si trova costantemente impegnato in un ruolo attivo, operativo integrando ogni giorno esperienze difficili per il bene degli altri. Un plauso a tutte queste persone.
Alba… Quanto ti ammiro! Sei una persona straordinaria e lo si percepisce da ogni riga che tu scrivi. Il racconto del tuo lavoro (che poi, per te sì, è stata una missione)lo si legge come un romanzo, dolce , affascinante,interessantissimo.
Grazie per averlo voluto condividere con noi.
Ho letto d’un fiato l’affascinante racconto di Alba. Da ammirare e condividere. Non è facile “entrare” nel ruolo di assistenza infermieristica sicché Alba ha ragione: “infermieri si nasce”.
Sono anni che ci “conosciamo” ma ogni tanto qualcuno di noi apre una finestra del suo -IO-.Osservo questo aspetto segreto e mi affascina scoprire la grandezza d’animo di certe persone che lo schermo nasconde o le rende fredde.Certo che, se fosse possibile frequantarci , sarebbe molto più facile, però è già molto. Il bello di noi affiora anche fra le righe e nei brevi commenti.Quante volte ho detto che chi scrive ha -Il Coraggio- di esternare parti di se e sottoporsi alla critica e al giudizio del pubblico. Io, ogni volta che pubblico qualcosa, ho sempre timore di essere sopra le righe , di ergermi, di salire in catedra:niente di tutto questo, il mio è donare parte di me sia con lo scritto che con la musica.Altrettanto lo fate Voi. Chi scrive e chi legge.Mi ha colpito l’articolo di Alba e la ringrazio e scusate se sono andato fuori tema, ma mi andava di dire certe cose.