La notte del quattro marzo, il giorno cinque e in parte anche il sei, rimarranno per molti anni nella memoria dei cittadini della Versilia .

Faccio un passo indietro: diversi anni fa, fondai il giornale della montagna dal titolo –Il Vento Cèrcine- . E’ un termine dialettale che ci riporta alla treccia di stoffa che le donne mettevano sulla testa per attutire il peso della stia che portavano sul capo.

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E’ un vento tipico della mia zona montana: sono due venti che soffiano da diverse direzioni , s’incontrano e danno origine a quel cercine, a quel vortice, che ha sempre creato danni e preoccupazione alla gente di quassù.

Il vento che ha distrutto in questi giorni la Versilia ed oltre non saprei definirlo: tramontana, libeccio, bora, kibli,…non lo sapremo mai . Una cosa è certa : era fortissimo con raffiche che superavano anche i 180 /190 km orari. S’abbatteva con violenza e portava via tutto quello che trovava, sentivi in lontananza che arrivava fischiando come un caccia bombardiere e scaricava la sue bombe ovunque. Non c’è scampo, non c’è riparo, attendi impotente e guardi per l’ennesima volta se hai chiuso bene porte e finestre. “ un vento che ti porta via” dicevano i vecchi.

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Al mattino presto scruti dalla finestra la scena : sedie sparse per il giardino aggrovigliate fra loro con pezzi di tavolo e conche dei fiori spaccate .Frantumi di tegoli sul tetto della macchina , rami di olivo incastrati nella ringhiera delle scale . Esci e t’allontani un po’ per vedere in che condizioni è il tetto : un valzer di embrici girati come pagine di un grosso libro è la sintesi più corretta. Tettoie colorate di plastica che provengono da chissà quali abitazioni, fanno da vela ad una immaginaria imbarcazione ,un accappatoio appiccato al ramo di un olivo sembra voglia dirti un'infinità di cose, alberi ultracentenari fiaccati come fiammiferi, insomma : una grande tela imbrattata degna di una struggente pittura astratta , fredda e angosciante.

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Poi, passata la rabbia di Eolo, raccatti i cocci e tenti di ridare un po’ di ordine. Dalle abitazioni vicine, la solita nenia, lo stesso motivo e la consolazione che non ci sono stati morti o feriti. E la litania delle persone più vecchie ripetuta più volte :- non ho mai sentito un vento così forte -

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Ho girato un po’, da tutte le parti vedi ponteggi , scale e macchinari che si alzano verso l’alto ricolmi di tegoli: ci sono più persone sui tetti che nelle vie. Ora, piano piano, si curano le ferite. E come spesso si dice : - Dai colpi che provengono dal cielo non c’è riparo.-

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Avanti tutta .

   

Giulio Salvatori, o come volete : Il solito maledetto toscano

   

A.D. 7 marzo 2015  

19 Commenti a “LA RABBIA DI EOLO……..di Giulio Salvatori”

  1. francesca (franci ha detto:

    E io sono oltremodo onorata di ospitare nel blog da me gestito, l’ing. Silicani i cui interessanti pensieri auspico di leggere ancora.

  2. pino5.rm ha detto:

    Caro Giulio, che dire? … per te che in varie occasioni ci hai mostrato le bellezze della tua terra sarà stata dura accettare una ferita così grave, inferta dagli eventi naturali, al tuo territorio. Nei tuoi racconti hai fatto sempre trasparire l’Amore che nutri per i luoghi che hanno accompagnato, ed in certo qual modo scandito la tua vita, ci hai guidati a scoprire i valori della tua gente ed ancora con la stessa semplicità, con questo tuo scritto, ci hai voluti partecipi di queste vicende ultime. Ti lascio con una nota di speranza, col dirti che quel vento, forte e disastroso, capace di buttar giù alberi ancora apparentemente in vigore, spinge in su la linfa in quelli alti come i tuoi ciliegi preparando una fioritura ancora più splendida, insomma questo solo per dire che dopo la tempesta c’è sempre la quiete e la preparazione di tempi migliori. AUGURI GIULIO! Un grazie va a Franci ed a tutti quelli che con i loro commenti sempre arricchiscono gli articoli proposti.

  3. Giulio Salvatori ha detto:

    Mi fa onore, e ci fa onore ospitare fra le nostre valli Michele Silicani. Ingegnere, ma soprattutto , per 10 anni Sindaco del Comune di Stazzema che comprende anche il Paese dell’Eccidio Sant’Anna, ricordato da Lucia Baciocchi e da tutti noi.(Anche su facebook c’è un lungo intervento, sempre di Silicani , che ci riguarda ). Grazie Michele e grazie a Franci che ha saputo amalgamare tanti pensieri.

  4. Michele Silicani ha detto:

    Giulio….hai centrato in pieno. Come sai io non mollo mai e credo come ho anche scritto che tanta gente in Zversilia stà facendo altrettanto. Dobbiamo interrogarci su diverse cose, dal Clima alla Politiche Agricole e Forestali, in Toscana cone da tante altre parti….temi che nel dramma sfuggono ma a mente fredda dopo le prime settimane di duro lavoro per la prima messa in sicurezza devovo eseere affrontati bene e con competenza. Questo è un “Tema” da affrontare insieme quanto prima. Disponibile a farlo. Metti su un incontro dove vuoi e come vuoi, io vengo e porto persone con esperienze e contenuti…fuori da demagogie o rituali mediatici. Saluti cari e grazie del tuo articolo..umanità e capacità non ti mancano. Stima e amicizia, caro Giulio.

  5. Giulio Salvatori ha detto:

    Volevo dire a tutti che ho condiviso ai Sindaci di Stazzema e di Seravezza, il Vostro pensiero per il paese di Sant’Anna di Stazzema, la Vostra partecipazione, la Vostra vicinanza verso il Paesetto dell’eccidio. Vi fa veramente onore . Incontriamoci ha dato un segno molto alto…ciao a tutti!

  6. gianna ha detto:

    Giulio,non ci sono parole, quella furia del vento ci ha impressionati,raffiche che anche solo nella tv ci spaventavano, il clima e cambiato ma quella e stata una catastrofe, coraggio si parte dal tetto, siete uomini forti e coraggiosi e anche abituati al clima!!! il Toscano tira su le maniche e comincia ricostruire, non servono le parole servirebbero i fatti Coraggi siete (FORTI)ciaoo

  7. Giulio Salvatori ha detto:

    Gente : i miei danni sono relativamente poca cosa in confronto a quanto avete visto ;rimessi i tegoli, qualche conversa e la canala, ritorna il tutto come prima.Il fatto è che non c’è telecamera o macchina fotografica che sappia cogliere lo sgomento delle persone .Io, come sapete,ho scritto molti articoli su questa lavagna,e ho sempre parlato con campanilismo dell’entroterra versiliese, dei molti paesi della montagna . Era doveroso far conoscere anche la devastazione della piana .

  8. francesca (franci) ha detto:

    Quel che più mi sorprende ed è ammirevole è la tua carica positiva, Giulio! Sei un grande e sono certa (tutti lo siamo..) che saprai affrontare le difficoltà con grande energia e coraggio. Lo stai dimostrando in modo esemplare. Tutti siamo con te e con i tuoi concittadini piegati dalla forza negativa della natura.☺
    Ciao amico mio, ti aspetto per un altro post tutto in positivo, come sai fare tu!

  9. rosmarie ha detto:

    Caro Giulio, le immagini che ci mostri, sono impressionanti! Sono dispiaciuta per i danni che hai e avete subito! Quando la forza della natura si scatena, siamo impotenti!
    Non si dirti altro. Auguri per tutto!

  10. lorenzo.rm ha detto:

    Caro Giulio, sei un cronista sopraffino e dispiace che la tua capacità sia dedicata ad un fenomeno negativo. Il clima è davvero cambiato e stavolta Forte e dintorni ne hanno fatto le spese. Amiamola tanto questa nostra terra. E un abbraccio a te, benedetto toscano!

  11. lucia1.tr ha detto:

    Navigando in rete ho trovato quest’articolo che ci informa sulla situazione della località di Sant’Anna di Stazzema, citata già nei commenti, spero lo troviate interessante.
    “Il paese di Sant’Anna di Stazzema, che fu teatro il 12 agosto 1944 di una delle più efferate stragi nazifasciste compiute durante la Seconda Guerra Mondiale, è stato duramente colpito dal vento che la settimana scorsa si è abbattuto sulla Versilia con una forza eccezionale.
    Il piazzale Anna Pardini, luogo di parcheggio per migliaia di visitatori ogni anno è stato distrutto e invaso dalle piante abbattute dal vento. La piazza della Chiesa dove furono trucidati 132 dei 560 innocenti della strage è stata completamente attraversata dalla furia degli eventi. Il tetto della Chiesa del Paese è stato gravemente compromesso. La Via Crucis è impraticabile per i numerosi alberi abbattuti. Nemmeno un simbolo come la lapide posta al Sacrario che, dal 1948 ricordava i nomi delle vittime della strage è stata risparmiata dalla furia del vento: è stata abbattuta e sgretolata a terra. La Cappellina restaurata con il contributo del Fondo per il Futuro istituito dalle Repubbliche di Italia e di Germania, è stata devastata e la copertura appena realizzata completamente scoperchiata. Il cimitero del paese è stato sconvolto dal crollo delle piante. Anche la nuova struttura “Fabbrica dei diritti” è stata duramente colpita.
    Una nuova profonda ferita ad uno dei luoghi simbolo della memoria del nostro Paese.
    Il Comune di Stazzema si sta adoperando con tutte le forze affinchè il Parco Nazionale della pace torni ad essere nel più breve tempo possibile il luogo di incontro ed attività che ogni anno ospita decine di migliaia di visitatori e giovani.”

  12. sandra vi ha detto:

    Quando aprendo la TV ho visto inorridita passare dvant ai miei occho tutte quelle immagini di distruzioni ,alberi divelti ,case scoperchiate ,nn mi sembravava possibile che la natura in poche ore si scatenasse in tale modo .Ora GIULIO racconta di aver vissuto tutto quel disastro,le parole si strozzano in gola ,nessun commento e’ possibile ,una sola cosa ,Giulio coraggio tutta la nostra solidarieta’.siamo con VOI,anche se poco possiamo fare.

  13. Giulio Salvatori ha detto:

    Non vorrei esere frainteso.Non sono qui a versare lacrime inutili nella Valle di Eldy, no ! Altre città, , paesi di tutta Italia hanno visto e si sono trovati sommersi dall’acqua, fango, frane,…Ma in quei casi, la colpa è da attribuire all’incuria del territorio, alla deviazione forzata di fiumi e ruscelli, canali improvvisati , alla cementificazione incontrollata…Insomma , colpe evidenti da parte dell’uomo.Qui si tratta di vento che nessuno ha il potere di gestirlo,di frenarlo.
    Credo che l’amico Franco Muzzioli abbia ragione:il clima è cambiato. Vi ringrazio di avermi letto, mi sono sfogato un po’.
    Se trovo l’occorrente vado sul tetto . Mi riporta indietro negli anni quando andavo a guardare sotto i tegoli se c’erano nidi di passerotti …e ritorno ragazzino.

  14. Giulio Salvatori ha detto:

    Infatti,avrete visto al TG che il vento a distrutto anche la lapide del Sacrario delle Vittime di Sant’Anna,il tetto della chiesa…la Versilia ed oltre è una strage continua di alberi, tetti frantumati , serre …l’ultima foto l’ho fatta col cellulare domenica pomeriggio, da li si capisce la furia devastante del fortunale .Vi sono ancora tante abitazioni o interi quartieri dove la corrente non c’è.Pini che sono volati sui tetti delle case.Vi racconto queste cose per metterVi a conoscenza di quella Versilia che da tanti anni Vi faccio conoscere.Stessa sorte per le frazioni dell’Alta Versilia . Avanti tutta .

  15. francesca (franci) ha detto:

    P.S. per Franco. Adoro Portovenere. Da lì si dipartono le Cinque Terre e con loro costituisce Patrimonio dell’UNESCO.
    La Grotta Vulcanica di Palmaria, Il molo, Il santuario della Madonna Bianca, La porta e le mura del centro storico, Il castello Doria, La fantastica Grotta di Byron, La Torre Scola, L’interno del borgo…tutto una meraviglia!!! Anche se piove…

  16. lucia1.tr ha detto:

    Abbiamo appreso questi tristi eventi dalla tv, immagini di devastazione che fanno paura, ora il nostro amico Giulio ci racconta la sua testimonianza. Giorni difficili per i piccoli paesi dell’entroterra, quando si parla di Versilia si citano i grossi centri sulla costa, dove gli interessi economici sono forti, dimenticando i reali bisogni dei singoli cittadini che abitano sulle montagne.
    Nei momenti d’emergenza tutto diventa difficile, case che hanno urgenza di riparare il tetto, ponteggi che non si trovano, materiali difficili da reperire, spese da sostenere personalmente. Piccole aziende che vedono compromesse le loro attività e che difficilmente riusciranno a risollevarsi senza l’aiuto della Stato, in un momento di crisi economica tutto diventa più pesante..

  17. francesca (franci) ha detto:

    La furia del vento che ha provocato tanti danni in Toscana la settimana scorsa ha distrutto anche la grande lapide con iscritti i nomi delle 560 vittime della strage nazifascista del 12 agosto 1944 a Sant’Anna di Stazzema, in Alta Versilia (Lucca), collocata dietro al Monumento Ossario che commemora i martiri di Sant’Anna. Gravi danni ovunque e, come dici tu Giulio, la consolazione ( se così si può definire), è che non ci sono stati morti o feriti.
    Ma la colpa è tutta del vento e della natura..???

  18. antonino8.pa ha detto:

    Nessun commento, solo una “mia” considerazione.
    Come sempre è la gente comune a dover pagare che siano catastrofi naturali o causate dall’uomo e poi, spenti i riflettori, la gente dovrà affrontare tutto con “le proprie mani”. Superfluo parlare di solidarietà, tutta la gente è con voi.

  19. franco muzzioli ha detto:

    Nell’89 acquistai un appartamentino alla Serra di Lerici (ultima punta della Liguria , accanto alla Versiglia),perchè d’inverno era come a primavera, perchè era sempre piacevolmente ventilato. Ora piove, piove , piove e quando viene il vento, come dice Giulio, arrivano raffiche da 180 kmh…….poi dicono che non è cambiato il clima!!!!

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